martedì 18 ottobre 2011

Menfi, il Sindaco nomina due assessori: l'API entra in giunta

Arch. Antonio Ferraro
Arch. Nino Palmeri












Sono Nino Palmeri e Antonio Ferraro, entrambi architetti, i nuovi assessori della giunta comunale di Menfi in rappresentanza del gruppo di Alleanza per l'Italia.

Con la nomina di oggi, l'amministrazione comunale guidata da Michele Botta si avvia alla definizione politica degli assetti di una giunta finora composta solo da tecnici. "Ho avviato un confronto con le forze politiche moderate e riformiste presenti in consiglio comunale - dichiara il Sindaco Botta -. Questo percorso non si conclude oggi con la nomina degli assessori Palmeri e Ferraro, ma continua poiché è mia intenzione costruire una coalizione che metta Menfi al centro".
"L’esperienza della giunta tecnica – conclude Botta – non sarà affatto accantonata, visti i risultati raggiunti. Insieme, continueremo a programmare puntuali ed efficaci iniziative di rilancio e di sviluppo economico e sociale, per proiettare Menfi con fiducia al futuro".

Nei prossimi giorni saranno redistribuite le deleghe anche tra gli assessori neo-designati.

domenica 16 ottobre 2011

Sicilia - Menfi, inaugurato miniautodromo Off Road "Crazy Valley Menfi"

Sicilia | Menfi (Agrigento) - Si è svolta stamane l'inaugurazione del miniautodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi”. Davanti ad un pubblico appassionato e numeroso, costituito da gente del luogo ma soprattutto dell'hinterland, si sono confrontati piloti dilettanti e professionisti provenienti da ogni parte della Sicilia. I manovratori di questi piccoli bolide si sono esibiti nel nuovo impianto subito dopo l'inaugurazione ufficiale. Le loro performance, emozionanti e coinvolgenti, hanno dato vita ad uno show ineccepibile riuscendo a catturare l'attenzione persino dei più piccoli. Da sottolineare l'ottima prova dell'unico menfitano in gara, Filippo Liberto, che ha ben figurato contro avversari di rilievo tra cui il campione italiano in carica Andrè Pellegrino.

A Salvatore Sutera, Rosario Sutera, Maurizio Libasci, Salvatore Montalto e Mauro Ciaccio va il mio personale e sentito plauso. Con competenza, professionalità e passione sono stati in grado di creare un impianto unico nel suo genere in tutta la Valle del Belice.



Caratteristiche
Lunghezza Pista: 350 mt circa;
Larghezza Pista: di 5 mt;
Terreno: completamente stabilizzato. E' in grado di drenare grandi quantità d'acqua (ex campo di calcio).
Palco piloti: altezza di 3,20 mt (piano calpestabile). Può ospitare oltre 12 piloti.
Box coperti: 100 m².

Servizi
L'impianto è dotato di corrente elettrica 220 volt; zona lavaggio con acqua e compressore aria; parcheggi interni; servizi igenici e bar.


Come arrivare a Menfi (Agrigento) al Mini Autodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi
Via Vulcano, presso il parco dello sport (di fianco i campi di calcetto dell’associazione sportiva mai dire gol).

GPS Global Positioning System - Lat 37,608485    Lon 12,965048

Da Palermo: – Autostrada A29 direzione Mazara del Vallo, uscire per Castelvetrano – S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

Da Agrigento: – S.S. 115 per Menfi direzione Trapani. Dopo Sciacca, percorrere la strada fino all’uscita di Menfi.

Da Messina: – Autostrada A20 direzione Palermo, uscire allo svincolo di Via Ernesto Basile la S.V., S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

venerdì 14 ottobre 2011

Chiusa Slow Food Sicilia

Da sinistra Roberto Burdese e Pippo Privitera
La lettera è arrivata la settimana scorsa ma il tam tam tra gli iscritti di Slow Food era cominciato qualche giorno prima.

Chiusa Slow Food Sicilia, salta il responsabile, Pippo Privitera, che di fatto viene esautorato. A comunicarlo una lettera di Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. Nulla di ufficiale su cosa sia successo per far scattare una decisione così drastica. I boatos parlano di gravi irregolarità amministrative e comunque i vertici di Slow Food hanno già fatto saltare una serie di appuntamenti nell'ambito di alcuni eventi enogastronomici dov'era coinvolta Slow Food Sicilia di cui Privitera sino a pochi giorni fa è stato presidente.

Burdese in buona sostanza spiega che il provvedimento è stato deciso a seguito di problemi e grandi criticità manifestatesi dal congresso regionale dello scorso anno che ad oggi non avrebbero trovato soluzioni nonostante tutti i tentativi effettuati in questi ultimi mesi. E così Burdese fa sapere che ogni contatto siciliano nei confronti di Slow Food avverrà sotto la responsabilità della segreteria nazionale stessa e andrà concordato con la sede nazionale, in particolare con il segretario nazionale di Slow Food Italia, Daniele Buttignol e le persone delegate da quest'ultimo. Continuità invece per le singole condotte che potranno rimanere "pienamente operative" sia quelle attive che quelle da avviare nei prossimi mesi. Anche se adesso, tra quelle esistenti, non sono da escludere cambi di guardia repentini.

Privitera era il responsabile di Slow Food Sicilia da circa cinque anni. Parecchie le iniziative a sua firma, tra le quali, fra le più importanti, il progetto per il rilancio del Suino Nero dei Nebrodi. Tra le sue incompiute quella del mancato riavvio della condotta di Palermo, ormai inattiva da molto tempo sebbene lo stesso Privitera sia stato una sorta di fiduciario provvisorio nell'ultimo anno.

Fonte: cronachedigusto.it

Tutti i presidi di Slow Food in Sicilia verranno mantenuti e si continuerà a salvaguardare la tipicità dei territori, con l'unico gap che non ci sarà più una segreteria organizzativa a livello regionale, ma solamente le condotte provinciali e locali.

Fianco a Fianco: “Ai Comuni il controllo sui rifiuti”

Lunedì 17 Ottobre 2011 alle ore 17.30 presso l’Aula Consiliare del Comune di Menfi sita in Piazza Vittorio Emanuele si svolgerà l’iniziativa promossa dal Gruppo FiancoaFianco nel PD sul tema “Modificare la l.r. n9 del 2010 ai comuni ed ai cittadini il controllo sulla raccolta dei rifiuti”.

All’iniziativa interverranno:
  • Saverio Palminteri – Capogruppo PD Comune di Menfi;
  • Giuseppe Napoli – Esperto;
  • Filippo Giglio – Consulente;
  • Enzo Marinello – Commissario liquidatore SOGEIR;
  • Mimmo Fontana – Presidente Legambiente regionale;
  • Daniele Cammilleri – Capogruppo PD Provincia Regionale di Agrigento; 
  • Giovanni Panepinto – Deputato Regionale PD 

Contributi dei Sindaci dei Comuni del Belice e Concluderà i lavori Giacomo Scala.

Sarà un appuntamento importante di confronto e proposta- sostiene Giovanni Panepinto- sulla tematica dei rifiuti e della gestione di questi. Una tematica oggi più che mai attuale ed importante che necessita di seri approfondimenti e soprattutto momenti di confronto con i cittadini e con gli esperti

Lo scandalo delle banche irlandesi

V.S., risparmiatore veneto, aveva investito 15mila euro in obbligazioni emesse dalla Bank of Ireland. Tornato dalle vacanze estive, ha scoperto che i suoi 15mila euro erano diventati 15 centesimi di euro: i risparmi faticosamente accumulati non bastavano più neppure per comprare una caramella.
F.R e altri tre facoltosi risparmiatori romani hanno avuto lo stesso shock al ritorno dalle vacanze: il milione di euro investito nei bond di Bank of Ireland si era trasformato, senza alcun preavviso, in 10 euro. Sono almeno 150-200 le famiglie italiane coinvolte nell'incredibile storia di Bank of Ireland.

È questa la disavventura capitata a molti risparmiatori italiani, che avevano investito nei bond subordinati emessi da Bank of Ireland. L'istituto irlandese questa estate ha ristrutturato il suo debito, proponendo nuove obbligazioni in cambio dei vecchi bond: chi avesse aderito all'offerta avrebbe avuto le nuove obbligazioni in cambio delle vecchie, mentre chi non avesse aderito avrebbe avuto un centesimo di euro come rimborso per ogni mille euro investiti.

Perchè centinaia di risparmiatori italiani non hanno aderito allo scambio? Come mai si sono trovati sul conto corrente quel misero centesimo?
Perché nessuno – neppure la loro banca – li ha mai avvertiti della ristrutturazione dei debiti di Bank of Ireland. Morale: non sapendo nulla, non avendo alcuna informazione, tanti ignari risparmiatori non hanno aderito allo scambio. Così hanno visto improvvisamente svanire i risparmi: mille euro sono diventati un centesimo, come prevedeva il trattamento riservato a chi non avesse aderito all'offerta di scambio.
Lo scandalo irlandese ha colpito non solo i risparmi delle famiglie, ma anche quelli di amministratori delegati di aziende e banche. Anche "addetti ai lavori" sono rimasti incastrati in questa disavventura, anch'essi non hanno avuto alcuna informazione.

La stessa legge del 'taglione' non è stata applicata solo dalla Bank of Ireland, ma da altri istituti: per esempio la Allied Irish Bank. Anche questa banca ha ristrutturato le sue obbligazioni subordinate riservando, a chi non aderiva all'offerta, lo stesso trattamento: il rimborso immediato di un centesimo per ogni mille euro investiti.

Le banche italiane l'informazione sulla ristrutturazione l'hanno avuta, attraverso Clearstream o Euroclear, ma nella maggir parte dei casi non hanno avvertito i clienti. Alcuni istituti l'hanno fatto in ritardo, perché l'informazione è arrivata loro quando ormai l'offerta di scambio stava per scadere. Altri non l'hanno fatto per niente. Così i risparmiatori non ne sapevano nulla: persino un noto banchiere, che conosce bene il mondo obbligazionario, è cascato nel tranello irlandese.

Ora non restano che le associazioni dei consumatori e un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Elio Lannutti (ancora senza risposta).

Tratto da: ilsole24ore.com

giovedì 13 ottobre 2011

Appello per l'Europa

Pubblichiamo il testo di una lettera aperta firmata da 100 eminenti personalità europee, tra i quali ex presidenti, capi di Governo, ministri degli Esteri e dell'Economia, commissari Ue, imprenditori , economisti e intellettuali. Tra i firmatari George Soros, Joschka Fischer, Emma Bonino, Mario Baldassarri ed Emma Marcegaglia.

La crisi dell'euro richiede una soluzione, subito. Le attuali misure, insufficienti e tardive, condizionano negativamente la situazione finanziaria globale. L'euro non è certo perfetto, come ci ha mostrato questa crisi. Ma la soluzione consiste nel correggerlo piuttosto che nel permettergli di minacciare e forse distruggere il sistema finanziario globale.

Noi, preoccupati per il futuro della nostra Europa, facciamo appello ai governi dell'Eurozona affinché raggiungano un consenso sulla necessità di un accordo giuridicamente vincolante che:
  1. stabilisca una tesoreria unica che raccolga fondi per l'Eurozona nel suo complesso e garantisca che gli stati membri aderiscano alla disciplina fiscale; 
  2. rafforzi la supervisione e regolamentazione finanziaria comune e crei un sistema centralizzato di tutela dei depositi all'interno dell'Eurozona; 
  3. sviluppi una strategia che produca sia convergenza economica che crescita, dato che il problema del debito non si può risolvere senza crescita. 
Fino a quando non verrà negoziato e ratificato un accordo giuridicamente vincolante, i governi dell'Eurozona dovranno dare mandato al Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF) e alla Banca centrale europea (BCE) per cooperare al fine di riportare la crisi sotto controllo. Tali istituzioni potrebbero garantire ed, infine, ricapitalizzare il sistema bancario e permettere ai paesi in difficoltà di rifinanziare il proprio debito, entro limiti prestabiliti, emettendo buoni del tesoro che possono essere ceduti a risconto alla BCE, di fatto senza costi.

Facciamo appello ai Parlamenti dei paesi dell'Eurozona affinché riconoscano che l'euro richiede una soluzione europea. La ricerca di soluzioni a livello nazionale può solo portare alla dissoluzione.

Tra i cento firmatari di questa lettera aperta ci sono: Martti Ahtisaari (Finlandia), Emma Bonino, Bertrand Collomb (Francia), Jean-Luc Dehaene (Belgio), Hans Eichel (Germania), Joschka Fischer (Germania), Alfred Gusenbauer (Austria), Bernard Kouchner (Francia), Emma Marcegaglia (Italia), Tadeusz Mazowiecki (Polonia), Ana Palacio (Spagna), Javier Solana (Spagna), Pedro Solbes (Spagna), Guy Verhofstadt (Belgio), Vaira Vike-Freiberga (Lettonia), Antonio Vitorino (Portogallo).
Tra i firmatari ci sono anche gli altri italiani Mario Baldassarri, Massimo D'Alema, Gianfranco Dell'Alba, Fiorella Kostoris, Giuseppe Scognamiglio.

Leggi anche: Soros: «Una vera riforma per il Trattato Ue»

Fonte: ilsole24ore.com

mercoledì 12 ottobre 2011

La Regione indice conferenza di servizi per le centrali a biomasse di Menfi

Il dipartimento regionale dell'energia della Regione Sicilia, ha indetto due conferenze di servizi per i progetti delle centrali a biomasse previste nei Comuni di Menfi e Ribera.

Nonostante le deliberazioni dei consigli comunali e le proteste delle associazioni, la Regione sta ancora esaminando le procedure. Per i progetti di Tre tigli e Fast Wind (Menfi) e Re Wind (Ribera), si tratta della seconda conferenza di servizi in ambito regionale.

Quella riguardante l'impianto Tre tigli di Menfi (24 mega watt) la conferenza si terrà il 30 novembre, così come il progetto della Fast Wind (impianto 0,68 Mega Watt).
La conferenza dell'impianto di Ribera (68 Mega Watt) si terrà invece il 7 dicembre. Gli impianti sono stati più volte tema di polemiche e di prese di posizione.

La popolazione e la classe politica ritengono che non forniscono sufficienti garanzie in tema di impatto ambientale e di difesa dell'atmosfera. Per qualcuno ci sarebbe anche il rischio che una volta esaurite le biomasse, gli impianti si trasformino in inceneritori.

Il sito dell'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità

Il file della Convocazione Conferenza di Servizio ex Art. 12 del D.lgs 387 2003

Peculato, concussione e truffa: invito a comparire per Eugenio D’Orsi

Il palazzo di giustizia di Agrigento
Un avviso a presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini è stato fatto notificare dalla Procura della Repubblica di Agrigento al presidente della Provincia della Città dei Templi, Eugenio D'Orsi. I reati ipotizzati sono peculato, concussione e truffa.

Il provvedimento all'esponente politico è stato notificato dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Al centro dell'inchiesta ci sarebbero alcuni atti compiuti dal presidente della Provincia di Agrigento. Tra questi la messa in dimora nella sua abitazione di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano invece destinate a spazi verdi pubblici, aiuole di scuole e al giardino botanico. Secondo la tesi dell'accusa, D'Orsi avrebbe fatto svolgere lavori in una sua proprietà senza pagarli, o pagandoli di meno, a imprese che avevano in esecuzione appalti con l'Ente e avrebbe usufruito di rimborsi spesa per pasti in realtà non sostenuti o non nell'interesse pubblico.

Inoltre il presidente D'Orsi, sostiene la Procura, avrebbe conferito incarichi esterni per esigenze per le quali l'Ente avrebbe potuto fare fronte con proprio personale.

Il presidente D'Orsi, nel luglio scorso, era già stato raggiunto da un'inchiesta della Procura "Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio". Prima l’indagine sulle spese di rappresentanza, poi quella sulla realizzazione di una casa alle porte di Agrigento; poi le palme destinate alle scuole ed al giardino botanico ed invece, secondo l’accusa, collocate nella nuova abitazione del presidente... Insomma sembra davvero indaffarato. La Procura farà luce su questa triste vicenda ed accerterà se l'azione amministrativa del Presidente mirava all'interesse dell'intera comunità agrigentina o meno.

martedì 11 ottobre 2011

Il Parlamento degli inquisiti

Un database dettagliato con tutti i nomi dei parlamentari nei 'guai' con la giustizia. Tra Montecitorio e Palazzo Madama siedono deputati e senatori con sentenze di condanna sulle spalle, in attesa di processo oppure rinviati a giudizio.
In totale sono 85 i parlamentari che hanno pendenze con la giustizia: 54 alla Camera e 31 al Senato. Tra questi, 29 hanno ricevuto una sentenza di condanna, 9 hanno beneficiato di una prescrizione e 5 sono stati condannati dalla Corte dei conti. Il Popolo delle libertà batte tutti, segue il Pd e la Lega.
In questa triste classifica primeggio il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha ben sei processi in corso: frode fiscale (Mediaset), corruzione in atti giudiziari (Mills), frode fiscale e appropriazione indebita (Mediatrade), prostituzione minorile e concussione aggravata (Ruby), diffamazione aggravata dall’uso del mezzo televisivo, abuso d’ufficio (Trani).

Nella tabella la top ten dei partiti

PARTITO TOTALE CAMERA SENATO
PDL 51 31 20
PD 11 7 4
LEGA 6 4 2
UDC 5 4 1
RESPONSABILI 4 4 0
API 1 0 1
IDV 1 1 0
MISTO 6 3 3


In Sicilia il record. Uno su tre è indagato, sotto processo oppure è già stato condannato per reati che vanno dal peculato alla truffa, passando per associazione mafiosa e abusi d'ufficio vari. Un record, quello dell'Assemblea regionale siciliana, che vede 28 deputati su 90 nella poco onorevole lista di persone che hanno avuto o hanno ancora a che fare con la giustizia.

L'ultimo in ordine di tempo a essere finito agli arresti domiciliari è stato il deputato autonomista di Sicilia Vera, Cateno De Luca: i pm lo hanno arrestato per "tentata concussione" nella compravendita di un terreno nel suo Comune, Fiumedinisi, del quale è anche sindaco.
A precedere De Luca, il Pid Fausto Fagone, finito in carcere per concorso in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta Iblis: la stessa inchiesta che vede indagato il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il deputato Giovanni Cristaudo.

Ma le cronache siciliane ormai settimanalmente raccontano di politici regionali coinvolti in inchieste giudiziarie: agli arresti domiciliari è finito pure Riccardo Minardo, esponente dell'Mpa accusato di truffa ai danni dello Stato e dell'Unione europea. In manette anche Gaspare Vitrano, parlamentare del Partito democratico arrestato mentre intascava una presunta tangente per il fotovoltaico.
Tra gli scranni dell'Assemblea regionale non mancano poi i condannati con sentenza definitiva e quelli che per evitare lunghi processi hanno patteggiato la pena. In questo secondo elenco c'è a esempio il deputato e sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, che nel suo palmares vanta una non onorevole condanna definitiva per peculato: utilizzò l'autoblu fino in Puglia per partire in crociera con la moglie.
Mentre Salvino Caputo, collega del Pdl che presiede la commissione Attività produttive, è stato condannato a due anni (pena sospesa) per abuso d'ufficio e falso ideologico in atto pubblico: secondo il Tribunale di Palermo, l'ex sindaco di Monreale nel 2004 avrebbe dispensato dal pagamento di multe automobilistiche un assessore e l'autista del vescovo.

Fonte: inchieste.repubblica.it/

lunedì 10 ottobre 2011

I frondisti all'attacco del Premier

Le lancette dell'orologio sembrano tornate indietro quasi ad un anno fà. Oggi come allora si tenta l'agguato a Berlusconi.
Il 14 dicembre 2010 ci provarono Fini e Casini ma il tentantivo non riuscì. Oggi sembrerebbero volerci provare i "frondisti" capeggiati da Scaiola e Pisano.

Un colpo di mano che potrebbe avvenire in occasione dei passaggi parlamentari della legge sulle intercettazioni, in aula mercoledì 12 ottobre 2011, e del decreto sviluppo previsto il prossimo 20 ottobre 2011.



Ma chi sono i "Frondisti" ?!
L' area dei frondisti nel Pdl dovrebbe esser circoscritta ad una quarantina tra deputati e senatori che si riconoscono nelle posizioni dell' ex ministro Claudio Scaiola o del presidente della commissione Antimafia Beppe Pisanu: un nucleo accusato di ribellismò o di tradimentò dai berluscones più fedeli, e guardati con diffidenza e apprensione dai vertici del Partito, a cui vanno aggiunti alcuni parlamentari della maggioranza che fanno parte di Forza Sud, del gruppo misto o dei responsabili. In tutto si tratterebbe di almeno una quarantina: 30 deputati e 10 senatori che si incontrano con discrezione e intendono dar vita ad un documento articolato da sottoporre al presidente del Consiglio in cui si chiede» un cambio di passo una scossa come ha detto ieri Scajola a Sant Vincent.

Ma non è escluso l'invito al passo indietro del Cavaliere come apertamente chiede da tempo Pisanu. Stilare la lista dei dissidenti è quasi impossibile, un pò perchè c'è un clima da caccia al nemico interno e un pò perchè questo malpancismo sotto traccia non si è ancora enucleato in qualcosa di scritto o in una corrente alla luce del sole.

Comunque i nomi che più circolano riguardano 13 deputati del Pdl con Scajola tra cui sembra ci siano Ignazio Abrignani, Roberto Antonione, Massimo Berruti, Roberto Cassinelli, Salvatore Cicu, Fabio Gava, Gaetano Pecorella, Michele Scandroglio, e 10 senatori.
Tra i nomi che sono circolati ci sarebbero i senatori Franco Orsi, Raffaele Lauro, Giuseppe Saro ma anche a Palazzo madama sono piovute smentite. Tra i "congiurati", sulla stampa sono finiti anche i nomi del presidente della commissione Esteri Lamberto Dini e l'ex presidente del Senato Marcello Pera. Entrambi hanno smentito ipotesi di congiura o atteggiamenti carbonari.

Al di là della cerchia dei parlamentari del Pdl, andrebbero ad ingrossare le file dei frondisti quattro deputati del gruppo misto fuoriusciti dal partito di Berlusconi, tra cui Mario Baccini e Santo Versace, sei deputati di Forza Sud: oltre a Gianfranco Miccichè ci sarebbero Giuseppe Fallica e Gianfranco Grimaldi.

Anche tra i responsabili di Scilipoti, che sono venuti in soccorso di Berlusconi dopo lo strappo dei finiani ci sarebbero almeno tre frondisti. A Palazzo Madama, oltre alla cerchia del Pdl ci sarebbero, tra i frondisti, i senatori di Forza Sud Adriana Poli Bortone, Roberto Centaro e Salvo Flores. Fuori dal Parlamento non mancano le voci di chi come il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente del Lazio Renata Polverini e della Lombardia Roberto Formigoni, non hanno fatto mancare le loro critiche all'esecutivo.

sabato 8 ottobre 2011

Fini a Palermo: "C'è un'Italia in cui credere"

"In Italia quello che va ridotto non è il costo della politica ma di tutti quegli apparati che nel corso degli anni sono proliferati attorno alla politica e la Sicilia non è certo la Regione con il modello più virtuoso".

Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini parlando agli imprenditori nella sede di Confindustria a Palermo.
Fini ha parlato anche del ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, dicendo che se è rimasto in carica è stata un occasione persa da parte della maggioranza che per "opportunità" politica avrebbe potuto esprimersi diversamente, anche se l'accusa di mafia, ha aggiunto il leader di Fli, dovesse cadere.

La legge sulle intercettazioni: "La legge sulle intercettazioni non è la migliore legge per l'interesse nazionale ma forse per l'interesse personale di qualcuno". Gianfranco Fini boccia il testo che Cavaliere e maggioranza vogliono fortemente e che contiene norme in grado di depotenziare un indispensabile strumento di indagine. E sempre sulla questione giustizia lancia una nuova frecciata al premier: "Un giorno serve il processo breve e un giorno il processo lungo a seconda di quello che conviene".

Legge elettorale. "Va cambiata, ma c'è un "paradosso: si va a votare con una legge fatta dal parlamento, o dal referendum o, ancora peggio, con quella attuale? - dice Fini - Che logica è fare la legge elettorale senza sapere quale sarà il numero dei parlamentari domani, o se il senato continuerà a mantenere l'assetto attuale, che è lo stesso del 1948?".
E' giunto il momento di tagliare, rilancia il presidente della Camera: "Come è possibile continuare ad avere 945 parlamentari, centinaia di consiglieri e deputati regionali con costi a volte piu" alti di quelli nazionali e poi, Comuni, consorzi. C'è un reticolo e un apparto che è diventato insopportabile. E' lì che si deve disboscare".

La crisi economica.
E' la credibilità del governo che rende possibile la patrimoniale, come disse Einaudi già nel 1946" incalza Fini. Che si dice favorevole ad un innalzamento dell'età pensionabile. Ad una condizione: "Che quello che lo Stato risparmierebbe vada a costituire un fondo per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e per migliorare la loro professionalità".
 
Il futuro "Il vizio della politica italiana è quello di usare lo specchietto retrovisore o pensare solo al presente. Non ci si chiede quale sarà lo scenario tra 10 anni. Ieri Draghi ha detto che l'Italia rischia di bruciare una generazione, in quanto abbiamo il più alto tasso di giovani che non lavorano e non studiano nell'Unione europea. Vogliamo affrontare questo problema?  - si domanda Fini - Guardiamo alla Germania che ha deciso che per i prossimi 15 anni chiunque governi avrà nel bilancio alla voce della ricerca sempre il segno più".

Poi tocca alla Lega. E i toni si fanno irridenti. "Quelli della Lega danno il meglio quando a Pontida si vestono da Unni e Barbari. la secessione? Fuori dalla storia". E anche il federalismo finisce nel mirino di Fini: "Mi dispiace dirlo ma il federalismo ha aumentato il prelievo fiscale. Era stato caricato di attese miracolistiche, come se fosse la panacea di tutti i mali".

Clicca qui per vedere il video di Gianfranco Fini al Politeama di Palermo.

venerdì 7 ottobre 2011

Sicilia, tagli agli stipendi di sindaci e consiglieri

Ci sono i tagli agli stipendi dei sindaci, dei presidenti delle province e dei consiglieri. E ci sono anche i limiti alle consulenze e l’obbligo di chiudere le società partecipate. Eccola la manovra sugli enti locali. La Finanziaria approvata dalla giunta Lombardo lunedì sera prevede 4 degli articoli più corposi su questa materia.

La prima norma è quella che prevede un taglio del 20% alle retribuzioni dei sindaci e dei presidenti delle Province. Misura che si accompagna alla riduzione dei compensi per tutte le altre figure di amministratori: ai presidenti dei consigli comunali e provinciali, così come agli assessori, andrà una indennità di funzione pari solo al 20% di quella dei sindaci e dei presidenti della Provincia. Si tratta di indennità che vanno ulteriormente dimezzate se chi le percepisce ha anche un secondo lavoro per cui non ha chiesto l’aspettativa.
 C’è un taglio anche per i consiglieri comunali e provinciali: la loro indennità di funzione sarà limitata al 10% di quella dei sindaci e presidenti di Provincia. Non verrà invece dato alcun compenso ai componenti degli organi assembleari delle unioni di Comuni. E nei Comuni con meno di 15 mila abitanti sarà possibile avere un solo revisore dei conti.
Gli stessi Comuni non potranno più detenere partecipazioni in società, fondazioni, enti e istituzioni varie. E, in generale, i Comuni con meno di 30 mila abitanti entro il 31 dicembre 2013 devono mettere in liquidazione le partecipazioni che detengono ancora nelle società. I Comuni con più di 30 mila abitanti possono mantenere le partecipazioni ma nelle società scatta il divieto di assunzione e un taglio dei compensi ai vertici amministrativi.


I sindaci di Comuni con più di 50 mila abitanti potranno avere un massimo di due consulenti, che a loro volta potranno avere un compenso pari al massimo a quello dei dipendenti comunali. La Finanziaria ribadisce l’input agli enti locali a vendere i propri immobili per far cassa. 
Confermata la norma che fissa a 750 milioni il fondo destinato dalla Regione al finanziamento di Comuni e Province (resta quindi il taglio di 80 milioni già applicato quest’anno rispetto al 2010). Confermata anche la norma che obbliga i Comuni minori limitrofi (sotto i 10 mila abitanti) a unificare gli uffici tecnici comunali.


Se l’Ars approverà la Finanziaria in questa versione - ma è impensabile che non arrivino modifiche durante il voto in Parlamento - scatterà pure la soppressione delle circoscrizioni nelle città. 
La manovra prevede in ogni caso la soppressione della figura del garante per i detenuti, ruolo oggi affidato al parlamentare nazionale di Forza del Sud Salvo Fleres. Un incarico che ha suscitato grandi polemiche, soprattutto da parte del Pd con Pino Apprendi, per via del compenso che si attesta sui centomila euro l’anno.
Il testo messo a punto dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, prevede anche la trasformazione del Cas - Consorzio autostrade siciliane - in ente pubblico economico. Ciò dovrebbe permettere, spiegano i tecnici, la stabilizzazione di parte dei precari a cui andrebbe applicato il contratto collettivo nazionale del personale delle società e dei consorzi concessionari di autostrade.

Le polemiche:
"La Regione combatta gli sprechi, non la democrazia". Lo afferma il deputato regionale Lino Leanza (Mpa), commentando l'articolo della finanziaria regionale, varato dalla giunta che "tra l'altro riduce in maniera indiscriminata le indennità a sindaci, presidenti e consiglieri di comuni e province siciliani". "Il taglio  delle indennità dal 20 al 40% agli amministratori degli enti locali, - osserva - si accanisce contro chi è stato scelto democraticamente dal popolo, rischia di riconsegnare la Sicilia alle lobby, ai poteri forti, ai ricchi, uccide la democrazia e quindi la partecipazione popolare".  Per Leanza: "La riduzione dell'indennità penalizza gli amministratori e mette seriamente a rischio l'esercizio democratico".

L'Mpa ha poi corretto dicendo che "i tagli alle indennità vanno dal 20 al 90 %. I tagli sono così ripartiti: 20 % ai presidenti e sindaci, 90 % ai consiglieri comunali e provinciali, 100 % ai rappresentanti di circoscrizione".

Anche l'Udc è contro l'articolo della finanziaria e annuncia un emendamento per cambiarlo.
Secondo Rudy Maira, capogruppo del Pid all'Ars, invece "si rischia un'operazione populista che demotiverà tanti cittadini all'impegno politico e magari aprirà a una stagione in cui le cariche pubbliche verranno ricoperte per censo". 

Fonte: gds.it