Elezioni Regionali Sicilia 2012: Collegio Agrigento Candidati ARS, Partiti, Liste.
In 122 in provincia di Agrigento in corsa per 7 posti all'Assemblea Regionale Siciliana. Nell'Agrigentino
sono 18 i simboli che saranno stampati sulla scheda elettorale.
Come
già previsto tutti gli otto uscenti ci ritentano: Nino Bosco (Pdl),
Michele Cimino (Grande Sud), Giacomo Di Benedetto, Vincenzo Marinello e
Giovanni Panepinto (nella lista del Pd), Roberto Di Mauro (Partito dei
siciliani - Mpa), Luigi Gentile (Fli) e Salvatore Cascio (Cantiere
Popolare).
Numerosi gli amministratori in campo. Tra questi il
sindaco di Porto Empedoce, Lillo Firetto, che come da previsione guiderà
la lista dell'Udc. Il Pdl affianca all'uscente Bosco alcuni big come il
deputato nazionale Vincenzo Fontana, l'europarlamentare Salvatore
Iacolino ma anche (questo quasi a sorpresa) l'ex deputato regionale
canicattinese, Giancarlo Granata.
Altro deputato nazionale in campo il pidiellino Giuseppe Pippo Scalia, candidato nella lista di Nello Musumeci presidente.
In
corsa anche la moglie del presidente della provincia Eugenio D'Orsi,
Patrizia Marino (dirigente scolastico), che si candida nella lista del
Partito dei Siciliani.
Oltre a Granata ci sono altri ex deputati
regionali che tentano il ritorno all'Ars: Maria Grazia Brandara con
Grande Sud, Lillo Miccichè con la lista di Claudio Fava Presidente (che
rimane così denominata nonostante il passo indietro di Fava) ma anche
Decio Terrana con Cantiere Popolare.
Non mancano i consiglieri
provinciali in corsa: Carmelo Avarello (Fava presidente), Calogero
Martello (ex Mpa ma candidato nella lista Crocetta presidente) e
Francesco La Porta (Fli).
Ci sono anche alcuni ex sindaci come il
saccense Mario Turturici (Grande Sud) e il favarese Domenico Russello
(Italiani liberi e forti). Più gli ex vicesindaco che hanno presentato
le dimissioni per l'occasione come i favaresi Giuseppe Arnone (Nello
Musumeci presidente) e Angelo Messinese (Crocetta presidente)
rispettivamente ex amministratori di Licata e Favara.
Si era dimesso
anche Mariano Ragusa da assessore provinciale, correrà nella lista di
Fli. Nell'Udc, invece, l'ex assessore provinciale Gaetano Cani.
Nella
lista di Italia dei Valori si candida l'ex consigliere comunale di
Agrgiento Nello Hamel affiancato anche da Giampiero Carta, candidato
sindaco alle elezioni comunali del capoluogo. In campo anche l'ex
pidiellino Giovanni Barbera che oggi corre con Grande Sud.
Escluso
dalla competizione elettorale invece l'ambientalista Giuseppe Arnone,
nonostante fino a poche ore prima affermasse di essere candidato nella
lista di Rosario Crocetta presidente.
Intanto sono due gli
agrigentini inseriti nei listini dei candidati alla presidenza. Il nome
di Nino Bosco compare settimo in quello di Nello Musumeci mentre Lillo
Firetto è stato inserito secondo nel listino di Rosario Crocetta. In
caso di elezione del loro presidente potrebbero far scorrere un posto
nella loro lista provinciale. La battaglia per un seggio all'Ars è
appena iniziata.
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
Visualizzazione post con etichetta Ars. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ars. Mostra tutti i post
domenica 30 settembre 2012
venerdì 13 gennaio 2012
Sicilia, cellulare gratis per deputati, parenti e amanti
Per un'intera legislatura, dal 2001 al 2006, ben 700 persone hanno usufruito delle schede telefoniche pagate dall'Assemblea regionale siciliana, date ai deputati dell'Ars, che a loro volta le hanno girate ad amici, parenti e persino a qualche amante. La truffa sarebbe durata anche per un periodo successivo al 2008 (per molti a mandato scaduto), anno in cui il presidente dell'Assemblea siciliana, Francesco Cascio, insospettito dalla richiesta della Tim di avere 300 mila euro per chiamate effettuate tra il 2007 e il 2008, bloccò tutto.
INDAGA LA PROCURA - Adesso la Procura - secondo quanto scrive Repubblica sull'edizione locale di Palermo - indaga sulla vicenda, scoperta per caso dai carabinieri di Monreale che stavano investigando su altro: alcuni contatti telefonici di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo. Il Pm Gaetano Paci e l'aggiunto Leonardo Agueci hanno già sentito alcuni dirigenti dell'Ars.
350 EURO AL MESE PER LE TELEFONATE - I 90 deputati dell'Ars, le cui indennità sono equiparate a quelle dei senatori, hanno in busta paga un rimborso mensile di 350 euro per le telefonate, "ma ancora oggi - dice Cascio - stiamo cercando di capire a chi erano state date quelle schede, perchè alcuni deputati non ci hanno mai risposto".
INDAGA LA PROCURA - Adesso la Procura - secondo quanto scrive Repubblica sull'edizione locale di Palermo - indaga sulla vicenda, scoperta per caso dai carabinieri di Monreale che stavano investigando su altro: alcuni contatti telefonici di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo. Il Pm Gaetano Paci e l'aggiunto Leonardo Agueci hanno già sentito alcuni dirigenti dell'Ars.
350 EURO AL MESE PER LE TELEFONATE - I 90 deputati dell'Ars, le cui indennità sono equiparate a quelle dei senatori, hanno in busta paga un rimborso mensile di 350 euro per le telefonate, "ma ancora oggi - dice Cascio - stiamo cercando di capire a chi erano state date quelle schede, perchè alcuni deputati non ci hanno mai risposto".
Fonte: affaritaliani.libero.it
giovedì 22 dicembre 2011
L'appello di Ferrara: "sosteniamo la modifica dell'art. 36"
Sindaci, presidenti di provincia, sindacati e industriali: tutti uniti nella battaglia per dare forza al disegno di legge approvato dall'Ars di modifica dell'articolo 36 dello Statuto speciale, all'esame del parlamento nazionale.
E' l'appello lanciato dal Vice Presidente della Provincia di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, a sostegno della legge varata da sala d'Ercole, lo scorso 7 dicembre, di cui è stato promotore il vice segretario nazionale e deputato regionale Michele Cimino.
Con la legge cui si stabilisce che spetta alla Regione il gettito dell'imposta di produzione dei prodotti petroliferi. "Quello di Sala d'Ercole- sottolinea Ferrara- è solo il primo passo di un percorso che vedrà nel Parlamento l'atto conclusivo. E' lì che si giocherà la partita finale. Grazie a questa legge -continua- viene ripristinato un principio secondo cui spetta alla nostra Regione percepire le imposte di produzione sui prodotti petroliferi raffinati in Sicilia, quasi il 41% dell'intera produzione italiana. In tal modo nelle casse regionale saranno incrementate qualcosa come sette miliardi di euro all'anno che la Regione - ribadisce Paolo Ferrara- potrebbe mettere a disposizioni degli Enti Pubblici, Comuni e Province, per lo sviluppo dei rispettivi territori.
Da qui l'appello ai sindaci, ai presidenti di provincia, ma anche alle forze sociali, alle rappresentanze sindacali e produttive perché, superando gli steccati politici ed ideologici, al di là di appartenenze partitiche e politiche e fuori da campanilismi, venga sostenuta, al Parlamento nazionale, la legge di cui è primo firmatario Michele Cimino, attraverso una mobilitazione che passi per una capillare azione di sensibilizzazione sui cittadini e nei territori. E' fondamentale che il Parlamento nazionale accolga questa richiesta di modifica prima della fine della legislatura. "Per parte mia - ribadisce Ferrara- mi appello alla vostra sensibilità nel sorregere, altresì l'eventualità di sostenere quanto detto con forme estreme di protesta, come enunciato in questi giorni dall'on.Michele Cimino. Si auspica al contempo -conclude il vice presidente della Provincia- che i parlamentari nazionali eletti in Sicilia vigilino affinché l'iter dell'approvazione di questa legge sia portato a termine in tempi brevi."
E' l'appello lanciato dal Vice Presidente della Provincia di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, a sostegno della legge varata da sala d'Ercole, lo scorso 7 dicembre, di cui è stato promotore il vice segretario nazionale e deputato regionale Michele Cimino.
Con la legge cui si stabilisce che spetta alla Regione il gettito dell'imposta di produzione dei prodotti petroliferi. "Quello di Sala d'Ercole- sottolinea Ferrara- è solo il primo passo di un percorso che vedrà nel Parlamento l'atto conclusivo. E' lì che si giocherà la partita finale. Grazie a questa legge -continua- viene ripristinato un principio secondo cui spetta alla nostra Regione percepire le imposte di produzione sui prodotti petroliferi raffinati in Sicilia, quasi il 41% dell'intera produzione italiana. In tal modo nelle casse regionale saranno incrementate qualcosa come sette miliardi di euro all'anno che la Regione - ribadisce Paolo Ferrara- potrebbe mettere a disposizioni degli Enti Pubblici, Comuni e Province, per lo sviluppo dei rispettivi territori.
Da qui l'appello ai sindaci, ai presidenti di provincia, ma anche alle forze sociali, alle rappresentanze sindacali e produttive perché, superando gli steccati politici ed ideologici, al di là di appartenenze partitiche e politiche e fuori da campanilismi, venga sostenuta, al Parlamento nazionale, la legge di cui è primo firmatario Michele Cimino, attraverso una mobilitazione che passi per una capillare azione di sensibilizzazione sui cittadini e nei territori. E' fondamentale che il Parlamento nazionale accolga questa richiesta di modifica prima della fine della legislatura. "Per parte mia - ribadisce Ferrara- mi appello alla vostra sensibilità nel sorregere, altresì l'eventualità di sostenere quanto detto con forme estreme di protesta, come enunciato in questi giorni dall'on.Michele Cimino. Si auspica al contempo -conclude il vice presidente della Provincia- che i parlamentari nazionali eletti in Sicilia vigilino affinché l'iter dell'approvazione di questa legge sia portato a termine in tempi brevi."
Fonte: lasicilia.it
martedì 4 ottobre 2011
La Giunta Regionale siciliana approva bilancio e finanziaria 2012
La giunta regionale, presieduta da Raffaele Lombardo, ha approvato il Bilancio e il disegno di legge di stabilità regionale per il 2012. Il Bilancio regionale ammonta a circa 27 miliardi di euro ed è in linea con il patto di stabilità e i risparmi previsti: prevede riduzioni per la spesa di tutti i dipartimenti regionali, per dare corso a quanto indicato nella manovra nazionale, mentre vengono mantenuti inalterati i trasferimenti agli enti locali.
Nel documento presentato dall’assessore per l’economia, Gaetano Armao, sono state inserite norme in materia di entrate e di contenimento della spesa, frutto anche delle proposte delle parti sociali. Tra l’altro è previsto l’aggiornamento delle rendite patrimoniali, dei canoni e di altri proventi del demanio. In particolare, per quanto riguarda i canoni demaniali marittimi a decorrere dal primo gennaio del 2012 si ipotizza un aumento che varierà da un minimo del 25% a un massimo del 75%. Incremento anche per i canoni dei beni immobiliari demaniali e patrimoniali.
Aree turistiche: biglietto d’ingresso e tassa di soggiorno
Per aumentare i servizi ai visitatori e le attività di tutela delle aree protette regionali, viene istituito un biglietto di ingresso, secondo modalità che saranno stabilite successivamente da un decreto dell’assessore per il Territorio e l’Ambiente, sentiti i Comuni interessati. Previsto anche un contributo per la tutela e la sostenibilità ambientale a carico di barche (da 14 a 24 metri), navi (da 24 a 60 metri) o aerei privati che, nel periodo dal primo giugno al 30 settembre, attraccheranno nei porti e negli aeroporti dell’isola. Stabiliti anche i criteri con cui sarà applicata anche in Sicilia la tassa di soggiorno per i turisti che occuperanno le strutture alberghiere della Sicilia.
Addio alla tabella H e all’Agenzia per l’impiego
Il corposo documento individua anche una serie di norme per razionalizzare e contenere la spesa pubblica. Innazitutto prevista la soppressione dell’assegnazione diretta dei contributi dell’ex tabella H, che adesso saranno concentrati in un unico plafond che finanzierà organismi e istituzioni sulla base di procedure a evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento. Deciso l’avvio del “monitoraggio della spesa mirato alla definizione dei fabbisogni standard dei dipartimenti regionali”, due dei quali (Azienda foreste demaniali e Agenzia per l’impiego) saranno soppressi.
Missioni, uffici, autoblu: riduzione dei costi della politica
In tema di riduzione dei costi connessi agli organismi istituzionali, dal primo gennaio del 2012 saranno soppressi i Sepicos, i Servizi di pianificazione e controllo strategico degli assessorati, le cui funzioni saranno esercitate dall’omologo ufficio della presidenza della Regione. Per le missioni, agli amministratori e al personale regionale che utilizzeranno l’aereo sarà riconosciuto il rimborso in sola classe economica. Le auto di servizio degli enti regionali una volta dismesse o rottamate non potranno essere sostituite. Prevista la riduzione del 10% per i compensi e i gettoni di presenza corrisposti dagli enti regionali.
Introdotto l’election day: dal 2012 elezioni regionali, provinciali e comunali si dovranno svolgere in un’unica data. In materia di personale, individuate diverse norme per il contenimento della spesa e l’istituzione di un bacino unico. In tema di costi degli affitti, ci sarà la possibilità di rinnovare, alla scadenza, i contratti per 6 anni, ma con la riduzione del 15%. Il costo della manutenzione degli immobili utilizzati dall’amministrazione non potrà superare l’1,5% (per il 2012), il 2% (per il 2013) del valore dell’immobile stesso.
Consorzi di bonifica: ne restano due. Scioglimento degli Iacp
Accorpamento per i consorzi di bonifica, che diventeranno due: uno a Palermo (con competenza anche su Trapani, Agrigento e Caltanissetta) e uno a Catania (Enna, Ragusa, Siracusa e Messina). Scioglimento in vista per gli Iacp, con la propedeutica liquidazione del patrimonio immobiliare. Inserite norme di contenimento della spesa degli enti locali, con la riduzione dei compensi per gli amministratori e l’accorpamento di funzioni per i Comuni più piccoli.
Sviluppo e investimenti
In tema di sviluppo e crescita dell’economia regionale, inserite diverse norme nel campo degli investimenti. Per favorire l’accelerazione della spesa comunitaria, previsti cronoprogrammi più stringenti per gli uffici responsabili dell’espletamento delle varie “misure” Istituito il fondo di garanzia destinato alle grandi imprese aventi sede legale in Sicilia e che realizzino programmi di investimento nell’isola. Le aziende dovranno occupare almeno il 70% di lavoratori locali. In tema di piccole e medie imprese, per favorire il rilancio produttivo e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali nel territorio siciliano, previsto il ricorso a prestiti per facilitare la ricapitalizzazione delle imprese ad alto contenuto innovativo. Per le aziende che trasferiscono il domicilio fiscale in Sicilia è riconosciuto un abbattimento del 50% dell’imposta sul reddito societario per un massimo di 3 anni. Istituito anche un fondo di garanzia per l’accesso al credito delle imprese femminili e giovanili.
Nel documento presentato dall’assessore per l’economia, Gaetano Armao, sono state inserite norme in materia di entrate e di contenimento della spesa, frutto anche delle proposte delle parti sociali. Tra l’altro è previsto l’aggiornamento delle rendite patrimoniali, dei canoni e di altri proventi del demanio. In particolare, per quanto riguarda i canoni demaniali marittimi a decorrere dal primo gennaio del 2012 si ipotizza un aumento che varierà da un minimo del 25% a un massimo del 75%. Incremento anche per i canoni dei beni immobiliari demaniali e patrimoniali.
Aree turistiche: biglietto d’ingresso e tassa di soggiorno
Per aumentare i servizi ai visitatori e le attività di tutela delle aree protette regionali, viene istituito un biglietto di ingresso, secondo modalità che saranno stabilite successivamente da un decreto dell’assessore per il Territorio e l’Ambiente, sentiti i Comuni interessati. Previsto anche un contributo per la tutela e la sostenibilità ambientale a carico di barche (da 14 a 24 metri), navi (da 24 a 60 metri) o aerei privati che, nel periodo dal primo giugno al 30 settembre, attraccheranno nei porti e negli aeroporti dell’isola. Stabiliti anche i criteri con cui sarà applicata anche in Sicilia la tassa di soggiorno per i turisti che occuperanno le strutture alberghiere della Sicilia.
Addio alla tabella H e all’Agenzia per l’impiego
Il corposo documento individua anche una serie di norme per razionalizzare e contenere la spesa pubblica. Innazitutto prevista la soppressione dell’assegnazione diretta dei contributi dell’ex tabella H, che adesso saranno concentrati in un unico plafond che finanzierà organismi e istituzioni sulla base di procedure a evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento. Deciso l’avvio del “monitoraggio della spesa mirato alla definizione dei fabbisogni standard dei dipartimenti regionali”, due dei quali (Azienda foreste demaniali e Agenzia per l’impiego) saranno soppressi.
Missioni, uffici, autoblu: riduzione dei costi della politica
In tema di riduzione dei costi connessi agli organismi istituzionali, dal primo gennaio del 2012 saranno soppressi i Sepicos, i Servizi di pianificazione e controllo strategico degli assessorati, le cui funzioni saranno esercitate dall’omologo ufficio della presidenza della Regione. Per le missioni, agli amministratori e al personale regionale che utilizzeranno l’aereo sarà riconosciuto il rimborso in sola classe economica. Le auto di servizio degli enti regionali una volta dismesse o rottamate non potranno essere sostituite. Prevista la riduzione del 10% per i compensi e i gettoni di presenza corrisposti dagli enti regionali.
Introdotto l’election day: dal 2012 elezioni regionali, provinciali e comunali si dovranno svolgere in un’unica data. In materia di personale, individuate diverse norme per il contenimento della spesa e l’istituzione di un bacino unico. In tema di costi degli affitti, ci sarà la possibilità di rinnovare, alla scadenza, i contratti per 6 anni, ma con la riduzione del 15%. Il costo della manutenzione degli immobili utilizzati dall’amministrazione non potrà superare l’1,5% (per il 2012), il 2% (per il 2013) del valore dell’immobile stesso.
Consorzi di bonifica: ne restano due. Scioglimento degli Iacp
Accorpamento per i consorzi di bonifica, che diventeranno due: uno a Palermo (con competenza anche su Trapani, Agrigento e Caltanissetta) e uno a Catania (Enna, Ragusa, Siracusa e Messina). Scioglimento in vista per gli Iacp, con la propedeutica liquidazione del patrimonio immobiliare. Inserite norme di contenimento della spesa degli enti locali, con la riduzione dei compensi per gli amministratori e l’accorpamento di funzioni per i Comuni più piccoli.
Sviluppo e investimenti
In tema di sviluppo e crescita dell’economia regionale, inserite diverse norme nel campo degli investimenti. Per favorire l’accelerazione della spesa comunitaria, previsti cronoprogrammi più stringenti per gli uffici responsabili dell’espletamento delle varie “misure” Istituito il fondo di garanzia destinato alle grandi imprese aventi sede legale in Sicilia e che realizzino programmi di investimento nell’isola. Le aziende dovranno occupare almeno il 70% di lavoratori locali. In tema di piccole e medie imprese, per favorire il rilancio produttivo e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali nel territorio siciliano, previsto il ricorso a prestiti per facilitare la ricapitalizzazione delle imprese ad alto contenuto innovativo. Per le aziende che trasferiscono il domicilio fiscale in Sicilia è riconosciuto un abbattimento del 50% dell’imposta sul reddito societario per un massimo di 3 anni. Istituito anche un fondo di garanzia per l’accesso al credito delle imprese femminili e giovanili.
fonte: livesicilia.it
giovedì 29 settembre 2011
L'assessore alla sanità Russo, seppur censurato dall'Ars, resta al suo posto
L’Assemblea regionale siciliana ha approvato con voto palese, martedì 27 settembre, la mozione di censura contro l’assessore alla Salute Massimo Russo. La mozione è stata presentata dalle opposizioni (Pdl, Pid e Fds) circa sette mesi fà. Prima del voto, Mpa, Fli e Pd hanno abbandonato l'Aula come annunciato dal capogruppo del Pd Antonello Cracolici. In aula sono rimasti invece, oltre alla maggioranza, i deputati dell’Udc, ex partito di Russo, che non hanno votato il documento e cinque deputati del Pd, tra cui Davide Faraone e Roberto Ammatuna che hanno deciso di rimanere in Aula, nonostante il loro gruppo avesse deciso di non partecipare al voto. Nessuno ha richiesto la verifica del numero legale.
La mozione di censura votata dall'Ars non scompone l’assessore Russo: «Rimango al mio posto, perché sapevo che l´approvazione sarebbe stata un´ipotesi possibile. Lo dico però a tutti i siciliani: l´assessore Russo è censurato dagli stessi parlamentari che hanno tollerato Villa Santa Teresa (la clinica dell´imprenditore Michele Aiello condannato per mafia), i rimborsi gonfiati, i retrobottega senza mai muovere una critica o censura».
Che valore ha la censura per un assessore? La censura ha un valore politico ed ha carattere simbolico, non essendo prevista alcuna sanzione, né obbligo per l’assessore che la subisce. La mozione di sfiducia, invece, provoca la decadenza del ministro dal suo incarico e crea le condizioni politiche per le dimissioni dell’esecutivo.
L’Assemblea regionale prevede la presentazione di mozioni, quando le interpellanze, non ottengono risposte o interventi soddisfacenti da parte del governo. La mozione di censura è il meno frequentato fra gli atti ispettivi dei deputati, perché deve essere presentata da almeno quattro deputati e, quindi, presuppone una decisione politica di un gruppo parlamentare. Non è, dunque, una iniziativa individuale. Per questa ragione è più impegnativa. Di fatto, tuttavia, comunica una fragilità della maggioranza, che non dispone dei numeri necessari per il suo sostegno.
Nel caso presente, la mozione di censura a Massimo Russo, il percorso scelto dalla maggioranza per “resistere” all’offensiva delle opposizioni è piuttosto complesso. Il capogruppo parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, e il suo collega dell’Mpa, Francesco Musotto, hanno posto una pregiudiziale alla presidenza dell’Assemblea (Francesco Cascio), grazie alla quale la mozione di censura avrebbe dovuto essere modificata in mozione di sfiducia. L’assessore alla Salute, Russo, non ha agito a titolo personale nella sua attività di governo, ma ha attuato le decisioni dell’esecutivo di cui fa parte. Le critiche mosse a Russo, dunque, sono critiche mosse al governo. Sarebbe sbagliato, dunque, addebitarle ad un singolo componente dell’esecutivo.
Perchè l'opposizione (Pdl, Pid e Fds) ha deciso di censurare e non sfiduciare l'assessore Russo? La trasformazione della mozione di censura in mozione di sfiducia ha delle implicazioni molto importanti. La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, se approvata, provoca le dimissioni del presidente della Regione e le dimissioni provocano, a loro volta, lo scioglimento dell’Assemblea. Se fosse stata approvata la mozione di sfiducia, invece che la mozione di censura, com’è avvenuto, il governo Lombardo starebbe preparando le valigie.
Siccome i deputati per ragioni politiche ed economiche – di maggioranza e di opposizione – non hanno affatto voglia di anticipare l’abbandono dello scanno parlamentare al quale sono stati chiamati dal voto, hanno "sapientemente" preferito bacchettare piuttosto che rischiare di perdere la poltrona.
La mozione di censura votata dall'Ars non scompone l’assessore Russo: «Rimango al mio posto, perché sapevo che l´approvazione sarebbe stata un´ipotesi possibile. Lo dico però a tutti i siciliani: l´assessore Russo è censurato dagli stessi parlamentari che hanno tollerato Villa Santa Teresa (la clinica dell´imprenditore Michele Aiello condannato per mafia), i rimborsi gonfiati, i retrobottega senza mai muovere una critica o censura».
Che valore ha la censura per un assessore? La censura ha un valore politico ed ha carattere simbolico, non essendo prevista alcuna sanzione, né obbligo per l’assessore che la subisce. La mozione di sfiducia, invece, provoca la decadenza del ministro dal suo incarico e crea le condizioni politiche per le dimissioni dell’esecutivo.
L’Assemblea regionale prevede la presentazione di mozioni, quando le interpellanze, non ottengono risposte o interventi soddisfacenti da parte del governo. La mozione di censura è il meno frequentato fra gli atti ispettivi dei deputati, perché deve essere presentata da almeno quattro deputati e, quindi, presuppone una decisione politica di un gruppo parlamentare. Non è, dunque, una iniziativa individuale. Per questa ragione è più impegnativa. Di fatto, tuttavia, comunica una fragilità della maggioranza, che non dispone dei numeri necessari per il suo sostegno.
Nel caso presente, la mozione di censura a Massimo Russo, il percorso scelto dalla maggioranza per “resistere” all’offensiva delle opposizioni è piuttosto complesso. Il capogruppo parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, e il suo collega dell’Mpa, Francesco Musotto, hanno posto una pregiudiziale alla presidenza dell’Assemblea (Francesco Cascio), grazie alla quale la mozione di censura avrebbe dovuto essere modificata in mozione di sfiducia. L’assessore alla Salute, Russo, non ha agito a titolo personale nella sua attività di governo, ma ha attuato le decisioni dell’esecutivo di cui fa parte. Le critiche mosse a Russo, dunque, sono critiche mosse al governo. Sarebbe sbagliato, dunque, addebitarle ad un singolo componente dell’esecutivo.
Perchè l'opposizione (Pdl, Pid e Fds) ha deciso di censurare e non sfiduciare l'assessore Russo? La trasformazione della mozione di censura in mozione di sfiducia ha delle implicazioni molto importanti. La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, se approvata, provoca le dimissioni del presidente della Regione e le dimissioni provocano, a loro volta, lo scioglimento dell’Assemblea. Se fosse stata approvata la mozione di sfiducia, invece che la mozione di censura, com’è avvenuto, il governo Lombardo starebbe preparando le valigie.
Siccome i deputati per ragioni politiche ed economiche – di maggioranza e di opposizione – non hanno affatto voglia di anticipare l’abbandono dello scanno parlamentare al quale sono stati chiamati dal voto, hanno "sapientemente" preferito bacchettare piuttosto che rischiare di perdere la poltrona.
martedì 23 agosto 2011
Le "Forchette Rotte" si indignano per i privilegi dell’Ars
Il movimento delle Forchette Rotte (già ribattezzati come i nuovi "indignados siciliani") costituitosi un paio di mesi fa e attivo soprattutto su Facebook e Twitter, torna alla carica sui privilegi della
politica e lo fa pubblicando il menu "tipo" dei deputati regionali e il
costo dei piatti.
In una nota su facebook il movimento sottolinea “Tanto rumore per nulla. Il costo del pranzo dei senatori italiani rispetto a quello dei deputati siciliani fa ridere. In Sicilia gli onorevoli siciliani per molto meno si leccano i baffi. Con 9 euro mangiano un antipasto alla siciliana, spaghetti con le vongole, frittura di triglie, contorno, frutta e caffè. Meno di una pizza e una bibita che i ragazzi siciliani pagano in un qualsiasi locale dell’isola."
Con lo scopo di eliminare gli sprechi della casta, il movimento ha appena lanciato l'iniziativa del prossimo 21 settembre: alla riapertura dell'Assemblea Regionale Siciliana, gli Indignados siciliani si riuniranno per un sit-in di protesta dinanzi al Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea. "Chiunque vorrà partecipare potrà portare con sé il volantino scaricabile dalla nostra pagina Facebook: ogni volantino rappresenta un buono pasto del valore di 9 euro, cioè la cifra che ogni deputato dell'Ars paga in media per un pranzo completo".
In effetti come dargli torto visto che una delle voci della zavorra è appunto il costo dei servizi di ristorazione dell'Ars. Infatti nel Rendiconto delle Entrate e delle Spese 2009 dell'Assemblea Regionale Siciliana si trovano 533.000 euro di spesa effettiva. Fatti i calcoli, il ristoro di ogni deputato siciliano (90 componenti) costa circa 5.900 euro l'anno ai contribuenti siciliani.
Sito web ufficiale forchetterotte.it
Il gruppo su facebook delle forchette rotte
In una nota su facebook il movimento sottolinea “Tanto rumore per nulla. Il costo del pranzo dei senatori italiani rispetto a quello dei deputati siciliani fa ridere. In Sicilia gli onorevoli siciliani per molto meno si leccano i baffi. Con 9 euro mangiano un antipasto alla siciliana, spaghetti con le vongole, frittura di triglie, contorno, frutta e caffè. Meno di una pizza e una bibita che i ragazzi siciliani pagano in un qualsiasi locale dell’isola."
Con lo scopo di eliminare gli sprechi della casta, il movimento ha appena lanciato l'iniziativa del prossimo 21 settembre: alla riapertura dell'Assemblea Regionale Siciliana, gli Indignados siciliani si riuniranno per un sit-in di protesta dinanzi al Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea. "Chiunque vorrà partecipare potrà portare con sé il volantino scaricabile dalla nostra pagina Facebook: ogni volantino rappresenta un buono pasto del valore di 9 euro, cioè la cifra che ogni deputato dell'Ars paga in media per un pranzo completo".
In effetti come dargli torto visto che una delle voci della zavorra è appunto il costo dei servizi di ristorazione dell'Ars. Infatti nel Rendiconto delle Entrate e delle Spese 2009 dell'Assemblea Regionale Siciliana si trovano 533.000 euro di spesa effettiva. Fatti i calcoli, il ristoro di ogni deputato siciliano (90 componenti) costa circa 5.900 euro l'anno ai contribuenti siciliani.
Sito web ufficiale forchetterotte.it
Il gruppo su facebook delle forchette rotte
martedì 28 giugno 2011
Le retribuzioni dei deputati regionali siciliani
Palazzo dei Normanni |
Nell'ultimo semestre del 2009 le buste paga dei dieci deputati regionali ci segnalano che la retribuzione mensile media oscilla tra 9.073 e i 13.429 euro netti. Questa cifra, tuttavia, non comprende il contributo per il “supporto all'attività parlamentare”: altri 4.678 euro mensili netti per singolo deputato (dal 2011 ridotti a 4.178 euro) che vengono accreditati dall’amministrazione ai rispettivi gruppi parlamentari che li dirottano ai singoli deputati. Ipotizzando che la cifra sia stata ripartita in maniera eguale, e non potrebbe essere diversamente, il compenso mensile dei deputati salirebbe in media da 13.751 a 18.107 euro.
Le retribuzioni mensili variano da mese a mese. Dipende dalle assenze ingiustificate, dalle trattenute, dai conguagli, dalle missioni e da rimborsi speciali. Inoltre alcune di queste somme – come i rimborsi per i trasporti pubblici – vengono accreditati su base trimestrale. Sicché alcune mensilità sono più pesanti di altre. Il deputato “Gamma”, per fare un esempio, nell'agosto 2009 ha ricevuto 9.499 euro mentre il mese successivo ne ha portati a casa 14.377.
Tutte le voci retributive sono esenti da imposte e contributi. Fa eccezione l'indennità parlamentare, unica voce per cui è necessario fare una distinzione tra importo lordo e importo netto; in tutti gli altri casi (indennità di carica, diaria, rimborsi...) gli importi percepiti dai parlamentari vanno sempre considerati come netti. L'indennità parlamentare, uguale per tutti i deputati, nel periodo in esame è stata pari a 11.703 euro lordi mensili, ossia 5.250 euro netti. Alcuni deputati hanno però ricevuto anche un'indennità di carica: al Presidente dell'Assemblea spetta un bonus mensile di 7.724 euro, ai vicepresidenti 5.149, ai questori 4.642, ai deputati segretari e ai presidenti di commissione 3.316, ai vicepresidenti di commissione 829 e ai segretari di commissione 414.
La “diaria”, uguale per tutti i deputati, è stata di 4.003 euro, ridotti di 258 euro per ogni assenza in aula (dal 2011 la diaria è stata diminuita di 500 euro e la penalità per le assenze di 34).
I rimborsi costituiscono una parte rilevante dello stipendio. A ogni deputato spettano 4.150 euro all'anno per “spese telefoniche” (la rata è accreditata mensilmente). Il rimborso è a forfait: in pratica viene assegnato anche se il deputato non ha sostenuto spese telefoniche. E' previsto anche un rimborso annuale per la benzina, "l'indennità trasporto su gomma”, pari a 6.646 euro per chi risiede a Palermo, 13.293 per chi risiede entro 100 chilometri e 15.979 per tutti gli altri.
L’automatismo e la forfettizzazione dei rimborsi è un criterio seguito nelle assemblee legislative. Avviene esattamente la stessa cosa con i rimborsi elettorali che hanno sostituito il finanziamento pubblico ai partiti, bocciato da un referendum. Qualunque sia la spesa, il rimborso è sempre lo stesso. I benefit non finiscono qui: è previsto un rimborso per le spese di trasporto ferroviario, aereo e marittimo: 10.095 euro annui liquidati trimestralmente, anche in questo caso in maniera del tutto automatica.Accanto a queste voci ve ne sono altre molto particolari, non menzionate neanche nel sito dell'Ars, dove è presente un'apposita sezione sulla retribuzione dei deputati. Nel novembre 2009 il deputato “Zeta” ha ricevuto 3.900 euro come rimborso per un “apparato informatico e telefonico” mentre il deputato “Sigma” a luglio ha ricevuto 3.400 per una missione e 230 euro di rimborso per l'acquisto di giornali e riviste.
Nel 2011 l'assemblea ha stanziato 22,3 milioni di euro per gli stipendi dei deputati e 5,5 milioni per il supporto all'attività parlamentare. Ognuno dei 90 deputati peserà per 309 mila euro sulle tasche dei cittadini. I costi salgono se si considerano i vitalizi degli ex deputati (22,3 milioni) e le spese per il funzionamento dei gruppi parlamentari (8 milioni destinati in gran parte a pagare gli stipendi del personale): in totale si arriva a 58 milioni di euro. Il costo complessivo dell'Ars è invece di 177 milioni.
Tiriamo le somme. La parte più importante della retribuzione è esentasse perché costituita da “rimborsi” e/o indennità non tassabili. Questo significa che, a parità di reddito, percepiscono molto di più rispetto a un cittadino comune. La pensione dei deputati – ossia il vitalizio – è invece molto superiore a quella di un lavoratore: varia dal 25% al 80% dell'indennità parlamentare a fronte di contributi previdenziali mensili pari al 10,75%.
I siciliani, grazie alla iniziativa di SiciliaInformazioni ora hanno le idee più chiare sulle retribuzioni dei deputati.
Articolo completo: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/127749/retribuzioni-deputati-regionali-svelato-mistero-dopo-unattesa-lunga-anni-ecco-dati-ufficiali-grazie-sono-belle-cifre.htm
giovedì 19 maggio 2011
Sicilia: il dialetto ritorna nelle scuole
Alle classiche materie "italiano, matematica, latino, inglese" gli studenti siciliani dovranno, dal prossimo anno, studiare una materia in più: "storia, letteratura e patrimonio linguistico siciliano".
Il ddl, presentato dal deputato dell'MpA Nicola D'Agostino ed approvato in modo bipartisan, prevede l'insegnamento della nuova disciplina nelle scuole elementari, medie e superiori.
Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo commenta: «Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Per questo sono orgoglioso di questa legge che preserva il nostro immenso patrimonio storico e letterario, ponendo le premesse per renderlo parte integrante dei processi formativi delle nuove generazioni».
Iscriviti a:
Post (Atom)