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martedì 21 febbraio 2012

Rotaract Club Menfi Belice Carboy - Distretto 2110 Sicilia e Malta

Ricevo e pubblico dal Presidente Rotaract Club di Menfi, Giuseppe Ardizzone, questo comunicato stampa: "Rotaract Club Menfi Belice Carboy - Distretto 2110 Sicilia e Malta"

Comunicato Stampa

Rotaract, la Sicilia si fa giovane.

Creato a Menfi il Rotaract Menfi Belice Carboj grazie a quindici giovani intraprendenti e pieni di idee. Le parole Rotary ed action (Rotary - Azione) vengono intese nella storia rotariana come servizio in favore della società e dei cittadini. L'istituzione del club è stata il coronamento del pensiero sociale che ha spinto i soci fondatori, tutti di età compresa tra i diciotto e i trent'anni, a muoversi in tal senso. Viene fuori così un nuovo ambiente da considerare “up to date”, strumento creativo, reattivo e comunicatore di rinnovamento che si promette di essere un utile motore propulsore ricco di novità e incentivante per la cultura nei Comuni di Sambuca di Sicilia, Menfi, Montevago e Santa Margherita di Belice.

Il Rotary International omonimo, già esistente, ha deliziosamente accolto i neo rotaractiani e sostenuto l'iniziativa.
Il solido riferimento dell'associazione mondiale all'interno di questi comuni vuole essere il più coraggioso degli stimoli a investire sul futuro del nostro territorio e intende sottolineare la presenza di ottime risorse umane che devono aggiungere valore e progresso alla nostra terra ormai propensa al cambiamento.

E' un invito, questo, per coloro che hanno voglia di non stare con le mani in mano, bensì provano ad agire in positivo, crescere e far crescere. Qui le energie trovano espressione ed ascolto poiché anche a fronte di grandi irrigidimenti sociali o violente contrapposizioni ideologiche l'atteggiamento più costruttivo è sempre la ricerca del dialogo, del confronto, dell'incontro, della collaborazione.

Contatti:
Profilo Facebook
Email: rotaractmenfibelicecarboj@gmail.com

giovedì 19 gennaio 2012

Il turismo passa anche dal web

Lucrezio, poeta latino, secoli prima aveva definito la Sicilia: "Grande regione per molte stupende bellezze a vederla … ".

Il geografo arabo Idrisi, nato a Ceuta in Spagna nella prima metà del XII sec., che per incarico del re normanno Ruggero II compose il primo trattato di geografia completo di carte illustrative dell’isola e del bacino del continente italiano, la descrisse così: " … E’ la gemma del secolo per pregi e bellezze; lo splendore della natura, il complesso edilizio ed il remoto suo passato ne fanno un paese veramente unico (…) si tratta di un’isola dai fulgidi destini, con vaste regioni, numerosi paesi, infinite bellezze e pregi rilevanti tanto che se noi cercassimo di computarne partitamente i meriti e di discorrere delle sue condizioni paese per paese, ci troveremmo di fronte ad una impresa tanto ardua quanto malagevole".

Chissà se il lettore "alloctono" resterà ammaliato da queste belle citazioni tanto da scegliere la Sicilia come prossima destinazione di viaggio. Secondo voi, son stato bravo a promuovere la mia terra? Ma in realtà, quale strumento usa il turista (internauta) per scegliere e programmare le proprie vacanze? Semplice, il web!

Secondo quanto emerso di recente dalla 4a edizione di Buy Tourism Online, il 95% degli utenti del Web sceglie la Rete per decidere in quale posto andare e dove alloggiare.
L'hanno ben capito i catanesi che, nel 2011, hanno vinto il Premio Web Italia come miglior portale italiano di promozione turistica con il sito www.city-maps.it. Il progetto, patrocinato dalla Provincia di Catania, garantirà uno strumento di promozione turistica accattivante offrendo proposte di viaggio ‘non convenzionali' attirando l'attenzione dei più giovani anche attraverso i social network.

Riusciremo ad imitarli? Quale strumento usa la nostra Provincia di Agrigento per promuovere il turismo?

Il futuro del turismo è nell'innovazione!
Giacomo Lanzarone

lunedì 16 gennaio 2012

Sicilia bloccata dal Movimento dei Forconi

E’ scattato a mezzanotte ‘bisonte selvaggio’ in Sicilia.

Fino al 20 gennaio gli autotrasportatori dell’AIAS e i produttori agricoli del “Movimento dei Forconi” presidieranno le arterie e gli snodi cruciali per i trasporti. L’aumento del costo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata sono le ragioni della protesta, alla base anche della nascita del Movimento ‘Forza d’urto’.

"Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d’Italia perchè siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro è uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedrà l’adesione di tutti i siciliani. Ma è necessario perchè ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia.

“Siamo stanchi – aggiunge il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferroperche’ questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti. presidente dell’Aias Giuseppe Richichi".

lunedì 2 gennaio 2012

Salvatore Cuffaro: “ho sbattuto contro la mafia”

"Ho sbagliato, ho fatto tanti errori, sono andato a sbattere contro la mafia". Lo ammette ai microfoni di SkyTG24, l'ex presidente della regione Sicilia Salvatore Cuffaro, condannato in Cassazione a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Una sentenza che sottolinea di aver accettato con grande dignità: "Sono stato condannato e sto pagando. Non mi sono mai posto il problema se sono l’unico a pagare o se ce ne sono altri che non stanno pagando. A me è capitato ed è giusto che lo faccia".

Dal carcere di Rebibbia, visibilmente dimagrito, Cuffaro parla dei rapporti tra mafia e politica: "Purtroppo la mafia è un problema serio che c'è ancora nella nostra terra, fa economia, business, non fa volontariato. E' costretta in qualche modo a ragionare con la politica perché il business, la grande economia, passa anche per la politica". E aggiunge: "Sono convinto che al 99,99% dei siciliani la mafia fa schifo. So che qualcuno ironizzerà su quello che sto dicendo, qualcuno potrà pensare da che pulpito viene la predica. Ma non voglio parlare del mio processo. E' però fuori di ogni dubbio, che nella mia coscienza ci sia la consapevolezza di quanto faccia schifo la mafia".

Nell'intervista rilasciata a SkyTG24 l'ex governatore della Sicilia confessa anche le difficoltà della vita da detenuto. "E’ un anno che sono a Rebibbia. Il tempo sembra essere volato anche se ho avuto tempi difficili. Ora ho ritrovato una mia serenità, un mio equilibrio. Ma ho affrontato un periodo di sofferenza non indifferente. L’atto che più mi ha ferito è stato quando uno dei ragazzi dei Ros ha deciso di mettermi le manette”. E ancora: "Non è stato facile passare da presidente della Regione a detenuto. Qui non si può essere indifferenti e non si può essere arroganti". Come sarà questo primo Natale in carcere? "Le feste sono un attimo di amarezza e di tristezza maggiore per chi è in una cella. Ma il Natale arriva anche per i detenuti". Infine, sul futuro che lo aspetta fuori dal carcere: "Proverò a laurearmi in giurisprudenza e spero di potermi dedicare alla mia azienda agricola".

Clicca qui per vedere l'intervista rilasciata a SkyTG24 da Salvatore Cuffaro nel carcere di Rebibbia.

mercoledì 28 dicembre 2011

Sicilia, Udc esce dalla Giunta Lombardo

Il governo regionale siciliano, guidato da Raffaele Lombardo, perde il supporto dell'Udc dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del professore Andrea Piraino dalla carica di assessore regionale per le Politiche familiari e sociali. "L'Udc siciliano - ha deliberato all'unanimità il coordinamento regionale del partito di Casini -, ritiene conclusa la collaborazione con questo governo regionale la cui maggioranza politica appare debole e poco coesa per affrontare con efficacia le dure prove che nel 2012 il Paese e la Regione saranno chiamate ad sostenere. Vi è bisogno di una fase politica nuova per affrontare le emergenze dettate dalla crisi economica e sociale che sta scuotendo il Paese, il Sud e la Sicilia".

Dal canto suo Raffaele Lombardo ha definito "stimolante" la posizione assunta deall'Udc "perchè - ha detto il governatore - costringe ad avviare una fase nuova, di cui forse non si era colta l'importanza e l'urgenza". Carmelo Briguglio, coordinatore regionale di Fli in Sicilia, si mostra invece ottimista e non dichiara affatto conclusa l'alleanza con l'MpA.

L'Udc siciliano ha mollato il governo Lombardo perchè vuole sostituire gli assessori tecnici con assessori politici oppure vi è, forse, il tentativo di rifare l’alleanza col Pdl?
Mi dilungo un pò sull'ultima perplessità.
Un'accordo simile, nelle prossime amministrative di Palermo, garantirebbe buone chance di successo visto che il principale avversario - il centrosinistra - si continua a mostrare profondamente diviso.


A livello nazionale, invece, la mia ipotesi trova fondatezza nelle stesse parole di Berlusconi che, in una sua dichiarazione, si dice possibilista sull'ipotesi di una nuova intesa: "Noi abbiamo prospettivamente a cuore un accordo con l'Udc, che ha elettori moderati, cattolici e che sta con noi nei Popolari europei ed è in quella direzione che concentreremo i nostri sforzi per trovare un accordo".

La storia, del resto, ci insegna che in politica tutto è possibile.

mercoledì 14 dicembre 2011

A glass of Sicily

Probabilmente sapete benissimo come aprire una bottiglia e bere un bicchiere di vino, ma guardando "a glass of Sicily", il video tutto siciliano che sta già facendo il giro del web, scoprirete davvero cosa vuol dire assaporare un bicchiere di Sicilia. Il video, infatti, sotto la forma di un "manuale d'uso emozionale", racconta le diverse fasi ("Insert" ... "turn" ... "pull" ... "open" ... "breathe" ... "pour" ... "toast" ... "enjoy") che precedono la degustazione di un bicchiere di vino, attraverso un suggestivo gioco di immagini e metafore, in un incantevole alternarsi di forme e cromatismi, profumi e sapori, suoni e sensazioni. Ed il frutto di questo profondo intrecciarsi di arte, cultura, tradizione e natura, che da sempre contraddistingue l'isola, non è semplicemente il vino siciliano, ma un vino fatto di Sicilia.

In una descrizione approfondita e, al tempo stesso, sorprendente della Sicilia, che scorre attraverso i suoi luoghi e personaggi più caratteristici, il video, firmato Tasca D'Almerita, storica azienda vinicola siciliana, e realizzato dalla viral media company Mosaicoon, rappresenta l'isola come un vero e proprio continente al centro del Mediterraneo: un territorio ben lontano dai luoghi comuni e pregiudizi che spesso l'accompagnano, e dotato invece di un immenso patrimonio artistico, paesaggistico e culturale, in un perfetto connubio tra uomo e natura.



Nella mappa interattiva su Flickr ci sono alcune delle località presenti nel video ma anche del materiale inedito, sia fotografico che video.

domenica 16 ottobre 2011

Sicilia - Menfi, inaugurato miniautodromo Off Road "Crazy Valley Menfi"

Sicilia | Menfi (Agrigento) - Si è svolta stamane l'inaugurazione del miniautodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi”. Davanti ad un pubblico appassionato e numeroso, costituito da gente del luogo ma soprattutto dell'hinterland, si sono confrontati piloti dilettanti e professionisti provenienti da ogni parte della Sicilia. I manovratori di questi piccoli bolide si sono esibiti nel nuovo impianto subito dopo l'inaugurazione ufficiale. Le loro performance, emozionanti e coinvolgenti, hanno dato vita ad uno show ineccepibile riuscendo a catturare l'attenzione persino dei più piccoli. Da sottolineare l'ottima prova dell'unico menfitano in gara, Filippo Liberto, che ha ben figurato contro avversari di rilievo tra cui il campione italiano in carica Andrè Pellegrino.

A Salvatore Sutera, Rosario Sutera, Maurizio Libasci, Salvatore Montalto e Mauro Ciaccio va il mio personale e sentito plauso. Con competenza, professionalità e passione sono stati in grado di creare un impianto unico nel suo genere in tutta la Valle del Belice.



Caratteristiche
Lunghezza Pista: 350 mt circa;
Larghezza Pista: di 5 mt;
Terreno: completamente stabilizzato. E' in grado di drenare grandi quantità d'acqua (ex campo di calcio).
Palco piloti: altezza di 3,20 mt (piano calpestabile). Può ospitare oltre 12 piloti.
Box coperti: 100 m².

Servizi
L'impianto è dotato di corrente elettrica 220 volt; zona lavaggio con acqua e compressore aria; parcheggi interni; servizi igenici e bar.


Come arrivare a Menfi (Agrigento) al Mini Autodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi
Via Vulcano, presso il parco dello sport (di fianco i campi di calcetto dell’associazione sportiva mai dire gol).

GPS Global Positioning System - Lat 37,608485    Lon 12,965048

Da Palermo: – Autostrada A29 direzione Mazara del Vallo, uscire per Castelvetrano – S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

Da Agrigento: – S.S. 115 per Menfi direzione Trapani. Dopo Sciacca, percorrere la strada fino all’uscita di Menfi.

Da Messina: – Autostrada A20 direzione Palermo, uscire allo svincolo di Via Ernesto Basile la S.V., S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

sabato 8 ottobre 2011

Fini a Palermo: "C'è un'Italia in cui credere"

"In Italia quello che va ridotto non è il costo della politica ma di tutti quegli apparati che nel corso degli anni sono proliferati attorno alla politica e la Sicilia non è certo la Regione con il modello più virtuoso".

Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini parlando agli imprenditori nella sede di Confindustria a Palermo.
Fini ha parlato anche del ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, dicendo che se è rimasto in carica è stata un occasione persa da parte della maggioranza che per "opportunità" politica avrebbe potuto esprimersi diversamente, anche se l'accusa di mafia, ha aggiunto il leader di Fli, dovesse cadere.

La legge sulle intercettazioni: "La legge sulle intercettazioni non è la migliore legge per l'interesse nazionale ma forse per l'interesse personale di qualcuno". Gianfranco Fini boccia il testo che Cavaliere e maggioranza vogliono fortemente e che contiene norme in grado di depotenziare un indispensabile strumento di indagine. E sempre sulla questione giustizia lancia una nuova frecciata al premier: "Un giorno serve il processo breve e un giorno il processo lungo a seconda di quello che conviene".

Legge elettorale. "Va cambiata, ma c'è un "paradosso: si va a votare con una legge fatta dal parlamento, o dal referendum o, ancora peggio, con quella attuale? - dice Fini - Che logica è fare la legge elettorale senza sapere quale sarà il numero dei parlamentari domani, o se il senato continuerà a mantenere l'assetto attuale, che è lo stesso del 1948?".
E' giunto il momento di tagliare, rilancia il presidente della Camera: "Come è possibile continuare ad avere 945 parlamentari, centinaia di consiglieri e deputati regionali con costi a volte piu" alti di quelli nazionali e poi, Comuni, consorzi. C'è un reticolo e un apparto che è diventato insopportabile. E' lì che si deve disboscare".

La crisi economica.
E' la credibilità del governo che rende possibile la patrimoniale, come disse Einaudi già nel 1946" incalza Fini. Che si dice favorevole ad un innalzamento dell'età pensionabile. Ad una condizione: "Che quello che lo Stato risparmierebbe vada a costituire un fondo per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e per migliorare la loro professionalità".
 
Il futuro "Il vizio della politica italiana è quello di usare lo specchietto retrovisore o pensare solo al presente. Non ci si chiede quale sarà lo scenario tra 10 anni. Ieri Draghi ha detto che l'Italia rischia di bruciare una generazione, in quanto abbiamo il più alto tasso di giovani che non lavorano e non studiano nell'Unione europea. Vogliamo affrontare questo problema?  - si domanda Fini - Guardiamo alla Germania che ha deciso che per i prossimi 15 anni chiunque governi avrà nel bilancio alla voce della ricerca sempre il segno più".

Poi tocca alla Lega. E i toni si fanno irridenti. "Quelli della Lega danno il meglio quando a Pontida si vestono da Unni e Barbari. la secessione? Fuori dalla storia". E anche il federalismo finisce nel mirino di Fini: "Mi dispiace dirlo ma il federalismo ha aumentato il prelievo fiscale. Era stato caricato di attese miracolistiche, come se fosse la panacea di tutti i mali".

Clicca qui per vedere il video di Gianfranco Fini al Politeama di Palermo.

venerdì 30 settembre 2011

Ricostruire il Belice: la Regione disponibile ad anticipare fondi Fas

La Regione siciliana e' disponibile ad anticipare sui fondi Fas le risorse necessarie per chiudere il contenzioso e avviare a conclusione il piano di sviluppo per il completamento della ricostruzione della Valle del Belice.

Lo ha annunciato oggi durante una riunione a Roma fra i capi delle segreterie tecniche dell'assessorato regionale all'Economia e del ministero delle Infrastrutture.

Il contenzioso nasce dall'omesso stanziamento, nelle ultime finanziarie nazionali, dei fondi necessari per erogare i contributi ai cittadini della Valle del Belice che disponevano gia' dei progetti esecutivi (circa 100 milioni di euro).

Allo stesso tempo non sono stati previsti i fondi per il piano di completamento della ricostruzione (circa 350 milioni di euro). Si tratta di finanziamenti di chiara competenza statale essendo legati ad una calamita' naturale, ma che ancora non sono stati erogati a distanza di anni. Per chiudere questo capitolo ora la Regione si dice disposta ad anticipare le somme a valere sui Fondi Fas assegnati alla Sicilia, a condizione che lo Stato liberi risorse aggiuntive rispetto a quelle gia' impegnate per altri progetti infrastrutturali previsti nel piano concordato con il ministro Fitto e che tali risorse possano essere utilizzate in deroga al patto di stabilita'.

"La Regione e' pronta a fare la sua parte per completare una ricostruzione che definire in ritardo e' un penoso eufemismo - commenta l'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao -, ma occorre che lo Stato si dimostri altrettanto attento alle esigenze belicine, non solo consentendo di finanziare quanto dovuto e inopinatamente sottratto ma ammettendo anche la deroga al patto di stabilita' per queste somme e sbloccando fondi che sono comunque destinati alla nostra Regione. Per questo motivo la prossima settimana si svolgeranno altri incontri, di natura negoziale, con il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, e con tutti gli attori di questa vicenda".
 Fonte: siciliainformazioni.com

Dopo 43 anni dal terremoto del Belice, lo Stato ci farà avere gli ultimi agognati finanziamenti?!

martedì 27 settembre 2011

Ticket sanitario

Dopo tre mesi dall’approvazione della nuova legge sui ticket, Movimento Consumatori ha realizzato un’indagine su come le regioni si siano adeguate alla nuova norma. Il ticket è stato introdotto da tutte le regioni, tranne Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Sardegna (contributo simbolico di 1€), che hanno detto no al ticket di 10 euro sulla specialistica.

Il ticket in Sicilia, dove già c’era un balzello aggiuntivo di 2 euro a ricetta, sono stati aggiunti altri 8 euro per arrivare a 10 euro. Dalla tabella risulta che ci troviamo di fronte a 20 sistemi diversi e nella stragrande maggioranza dei casi non sono tutelate le fasce deboli della popolazione.

Rossella Miracapillo (responsabile dell’Osservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori) dichiara che è aumentata la pressione economica in modo insopportabile su coloro che vivono la condizione di ‘malati’. Nessun intervento invece è stato adottato per arginare gli sprechi: consulenze esterne che incidono sulle voci di bilancio, acquisto di macchinari non sempre indispensabili, carenze di controllo sulle prestazioni erogate dalle strutture private convenzionate, mancanza di attivazione di procedure per il risk management, che ottimizzerebbe la filiera, con una conseguente riduzione delle spese, e molto altro ancora”.
La spesa per i cittadini è decisamente aumentata – conclude la Miracapillo - per esempio, una persona che si reca al pronto soccorso che dichiara di avere un dolore a livello gastrico, se sottoposto a visita cardiologica, elettrocardiogramma, consulto chirurgico e ecografia, senza che si evidenzi nulla di serio, può pagare anche 130,15 euro (30,00 euro per il cardiologo e l’elettrocardiogramma più 10,00 euro di ticket nazionale, 19,00 euro per la visita chirurgica più 10,00 di ticket nazionale, 36,15 per l’ecografia, 25,00 per il codice bianco)”.

L'indagine su applicazione ticket nelle regione italiane

mercoledì 31 agosto 2011

Petrolio, trivellazioni nel mare della Sicilia?! No, grazie.


Sono trascorsi pochi giorni da quando il Dott. Alberto Zaccagni mi comunica per email l'evento per la difesa del Mar Mediterraneo contro le trivellazioni di pozzo di petrolio. Per arrestare la febbre da oro nero e per la difesa del nostro mare, il 14 agosto, si è schierato anche il noto Montalbano, alias Luca Zingaretti.
La premessa appena fatta, mi collega all'articolo che ho letto sul "fatto.it" dal titolo "Sicilia, trivelle pronte per l’oro nero. E per la Prestigiacomo è un affare di famiglia".

Il reportage sulla questione riporta che in Sicilia sono ben 40 le richieste di concessioni. Le trivelle infatti sono pronte a entrare in azione a pochi chilometri da gioielli come Pantelleria e le Egadi. Il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, potrebbe essere la nostra miglior alleata. È siciliana (precisamente di Siracusa) e vicina a Berlusconi. Invece no! Anzi, da qualche settimana, la gente di Pantelleria, delle Egadi, di Trapani comincia ad avere qualche dubbio. Sono infatti molteplici i legami della ministra Prestigiacomo e la sua famiglia con i colossi delle aziende petrolifere.

Alberto Zaccagni
L'amico Alberto Zaccagni, nemico accanito delle trivellazioni (vedi unpuntonelmare.wordpress.com/), racconta sul fatto: “Ci chiediamo se questo ministro dell’Ambiente possa valutare obiettivamente le concessioni petrolifere in Sicilia quando le società amministrate da suoi parenti hanno rapporti d’affari con chi affonda i pozzi nel nostro mare”.
La COEMI, come dice lo stesso sito della società, è nata come impresa di famiglia dei Prestigiacomo. L’amministratore delegato è Maria Prestigiacomo e l'azionista di maggioranza invece è Sebastiana Lombardo, rispettivamente sorella maggiore e madre del ministro dell’Ambiente.
Sempre dal sito della COEMI, nella sezione 'Clienti', ci sono i principali operatori nel settore petrolifero in Italia, ossia Eni, Erg ed Esso.

Le perplessità del Dott. Zaccagni quindi risultano, oltre che lecite e legittime, viepiù giustificate alla luce del reportage letto su "ilfattoquotidiano.it".
E' giusto che un ministro dell’Ambiente possa vigilare sull’operato di colossi petroliferi che sono clienti di imprese legate alla sua famiglia? Prestigiacomo è il ministro giusto per occuparsi di Ambiente? È lei la persona che può decidere delle trivellazioni in Sicilia? Vi è un conflitto d'interesse? Conviene mettere in pericolo un patrimonio naturale unico al mondo?

Il governo regionale siciliano sembra fino ad oggi non esser affatto entusiasta della piega che sta prendendo la situazione, però ora bisogna sottolinearlo con forza.

lunedì 23 maggio 2011

Giovanni Falcone: l’anniversario della strage di Capaci

Cade oggi il XIX anniversario della strage di Capaci in cui persero tragicamente la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, i tre agenti della scorta.

Numerose sono oggi le manifestazioni per ricordare la figura di uno dei giudici, insieme a Paolo Borsellino e tanti altri, che per combattere la mafia e “Cosa Nostra” persero tragicamente la vita solo per essere stati uomini fedeli allo Stato.
Quasi tutte le Istituzioni saranno infatti in piazza oggi per dimostrare affetto al magistrato da parte del mondo dello Stato e soprattutto di cittadini comuni.

Intanto sono già in arrivo al porto di Palermo le navi della legalità, una partita da Civitavecchia e l’altra da Napoli, con a bordo numerosi ragazzi provenienti da tutta Italia.
Nell'anniversario dell'Unità d'Italia – afferma il procuratore antimafia, Piero Grasso – dobbiamo essere tutti uniti e come un'armata di pace conquistare la Sicilia”.

Nell'aula bunker del carcere palermitano dell'Ucciardone (dove si svolse il Maxiprocesso) è previsto il dibattito “Giovanni e Paolo due italiani” in memoria anche del giudice Borsellino. L'evento principale dell'anniversario sarà moderato dal Direttore di Rai 150 Giovanni Minoli e si aprirà con i saluti del Procuratore Generale di Palermo Luigi Croce e del Presidente della Corte d'Appello di Palermo Vincenzo Olivieri.
Vedrà coinvolti il Presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone" Maria Falcone, il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, il Presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e le testimonianze di studenti, docenti, magistrati e rappresentanti delle Forze dell'Ordine.
Con l'occasione, sarà firmato dal Ministro Gelmini e da Don Marco Mori - Presidente del Forum degli Oratori Italiani - un Protocollo d'Intesa per promuovere l'impegno degli studenti in attività di volontariato sociale e di educazione alla legalità.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellinodichiara la sorella di Giovanni, Maria Falcone - sono due eroi moderni con un percorso umano e professionale segnato da un altissimo senso dello Stato, la cui missione ha tracciato un crocevia fondamentale nella storia del nostro Paese. Nell'anno delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia, la loro memoria, più vivida che mai, accende un riflettore sui valori fondanti delle democrazie moderne. Democrazie che spesso, per raggiungere il loro compimento, si sono avvalse di uomini come loro. Uomini che hanno donato la propria vita per garantire libertà e giustizia. Che hanno saputo interpretare, con grande sensibilità, un preciso momento storico, offrendo a tutti gli italiani un contributo di amore per la propria patria. L'esempio del sacrificio di Falcone e Borsellino significa oggi fare comprendere a tutti, ma soprattutto ai giovani, quanto sia importante credere e difendere i valori della nostra Costituzione”.

mercoledì 20 aprile 2011

Mafia, l'opzione del terrore

Il super latitante Matteo Messina Denaro
di Umberto Lucentini - 20 aprile 2011

Ci sono diversi motivi per cui Cosa Nostra può tornare a mettere le bombe. Ad esempio, per una prova di forza dei boss detenuti verso alcuni partiti. O per regolare rapporti con le componenti politiche con le quali Cosa nostra ha ancora una interlocuzione».


«La scelta di iniziare una sanguinosa stagione stragista rimane sempre, tra le tante, una delle possibili opzioni della politica criminale di Cosa nostra». Paolo Guido, il pm antimafia che a Palermo segue da più anni le indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro, legge questi giorni di caos istituzionale dal suo osservatorio privilegiato. Ed è un'analisi da valutare con attenzione.

Guido, sostituto procuratore della Dda di Palermo, si occupa delle indagini sul boss di Castelvetrano protagonista delle bombe del '92 e '93 ma anche delle inchieste sulla trattativa tra pezzi dello Stato e mafia, sulle complicità di massoneria e uomini delle istituzioni.

Procuratore, ci sono segnali sul fatto che Matteo Messina Denaro potrebbe essere tentato dal ritorno alla strategia stragista firmata Cosa nostra? L'allarme è stato lanciato di recente da suoi colleghi come il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e da esponenti della società civile come Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo. La ritiene una eventualità probabile? Ci sono segnali in questo senso?
«Sulla esistenza di segnali ovviamente non posso rispondere. Posso però fare qualche riflessione. La scelta di iniziare una sanguinosa stagione stragista rimane sempre, tra le tante, una delle possibili opzioni della politica criminale di Cosa nostra. Opzione che deve corrispondere ad un preciso obiettivo dell'associazione. In passato è stato quello, tutto corleonese, di mettere in ginocchio lo Stato e costringerlo a trattare.
Oggi potrebbe essere una prova di forza dei grandi boss detenuti in carcere, unici, a loro dire, a pagare per le trascorse collusioni tra Cosa nostra e alcune forze politiche; o la necessità di regolare rapporti con singole componenti politiche o sociali con le quali Cosa nostra ha ancora una interlocuzione, o dalle quali teme ostacoli nei grandi affari pubblici. In ogni caso, Messina Denaro sarebbe l'unico uomo d'onore in grado di governare tali scelte, e ciò per due ragioni. La prima perché è l'ultimo dei boss stragisti ancora latitante; la seconda perché probabilmente è custode dei segreti più inquietanti che hanno attraversato la storia di Cosa nostra».

domenica 17 aprile 2011

Vertice del Pd su Lombardo rinviato a dopo Pasqua

Raffaele Lombardo



L’annuncio del segretario Giuseppe Lupo congela, di fatto, la possibile crisi di governo e apre le trattative per una soluzione unitaria dello scontro nel partito sul sostegno al presidente della Regione Sicilia.





PALERMO. La riunione dei vertici regionali e nazionali del Pd non avverrà prima di Pasqua, più probabilmente si svolgerà ai primi di maggio. L’annuncio del segretario Giuseppe Lupo congela, di fatto, la possibile crisi di governo e apre le trattative per una soluzione unitaria dello scontro nel Pd sul sostegno a Lombardo.

A Bersani, che aveva invitato a riconsiderare il sostegno, ha risposto la maggioranza del gruppo all’Ars pronta invece ad andare avanti. Ieri Lupo, che pure aveva firmato la nota di Bersani, si è detto certo del fatto che «non ci saranno scissioni nel partito. Ascolteremo tutti e decideremo tutti insieme». Il segretario ha rimesso sullo stesso piano le posizioni in campo anticipando che «non c’è una ricetta già scritta». E ha perfino tenuto in piedi l’ipotesi di un ingresso in giunta con politici: «Nel dibattito che si aprirà non è da escludere nulla. La situazione oggi è cambiata anche se non c’è un rinvio a giudizio». Raccogliendo il messaggio mandato da Lombardo a caldo, Lupo ha riconosciuto che «il governo tecnico che abbiamo con coraggio sostenuto ha portato importanti risultati».

Anche Bersani ieri è tornato sul caso. Durante il seminario dei Liberal Pd ad Amelia, in Umbria, ha ripetuto che «il problema è serio e ci assumeremo le nostre responsabilità senza titubanze. Non partiamo con giudizi preventivi. Dobbiamo esaminare la credibilità degli assetti programmatici, politici e di governo della Sicilia». Bersani ha ripetuto anche che «in Sicilia il centrodestra non è animato da anime belle. Ci sono i Cuffaro, i Miccichè, i Romano e più in alto gli Alfano. Però ho sempre detto che le cose si capiscono a Roma se le capiscono i siciliani ed è questo che va verificato». Mentre Fioroni è tornato a chiedere che il Pd sia «non marginale come oggi ma protagonista della nuova crescita della Sicilia.

Lombardo ha incassato il sostegno esplicito dei finiani Carmelo Briguglio e Nino Lo Presti: «Merita credito e fiducia. Non è un mafioso».
Per Rudy Maira, capogruppo Pid all’Ars, «sino a sentenza definitiva deve valere il principio di innocenza. Ma dal punto di vista politico insistiamo affinchè Lombardo si dimetta e si torni alle urne per il bene della Sicilia. Anche se qualcuno dei deputati uscenti non verrà rieletto, questo è pur sempre il male minore».

di GIACINTO PIPITONE - GdS.it

mercoledì 16 marzo 2011

“Messina Denaro? Dovrebbe fare il Sindaco”

Nei giorni in cui l’Italia festeggia il suo 150° anniversario, Exit sceglie di andarne a raccontare il volto più oscuro: l’Italia – del Nord e del Sud – che fa i conti con la Mafia.
Durante l’ultimo governo Berlusconi sono stati arrestati più di 400 latitanti. Ma a che punto è la guerra contro la criminalità organizzata?

Stasera (16 marzo) alle 21.10 a Exit, su La7, Ilaria D’Amico ne discuterà, tra gli altri, con i suoi ospiti Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta, Alfredo Mantovano, Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Lirio Abbate, Giornalista de “l’Espresso”.

Si parte dalla Sicilia, con un inedito e sorprendente racconto della terra dell’ultimo boss invisibile di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro.


Giacomo Lanzarone.

lunedì 27 settembre 2010

Scarcerato Michele Aiello, l'imprenditore-amico di Bernardo Provenzano


Una notizia che sa di beffa! L’imprenditore Michele Aiello, ex titolare della clinica Santa Teresa di Bagheria e condannato a 15 anni e mezzo per mafia, esce dal carcere.
Il Tribunale del Riesame di Palermo ha infatti accolto la richiesta avanzata dai legali di Aiello, i quali ritengono che le sue condizioni di salute siano incompatibili con il regime carcerario.

L’ex manager è già libero da 1 mese, infatti ha lasciato il carcere di Opera dove scontava la sua detenzione e per lui ci sarà solo l’obbligo di firma tre volte a settimana presso il commissariato più il divieto di lasciare l’Italia.

In attesa della sentenza della Cassazione, sono così tutti liberi i protagonisti dell’inchiesta giudiziaria che aveva fatto luce su una rete di personaggi volta a passare informazioni, in merito ad indagini in corso, a boss mafiosi.
Tra essi ricordiamo i nomi di Salvatore Cuffaro, ex presidente della regione Sicilia ed oggi senatore, Giorgio Riolo dei Ros e Giuseppe Ciuro ex maresciallo della Dia.

Unica nota positiva è il fatto che lo Stato gli ha confiscato beni per 800 milioni di euro.
Il provvedimento, nato dagli accertamenti patrimoniali del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, riguarda il polo oncologico di eccellenza ”Villa Santa Teresa”, a Bagheria (Pa); otto imprese edili: la Costruzioni s.r.l., la Edilcontrol s.r.l., la A.t.i. (Alte Tecnologie Ingegneristiche) group s.r.l., la S.el.da s.r.l., l’E.m.a.r s.r.l., la Edil costruzioni s.r.l., la Tuttedil s.r.l. e la Edil maf s.n.c. di Aiello Francesca & c.. Confiscate inoltre sei imprese del settore sanitario – la Radiosystems protection s.r.l.; la Villa Santa Teresa – diagnostica per immagini e radioterapia s.r.l.; l’Italsystems s.r.l.; il Centro di medicina nucleare S. Gaetano s.r.l.; l’A.t.m. (alte tecnologie medicali) s.r.l e Villa Santa Teresa group s.p.a.-; la societa’ che gestisce la squadra di calcio di Bagheria (Pa); la ”Servizi & Sistemi s.r.l.”, operante nel settore informatico; due stabilimenti industriali di circa 6.000 metri quadrati; un impianto di calcestruzzi; quattro edifici adibiti ad uffici; 14 appartamenti a Bagheria e tre ville ad Aspra, Santa Flavia e Ficarazzi (Pa).

E ancora il provvedimento riguarda 22 magazzini; 22 terreni edificabili, 24 auto; 22 veicoli industriali; 2 imbarcazioni da diporto; 145 “rapporti bancari”, cioè denaro contante, per 250 milioni di euro in contanti e due polizze vita.

giovedì 23 settembre 2010

Le 14 lettere di Matteo Messina Denaro


C’è un politico che Bernardo Provenzano ha “messo a disposizione” di Matteo Messina Denaro. C’è un prete che continua a mandare saluti a Matteo Messina Denaro e gli scrive: “Se hai bisogno della benedizione di Gesù Cristo sai dove e come trovarmi”. C’è un imprenditore che è pronto a intestarsi alcune quote di una società per fare grandi affari in provincia di Trapani. C’è un “amico”, che era devoto a Francesco Messina Denaro, e adesso è al servizio del figlio. C’è un tipografo che ha appena stampato un nuovo documento al nuovo leader carismatico di Cosa nostra, il trapanese Matteo Messina Denaro.

Ci sono cinque, e chissà quanti altri, insospettabili che da 16 anni proteggono la latitanza dell’ultimo depositario dei segreti di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Quei cinque sono citati, con grande rispetto, da Messina Denaro nelle sue lettere: senza nomi, naturalmente, ma con diversi particolari che dicono della immutata capacità di infiltrazione di Cosa nostra nella società legale (o presunta tale).
Bisogna leggerle con attenzione le lettere di Matteo Messina Denaro: quelle che sono state sequestrate nel corso degli ultimi anni sono 14.
- Sette, ritrovate dalla polizia nel covo di Bernardo Provenzano, a Corleone, l’11 aprile 2006.
- Due, sequestrate nel covo di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, a Giardinello, durante il blitz fatto dalla squadra mobile di Palermo il 5 novembre 2007.
- Cinque lettere sono state invece consegnate al Sisde, il servizio segreto civile, dall’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, pure lui in contatto epistolare col latitante, fra il 2004 e il 2005.

Eccole, di seguito, le 14 lettere scritte da Matteo Messina Denaro. Leggerle è importante per capire cosa è diventata oggi Cosa nostra. Il padrino che ha voluto le stragi di Firenze, Roma e Milano sostiene di essere investito di una “causa”: “Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi già gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta”. Però, poi, le parole che seguono non sono proprio da Che Guevara: “In Italia da circa 15 anni c’è stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda”. Questa l’ho già sentita, e ho lo sensazione di sapere anche dove.

Le lettere di Messina Denaro, alias Alessio, a Bernardo Provenzano
1-10-2003
1-2-2004
25-5-2004
30-9-2004
6-2-2005
30-9-2005
21-1-2006

I due capimafia discutono soprattutto di una questione economica che vedeva contrapposti i clan di Trapani (legati a Messina Denaro) e quelli di Agrigento (legati la latitante Giuseppe Falsone). Le lettere fanno riferimento alla figura di un insospettabile imprenditore del settore della grande distribuzione, Giuseppe Grigoli. Per chi vuole approfondire l’argomento, ecco la memoria depositata dalla Procura di Palermo al tribunale che si è trovato a dover giudicare la posizione di Grigoli:
Memoria della Procura

Le lettere di Alessio a Vaccarino, alias Svetonio
1-10-2004
1-2-2005
22-5-2005
30-9-2005
28-6-2006

Le lettere di Alessio a
Salvatore Lo Piccolo
Sandro Lo Piccolo


Fonte: I pezzi mancanti

domenica 25 luglio 2010

Bp perforerà nel mare libico. I pozzi a 500 km dalla Sicilia

La compagnia britannica, responsabile della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, annuncia l'avvio delle trivellazioni "entro le prossime settimane". Un accordo con Tripoli consente cinque nuovi impianti.

Pozzi di petrolio nel Mediterraneo, a poche centinaia di chilometri dalle coste della Sicilia, di Lampedusa e di Pallenteria. E a trivellare sarà la British Petroleum, la compagnia responsabile della "marea nera" che sta devastando il Golfo del Messico.

E' stata la stessa Bp ad annunciare che "entro le prossime settimane" inizierà una nuova perforazione al largo delle coste libiche, nel Golfo della Sirte. Un portavoce della compagnia, David Nicholas, ha ricordato che in virtù di un accordo con Tripoli siglato nel 2007 la compagnia ha ottenuto l'autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni nel Golfo della Sirte. "Non le abbiamo ancora calendarizzate", ha aggiunto, precisando che ogni perforazione necessita di "sei mesi o più".
Le nuove perforazioni avranno luogo a una profondità di circa 5.700 piedi (1.700 metri), leggermente superiore a quella della Deepwater Horizon, la piattaforma situata al largo delle coste della Louisiana, la cui esplosione lo scorso 20 aprile ha causato la gigantesca marea nera che infesta il Golfo del Messico.

Fonte: Repubblica.it

lunedì 3 maggio 2010

Acqua pubblica, la Sicilia vota "Sì"


Dopo una breve, ma significativa e fallimentare, esperienza di semi-privatizzazione della gestione dell’acqua la Sicilia torna sui suoi passi. La finanziaria regionale, approvata dopo una maratona all’Assemblea Regionale Siciliana, contiene anche un emendamento del Pd, votato anche dal Pdl Sicilia, che azzera la precedente gestione privata o semiprivata.
Con 53 voti a favore e 25 contrari, l´Assemblea regionale siciliana ha approvato, l´articolo 50 della finanziaria regionale che prevede il ritorno alla gestione pubblica dell´acqua in Sicilia. La norma approvata blocca l´iter della gestione privata, impegnando la Regione a dotarsi entro un anno di un provvedimento che organizzi la gestione integrata del servizio, e fornisce alle amministrazioni locali i parametri necessari per le cessazioni delle convenzioni in atto con i gestori privati.

Esprime soddisfazione anche il Sindaco di Menfi Michele Botta, primo firmatario del ddl d´iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia - L´approvazione dell´articolo 50 della finanziaria è il successo dei Sindaci e dei cittadini che assieme in questi mesi si sono battuti per difendere un servizio pubblico essenziale che, laddove è stato privatizzato, è costato alle famiglie uno sproporzionato aumento della bolletta in cambio di un servizio a dir poco scarso".

Questa legge - conclude Botta - deve essere ancora rivista, disciplinando in maniera organica le tariffe per l´erogazione idrica, differenziando tra agricoltura, industria, commercio ed usi civili: ma è il segno tangibile che le istituzioni regionali hanno accolto le richieste dei cittadini, rispettando l´impegno preso con i Sindaci diversi mesi fa.