Nell'osservare lo stato di salute dei Paesi le Agenzie di rating ne valutano l'affidabilità economica, la capacità di produrre danaro che sempre meno dipende dalla reale capacità produttiva e sempre più da tecniche di finanza, non sempre trasparenti.
Se oltre a questi, tra i parametri di valutazione del benessere e della sostenibilità di un Paese altri ve ne fossero, probabilmente i valori si invertirebbero e l'Italia - la Sicilia paradossalmente di più - risalirebbe molte posizioni.
Vediamo di quante A già dispone l'Italia.
A come architettura, ambiente, alimentazione, abbigliamento: su questi parametri credo siano ben pochi i Paesi in grado di rivaleggiare con il nostro; se poi attribuissimo una A anche ad altri fattori, come i giacimenti storici e culturali, la letteratura, il clima, almeno altre tre sono quelle di cui il Paese disporrebbe. E in effetti, questi di valori, potrebbero contribuire al raggiungimento delle tre A+ in campo economico-finanziario.
Basterebbe che, una buona volta, ce ne ricordassimo e ce ne occupassimo. Quante occasioni perse...
Classi di Rating: I rating sono espressi in lettere e vanno da AAA (il massimo dell’affidabilità) fino a D (situazione di default).
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
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venerdì 27 aprile 2012
martedì 27 settembre 2011
Ticket sanitario
Dopo tre mesi dall’approvazione della nuova legge sui ticket, Movimento Consumatori ha realizzato un’indagine su come le regioni si siano adeguate alla nuova norma. Il ticket è stato introdotto da tutte le regioni, tranne Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Sardegna (contributo simbolico di 1€), che hanno detto no al ticket di 10 euro sulla specialistica.
Il ticket in Sicilia, dove già c’era un balzello aggiuntivo di 2 euro a ricetta, sono stati aggiunti altri 8 euro per arrivare a 10 euro. Dalla tabella risulta che ci troviamo di fronte a 20 sistemi diversi e nella stragrande maggioranza dei casi non sono tutelate le fasce deboli della popolazione.
Rossella Miracapillo (responsabile dell’Osservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori) dichiara che è aumentata la pressione economica in modo insopportabile su coloro che vivono la condizione di ‘malati’. Nessun intervento invece è stato adottato per arginare gli sprechi: consulenze esterne che incidono sulle voci di bilancio, acquisto di macchinari non sempre indispensabili, carenze di controllo sulle prestazioni erogate dalle strutture private convenzionate, mancanza di attivazione di procedure per il risk management, che ottimizzerebbe la filiera, con una conseguente riduzione delle spese, e molto altro ancora”.
La spesa per i cittadini è decisamente aumentata – conclude la Miracapillo - per esempio, una persona che si reca al pronto soccorso che dichiara di avere un dolore a livello gastrico, se sottoposto a visita cardiologica, elettrocardiogramma, consulto chirurgico e ecografia, senza che si evidenzi nulla di serio, può pagare anche 130,15 euro (30,00 euro per il cardiologo e l’elettrocardiogramma più 10,00 euro di ticket nazionale, 19,00 euro per la visita chirurgica più 10,00 di ticket nazionale, 36,15 per l’ecografia, 25,00 per il codice bianco)”.
L'indagine su applicazione ticket nelle regione italiane
Il ticket in Sicilia, dove già c’era un balzello aggiuntivo di 2 euro a ricetta, sono stati aggiunti altri 8 euro per arrivare a 10 euro. Dalla tabella risulta che ci troviamo di fronte a 20 sistemi diversi e nella stragrande maggioranza dei casi non sono tutelate le fasce deboli della popolazione.
Rossella Miracapillo (responsabile dell’Osservatorio Farmaci & Salute del Movimento Consumatori) dichiara che è aumentata la pressione economica in modo insopportabile su coloro che vivono la condizione di ‘malati’. Nessun intervento invece è stato adottato per arginare gli sprechi: consulenze esterne che incidono sulle voci di bilancio, acquisto di macchinari non sempre indispensabili, carenze di controllo sulle prestazioni erogate dalle strutture private convenzionate, mancanza di attivazione di procedure per il risk management, che ottimizzerebbe la filiera, con una conseguente riduzione delle spese, e molto altro ancora”.
La spesa per i cittadini è decisamente aumentata – conclude la Miracapillo - per esempio, una persona che si reca al pronto soccorso che dichiara di avere un dolore a livello gastrico, se sottoposto a visita cardiologica, elettrocardiogramma, consulto chirurgico e ecografia, senza che si evidenzi nulla di serio, può pagare anche 130,15 euro (30,00 euro per il cardiologo e l’elettrocardiogramma più 10,00 euro di ticket nazionale, 19,00 euro per la visita chirurgica più 10,00 di ticket nazionale, 36,15 per l’ecografia, 25,00 per il codice bianco)”.
L'indagine su applicazione ticket nelle regione italiane
martedì 21 giugno 2011
Moody's, rischio declasso rating anche per la Sicilia
Per la prima volta Moody's, una delle tre principali agenzie mondiali di rating, mette sotto osservazione le più importanti società a partecipazione statale come Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna.
Secondo gli analisti, la decisione dell'agenzia di rating è legata alla messa sotto osservazione del rating sovrano dell'Italia, comunicata già venerdì scorso.
Nel mirino delle pagelle di Moody's finiscono anche 23 enti locali, tra cui nove regioni, sette province e alcune grandi città fra cui Milano e Bologna.
I rating sotto esame sono i seguenti: - Provincia Autonoma di Trento (Aaa) - Provincia Autonoma di Bolzano (Aaa) - Regione Basilicata (Aa3) - Regione Emilia Romagna (Aa2) - Regione Liguria (Aa3) - Regione Lombardia (Aa1) - Regione Marche (Aa3) - Regione Sicilia (Aa2) - Regione Toscana (Aa2) - Regione Umbria (Aa3) - Regione Veneto (Aa2) - Provincia di Arezzo (Aa3) - Provincia di Bologna (Aa3) - Provincia di Firenze (Aa3) - Provincia di Genova (Aa3) - Provincia di Milano (Aa3) - Provincia di Torino (Aa3) - Città di Bologna (Aa2) - Città di Firenze (Aa3) - Città di Milano (Aa3) - Città di Siena (Aa2) - Città di Venezia (Aa3).
"Non abbiamo nulla da temere, aspettiamo un giudizio reale di Moodys" - ha detto il ministro Romani mentre Fitch altra agenzia di rating avverte l'Italia: "non c'e' spazio per riduzioni del carico fiscale che non siano interamente finanziate".
Secondo gli analisti, la decisione dell'agenzia di rating è legata alla messa sotto osservazione del rating sovrano dell'Italia, comunicata già venerdì scorso.
Nel mirino delle pagelle di Moody's finiscono anche 23 enti locali, tra cui nove regioni, sette province e alcune grandi città fra cui Milano e Bologna.
I rating sotto esame sono i seguenti: - Provincia Autonoma di Trento (Aaa) - Provincia Autonoma di Bolzano (Aaa) - Regione Basilicata (Aa3) - Regione Emilia Romagna (Aa2) - Regione Liguria (Aa3) - Regione Lombardia (Aa1) - Regione Marche (Aa3) - Regione Sicilia (Aa2) - Regione Toscana (Aa2) - Regione Umbria (Aa3) - Regione Veneto (Aa2) - Provincia di Arezzo (Aa3) - Provincia di Bologna (Aa3) - Provincia di Firenze (Aa3) - Provincia di Genova (Aa3) - Provincia di Milano (Aa3) - Provincia di Torino (Aa3) - Città di Bologna (Aa2) - Città di Firenze (Aa3) - Città di Milano (Aa3) - Città di Siena (Aa2) - Città di Venezia (Aa3).
"Non abbiamo nulla da temere, aspettiamo un giudizio reale di Moodys" - ha detto il ministro Romani mentre Fitch altra agenzia di rating avverte l'Italia: "non c'e' spazio per riduzioni del carico fiscale che non siano interamente finanziate".
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sabato 18 giugno 2011
Crisi economica in Italia: Moody's, possibile taglio rating
Se l'Italia non riuscirà a 'crescere' economicamente subirà, dall'agenzia statunitense Moody's (la principale agenzia di rating del mondo), un downgrade rating dall'attuale AA2. Infatti, la nota dell'agenzia statunitense riporta che il nostra rating è sotto revisione e rischia un declassamento.
Quali sono le causa del possibile taglio rating in Italia? L'agenzia ne indica tre: le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.
Cosa sono i rating e perchè il giudizio della Moody's è importante? I rating, voto espresse in lettere, non sono altro che giudizi che agenzie esterne e indipendenti (Moody's, Standard & Poor e l'europea Fitch) esprimono sulle capacità di un emittente di ripagare il debito contratto con il mercato attraverso strumenti diversi: dalle semplici obbligazioni emesse dal Tesoro (se si tratta di Stati), da aziende o banche, fino ai titoli derivati più complessi (Abs, Mbs e simili) che in alcuni casi sono stati all'origine dell'ultima crisi finanziaria. Per avere un rating, una società o uno Stato deve fare un'esplicita richiesta ad una delle agenzie sopra indicate. Le loro valutazioni si riflettono in modo quasi immediato sul mercato determinandone e orientando le scelte degli investitori.
Per le aziende, quanto e perchè è importante farsi dare un rating? Generalmente sono gli stessi emittenti che richiedono a proprie spese alle agenzie di rating una valutazione del proprio merito di credito. Questo perché la presenza di un "voto" da parte di una società esterna indipendente è sinonimo di trasparenza, affidabilità e soprattutto è requisito vincolante per l'investimento in quel titolo.
Per i risparmiatori, le valutazioni rating evitano brutte sorprese. Un'attenta analisi infatti riduce il rischio di ritrovarsi con obbligazioni non retate o ad esempio emesse da società di dubbia solidità finanziaria.
Quali sono le causa del possibile taglio rating in Italia? L'agenzia ne indica tre: le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.
Cosa sono i rating e perchè il giudizio della Moody's è importante? I rating, voto espresse in lettere, non sono altro che giudizi che agenzie esterne e indipendenti (Moody's, Standard & Poor e l'europea Fitch) esprimono sulle capacità di un emittente di ripagare il debito contratto con il mercato attraverso strumenti diversi: dalle semplici obbligazioni emesse dal Tesoro (se si tratta di Stati), da aziende o banche, fino ai titoli derivati più complessi (Abs, Mbs e simili) che in alcuni casi sono stati all'origine dell'ultima crisi finanziaria. Per avere un rating, una società o uno Stato deve fare un'esplicita richiesta ad una delle agenzie sopra indicate. Le loro valutazioni si riflettono in modo quasi immediato sul mercato determinandone e orientando le scelte degli investitori.
Per le aziende, quanto e perchè è importante farsi dare un rating? Generalmente sono gli stessi emittenti che richiedono a proprie spese alle agenzie di rating una valutazione del proprio merito di credito. Questo perché la presenza di un "voto" da parte di una società esterna indipendente è sinonimo di trasparenza, affidabilità e soprattutto è requisito vincolante per l'investimento in quel titolo.
Per i risparmiatori, le valutazioni rating evitano brutte sorprese. Un'attenta analisi infatti riduce il rischio di ritrovarsi con obbligazioni non retate o ad esempio emesse da società di dubbia solidità finanziaria.
Cosa succede se il rating italiano viene declassato? Il problema maggiore potrebbe essere una sempre maggiore difficoltà ad avere accesso ai fondi di finanziamento internazionali. Le banche italiane quindi avranno maggiori difficoltà di accedere ai finanziamenti a costi buoni. Inoltre si teme un effetto domino, che a partire dalla Grecia colpisca Italia e Spagna.
La situazione, quanto mai incerta, riporta alla luce una vecchia famosa frase 'rassicurante': "Il momento peggiore è passato" .... forse!
La situazione, quanto mai incerta, riporta alla luce una vecchia famosa frase 'rassicurante': "Il momento peggiore è passato" .... forse!
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giovedì 2 giugno 2011
Referendum 12 e 13 Giugno 2011. Come votare
Cosa sono i referendum
Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, e l’esito referendario è una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo.
Il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge (articolo 75) si utilizza come soluzione per abolire una legge già esistente o parte di questa.
Descrizione breve dei referendum del 12 e 13 giugno 2011
- Il 12 e 13 giugno 2011 i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su 4 quesiti referendari.
- L’elettore, per votare, deve esibire al presidente del seggio la tessera elettorale ed un documento di riconoscimento.
- L’elettore riceve da un componente del seggio 4 schede di diverso colore.
- Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
- Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
Quando si vota
Le operazioni di voto si svolgono:
Domenica 12 giugno 2011, dalle 8:00 alle 22:00 e Lunedì 13 giugno 2011, dalle 7:00 alle 15:00.
Dove si vota
Gli elettori devono votare nel proprio Comune di residenza, nella sezione elettorale indicata sulla prima facciata della tessera elettorale.
Vota Fuori Sede
Puoi votare in un seggio diverso da quello di appartenenza se verrai nominato Rappresentante dei promotori (leggi qui). Basta avere con te la tessera elettorale. Per diventare Rappresentante compila il form che trovi di seguito e verrai inserito/a e contattato/a. Non aspettare c'è tempo fino al Domenica 5 Giugno!
Attenzione, le schede dei referendum non vanno sovrapposte!
Ricordiamo che le schede elettorali, quindi anche quelle per i referendum del 12 e 13 giugno hanno la caratteristica della carta carbone, sono cioè copiative. Quindi, facciamo attenzione a non posizionare le schede una sull'altra mentre votiamo. Se sovrapposte il segno viene copiato su quelle inferiori e così facendo le schede vengono annullate. E' buona norma, quindi, aprire e votare le schede una alla volta.
Quesito n. 1 – referendum acqua pubblica – abrogazione affidamento servizio ad operatori privati
Referendum popolare n. 1 – SCHEDA DI COLORE ROSSO
“Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Nota: Il primo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Si deve votare SÌ se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
Nota: Il primo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Si deve votare SÌ se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
Quesito n. 2 – referendum acqua pubblica – abrogazione calcolo tariffa secondo logiche di “mercato”
Referendum popolare n. 2 – SCHEDA DI COLORE GIALLO
“Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.
Nota: Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
Nota: Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
Quesito n. 3 – referendum energia nucleare
Referendum popolare n. 3 – SCHEDA DI COLORE GRIGIO
“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Nota: Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Anche questo quesito è stato presentato dall’Idv.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
Nota: Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Anche questo quesito è stato presentato dall’Idv.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
Quesito n. 4 – referendum legittimo impedimento
Referendum popolare n. 4 – SCHEDA DI COLORE VERDE CHIARO
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Nota: Questo quesito, per abrogare la legge sul legittimo impedimento, è quello dalle possibili ripercussioni politiche più forti. A proporre il referendum è stata l’Italia dei Valori. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.
Nota: Questo quesito, per abrogare la legge sul legittimo impedimento, è quello dalle possibili ripercussioni politiche più forti. A proporre il referendum è stata l’Italia dei Valori. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.
Ricordiamo inoltre, per correttezza, che è possibile scegliere quali referendum votare, ritirando solo le schede che interessano. Il quorum infatti viene calcolato per ogni singolo quesito.
Senza il quorum la votazione è annullata. La Costituzione, all'articolo 74, prevede che, affinché i referendum abbiano valore, occorre che alle urne si rechi il 50% più uno degli elettori aventi diritto. Senza il raggiungimento di questo quorum, la votazione è annullata e il referendum è come se non si fosse mai svolto. Fra il sì e il no, vince chi ottiene più voti. Ma, come detto, per essere valida, la somma di sì e no espressi deve superare il 50% dei voti. Se invece prevalessero le schede bianche o nulle, non ci sarebbe vincitore e il referendum non produrrebbe effetti.
Fac-Simile referendum acqua pubblica |
Fac-Simile referendum acqua pubblica |
Fac-Simile referendum energia nucleare |
Fac-Simile referendum legittimo impedimento |
giovedì 26 maggio 2011
Nucleare in Italia: fiducia sul decreto legge "omnibus". Referendum a Rischio!
Probabili siti per nuovi impianti nucleari in Italia |
Il dl passerà al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica. A seguire, incassata la promulgazione da parte del Colle, il testo delle nuove norme sarà pubblicato in "Gazzetta Ufficiale" e quindi entrerà ufficialmente in vigore.
Da quel momento sarà la Corte di Cassazione a dover decidere se la norma rende inutile il referendum sull’energia atomica, già fissato, insieme ai due sull’acqua e a quello sul legittimo impedimento, per il 12 e il 13 giugno prossimo.
La nuova legge contiene: Stop alle centrali nucleari e al referendum; aumento delle tasse sulla benzina per finanziare la Cultura; nuovo ruolo per la Cassa Depositi e Prestiti per difendere le aziende italiane dalle scalate straniere; Risorse per Pompei; proroga del divieto dell’incrocio tra Tv e giornali.
Sul Nucleare: il decreto inizialmente prevedeva una moratoria di un anno del programma nucleare, ma un emendamento del governo approvato in Senato abroga tutte le norme che riguardano la realizzazione di impianti nucleari decise con la legge 99 del 2009.
Secondo l'opposizione, il decreto mette "in stand by" i programmi sull'atomo, differendo a tempi migliori una scelta sul nucleare che altrimenti, visti i recenti disastri di Fukushima, sarebbe preclusa dalla vittoria del ”no” nelle urne.
Nel frattempo, il governo della vicina Svizzera ha deciso di abbandonare entro il 2034 l'energia nucleare. Le centrali saranno infatti disattivate alla fine del ciclo di vita e non saranno più sostituite. Per garantire l' energia elettrica necessaria, si punterà ad un maggior risparmio energetico, potenziamento energia idroelettrica e energie rinnovabili, sulle importazioni, ed eventualmente sulla produzione di energia elettrica a partire da combustibili fossili.
Decreto Legge Omnibus 34/2011, il testo originario e il testo risultante dalla conversione
Appello del WWF a Napolitano contro il dl Omnibus
Manifestazione di protesta di Greenpeace al Pincio
venerdì 1 aprile 2011
I rifugiati vanno in Svezia e Usa
Un rapporto Onu appena pubblicato sfata molti luoghi comuni: Stati Uniti e Nord Europa accolgono molti più 'richiedenti asilo' di noi.
E perfino Paesi come Turchia, Egitto e Kenya si mostrano più accoglienti.
Nel dossier pubblicato dall'Espresso (redatto prima dell'attuale emergenza profughi) emerge che nel corso del 2010 le richieste all'Italia sono crollate, con un incredibile meno 53 per cento rispetto al 2009. In totale sono state 8.200. Se nel 2008 eravamo la quinta meta al mondo per chi cercava di farsi riconoscere lo status di rifugiato, oggi siamo al quattordicesimo posto. Secondo Eurostat, che si basa sui dati forniti dagli istituti nazionali di statistica e i ministeri dell'Interno della Ue, le richieste verso l'Italia sono un po' di più: 10.050. Ad ogni modo, settemila sono state rifiutate. E per due immigrati su tre è arrivato il foglio di via.
Reietti in patria e poco graditi nei paesi più ricchi del pianeta. Sono i richiedenti asilo, uomini e donne che fuggono da paesi in guerra o da regimi dittatoriali e che sono stati monitorati nel rapporto appena reso noto dall'Unhcr (l'alto commissariato Onu), uno studio prende in considerazione tutti i paesi del continente europeo più Stati Uniti, Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda e Turchia.
Non cambia però la sostanza: pur trovandoci al centro del mar Mediterraneo il nostro ruolo nell'accoglienza dei richiedenti asilo è tutto sommato marginale.
Secondo l'Unhcr «il calo va attribuito anche alle politiche restrittive attuate nel canale di Sicilia da Italia e Libia, tra i quali i respingimenti in alto mare». Un'analisi condivisa anche da Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati: «Prima del 2008, cioè prima che venisse siglato l'accordo di amicizia con Gheddafi, il flusso di rifugiati dai paesi sub-sahariani era molto elevato. Nel 2010 queste nazionalità sono diventate quasi irrilevanti. Al loro posto arrivano afghani, pakistani e ceceni. In aereo, a piedi o in nave attraverso i porti dell'Adriatico».
Il crollo delle richieste d'asilo nell'Europa meridionale viene compensato da aumenti in altri paesi. La Germania registra un più 49 per cento la Svezia e la Danimarca toccano il più 30 per cento. Cifre in aumento anche per Turchia, Belgio e Francia. All'interno dell'Europa la spaccatura tra paesi del nord e paesi del sud è piuttosto evidente: anche Malta, Grecia, Spagna e Cipro sono infatti in diminuzione più o meno marcata.
L'Unhcr continua a individuare negli Stati Uniti il vero centro di gravità. Gli Usa si confermano ancora una volta il maggior recettore al mondo di richieste d'asilo: 55 mila. Il 15 per cento della domanda mondiale. Ma il ruolo dell'Europa è ancora fondamentale. La Francia è il secondo paese al mondo dopo gli Usa, ma Germania e Svezia (che fino a due anni fa erano rispettivamente al settimo e al sesto posto) si trovano nella top 5 dei paesi con più richieste, appena prima del Canada.
Cambia anche la geografia dei paesi da cui parte il viaggio. Dopo anni, afghani e iracheni non sono più le nazionalità dominanti tra l'esercito dei richiedenti asilo. Da Kabul il flusso è diminuito del 9 per cento, mentre da Baghdad addirittura del 18 per cento. Al primo posto dei richiedenti asilo adesso ci sono i serbi con quasi 29 mila richieste. Siamo quasi al livello del 2001, quando la crisi del Kosovo era appena finita. E tra i serbi l'Unhcr ha incluso anche i cittadini kosovari, che risultano quasi la metà. Dieci anni dopo, però, il motivo del boom non è più una guerra ma un'apertura delle frontiere: dal dicembre 2009 infatti i cittadini serbi non hanno più bisogno di un visto per varcare la soglia dell'Unione Europea. Nonostante la vicinanza geografica, l'Italia è marginale con appena più di 500 richieste. Anche per chi ha il passaporto serbo le mete preferite sono Svezia, Germania e Francia.
Secondo Eurostat, invece, la nazionalità più numerosa tra i richiedenti asilo nella Ue a 27 è ancora quella afghana. Seguono russi e serbi.
Dati:
Provenienza richiedenti asilo in Italia (dati Unhcr)
1165 Nigeria
814 Pakistan
770 Turchia
706 Afghanistan
522 Serbia
496 Bosnia
308 Iraq
227 Iran
208 Bangladesh
Leggi il dossier completo.
Fonte:espresso.repubblica.it
E perfino Paesi come Turchia, Egitto e Kenya si mostrano più accoglienti.
Nel dossier pubblicato dall'Espresso (redatto prima dell'attuale emergenza profughi) emerge che nel corso del 2010 le richieste all'Italia sono crollate, con un incredibile meno 53 per cento rispetto al 2009. In totale sono state 8.200. Se nel 2008 eravamo la quinta meta al mondo per chi cercava di farsi riconoscere lo status di rifugiato, oggi siamo al quattordicesimo posto. Secondo Eurostat, che si basa sui dati forniti dagli istituti nazionali di statistica e i ministeri dell'Interno della Ue, le richieste verso l'Italia sono un po' di più: 10.050. Ad ogni modo, settemila sono state rifiutate. E per due immigrati su tre è arrivato il foglio di via.
Reietti in patria e poco graditi nei paesi più ricchi del pianeta. Sono i richiedenti asilo, uomini e donne che fuggono da paesi in guerra o da regimi dittatoriali e che sono stati monitorati nel rapporto appena reso noto dall'Unhcr (l'alto commissariato Onu), uno studio prende in considerazione tutti i paesi del continente europeo più Stati Uniti, Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda e Turchia.
Non cambia però la sostanza: pur trovandoci al centro del mar Mediterraneo il nostro ruolo nell'accoglienza dei richiedenti asilo è tutto sommato marginale.
Secondo l'Unhcr «il calo va attribuito anche alle politiche restrittive attuate nel canale di Sicilia da Italia e Libia, tra i quali i respingimenti in alto mare». Un'analisi condivisa anche da Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati: «Prima del 2008, cioè prima che venisse siglato l'accordo di amicizia con Gheddafi, il flusso di rifugiati dai paesi sub-sahariani era molto elevato. Nel 2010 queste nazionalità sono diventate quasi irrilevanti. Al loro posto arrivano afghani, pakistani e ceceni. In aereo, a piedi o in nave attraverso i porti dell'Adriatico».
Il crollo delle richieste d'asilo nell'Europa meridionale viene compensato da aumenti in altri paesi. La Germania registra un più 49 per cento la Svezia e la Danimarca toccano il più 30 per cento. Cifre in aumento anche per Turchia, Belgio e Francia. All'interno dell'Europa la spaccatura tra paesi del nord e paesi del sud è piuttosto evidente: anche Malta, Grecia, Spagna e Cipro sono infatti in diminuzione più o meno marcata.
L'Unhcr continua a individuare negli Stati Uniti il vero centro di gravità. Gli Usa si confermano ancora una volta il maggior recettore al mondo di richieste d'asilo: 55 mila. Il 15 per cento della domanda mondiale. Ma il ruolo dell'Europa è ancora fondamentale. La Francia è il secondo paese al mondo dopo gli Usa, ma Germania e Svezia (che fino a due anni fa erano rispettivamente al settimo e al sesto posto) si trovano nella top 5 dei paesi con più richieste, appena prima del Canada.
Cambia anche la geografia dei paesi da cui parte il viaggio. Dopo anni, afghani e iracheni non sono più le nazionalità dominanti tra l'esercito dei richiedenti asilo. Da Kabul il flusso è diminuito del 9 per cento, mentre da Baghdad addirittura del 18 per cento. Al primo posto dei richiedenti asilo adesso ci sono i serbi con quasi 29 mila richieste. Siamo quasi al livello del 2001, quando la crisi del Kosovo era appena finita. E tra i serbi l'Unhcr ha incluso anche i cittadini kosovari, che risultano quasi la metà. Dieci anni dopo, però, il motivo del boom non è più una guerra ma un'apertura delle frontiere: dal dicembre 2009 infatti i cittadini serbi non hanno più bisogno di un visto per varcare la soglia dell'Unione Europea. Nonostante la vicinanza geografica, l'Italia è marginale con appena più di 500 richieste. Anche per chi ha il passaporto serbo le mete preferite sono Svezia, Germania e Francia.
Secondo Eurostat, invece, la nazionalità più numerosa tra i richiedenti asilo nella Ue a 27 è ancora quella afghana. Seguono russi e serbi.
Dati:
Provenienza richiedenti asilo in Italia (dati Unhcr)
1165 Nigeria
814 Pakistan
770 Turchia
706 Afghanistan
522 Serbia
496 Bosnia
308 Iraq
227 Iran
208 Bangladesh
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Fonte:espresso.repubblica.it
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