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giovedì 24 novembre 2011

Alluvione nel Messinese. Ecco come aiutare

Il comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un conto corrente bancario di solidarietà per raccogliere fondi a favore degli alluvionati, intestato a ”Comune di Barcellona Pozzo di Gotto”, ”contributo di solidarietà per gli alluvionati”.  
Codice Iban: IT 16 Z 01030 82071 000001 328303.

Da domani si potrà avere un numero dedicato via sms per aiutare la popolazione messinese. Lo ha detto Enrico Mentana, su La7, al tg delle 20 di stasera.

Buone notizie arrivano anche dal governo. Una nota di Palazzo Chigi informa che il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha firmato il trasferimento di 100 milioni di euro ai territori siciliani colpiti pesantemente dal maltempo dal 2009 ad oggi.

mercoledì 23 novembre 2011

Alluvione in Sicilia, sms di solidarietà

Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana, Ill.mo Giorgio Napolitano, e del Governo Italiano




mercoledì 9 novembre 2011

L’UE rafforza la protezione del Mediterraneo dagli effetti delle attività offshore

Il 17 ottobre scorso è stata presentata un’interrogazione alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo.

L’associazione Apnea Pantelleria ha collaborato con Rita Borsellino, parlamentare europea, e Dario Prestigiacomo, capo ufficio stampa della stessa, alla formulazione dell’interrogazione presentata al Parlamento Europeo, dove si è richiesta la posizione dell’UE in merito alle trivellazioni offshore e che, come già riconosciuto dal protocollo di Barcellona, i mari del Canale di Sicilia ed i banchi intorno a Pantelleria siano dichiarati siti di interesse comunitario e pertanto a qualsiasi titolo protetti.

Insieme a Greenpeace, al Comune di Pantelleria ed a quello di Sciacca , ai cittadini comuni, ai network di associazioni, alle confederazioni di pesca e turismo ed in collegamento con stesse forme di opposizione alle trivellazioni delle regioni Puglia, Marche e Abruzzo, sono stati presentati dei dossier scientifici per opporsi all’istanza di ricerche petrolifere chieste dalla società Audax Energy proprio sui bassifondi del Canale di Sicilia.  

Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato in proposito: Questa proposta completa la proposta legislativa per la sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi. Essa ci consentirà di operare in stretta collaborazione con i nostri partner mediterranei non appartenenti all’UE, garantendo una migliore protezione di questo mare per tutti coloro che lo utilizzano”.

Grazie al “protocollo offshore”, il Mar Mediterraneo quindi può tirare un bel sospiro di sollievo. La ratifica del protocollo, da parte dell’UE, dovrebbe difatti scoraggiare gli investitori a ricercare il petrolio lungo le nostre coste, con il fine di salvaguardare e tutelare la qualità del nostro amato mare blu.

Commissione europea – Comunicato stampa 

mercoledì 2 novembre 2011

Presìdi Slow Food Sicilia

Che la Sicilia fosse una terra ricca di ottimi prodotti agroalimentari ne siamo consapevoli, ma è bello quando qualcuno ce lo sottolinea; sono soddisfazioni e molto spesso modi per rinfrescare la memoria ai più o per farci conoscere realtà dei nostri luoghi che ignoravamo. L’associazione Slow Food è una delle voci che ci ricordano ogni giorno la bellezza ed il valore dei prodotti del nostro territorio.

Questa, istituendo i Presìdi nel 1999, si è posta l’obiettivo di recuperare e salvaguardare le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall'omologazione. Per ottenere il contrassegno identificativo "Presìdio Slow Food" si deve essere in linea con i criteri stabiliti dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.

Più in generale, il Presìdio Slow Food è applicato a prodotti rari ed eccellenti a rischio di estinzione, ai gruppi di contadini, allevatori, pescatori che li producono, ai disciplinari ed alle regole di produzione che li contraddistinguono. Diverse sono le tipologie prese in esame: cereali, conserve ittiche, derivati carnei, dolci, erbe e aromi, formaggi, frutta, legumi, mieli, ortaggi, pane, pesci, razze e salumi.

In Sicilia sussistono attualmente ben 40 Presìdi Slow Food. Nell’isola, infatti, c’è il numero più alto di presidi SlowFood del mondo concentrato nella stessa area geografica, ecco quali:
  1. Aglio rosso di Nubia
  2. Alaccia salata di Lampedusa
  3. Albicocca di Scillato
  4. Ape nera sicula
  5. Asino ragusano
  6. Cappero di Salina
  7. Capra girgentana
  8. Carciofo spinoso di Menfi
  9. Cavolo trunzu di Aci
  10. Cavolo vecchio di Rosolini
  11. Cipolla di Giarratana
  12. Cuddrireddra di Delia
  13. Fagiolo badda di Polizzi
  14. Fagiolo cosaruciaru di Scicli
  15. Fava cottoia di Modica
  16. Fava Larga di Leonforte
  17. Fragolina di Sciacca e Ribera
  18. Lenticchia di Ustica
  19. Lenticchia di Villalba
  20. Maiorchino
  21. Mandarino tardivo di Ciaculli
  22. Mandorla di Noto
  23. Manna delle Madonie
  24. Masculina da magghia
  25. Melone cartucciaru di Paceco
  26. Melone purceddu di Alcamo
  27. Oliva minuta
  28. Pane nero di Castelvetrano
  29. Pesca nel sacchetto
  30. Piacentinu ennese
  31. Pistacchio verde di Bronte
  32. Pomodoro siccagno della valle del Bilìci
  33. Provola dei Nebrodi
  34. Provola delle Madonie
  35. Razza bovina cinisara
  36. Razza modicana
  37. Sale marino di Trapani
  38. Suino nero dei Nebrodi
  39. Susine bianche di Monreale
  40. Vastedda della valle del Belice
Presidio Slow Food Sicilia - Menfi, Carciofo spinoso di Menfi

martedì 18 ottobre 2011

Abolizione delle province, giunta Lombardo approva il ddl

La Sicilia si avvia verso l'abolizione delle province. La giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo ha approvato un disegno di legge che prevede il passaggio dalle province ai cosiddetti Liberi consorzi di comuni. A darne l'annuncio e' stato lo stesso presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo durante un incontro con la stampa. La finalita' del ddl che entro il 31 maggio 2013 prevede l'abolizione di tutte le province siciliane e' quella della "attuazione dei principi di sussidiarieta', semplificazione, legalita', autonomia, decentramento con conseguente miglioramento della qualita' dei servizi pubblici e del contenimento dei costi per il cittadino", come spiega Lombardo.

Il passaggio dalle province ai Liberi consorzi di comuni avverra', sempre secondo il ddl che dovra' essere discusso all'Assemblea regionale siciliana, "con maggiore responsabilizzazione e autonomia dei comuni e con conseguente e sensibile snellimento dell'apparato burocratico-anmministrativo finora previsto per gli enti locali in Siciulia". Il decentramento avverra' con il trasferimento di funzioni dalla regione ai comuni e Liberi Consorzi di comuni. Questi ultimi verranno costituiti mediante delibera da uno o piu' comuni. I requisiti sono: la continuita' territoriale e una popolazione residente di almeno 2.500 abitanti.

A firmare il ddl e' stato l'assessore regionale per le politiche sociali della Sicilia Caterina Chinnici "se il ddl dovesse diventare legge cambierebbe la struttura della regione", ha spiegato Raffaele Lombardo. E l'assessore Chinnici ha ricordato che il ddl e' arrivato "dopo diversi colloqui con le istituzioni e dopo 8 mesi di confronti". La Regione si dice pronta a "recepire ogni modifica che rientri in questa strategia".

Fonte. siciliainformazioni.com

mercoledì 12 ottobre 2011

La Regione indice conferenza di servizi per le centrali a biomasse di Menfi

Il dipartimento regionale dell'energia della Regione Sicilia, ha indetto due conferenze di servizi per i progetti delle centrali a biomasse previste nei Comuni di Menfi e Ribera.

Nonostante le deliberazioni dei consigli comunali e le proteste delle associazioni, la Regione sta ancora esaminando le procedure. Per i progetti di Tre tigli e Fast Wind (Menfi) e Re Wind (Ribera), si tratta della seconda conferenza di servizi in ambito regionale.

Quella riguardante l'impianto Tre tigli di Menfi (24 mega watt) la conferenza si terrà il 30 novembre, così come il progetto della Fast Wind (impianto 0,68 Mega Watt).
La conferenza dell'impianto di Ribera (68 Mega Watt) si terrà invece il 7 dicembre. Gli impianti sono stati più volte tema di polemiche e di prese di posizione.

La popolazione e la classe politica ritengono che non forniscono sufficienti garanzie in tema di impatto ambientale e di difesa dell'atmosfera. Per qualcuno ci sarebbe anche il rischio che una volta esaurite le biomasse, gli impianti si trasformino in inceneritori.

Il sito dell'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità

Il file della Convocazione Conferenza di Servizio ex Art. 12 del D.lgs 387 2003

martedì 11 ottobre 2011

Il Parlamento degli inquisiti

Un database dettagliato con tutti i nomi dei parlamentari nei 'guai' con la giustizia. Tra Montecitorio e Palazzo Madama siedono deputati e senatori con sentenze di condanna sulle spalle, in attesa di processo oppure rinviati a giudizio.
In totale sono 85 i parlamentari che hanno pendenze con la giustizia: 54 alla Camera e 31 al Senato. Tra questi, 29 hanno ricevuto una sentenza di condanna, 9 hanno beneficiato di una prescrizione e 5 sono stati condannati dalla Corte dei conti. Il Popolo delle libertà batte tutti, segue il Pd e la Lega.
In questa triste classifica primeggio il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha ben sei processi in corso: frode fiscale (Mediaset), corruzione in atti giudiziari (Mills), frode fiscale e appropriazione indebita (Mediatrade), prostituzione minorile e concussione aggravata (Ruby), diffamazione aggravata dall’uso del mezzo televisivo, abuso d’ufficio (Trani).

Nella tabella la top ten dei partiti

PARTITO TOTALE CAMERA SENATO
PDL 51 31 20
PD 11 7 4
LEGA 6 4 2
UDC 5 4 1
RESPONSABILI 4 4 0
API 1 0 1
IDV 1 1 0
MISTO 6 3 3


In Sicilia il record. Uno su tre è indagato, sotto processo oppure è già stato condannato per reati che vanno dal peculato alla truffa, passando per associazione mafiosa e abusi d'ufficio vari. Un record, quello dell'Assemblea regionale siciliana, che vede 28 deputati su 90 nella poco onorevole lista di persone che hanno avuto o hanno ancora a che fare con la giustizia.

L'ultimo in ordine di tempo a essere finito agli arresti domiciliari è stato il deputato autonomista di Sicilia Vera, Cateno De Luca: i pm lo hanno arrestato per "tentata concussione" nella compravendita di un terreno nel suo Comune, Fiumedinisi, del quale è anche sindaco.
A precedere De Luca, il Pid Fausto Fagone, finito in carcere per concorso in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta Iblis: la stessa inchiesta che vede indagato il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il deputato Giovanni Cristaudo.

Ma le cronache siciliane ormai settimanalmente raccontano di politici regionali coinvolti in inchieste giudiziarie: agli arresti domiciliari è finito pure Riccardo Minardo, esponente dell'Mpa accusato di truffa ai danni dello Stato e dell'Unione europea. In manette anche Gaspare Vitrano, parlamentare del Partito democratico arrestato mentre intascava una presunta tangente per il fotovoltaico.
Tra gli scranni dell'Assemblea regionale non mancano poi i condannati con sentenza definitiva e quelli che per evitare lunghi processi hanno patteggiato la pena. In questo secondo elenco c'è a esempio il deputato e sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, che nel suo palmares vanta una non onorevole condanna definitiva per peculato: utilizzò l'autoblu fino in Puglia per partire in crociera con la moglie.
Mentre Salvino Caputo, collega del Pdl che presiede la commissione Attività produttive, è stato condannato a due anni (pena sospesa) per abuso d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico: secondo il Tribunale di Palermo, l'ex sindaco di Monreale nel 2004 avrebbe dispensato dal pagamento di multe automobilistiche un assessore e l'autista del vescovo.

Fonte: inchieste.repubblica.it/

venerdì 7 ottobre 2011

Sicilia, tagli agli stipendi di sindaci e consiglieri

Ci sono i tagli agli stipendi dei sindaci, dei presidenti delle province e dei consiglieri. E ci sono anche i limiti alle consulenze e l’obbligo di chiudere le società partecipate. Eccola la manovra sugli enti locali. La Finanziaria approvata dalla giunta Lombardo lunedì sera prevede 4 degli articoli più corposi su questa materia.

La prima norma è quella che prevede un taglio del 20% alle retribuzioni dei sindaci e dei presidenti delle Province. Misura che si accompagna alla riduzione dei compensi per tutte le altre figure di amministratori: ai presidenti dei consigli comunali e provinciali, così come agli assessori, andrà una indennità di funzione pari solo al 20% di quella dei sindaci e dei presidenti della Provincia. Si tratta di indennità che vanno ulteriormente dimezzate se chi le percepisce ha anche un secondo lavoro per cui non ha chiesto l’aspettativa.
 C’è un taglio anche per i consiglieri comunali e provinciali: la loro indennità di funzione sarà limitata al 10% di quella dei sindaci e presidenti di Provincia. Non verrà invece dato alcun compenso ai componenti degli organi assembleari delle unioni di Comuni. E nei Comuni con meno di 15 mila abitanti sarà possibile avere un solo revisore dei conti.
Gli stessi Comuni non potranno più detenere partecipazioni in società, fondazioni, enti e istituzioni varie. E, in generale, i Comuni con meno di 30 mila abitanti entro il 31 dicembre 2013 devono mettere in liquidazione le partecipazioni che detengono ancora nelle società. I Comuni con più di 30 mila abitanti possono mantenere le partecipazioni ma nelle società scatta il divieto di assunzione e un taglio dei compensi ai vertici amministrativi.


I sindaci di Comuni con più di 50 mila abitanti potranno avere un massimo di due consulenti, che a loro volta potranno avere un compenso pari al massimo a quello dei dipendenti comunali. La Finanziaria ribadisce l’input agli enti locali a vendere i propri immobili per far cassa. 
Confermata la norma che fissa a 750 milioni il fondo destinato dalla Regione al finanziamento di Comuni e Province (resta quindi il taglio di 80 milioni già applicato quest’anno rispetto al 2010). Confermata anche la norma che obbliga i Comuni minori limitrofi (sotto i 10 mila abitanti) a unificare gli uffici tecnici comunali.


Se l’Ars approverà la Finanziaria in questa versione - ma è impensabile che non arrivino modifiche durante il voto in Parlamento - scatterà pure la soppressione delle circoscrizioni nelle città. 
La manovra prevede in ogni caso la soppressione della figura del garante per i detenuti, ruolo oggi affidato al parlamentare nazionale di Forza del Sud Salvo Fleres. Un incarico che ha suscitato grandi polemiche, soprattutto da parte del Pd con Pino Apprendi, per via del compenso che si attesta sui centomila euro l’anno.
Il testo messo a punto dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, prevede anche la trasformazione del Cas - Consorzio autostrade siciliane - in ente pubblico economico. Ciò dovrebbe permettere, spiegano i tecnici, la stabilizzazione di parte dei precari a cui andrebbe applicato il contratto collettivo nazionale del personale delle società e dei consorzi concessionari di autostrade.

Le polemiche:
"La Regione combatta gli sprechi, non la democrazia". Lo afferma il deputato regionale Lino Leanza (Mpa), commentando l'articolo della finanziaria regionale, varato dalla giunta che "tra l'altro riduce in maniera indiscriminata le indennità a sindaci, presidenti e consiglieri di comuni e province siciliani". "Il taglio  delle indennità dal 20 al 40% agli amministratori degli enti locali, - osserva - si accanisce contro chi è stato scelto democraticamente dal popolo, rischia di riconsegnare la Sicilia alle lobby, ai poteri forti, ai ricchi, uccide la democrazia e quindi la partecipazione popolare".  Per Leanza: "La riduzione dell'indennità penalizza gli amministratori e mette seriamente a rischio l'esercizio democratico".

L'Mpa ha poi corretto dicendo che "i tagli alle indennità vanno dal 20 al 90 %. I tagli sono così ripartiti: 20 % ai presidenti e sindaci, 90 % ai consiglieri comunali e provinciali, 100 % ai rappresentanti di circoscrizione".

Anche l'Udc è contro l'articolo della finanziaria e annuncia un emendamento per cambiarlo.
Secondo Rudy Maira, capogruppo del Pid all'Ars, invece "si rischia un'operazione populista che demotiverà tanti cittadini all'impegno politico e magari aprirà a una stagione in cui le cariche pubbliche verranno ricoperte per censo". 

Fonte: gds.it

lunedì 3 ottobre 2011

20 mila dipendenti alla Regione Sicilia non bastano, occorrono dirigenti e consulenti "esterni"

Ventimila non bastano. Alla Regione duemila dirigenti e circa 18 mila dipendenti del comparto non sono sufficienti per garantire tutti i servizi di cui l'amministrazione è responsabile. Così Palazzo d'Orleans è "obbligato" a cercare energie altrove, risorse fuori dallo steccato della Regione. Al costo di pagare cifre esorbitanti. Questi dirigenti vengono chiamati "esterni".

Una volta erano 9 i dirigenti generali esterni della Regione Sicilia. Poi, dopo una vicenda di ricorsi ne sono rimasti 3. I 3 dirigenti generali fortunati, nominati a gennaio del 2010 dal presidente Raffaele Lombardo, furono Romeo Palma (Ufficio Legale), Salvatore Barbagallo (Risorse agricole e alimentari) e Maurizio Guizzardi (Dipartimento pianificazione strategica dell'assessorato alla Sanità).
Fuori dai giochi, nel giugno 2010, erano invece finiti Rino Lo Nigro, Gian Maria Sparma, Rossana Interlandi, Mario Zappia, Nicola Vernuccio e Patrizia Monterosso. Però fra questi, a parte Lo Nigro (andato in pensione), tutti sono rientrati a pieno titolo.

Nicola Vernuccio è dirigente della "Palermo Energia", società di servizi della Provincia di Palermo; Gian Maria Sparma è assessore al Territorio; Patrizia Monterosso capo di gabinetto di Lombardo; Rossana Interlandi è stata nominata a gennaio direttore del Servizio di pianificazione e controllo strategico di Palazzo d'Orleans. Tutti esterni questi ultimi, per i quali la Regione paga indennità annue da 60 mila euro lordi circa.

Niente a confronto con i loro "ex colleghi" dirigienti generali. Romeo Palma e Ludovico Albert infatti percepiscono la bellezza di 250 mila euro complessivi tra tabellare, indennità di posizione e risultato. Il massimo consentito dopo il "tetto" fissato da Lombardo. Per il piemontese Ludovico Albert, poi, anche altri benefit come l'auto di servizio e il rimborso per spese e missioni. Salvatore Barbagallo e Marco Romano incassano dalla Regione solamente, si fà per dire, 166 mila euro. Gli stipendi degli altri dirigenti sono presenti nell'immagine.

Altri 90 "esterni" poi sono stati reclutati negli uffici di Gabinetto con un costo annuo di 3,5 milioni.
L'ultima moda degli incarichi esterni, ha un retrogusto "British". Le chiamano le "long list". Si tratta di un elenco di esperti esterni alla Regione che avranno il compito di fare quello che dovrebbero fare funzionari e dirigenti ma in qualità, per carità, di "esperti". Essi percepiscono un gettone di presenza, tra i 250 e i 350 euro a seduta, per valutare progetti, programmi e dare pareri per un numero di sedute ..... ancora non quantificate.

Queste sono alcune delle tante spese della Regione che, da una parte promette battaglia contro gli sprechi e, dall'altra, continua a nominare dirigenti e consulenti. Ma i ventimila dipendenti della Regione non bastano ?!?

giovedì 29 settembre 2011

L'assessore alla sanità Russo, seppur censurato dall'Ars, resta al suo posto

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato con voto palese, martedì 27 settembre, la mozione di censura contro l’assessore alla Salute Massimo Russo. La mozione è stata presentata dalle opposizioni (Pdl, Pid e Fds) circa sette mesi fà. Prima del voto, Mpa, Fli e Pd hanno abbandonato l'Aula come annunciato dal capogruppo del Pd Antonello Cracolici. In aula sono rimasti invece, oltre alla maggioranza, i deputati dell’Udc, ex partito di Russo, che non hanno votato il documento e cinque deputati del Pd, tra cui Davide Faraone e Roberto Ammatuna che hanno deciso di rimanere in Aula, nonostante il loro gruppo avesse deciso di non partecipare al voto. Nessuno ha richiesto la verifica del numero legale.

La mozione di censura votata dall'Ars non scompone l’assessore Russo: «Rimango al mio posto, perché sapevo che l´approvazione sarebbe stata un´ipotesi possibile. Lo dico però a tutti i siciliani: l´assessore Russo è censurato dagli stessi parlamentari che hanno tollerato Villa Santa Teresa (la clinica dell´imprenditore Michele Aiello condannato per mafia), i rimborsi gonfiati, i retrobottega senza mai muovere una critica o censura». 

Che valore ha la censura per un assessore? La censura ha un valore politico ed ha carattere simbolico, non essendo prevista alcuna sanzione, né obbligo per l’assessore che la subisce. La mozione di sfiducia, invece, provoca la decadenza del ministro dal suo incarico e crea le condizioni politiche per le dimissioni dell’esecutivo.
L’Assemblea regionale prevede la presentazione di mozioni, quando le interpellanze, non ottengono risposte o interventi soddisfacenti da parte del governo. La mozione di censura è il meno frequentato fra gli atti ispettivi dei deputati, perché deve essere presentata da almeno quattro deputati e, quindi, presuppone una decisione politica di un gruppo parlamentare. Non è, dunque, una iniziativa individuale. Per questa ragione è più impegnativa. Di fatto, tuttavia, comunica una fragilità della maggioranza, che non dispone dei numeri necessari per il suo sostegno.
Nel caso presente, la mozione di censura a Massimo Russo, il percorso scelto dalla maggioranza per “resistere” all’offensiva delle opposizioni è piuttosto complesso. Il capogruppo parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, e il suo collega dell’Mpa, Francesco Musotto, hanno posto una pregiudiziale alla presidenza dell’Assemblea (Francesco Cascio), grazie alla quale la mozione di censura avrebbe dovuto essere modificata in mozione di sfiducia. L’assessore alla Salute, Russo, non ha agito a titolo personale nella sua attività di governo, ma ha attuato le decisioni dell’esecutivo di cui fa parte. Le critiche mosse a Russo, dunque, sono critiche mosse al governo. Sarebbe sbagliato, dunque, addebitarle ad un singolo componente dell’esecutivo.

Perchè l'opposizione (Pdl, Pid e Fds) ha deciso di censurare e non sfiduciare l'assessore Russo? La trasformazione della mozione di censura in mozione di sfiducia ha delle implicazioni molto importanti. La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, se approvata, provoca le dimissioni del presidente della Regione e le dimissioni provocano, a loro volta, lo scioglimento dell’Assemblea. Se fosse stata approvata la mozione di sfiducia, invece che la mozione di censura, com’è avvenuto, il governo Lombardo starebbe preparando le valigie. 

Siccome i deputati per ragioni politiche ed economiche – di maggioranza e di opposizione – non hanno affatto voglia di anticipare l’abbandono dello scanno parlamentare al quale sono stati chiamati dal voto, hanno "sapientemente" preferito bacchettare piuttosto che rischiare di perdere la poltrona.

lunedì 26 settembre 2011

Personale, spesa record per la Sicilia: 1,74 miliardi

L'assessore regionale all'Economia Gaetano Armao
Secondo l’assessore regionale per l’economia della Sicilia, Gaetano Armao, i dati diffusi da parte della Copaff (commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale) sugli oneri delle Regioni per lo svolgimento di funzioni, è frutto di omissioni e semplicistiche comparazioni.

L'assessore siciliano aggiunge "“Equiparare, superficialmente, il costo del personale della Sicilia e delle altre Regioni a Statuto speciale, con quello della virtuosa Lombardia, senza precisare che le prime svolgono centinaia di funzioni che nella Regione più popolosa d’Italia sono svolte dallo Stato, con ingente dispiego di risorse umane, strumentali e finanziarie, se poteva essere una svista, adesso è divenuta un’intollerabile mistificazione. È fuor di dubbio – prosegue l’assessore – che nessuno intende sfuggire al preciso dovere di partecipare al risanamento ed al rilancio delle istituzioni del nostro Paese. Soprattutto da parte delle Regioni che nel passato decennio hanno visto crescere la spesa in modo incrementale. La Specialità non può essere una zona franca per i privilegi, alla più estesa autonomia corrisponde una maggiore responsabilità. 
Ebbene la Sicilia nel 2011 ha intrapreso, senza esitazioni, questo percorso, riportando la spesa corrente a quella di dieci anni prima (2001), incrementando però gli investimenti e avviato la riduzione delle società regionali da 34 a 14, puntando al risanamento e ad una politica dei conti in regola”.

Prendendo in esame il file "I bilanci delle regioni in sintesi" sul sito della Copaff si evince che la Regione Sicilia nel 2010 ha speso per costi del personale 1.748.100.666 di euro.
Spese davvero alte rispetto alla Lombardia ma giustificate dal fatto che ad esempio le sovrintendenze, uffici del lavoro, della motorizzazione e forestali da noi non sono statali ma regionali.

mercoledì 14 settembre 2011

Il debito italiano in mano alla Cina?

11/09/2001 - dieci anni dopo.
Si dice che il tempo guarisca ogni ferita ed in effetti gli americani sembrano emotivamente più sollevati, motivati, sicuri. Hanno reagito come solo un gran Paese sà fare: alzando la china mettendo alle spalle il passato e vivendo il presente.  
Cosa è successo nel frattempo? L'economia si sà, non ha cuore e sentimenti, si lascia solo affascinare dai mercati e dall'andamento delle borse forti e solide e si demoralizza al solo accenno di recessione economica. Che dire dell'economia americana? Nell’anno del decimo anniversario dell’11 settembre, l'America ha perso per la prima volta il rating di tripla A da parte dell’agenzia americana Standard & Poor’s. Il declassamento del rating americano ha significato per gli Stati Uniti e per i mercati glocali una sorta di svolta epocale.

Per un Paese che "piange", l'America, ci sta un Paese che "ride", la Cina. In seguito agli attacchi terroristici subiti dieci anni fa dagli Stati Uniti la crescita della Cina è stata inarrestabile. L'america "distratta" dalla guerra al terrorismo ha regalato a Pechino dieci anni di crescita senza ostacoli. Sull'Espresso.it si legge che nel 2001 il Pil cinese era di 1.16 miliardi di dollari, a stento il 12 percento del Pil americano. Ma nel 2010 ha raggiunto i 6.04 miliardi di dollari, circa il 40 percento del Pil Usa. Nella stessa decade, il commercio estero cinese è cresciuto da 500 milioni a 3 miliardi di dollari. Nel 2001 la Cina aveva 120 milioni di dollari di titoli del tesoro e titoli garantiti da mutuo ipotecario. Oggi Pechino, il maggior creditore di Washington, possiede 2 miliardi di simili assicurazioni.

Cosa succede In Italia ed i rapporti con la Cina. La storia passata e recente ci insegna che l'Italia, in tema di politica estera e di alleanze strategiche, ha preso spesso delle scelte che hanno fatto discutere e diviso il Paese. E' stata disastrosa la scelta di Mussolini di allearsi con Hitler, discutibili sono stati gli amici di Berlusconi (vedi Gheddafi) però forse oggi risulterebbe una furbata accaparrarsi l'amicizia della Cina. Stiamo parlando dello stesso Paese che in tempi migliori per noi ne disprezzavamo i modi e ne criticavamo il non rispetto dei diritti dei lavoratori, dei diritti umani, dell'ambiente, del protocollo di Kyōto e quindi dalla concorrenza sleale che ciò ne scaturirebbe. Eppure oggi la nostra immediata ancora di salvezza sembra ricadere sulla Cina. L'ha capito Tremonti che, attirato dalla grande liquidità, spera in un aiuto proveniente da Pechino. Grazie a loro forse potremmo risollevarci dalla crisi finanziaria e far convogliare in società strategiche italiane liquidità necessarie per creare la tanto agognata ripresa economica. Secondo alcune stime la Cina avrebbe già acquistato circa il 4% del debito pubblico italiano e potrebbe nelle prossime settimane e mesi salire. Il governo italiano sta inoltre considerando la possibile vendita di partecipazioni startegiche in Enel e Eni.

La Cina in Sicilia. la delegazione cinese ha visitato mesi fà alcune installazioni siciliane delle energie alternative, esprimendo interesse per future collaborazioni imprenditoriali. Sarebbero già in arrivo 90 milioni di euro per ampliare i porti di Augusta e di Pozzallo, strategici per le rotte mediterranee, e renderli così capaci di accogliere le enormi navi container provenienti da Oriente. La Regione siciliana ha inoltre prospettato alla delegazione cinese possibili collaborazioni di ingegneria finanziaria in alcuni progetti strategici, quali la rete metropolitana di Catania e Palermo ed il Centro direzionale di Palermo. Vi è inoltre un forte interesse di China Investment Corporation per il Ponte sullo Stretto di Messina.

La presenza della Cina accanto all'Italia in questo momento terribile ha un valore strategico estremamente importante per il nostro Paese. La Cina con i suoi miliardi di riserve rappresenta già da sola una barriera quantomeno psicologica contro i timori speculativi verso il debito pubblico italiano.

La Cina salverà il debito italiano o è solo un’esca per i mercati? Ma se così fosse, cosa succederà all'Italia dopo questa boccata di ossigeno cinese? Sapremo agire rapidamente e prendere la palla al balzo?

lunedì 12 settembre 2011

Ponte sullo Stretto, pubblicato il progetto per gli espropri

Dopo il via libera al progetto definitivo del ponte sullo Stretto adesso si passa agli espropri. La Dichiarazione di Pubblica Utilità degli elaborati approvati di recente dal consiglio di amministrazione dalla società Stretto di Messina con il progetto degli espropri e dell’avviso per il pubblico è stata pubblicata recentemente sui maggiori quotidiani nazionali e locali.

Alla luce degli accordi siglati nei mesi scorsi dalla Stretto di Messina e dal Contraente generale Eurolink con i Comuni di Messina e di Villa San Giovanni e con Coldiretti, Unione Piccoli Proprietari Immobiliari e Associazione Sindacale Piccola Proprietà Immobiliare territoriale, sulle procedure e le metodologie da adottare rispetto alla determinazione delle indennità di espropriazione l’amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci ha puntualizzato che la “SdM ha sempre dedicato grande attenzione alla definizione delle migliori procedure da applicare agli espropri. Per questo motivo in piena intesa con il territorio abbiamo voluto mettere a disposizione degli espropriandi su entrambe le coste un percorso chiaro, trasparente, agevolato e vigilato. In anticipo rispetto all’approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo e la conseguente dichiarazione di pubblica utilità che darà avvio agli espropri, abbiamo individuato un percorso che privilegia la mediazione ed il confronto fra le parti per raggiungere accordi consensuali con ciascuno espropriato. Il tutto dovrà essere finalizzato ad una tempestiva individuazione del giusto indennizzo in tempi congrui per trovare altre soluzioni abitative o produttive”.

Entro la fine di settembre la Stretto di Messina invierà il progetto definitivo al ministero delle Infrastrutture e alle amministrazioni e agli enti centrali e locali che dovranno esprimere il proprio parere di competenza. Se lo riterrà opportuno, in seconda battuta il dicastero potrà convocare la Conferenza di servizi, che dovrà concludersi entro 60 giorni. Subito dopo la struttura tecnica di missione del Ministero dovrà completare l’istruttoria sul progetto definitivo per trasmetterla al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Una volta che il Cipe avrà approvato il progetto definitivo e la Dichiarazione di Pubblica Utilità, partiranno gli espropri.

A gestire la procedura, il contraente generale Eurolink. Gli elaborati espropriativi saranno a disposizione del pubblico per 60 giorni e l’avviso relativo alla comunicazione di avvio della procedura contiene le indicazioni dettagliate sulle modalità con cui gli interessati potranno prendere visione degli elaborati espropriativi, che sono stati pubblicati anche sul sito della Eurolink www.eurolinkpdm.it/

Intanto è stato pubblicato sui media anche l’avviso relativo all’aggiornamento dello Studio di Impatto Ambientale, dello Studio di Incidenza sui Siti di Interesse Comunitario (SIC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Questi elaborati e la sintesi non tecnica del progetto saranno a disposizione del pubblico per un mese presso la Regione Calabria.

Fonte: economiasicilia.com

domenica 7 agosto 2011

Sicilia: Tagli ai costi della politica, decentramento, piano energetico

Pubblicato, sul blog del governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, un nuovo post incentrato su: riduzione dei costi della politica, decentramento dei poteri e delle competenze dell’amministrazione regionale verso i comuni e i liberi consorzi, riorganizzazione del settore della formazione professionale, piano energetico regionale.

Rispetto ai tagli sui costi della politica, la giunta ha deliberato:
  • la riduzione del compenso degli assessori;
  • la riduzione dei componenti dei gabinetti;
  • la riduzione dei consulenti ed esperti;
  • la riduzione auto di servizio;
  • l’esclusione dei compensi per amministratori e componenti degli organi di controllo regionali;
  • la riduzione dei costi per studi, ricerche, rappresentanza, sponsorizzazione e comunicazione di Regione, enti regionali e società partecipate;
  • il contenimento costi dei dirigenti di enti regionali e partecipate e consulenti;
  • la riduzione degli affitti;
  • la riduzione del quinto d’obbigo di contratti regionali di beni e servizi.
Complessivamente i risparmi si aggireranno tra gli 87 e i 90 milioni di euro.

Per quanto riguarda il Piano Energetico Regionale, la Regione ha decretato lo stop agli impianti eolici e il via libera invece al fotovoltaico, con incentivi per il comparto agricolo e affidamento ai Comuni delle competenze per gli impianti inferiori a un megawatt.

Peccato che questo stop arriva solo dopo che Menfi è stata già deturpata dai pali eolici ubicati a nord della città.

Video: Raffaele Lombardo interviene sulle delibere approvate dalla giunta di governo in merito ai tagli ai costi della politica e sulla riorganizzazione dell'amministrazione regionale.

venerdì 5 agosto 2011

Fondi Fas per la Sicilia. Basteranno?!

Dopo un’attesa che si è protratta dall’inizio della legislatura e a distanza di un anno dal primo annuncio la Regione Siciliana riceverà una parte delle tanto agognate risorse del Fas. Alcuni giorni fà infatti il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha dato il via libera al "Piano per il Sud".

Gli importi: per il Molise (circa 576 milioni), la Campania (oltre 1,7 miliardi), la Puglia (1,1 miliardi), Basilicata (oltre 500 milioni), Calabria e Sardegna 1 miliardo ciascuna e per la Sicilia quasi 1,2 miliardi di euro. 

Ecco nel dettaglio tutte le opere previste in Sicilia oggetto dell’intervento e la relativa somma assegnata:
Statale Ragusa – Catania: 217.712 mln di euro
Nord-Sud S. Stefano di Camastra – Gela: 486.863 mln di euro
Statale Trapani – Mazara del Vallo: 150 mln di euro
Cofinanziamento Circumetnea di Catania: 100 mln di euro
Autostrade del C.A.S, riqualificazione funzionale ed interventi straordinari: 54 mln di euro
Autostrada ME-CT, realizzazione nuovo svincolo fra i comuni di Mascali e Giarre: 18 mln di euro
Statale Bronte – Adrano: 54 mln di euro
Collegamento alla SS 284 nel territorio del Comune di Bronte: 12.3 mln di euro
Tangenziale San Gregorio di Catania – Siracusa, per 10 mln di euro
Tangenziale Palermo Fondo Luparello – nuovo Centro Direzionale: 10 mln di euro
Strada provinciale Marineo – Corleone, primo e secondo lotto (fino a Ficuzza): 85 mln di euro

Dubbi e perplessità: le risorse basteranno oppure sono insufficienti e serviranno ad aprire a malapena i cantieri? E' un caso che gran parte dei fondi sono previsti per la Sicilia orientale? Perchè nella provincia di Agrigento non è previsto nessun intervento? Eppure ci sarebbe bisogno di fondi ad esempio per l'aeroporto di Agrigento o per la statale Palermo-Agrigento, interventi suggeriti anche dal deputato regionale del PD Giovanni Panepinto. Chissà, forse qualcuno si ricorderà anche della provincia di Agrigento....

giovedì 28 luglio 2011

Sicilia, niente tagli alla casta

Nella regione in cui assessori e consiglieri hanno gli stipendi più alti d'Italia, la giunta ha bocciato le "limature" chieste dal governatore: nessun privilegio può essere toccato, hanno deciso all'unanimità i capigruppo Pd, Mpa, Udc e Fli.


Il consiglio regionale siciliano è da sempre il più caro d'Italia: 160 milioni l'anno, più del doppio - ad esempio - di quello lombardo o di quello campano. I "deputati" regionali (si chiamano così, in quanto la Sicilia è a statuto speciale) portano a casa mediamente più di quelli di Montecitorio, cioè attorno ai 15 mila euro netti al mese. La regione ha il record nazionale di consulenze, auto blu, e prebende varie.

Ma la maggioranza che governa la Sicilia (frutto di un accordo tra Raffaele Lombardo, eletto con la destra, l'Udc, i finiani e il Pd) ha appena bocciato la «manovra correttiva» che avrebbe dovuto tagliare (seppur in minima parte) gli stipendi degli assessori, ridurre alcuni dei costi della politica, accorpare alcuni enti. «Non ci sono i tempi per approvarla, se ne riparlerà a settembre», hanno detto all'unisono i capigruppo di Pd, Udc, Fli e Mpa .

Il tutto avviene mentre, a causa dei conti non brillanti della Regione, la stessa giunta ha fatto sapere di non riuscire a trovare i 30 milioni necessari a neutralizzare i ticket varati da Tremonti, che quindi in Sicilia verrano pagati.

La bozza che il governatore aveva preparato conteneva 38 pagine di piccoli tagli, compresa la riduzione delle auto blu , dei rimborsi per gli assessori, degli uffici di gabinetto e di altre voci legate al costo della politica in regione.

I capigruppo Antonello Cracolici del Pd, Giulia Adamo dell'Udc, Francesco Musotto dell'Mpa e Livio Marrocco di Fli sono stati unanimi nel respingerlo: «Questa non è una manovra correttiva ma una vera finanziaria», hanno detto, quindi non può essere approvata così in fretta, va studiata, emendata eccetera eccetera.

Intanto, naturalmente, niente tagli: i privilegi dei politici siciliani resteranno del tutto intoccati. Alcuni dei quali, ormai, sono entrati nel mito: come il caffè alla buvette che costa 36 centesimi, gli spaghetti alle vongole che al ristorante interno costano 1,85 euro, o il contributo di 5000 mila euro che la Regione siciliana assicura ai deputati, ex compresi, per una degna sepoltura.

Ed io pago!!!

Fonte: espresso.repubblica.it/

mercoledì 27 luglio 2011

Sicilia, Lombardo: abolire le province e creare i "consorzi di Comuni"

Credo sia il momento giusto per presentare questo disegno di legge, pronto sul mio tavolo, che viene definito abolizione delle Province ma in realtà riguarda il l° decentramento dei poteri della Regione”. Lo scrive il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sul suo blog.

Quali sono le ragioni di questo disegno di legge? Se vogliamo aiutare i siciliani e la Sicilia a crescere dobbiamo spogliare la Regione, lasciarla snella e decentrare tutto ai comuni e ai liberi consorzi perché sotto il controllo dei cittadini le cose funzionano meglio”.
Per Lombardo “se la Regione si spoglia dei poteri, cede il proprio personale e le proprie competenze e una buona parte delle risorse queste risorse si risparmiano e si possono tagliare più facilmente gli sprechi”.

Deleghiamo i poteri ai comuni - prosegue il governatore -, alcune delle competenze che sono di respiro sovracomunale verranno governate nell’ambito del consorzio dei comuni che sostituiranno le Province. I consorzi non sono altro che un gruppo di comuni e territori omogenei da un punto di vista sociale, economico, culturale e storico chiamati a gestire le competenze sovracomunali. E come saranno governati questi consorzi? Facciamo l’elezione del consiglio di consorzio? Naturalmente no, altrimenti c’è il rischio di ritrovarci con le vecchie Province moltiplicate per tre – aggiunge Lombardo -. Saranno i sindaci ad eleggere uno di loro presidente del consorzio il quale potrà avvalersi della collaborazione di assessori, scelti tra gli assessori o i consiglieri comunali che non dovranno percepire indennità in più. Tutti devono fare il proprio lavoro non necessariamente per percepire indennità aggiuntive. I consorzi poi dovranno avvalersi del personale della Regione, delle ex Province e dei dipendenti comunali per governare quel determinato territorio”.

Credo che questa sia una riforma importante per tagliare i costi perché, man mano che nei comuni consorziati andranno in pensione, ad esempio, i comandanti dei vigili urbani questi saranno sostituiti da uno solo per l’intero consorzio. E lo stesso ragionamento vale per il capo dell’ufficio tecnico, per il segretario comunale, per il ragioniere generale…”.
Taglio dei costi e risparmio che diventano risorse utili da investire nello sviluppo dell’impresa privata e dell’economia – conclude il governatore - per creare lavoro per i nostri giovani e crescita economica per la Sicilia”.

venerdì 22 luglio 2011

Sanità, Aumento ticket in Sicilia




Clicca qui per Ticket Regione Sicilia 2012 "nuove regole esenzione reddito"





Da ieri (21 luglio 2011) anche in Sicilia è in vigore l’aumento del ticket sanitario di 10 euro sulle ricette mediche per la specialistica e la diagnostica ambulatoriale, previsto dalla manovra Tremonti. Ieri l’assessorato alla Salute, guidato da Massimo Russo, ha diramato a tutti i manager una circolare con cui viene disposto l’incremento. In Sicilia è già in vigore la quota fissa di 2 euro su ricetta medica per questo tipo di prestazioni. Per cui l’incremento è di 8 euro.

Nel frattempo monta la protesta di associazioni di consumatori e pazienti sull’imposizione del ticket sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Dall’associazione “Dossetti” al Codacons, tutti chiedono all’assessore alla Salute siciliano e al governo regionale di fare retromarcia per non penalizzare ancora di più i diritti dei malati.

Sulla vicenda, interviene anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che annuncia un tavolo tecnico con le Regioni per rimodulare il ticket, puntando sul “modello lombardo” oppure sul concetto di appropriatezza. "Fermo restando che il ticket è già partito, perché non si tratta di una nuova norma ma di una copertura di una legge del 2007 – ha spiegato Fazio al termine di un incontro con gli assessori regionali alla Sanità - abbiamo concordato di aprire subito un tavolo per poter rimodulare sia questo ticket sia quelli che partiranno nel 2014, in modo tale che non siano ticket aperti a tutti, ma che ci siano delle modulazioni che potranno essere o sul modello della Lombardia per fasce di spesa oppure sul concetto di appropriatezza. Sono convinto che il ticket non debba essere usato per fare cassa. ma per ridurre le prestazioni inappropriate".

Nel video, il disappunto dei pazienti siciliani.

lunedì 4 luglio 2011

Regione Sicilia maglia nera dell’Italia per mancanza di depuratori, la provincia di Agrigento guida la classifica

In queste ultime ore sui mezzi di comunicazione impazza la notizia relativa alla pesantissima multa di 20 milioni di euro, più 200 mila euro al giorno, a danno dell’Italia, multa comminata dalla Corte di Giustizia Europea dopo che la Commissione della comunità Europea ha deferito alla medisima Corte la Regione Lombardia per la mancata depurazione delle acque reflue da parte di alcuni comuni di questa regione che continuano a scaricare sui fiumi e laghi le acqua reflue.



Questa è solo la prima trance dei provvedimenti sanzionatori che la Corte di Giustiza E. comminerà a breve nei confronti di altre regioni d’Italia. Nella lista nera stilata dalla Commissione Europea sul mancato rispetto della legislazione comunitaria sulle acque reflue (direttiva 91/271/CEE), compaiono complessivamente 178 Comuni italiani tutti sotto inchiesta, di questi il 73% sono nell’Italia meridionale (la parte del leone la fanno Sicilia, Calabria e Campania).

A dirlo è Calogero Miccichè, coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Agrigento, in una sua nota secondo cui 178 comuni violano le direttive europee sulla mancata tutela ambientale e sul riciclo delle acque bianche e nere, la nostra regione è la più inadempiente, mentre della provincia di Agrigento risultano segnalate alla corte di Giustizia 7 grossi comuni, in testa il comune capoluogo e le sue periferie, quindi le città di Menfi, Sciacca, Ribera, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro, per i quali molto probabilmente l’ organo di giustizia amministrativa della comunità europea condannerà la Regione Sicilia che fino ad oggi non ha posto in essere provvedimenti per evitare lo sversamento fognario direttamente a mare.

Come può Menfi rientrare nei 7 comuni?! Proprio mesi fà è stato attivato all'altezza del depuratore, in località Fiori, un impianto per il riutilizzo a fini agricoli delle acque reflue. Un investimento da 3 milioni e 600 mila euro. Non si spiegherebbe, fra l'altro, come la bandiera blu ci sia stata riconosciuta per 15 volte, di cui 14 consecutive.

A tal proposito, credo che l'ex deputato regionale Lillo Miccichè si sia sicuramente sbagliato nel citare Menfi come Comune sanzionato. Anzi, si attendono rettifiche in merito.

martedì 28 giugno 2011

Le retribuzioni dei deputati regionali siciliani

Palazzo dei Normanni
Quanto guadagnano esattamente i deputati regionali siciliani? Il mistero non è più tale. Grazie ad una sentenza del Tribunale amministrativo regionale, SiciliaInformazioni ha visionato 60 buste paga (buste paga di dieci deputati: cinque deputati senza incarichi e cinque con cariche) ricevute in forma anonima. Periodo che va da luglio a dicembre 2009.

Nell'ultimo semestre del 2009 le buste paga dei dieci deputati regionali ci segnalano che la retribuzione mensile media oscilla tra 9.073 e i 13.429 euro netti. Questa cifra, tuttavia, non comprende il contributo per il “supporto all'attività parlamentare”: altri 4.678 euro mensili netti per singolo deputato (dal 2011 ridotti a 4.178 euro) che vengono accreditati dall’amministrazione ai rispettivi gruppi parlamentari che li dirottano ai singoli deputati. Ipotizzando che la cifra sia stata ripartita in maniera eguale, e non potrebbe essere diversamente, il compenso mensile dei deputati salirebbe in media da 13.751 a 18.107 euro.

Le retribuzioni mensili variano da mese a mese. Dipende dalle assenze ingiustificate, dalle trattenute, dai conguagli, dalle missioni e da rimborsi speciali. Inoltre alcune di queste somme – come i rimborsi per i trasporti pubblici – vengono accreditati su base trimestrale. Sicché alcune mensilità sono più pesanti di altre. Il deputato “Gamma”, per fare un esempio, nell'agosto 2009 ha ricevuto 9.499 euro mentre il mese successivo ne ha portati a casa 14.377.
Tutte le voci retributive sono esenti da imposte e contributi. Fa eccezione l'indennità parlamentare, unica voce per cui è necessario fare una distinzione tra importo lordo e importo netto; in tutti gli altri casi (indennità di carica, diaria, rimborsi...) gli importi percepiti dai parlamentari vanno sempre considerati come netti. L'indennità parlamentare, uguale per tutti i deputati, nel periodo in esame è stata pari a 11.703 euro lordi mensili, ossia 5.250 euro netti. Alcuni deputati hanno però ricevuto anche un'indennità di carica: al Presidente dell'Assemblea spetta un bonus mensile di 7.724 euro, ai vicepresidenti 5.149, ai questori 4.642, ai deputati segretari e ai presidenti di commissione 3.316, ai vicepresidenti di commissione 829 e ai segretari di commissione 414.

La “diaria”, uguale per tutti i deputati, è stata di 4.003 euro, ridotti di 258 euro per ogni assenza in aula (dal 2011 la diaria è stata diminuita di 500 euro e la penalità per le assenze di 34).

I rimborsi costituiscono una parte rilevante dello stipendio. A ogni deputato spettano 4.150 euro all'anno per “spese telefoniche” (la rata è accreditata mensilmente). Il rimborso è a forfait: in pratica viene assegnato anche se il deputato non ha sostenuto spese telefoniche. E' previsto anche un rimborso annuale per la benzina, "l'indennità trasporto su gomma”, pari a 6.646 euro per chi risiede a Palermo, 13.293 per chi risiede entro 100 chilometri e 15.979 per tutti gli altri.

L’automatismo e la forfettizzazione dei rimborsi è un criterio seguito nelle assemblee legislative. Avviene esattamente la stessa cosa con i rimborsi elettorali che hanno sostituito il finanziamento pubblico ai partiti, bocciato da un referendum. Qualunque sia la spesa, il rimborso è sempre lo stesso. I benefit non finiscono qui: è previsto un rimborso per le spese di trasporto ferroviario, aereo e marittimo: 10.095 euro annui liquidati trimestralmente, anche in questo caso in maniera del tutto automatica.Accanto a queste voci ve ne sono altre molto particolari, non menzionate neanche nel sito dell'Ars, dove è presente un'apposita sezione sulla retribuzione dei deputati. Nel novembre 2009 il deputato “Zeta” ha ricevuto 3.900 euro come rimborso per un “apparato informatico e telefonico” mentre il deputato “Sigma” a luglio ha ricevuto 3.400 per una missione e 230 euro di rimborso per l'acquisto di giornali e riviste.

Nel 2011 l'assemblea ha stanziato 22,3 milioni di euro per gli stipendi dei deputati e 5,5 milioni per il supporto all'attività parlamentare. Ognuno dei 90 deputati peserà per 309 mila euro sulle tasche dei cittadini. I costi salgono se si considerano i vitalizi degli ex deputati (22,3 milioni) e le spese per il funzionamento dei gruppi parlamentari (8 milioni destinati in gran parte a pagare gli stipendi del personale): in totale si arriva a 58 milioni di euro. Il costo complessivo dell'Ars è invece di 177 milioni.

Tiriamo le somme. La parte più importante della retribuzione è esentasse perché costituita da “rimborsi” e/o indennità non tassabili. Questo significa che, a parità di reddito, percepiscono molto di più rispetto a un cittadino comune. La pensione dei deputati – ossia il vitalizio – è invece molto superiore a quella di un lavoratore: varia dal 25% al 80% dell'indennità parlamentare a fronte di contributi previdenziali mensili pari al 10,75%.

I siciliani, grazie alla iniziativa di SiciliaInformazioni ora hanno le idee più chiare sulle retribuzioni dei deputati.


Articolo completo: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/127749/retribuzioni-deputati-regionali-svelato-mistero-dopo-unattesa-lunga-anni-ecco-dati-ufficiali-grazie-sono-belle-cifre.htm