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sabato 4 febbraio 2012

Sciacca: Ricerche petrolifere in mare presentate due nuove istanze

La società Northen Petroleum ha presentato due istanze di ricerca petrolifera a sud di Sciacca e a sud ovest di Porto Empedocle. Dunque, ci risiamo con il rischio di vedere le piattaforme petrolifere davanti le nostre coste.

Le due richieste, secondo il deputato Giuseppe Marinello (Pdl) «presentano notevoli criticità, sollevate peraltro anche delle amministrazioni di Sciacca e Porto Empedocle. Prima fra tutte la presenza di una forte attività sismica e vulcanica nella zona marittima interessata». Il parlamentare saccense ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Ambiente e ha chiesto la sospensione delle istanze di ricerca della Northern Petroleum Ltd., nel Canale di Sicilia, sino alla definizione di una nuova normativa nazionale. Nell'interrogazione, Marinello fa presente che nonostante a «circa 26 miglia nautiche dalla costa di Sciacca e a 39 da Pantelleria, si trovano le bocche vulcaniche dell'Empedocle, ma dei rischi sismici e vulcanici, negli studi presentati della Northern Petroleum non c'è traccia». Il parlamentare sottolinea anche la possibilità di ulteriori problemi che le ricerche petrolifere possono causare quali «la presenza di una corrente di risalita che porterebbe gli eventuali fanghi ed oli sversati direttamente sulle coste di Sciacca, danneggiando l'economia turistica locale e le aree protette delle riserve naturali orientata Foce del Fiume Platani e Torre Salsa».

sabato 3 dicembre 2011

Trivellazioni petrolifere nei nostri mari. L'intervista al Presidente di Apnea Pantelleria

La nave airgun al largo di Pantelleria
Molteplici sono le testimonianze, raccolte dall’Associazione Apnea Pantelleria, di coloro che hanno avvertito vere e proprie detonazioni subacquee nei dintorni dell’isola, che dal mese di agosto a tutt’oggi, si verificano quasi giornalmente. Tali esplosioni sono state avvertite anche da tutti i diving center dell’isola e dai loro clienti tanto da rendere pessimo il risultato dell’immersione ed a pregiudicare talvolta la soddisfazione del fruitore subacqueo, voce importante del turismo dell’isola (video subacqueo con registrazione detonazioni e filmato nave air gun, disponibili sul canale YouTube: http://www.youtube.com/unpuntonelmare). Le detonazioni udite riguardano le rilevazioni geosismiche marine effettuate con air gun, finalizzate alla ricerca d’idrocarburi, che si stanno svolgendo da mesi in acque tunisine a circa 20 miglia dalla piccola isola.
Il bombardamento al quale è sottoposta attualmente Pantelleria, ricordiamolo, territorio e mare italiano, proviene da ricerche effettuate da un altro stato, la Tunisia appunto, che beneficia di guadagni in merito a tali ricerche, regalando invece agli abitanti di Pantelleria, ma anche a tutti i siciliani, i soli effetti collaterali deleteri.

L'Associazione Apnea Pantelleria ha partecipato alla trasmissione Class Meteo Show in diretta telefonica (vedi video sotto). Dopo la proiezione del video sulle detonazini subacquee, Alberto Zaccagni è intervenuto sull'argomento "Trivellazioni petrolifere nei nostri mari", in discussione in studio anche con Emilio Mancuso, dell'Istituto Studi sul Mare. "Il canale di Sicilia - afferma il Presidente dell'AAP - è costellato da molti banchi con una bio-diversità incredibile, praticamente la nursey del Mediterraneo, in quanto qui si riproducono moltissime specie di pesci, di grandi cetacei ed elasmobranchi. Tempo fa al Ministero dell'Ambiente è arrivata una istanza di richiesta di ricerca dalla società petrolifera Audax Energy, proprio sui banchi del Canale di Sicilia, alla quale abbiamo posto una ferrea opposizione. Entro pochi giorni dovremmo avere la risposta dal Ministero, riguardo la valutazione dell'impatto ambientale delle concessioni richieste".

Anche il dott. Mancuso, d'accordo con Alberto Zaccagni, sottolinea la pericolosità delle ricerche con uso di airgun: "Onde d'urto che vanno tra i 100 ed i 500 hz - sostiene Emilio Mancuso - vengono sentite in tutto un bacino, paragonabile al nostro Mar Mediterraneo. Il Canale di Sicilia è un tratto di mare di elevatissima importanza e queste detonazioni stanno già influenzando le dinamiche comportamentali delle specie che frequentano questa zona" conclude il dott. Mancuso.

Testimonianze raccolte dall’Associazione Apnea Pantelleria, di coloro che hanno avvertito vere e proprie detonazioni subacquee nei dintorni dell’isola dove le societа petrolifere sono in cerca di petrolio.

mercoledì 9 novembre 2011

L’UE rafforza la protezione del Mediterraneo dagli effetti delle attività offshore

Il 17 ottobre scorso è stata presentata un’interrogazione alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo.

L’associazione Apnea Pantelleria ha collaborato con Rita Borsellino, parlamentare europea, e Dario Prestigiacomo, capo ufficio stampa della stessa, alla formulazione dell’interrogazione presentata al Parlamento Europeo, dove si è richiesta la posizione dell’UE in merito alle trivellazioni offshore e che, come già riconosciuto dal protocollo di Barcellona, i mari del Canale di Sicilia ed i banchi intorno a Pantelleria siano dichiarati siti di interesse comunitario e pertanto a qualsiasi titolo protetti.

Insieme a Greenpeace, al Comune di Pantelleria ed a quello di Sciacca , ai cittadini comuni, ai network di associazioni, alle confederazioni di pesca e turismo ed in collegamento con stesse forme di opposizione alle trivellazioni delle regioni Puglia, Marche e Abruzzo, sono stati presentati dei dossier scientifici per opporsi all’istanza di ricerche petrolifere chieste dalla società Audax Energy proprio sui bassifondi del Canale di Sicilia.  

Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato in proposito: Questa proposta completa la proposta legislativa per la sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi. Essa ci consentirà di operare in stretta collaborazione con i nostri partner mediterranei non appartenenti all’UE, garantendo una migliore protezione di questo mare per tutti coloro che lo utilizzano”.

Grazie al “protocollo offshore”, il Mar Mediterraneo quindi può tirare un bel sospiro di sollievo. La ratifica del protocollo, da parte dell’UE, dovrebbe difatti scoraggiare gli investitori a ricercare il petrolio lungo le nostre coste, con il fine di salvaguardare e tutelare la qualità del nostro amato mare blu.

Commissione europea – Comunicato stampa 

mercoledì 31 agosto 2011

Petrolio, trivellazioni nel mare della Sicilia?! No, grazie.


Sono trascorsi pochi giorni da quando il Dott. Alberto Zaccagni mi comunica per email l'evento per la difesa del Mar Mediterraneo contro le trivellazioni di pozzo di petrolio. Per arrestare la febbre da oro nero e per la difesa del nostro mare, il 14 agosto, si è schierato anche il noto Montalbano, alias Luca Zingaretti.
La premessa appena fatta, mi collega all'articolo che ho letto sul "fatto.it" dal titolo "Sicilia, trivelle pronte per l’oro nero. E per la Prestigiacomo è un affare di famiglia".

Il reportage sulla questione riporta che in Sicilia sono ben 40 le richieste di concessioni. Le trivelle infatti sono pronte a entrare in azione a pochi chilometri da gioielli come Pantelleria e le Egadi. Il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, potrebbe essere la nostra miglior alleata. È siciliana (precisamente di Siracusa) e vicina a Berlusconi. Invece no! Anzi, da qualche settimana, la gente di Pantelleria, delle Egadi, di Trapani comincia ad avere qualche dubbio. Sono infatti molteplici i legami della ministra Prestigiacomo e la sua famiglia con i colossi delle aziende petrolifere.

Alberto Zaccagni
L'amico Alberto Zaccagni, nemico accanito delle trivellazioni (vedi unpuntonelmare.wordpress.com/), racconta sul fatto: “Ci chiediamo se questo ministro dell’Ambiente possa valutare obiettivamente le concessioni petrolifere in Sicilia quando le società amministrate da suoi parenti hanno rapporti d’affari con chi affonda i pozzi nel nostro mare”.
La COEMI, come dice lo stesso sito della società, è nata come impresa di famiglia dei Prestigiacomo. L’amministratore delegato è Maria Prestigiacomo e l'azionista di maggioranza invece è Sebastiana Lombardo, rispettivamente sorella maggiore e madre del ministro dell’Ambiente.
Sempre dal sito della COEMI, nella sezione 'Clienti', ci sono i principali operatori nel settore petrolifero in Italia, ossia Eni, Erg ed Esso.

Le perplessità del Dott. Zaccagni quindi risultano, oltre che lecite e legittime, viepiù giustificate alla luce del reportage letto su "ilfattoquotidiano.it".
E' giusto che un ministro dell’Ambiente possa vigilare sull’operato di colossi petroliferi che sono clienti di imprese legate alla sua famiglia? Prestigiacomo è il ministro giusto per occuparsi di Ambiente? È lei la persona che può decidere delle trivellazioni in Sicilia? Vi è un conflitto d'interesse? Conviene mettere in pericolo un patrimonio naturale unico al mondo?

Il governo regionale siciliano sembra fino ad oggi non esser affatto entusiasta della piega che sta prendendo la situazione, però ora bisogna sottolinearlo con forza.

sabato 13 agosto 2011

L. Zingaretti per la difesa del Mediterraneo

Ricevo e con vero piacere pubblico l'interessante evento segnalatoci da Alberto Zaccagni, capofila movimento contro trivellazioni nel mar Mediterraneo. Pantelleria è da tempo sede di interessanti convegni legati alle tematiche ambientali, ultimo dei quali "Un Punto nel Mare. Un Mare di Punti" da me allora spontaneamente pubblicizzato.

Domenica 14 agosto, Luca Zingaretti farà a Pantelleria  un suo spettacolo. “La Sirena” tratta da un lavoro di Tomasi di Lampedusa.
L’ingresso è gratuito e la serata è dedicata a raccogliere fondi per sostenere la battaglia  che stiamo portando avanti contro le indiscriminate trivellazioni e ricerche petrolifere nel Mediterraneo. Un pericolo reale alle attuali condizioni  che il governo stipula nei contratti con le società petrolifere.

Per chi vuole volontariamente contribuire e non potrà essere a Pantelleria lascio l’iban della Associazione Apnea Pantelleria che da un anno stà portando avanti questo impegno.



Con grandissimi  risultati
E’ giunto il momento che non possimo più fare con le nostre sole forze.
Abbiamo bisogno dell’apporto di tutti voi
Grazie  e buon Mediterraneo
Alberto Zaccagni
IT 56 F 02008 81900 000101558863 – APNEA PANTELLERIA
Causale  Salviamo il mediterraneo


Un popolo che non riesce a mantenere integro e sano il proprio ambiente non può essere definito civile. Rispetta il tuo mare e impegnati moralmente a farlo sottoscrivendo "La Carta Salata".

Maggiori dettagli sono disponibili sul sito unpuntonelmare.wordpress.com/

domenica 25 luglio 2010

Bp perforerà nel mare libico. I pozzi a 500 km dalla Sicilia

La compagnia britannica, responsabile della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, annuncia l'avvio delle trivellazioni "entro le prossime settimane". Un accordo con Tripoli consente cinque nuovi impianti.

Pozzi di petrolio nel Mediterraneo, a poche centinaia di chilometri dalle coste della Sicilia, di Lampedusa e di Pallenteria. E a trivellare sarà la British Petroleum, la compagnia responsabile della "marea nera" che sta devastando il Golfo del Messico.

E' stata la stessa Bp ad annunciare che "entro le prossime settimane" inizierà una nuova perforazione al largo delle coste libiche, nel Golfo della Sirte. Un portavoce della compagnia, David Nicholas, ha ricordato che in virtù di un accordo con Tripoli siglato nel 2007 la compagnia ha ottenuto l'autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni nel Golfo della Sirte. "Non le abbiamo ancora calendarizzate", ha aggiunto, precisando che ogni perforazione necessita di "sei mesi o più".
Le nuove perforazioni avranno luogo a una profondità di circa 5.700 piedi (1.700 metri), leggermente superiore a quella della Deepwater Horizon, la piattaforma situata al largo delle coste della Louisiana, la cui esplosione lo scorso 20 aprile ha causato la gigantesca marea nera che infesta il Golfo del Messico.

Fonte: Repubblica.it