martedì 31 maggio 2011

Lombardo e Venturi litigano, Viviani resta.

Riccardo Viviani
La guerra ormai per nulla sottotraccia tra l’assessore Marco Venturi e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo è ormai evidente e numerosi sono stati gli interventi anche polemici, sul caso.

La causa, all’apparenza, sarebbe la nomina a consigliere della Camera di commercio di Agrigento, Riccardo Viviani che ha un processo d’appello in corso dopo una condanna per truffa ai danni dell’Ente camerale.

Venturi vuole la testa di Marco Romano, direttore regionale dell’assessorato alle Attività produttive, soprattutto “cane da guardia” (diciamo pure controllore di Venturi) per conto del governatore. E Lombardo per tutta risposta ha inviato gli ispettori all’interno dell’assessorato di Venturi.
Insomma, un putiferio che vede gongolante e beato proprio Riccardo Viviani che assiste divertito allo scontro Lombardo-Venturi, e soprattutto, resta al suo posto. Viviani, che è stato in Giunta per cinque anni ed è consigliere camerale uscente, non si è dimesso e non lo farà. Sa che la legge è della sua parte.

Nessun atto di imperio potrà togliergli la carica. Si, perché, anche se è sfuggito a molti, la legge 580 del 28.12.1993 sul riordino delle Camere di Commercio, recita testualmente: “Non possono fare parte del Consiglio coloro che, per fatti compiuti in qualità di amministratori della Camera di Commercio, siano stati dichiarati responsabili verso la medesima con sentenza definitiva e non abbiano estinto il debito”.
Riccardo Viviani, in effetti, ha subito un processo per peculato ed è stato condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione (e non tre anni come scritto da molti). Ed ha proposto appello. Inoltre, come si legge nella sentenza (pagina 13): “Viviani ha interamente restituito l’ammanco compreso gli interessi passivi…”; “…egli si è dunque, prima del giudizio, spontaneamente ed efficacemente adoperato per elidere o attenuare le conseguenze dannose del reato”.
Contestualmente i giudici hanno sospeso l’esecuzione della pena (principale ed accessoria). Tutto questo rende impossibile ogni iniziativa di rimozione coatta del consigliere camerale e se ciò dovesse accadere verrebbe violata la legge.

Dopo il tourbillon di notizie a senso unico, abbiamo intervistato Viviani che sulla vicenda afferma: “Non mi sono dimesso e non mi dimetterò. Volevo dimettermi, come atto personalissimo di sensibilità, ma dopo aver letto e sentito le argomentazioni di Arnone e il quadretto che è venuto fuori con l’assessore Venturi ho deciso di restare. E se Venturi adotta provvedimenti che per legge non può adottare, ricorrerò al giudice. Fermo restando che ho sensibilità da vendere e che insieme a chi mi ha designato decideremo cosa fare”. Sin qui Viviani.
E l’assessore cosa farà? Prenderà un provvedimento contra legem? E si farà denunciare ancora una volta, anche in sede penale, come avvenuto con Stefano Catuara, presidente dell’Asi?
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Inserito il 18 giugno 2011.
Con decreto del Decreto del Presidente della Regione n. 218/Serv. 1°/SG del 7 giugno, viene dichiarata la decadenza dell’ex sindacalista Leonardo Riccardo Viviani dal Consiglio della Camera di Commercio. Lombardo ha accolto la proposta dell’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, il quale ha affidato alla struttura assessoriale, presieduta dall’avvocato agrigentino Luigi Restivo, il compito di redigere una relazione nel merito, che poi è stata trasmessa al presidente della Regione.

lunedì 30 maggio 2011

Il blogger Carlo Ruta condannato per "stampa clandestina"

Hai un blog?! Stai attento, puoi essere accusato di "stampa clandestina"!

Il giornalista e blogger siciliano Carlo Ruta, è stato condannato dalla Corte d'Appello di Catania, a 150 euro di ammenda e al versamento di spese processuali per un totale di 5 mila euro, perché il suo blog si poneva in contrasto con l'articolo 16 della legge sulla stampa n. 47 del 1948.

La sentenza conferma la condanna di primo grado in seguito ad una denuncia dell’allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che si riteneva danneggiato dall’attività del blog di Ruta.

La Corte ha stabilito quindi che il blog di Ruta deve essere equiparato a un giornale cartaceo quotidiano: pertanto avrebbe dovuto essere registrato come testata giornalistica presso il Tribunale, e invece non lo era, come la maggior parte dei blog.

La difesa naturalmente sostiene che il blog è uno strumento di documentazione e non può essere considerato come un prodotto giornalistico. Quello di Ruta, fra l’altro, come è risultato da alcuni accertamenti, veniva aggiornato episodicamente e senza regolarità periodica.
Il sito (accadeinsicilia.it), offline ormai dal 2004, documentava vicende di malaffare e di connivenza tra politica, mondo degli affari e criminalità organizzata, raccoglieva materiale storico, narrava eventi come la strage di Portella della Ginestra ma anche semplici inchieste di maggiore attualità. Si può avere un'idea del suo contenuto attraverso la macchina del tempo del sito Webarchive.org  (blog incriminato).
Ruta, nonostante il reato sia ormai andato in prescrizione, farà ricorso in Cassazione per provocare un pronunciamento di legittimità della Suprema Corte su una questione che considera di interesse generale, con pesanti effetti sulla libertà di espressione e di informazione. 

Carlo Ruta
Egli infatti dichiara: «È una sentenza liberticida che non colpisce solo me personalmente, riguarda tutto il web che vuole fare informazione in un certo modo. Si tratta di una questione di interesse generale, per la quale chiederemo alla Suprema Corte un giudizio di legittimità. Casi di chiusura di siti web d’informazione sono successi solo in Cina, Birmania e a Cuba. Questa è una decisione unica a livello europeo. In Italia non esiste un singolo caso di applicazione del reato di stampa clandestina, neanche sul cartaceo. Altrimenti, sarebbero a rischio centinaia di pubblicazioni, addirittura i bollettini parrocchiali”.


La condanna in appello è un chiaro “intento intimidatorio” contro la libertà di stampa e informazione?

L’esito, ancora da scrivere, sarà in ogni caso di grande importanza per i destini della libertà d’espressione nel nostro Paese.

sabato 28 maggio 2011

Cassazione: risarcimento per danni morali da movida

Il disco-pub turba la tranquillita' e il riposo dei cittadini? Scatta il risarcimento per danni morali da movida.

Lo ha stabilito la Cassazione operando un giro di vite nei confronti di quei locali notturni che, a causa dei rumori molesti e degli schiamazzi, turbano il sonno degli italiani. In particolare, la prima sezione penale ha convalidato un risarcimento per danni morali pari a 5mila euro nei confronti di Mario L. e del suo nucleo familiare a causa dei disturbi provocati dal disco-pub 'Bloom' di Soleto in provincia di Lecce.

Inoltre la Cassazione fa notare che l'articolo 659 del Codice penale che punisce appunto il disturbo della quiete dei cittadini non guarda tanto se siano stati superati i decibel ma si basa su "criteri di normale sensibilita' e tollerabilita' in un determinato contesto socio-ambientale".

Il che, specifica ancor meglio la Cassazione, vuol dire che "l'accertamento acustico operati dai tecnici dell'Arpa, in quanto accertamento di carattere amministrativo trasfuso in atto pubblico, non ha valore peritale ed e' come tale liberamente valutabile dal giudice che puo' basarsi su altri elementi probatori acquisiti agli atti per ritenere i rumori non connaturati al normale esercizio dell'attivita' lavorativa e al normale uso dei suoi mezzi tipici e causa di disturbo della quiete, a prescidere dalla conoscenza dei decibel raggiunti".

In questo modo piazza Cavour ha respinto il ricorso di Andrea T., titolare del disco-pub che, oltre a dovere risarcire la famiglia disturbata con 5mila euro, e' stato anche multato per 300 euro.

A scanso di equivoci la Cassazione ricorda che per far scattare la multa prevista dall'art. 659 c.p. "e' necessario che le emissioni sonore rumorose siano potenzialmente idonee a disturbare il riposo o le occupazioni di un numero indeterminato di persone, anche se non tutte siano state poi in concreto disturbate e una sola di esse si sia in concreto lamentata".

Fonte: adnkronos

giovedì 26 maggio 2011

Nucleare in Italia: fiducia sul decreto legge "omnibus". Referendum a Rischio!

Probabili siti per nuovi impianti nucleari in Italia
Con 301 sì (Pdl-Lega e Inziativa Responsabile), due astenuti e 280 no (Pd-Idv-Udc-Fli-Api) la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto legge omnibus.
Il dl passerà al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica. A seguire, incassata la promulgazione da parte del Colle, il testo delle nuove norme sarà pubblicato in "Gazzetta Ufficiale" e quindi entrerà ufficialmente in vigore.
Da quel momento sarà la Corte di Cassazione a dover decidere se la norma rende inutile il referendum sull’energia atomica, già  fissato, insieme ai due sull’acqua e a quello sul legittimo impedimento, per il 12 e il 13 giugno prossimo.

La nuova legge contiene: Stop alle centrali nucleari e al referendum; aumento delle tasse sulla benzina per finanziare la Cultura; nuovo ruolo per la Cassa Depositi e Prestiti per difendere le aziende italiane dalle scalate straniere; Risorse per Pompei; proroga del divieto dell’incrocio tra Tv e giornali.

Sul Nucleare: il decreto inizialmente prevedeva una moratoria di un anno del programma nucleare, ma un emendamento del governo approvato in Senato abroga tutte le norme che riguardano la realizzazione di impianti nucleari decise con la legge 99 del 2009.
Secondo l'opposizione, il decreto mette "in stand by" i programmi sull'atomo, differendo a tempi migliori una scelta sul nucleare che altrimenti, visti i recenti disastri di Fukushima, sarebbe preclusa dalla vittoria del ”no” nelle urne.

Nel frattempo, il governo della vicina Svizzera ha deciso di abbandonare entro il 2034 l'energia nucleare. Le centrali saranno infatti disattivate alla fine del ciclo di vita e non saranno più sostituite. Per garantire l' energia elettrica necessaria, si punterà ad un maggior risparmio energetico, potenziamento energia idroelettrica e energie rinnovabili, sulle importazioni, ed eventualmente sulla produzione di energia elettrica a partire da combustibili fossili.

Decreto Legge Omnibus 34/2011, il testo originario e il testo risultante dalla conversione
Appello del WWF a Napolitano contro il dl Omnibus
Manifestazione di protesta di Greenpeace al Pincio

martedì 24 maggio 2011

Spagna: continua la protesta degli 'indignados'

Spagna: Puerta del Sol di Madrid
A Madrid continua la protesta degli "indignados" a Puerta del Sol.
Dopo la netta sconfitta dei socialisti di Zapatero dopo le elezioni regionali e locali di domenica, i manifestanti hanno annunciato che continueranno a portare avanti l’occupazione della piazza almeno per un’altra settimana.

Studenti, precari e disoccupati si sono accampati per giorni nei luoghi più rappresentativi di varie città.
Su tutti, Puerta del Sol a Madrid e Plaza de Catalunya a Barcellona. Altre manifestazioni si sono svolte a Valencia, Saragozza, Palma de Mallorca, Siviglia e Bilbao.


Chi sono gli indignados
Il loro manifesto:
Siamo persone comuni. Siamo gente come te: gente che si alza ogni mattina per studiare, lavorare o per cercare lavoro, persone che hanno famiglia ed amici. Persone che lavorano duramente ogni giorno per vivere e per dare un futuro migliore a chi le circonda. Alcuni si ritengono più progressisti, altri più conservatori. Altri credenti, altri no. Alcuni hanno un'ideologia ben definita, altri si sentono apolitici, ma tutti siamo preoccupati ed indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi, per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri....per l'impotenza del cittadino!

Questa situazione ci fa soffrire tutti i giorni. Ma se siamo tutti uniti, possiamo cambiarla. E' tempo di muoversi, è tempo di costruire insieme una società migliore.

Pertanto sosteniamo fortemente che:
  • Le priorità di qualsiasi società avanzata devono essere: uguaglianza, progresso, solidarietà, libertà di accesso alla cultura, sostenibilità ecologica e sviluppo, il benessere e la felicità delle persone.
  • Ci sono diritti fondamentali che dovrebbero essere protetti in queste società: diritto alla casa, occupazione, cultura, sanità, istruzione, partecipazione politica, libero sviluppo personale ed i diritti dei consumatori di accesso ai beni necessari per una vita sana e felice.
  • l'attuale funzionamento del nostro sistema economico di governo non riesce ad affrontare queste priorità e costituisce un ostacolo al progresso umano. 
  • La democrazia (demos=popolo, crazia=governo) parte dal popolo perciò il governo deve essere del popolo. Tuttavia in questo Paese la maggior parte della classe politica non ci ascolta neppure. Le sue funzioni dovrebbero essere di portare la nostra voce alle istituzioni, facilitando la partecipazione politica dei cittadini attraverso i canali diretti che offrano i maggiori vantaggi per la società in generale, non per arricchirsi e prosperare a nostre spese, frequentando solo i dettami delle maggiori potenze economiche ed aggrappandosi al potere attraverso una dittatura partitocratica guidata dall'immutata sigla PPSOE.
  • L'ansia e l'accumulo di potere tre pochi crea disparità, tensione ed ingiustizia, la quale porta alla violenza che noi respingiamo. L'obsoleto ed innaturale modello economico igente blocca la macchina sociale in una spirale che si consuma in se stessa arricchendo pochi e gettando nella povertà e scarsità il resto, fino al crollo.
  • La volontà e lo scopo del sistema è l'accumulo di denaro, che ha la precedenza su efficienza e benessere della società. Spreca le risorse, distrugge il pianeta, crea disoccupazione e consumatori infelici.
I cittadini sono parte d'ingranaggio di una macchina progettata per arricchire una minoranza che neanche conosce i nostri bisogni. Siamo anonimi, ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, siamo noi che muoviamo il ondo. Se come società impariamo a non affidare il nostro futuro ad un astratto ritorno economico, che non torna mai a vantaggio della maggioranza, saremo in grado di eliminare gli abusi e le carenze che soffriamo tutti.
E' necessaria una rivoluzione etica. Abbiamo messo il denaro al di sopra dell'Essere umano e dobbiamo metterlo al nostro servizio. Siamo persone non prodotti di mercato. Io non sono solo ciò che compro, perchè lo compro e a chi lo compro.

Fame nel mondo - Oxfam accusa il G8: gonfia le cifre sugli aiuti

Cifre manipolate e dati gonfiati nel rapporto del G8 sugli aiuti allo sviluppo.

All’uscita del dossier del G8 di Deauville, che fa il punto della situazione sull’impegno per la sicurezza alimentare e la salute, Oxfam Italia accusa gli 8 big dell’economia mondiale di “contabilità creativa”.

La ong usa i dati dell’Ocse per rifare il conteggio “ufficiale”: “non sono 49 ma 31 i miliardi stanziati dal G8 rispetto ai 50 promessi, mentre sono meno della metà i miliardi realmente destinati all’Africa (11 a fronte dei 25 previsti)”.

Secondo Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam Italia, “il goffo tentativo del G8 di coprire le sue mancanze ritoccando le cifre verso l’alto è un insulto ai più poveri del mondo”.

Per Oxfam anche l’Italia, che già si era aggiudicata la maglia nera tra i Paesi del G8 per gli aiuti allo sviluppo, “non si è sottratta alla mistificazione includendo nel rapporto alcune spese, come quelle per l’ambiente, l’acqua e lo sminamento fatte passare in modo forzato come Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) per gonfiare in modo artificioso il suo contributo”.

Per dare un’idea più precisa della portata della questione, Bacciotti ha spiegato che “il reale buco degli aiuti è di 19 miliardi di dollari, cifra che equivale a 7 giorni di spese militari dei Paesi del G8 e al solo 0,06% dei loro Pil aggregati”.
Grande il rammarico dell’ong italiana, che quantifica così i costi del mancato impegno dei big: “Tutti i bambini del mondo ora andrebbero a scuola, 80mila ostetriche in Africa avrebbero un salario e ci sarebbero un milione di zanzariere capaci di salvare molte vite”. Oxfam denucia inoltre la mancanza di informazione sugli investimenti nell’agricoltura e nella sanità, “che rende impossibile un’analisi esaustiva, sia in termini di quantità sia di qualità degli interventi”.

Secondo l’ong, lo stesso è accaduto per il finanziamento da 22 miliardi di dollari promesso tre anni fa dal G8 all’Aquiladi cui non si conoscono né il reale stato di pagamento, né l’impiego e nemmeno l’efficacia”, ha ammonito l’esperta.
Per tutti questi motivi, Bacciotti si è detta “delusa dal comportamento del G8 che ha disatteso l’impegno a aumentare la trasparenza e la rendicontazione del suo sistema”.

Comunicato Stampa Oxfam: I trucchi contabili del G8 non combattono la fame nel mondo

Fonte: http://www.sanitaincifre.it/

lunedì 23 maggio 2011

Giovanni Falcone: l’anniversario della strage di Capaci

Cade oggi il XIX anniversario della strage di Capaci in cui persero tragicamente la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, i tre agenti della scorta.

Numerose sono oggi le manifestazioni per ricordare la figura di uno dei giudici, insieme a Paolo Borsellino e tanti altri, che per combattere la mafia e “Cosa Nostra” persero tragicamente la vita solo per essere stati uomini fedeli allo Stato.
Quasi tutte le Istituzioni saranno infatti in piazza oggi per dimostrare affetto al magistrato da parte del mondo dello Stato e soprattutto di cittadini comuni.

Intanto sono già in arrivo al porto di Palermo le navi della legalità, una partita da Civitavecchia e l’altra da Napoli, con a bordo numerosi ragazzi provenienti da tutta Italia.
Nell'anniversario dell'Unità d'Italia – afferma il procuratore antimafia, Piero Grasso – dobbiamo essere tutti uniti e come un'armata di pace conquistare la Sicilia”.

Nell'aula bunker del carcere palermitano dell'Ucciardone (dove si svolse il Maxiprocesso) è previsto il dibattito “Giovanni e Paolo due italiani” in memoria anche del giudice Borsellino. L'evento principale dell'anniversario sarà moderato dal Direttore di Rai 150 Giovanni Minoli e si aprirà con i saluti del Procuratore Generale di Palermo Luigi Croce e del Presidente della Corte d'Appello di Palermo Vincenzo Olivieri.
Vedrà coinvolti il Presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone" Maria Falcone, il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni, il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, il Presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e le testimonianze di studenti, docenti, magistrati e rappresentanti delle Forze dell'Ordine.
Con l'occasione, sarà firmato dal Ministro Gelmini e da Don Marco Mori - Presidente del Forum degli Oratori Italiani - un Protocollo d'Intesa per promuovere l'impegno degli studenti in attività di volontariato sociale e di educazione alla legalità.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellinodichiara la sorella di Giovanni, Maria Falcone - sono due eroi moderni con un percorso umano e professionale segnato da un altissimo senso dello Stato, la cui missione ha tracciato un crocevia fondamentale nella storia del nostro Paese. Nell'anno delle celebrazioni per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia, la loro memoria, più vivida che mai, accende un riflettore sui valori fondanti delle democrazie moderne. Democrazie che spesso, per raggiungere il loro compimento, si sono avvalse di uomini come loro. Uomini che hanno donato la propria vita per garantire libertà e giustizia. Che hanno saputo interpretare, con grande sensibilità, un preciso momento storico, offrendo a tutti gli italiani un contributo di amore per la propria patria. L'esempio del sacrificio di Falcone e Borsellino significa oggi fare comprendere a tutti, ma soprattutto ai giovani, quanto sia importante credere e difendere i valori della nostra Costituzione”.

venerdì 20 maggio 2011

I Concorsi Pubblici in Italia sono truccati?

Il concorso pubblico dovrebbe servire a selezionare la classe dirigente di un paese. Scegliere i migliori di ogni categoria sulla base di criteri oggettivi basati sulla meritocrazia.
Volete che a fabbricare un ponte sia un ingegnere capace o un raccomandato che ha trovato il compito fatto? Quando vi fate operare volete che il chirurgo prenda in mano il bisturi dopo una "giusta ed equa valutazione" o solo dopo essere stato considerato "figlio di"?
Quando comprate un casa pagate caro un notaio per essere certi che nessuno verrà un giorno a rivendicare qualcosa.

Sembra invece che in Italia il cognome e l'appartenenza ad alcune caste sia un requisito maggiore del merito e faciliti l'accesso a posti di particolare prestigio. Storie di concorsi truffa, che quasi sempre finiscono con un nulla di fatto, e che spesso sono il paravento per gli usurpatori di cattedre che alla fine restano al loro posto, alla faccia dei migliori. L'inchiesta di Sabrina Giannini oltre a svelare i trucchi di alcuni concorsi universitari, svela anche il sistema e lo scambio di favori che consente di far vincere alcuni "prescelti".

Nell'inchiesta si parlerà anche dei concorsi per le categorie reputate tra le più nobili e prestigiose di una nazione civile, come quello per i notai recentemente annullato e quello per un posto di giudice del Consiglio di Stato vinto da chi ha presentato titoli non sufficienti per partecipare. A giudicarlo sono stati i suoi stessi colleghi da tre anni.
Lo avranno fatto con serenità, visto che proprio il Consiglio di Stato è considerato il massimo organo della giustizia amministrativa a cui spetta l'ultima parola sulla legittimità e correttezza dei concorsi pubblici?




Fonte: http://www.report.rai.it

Matteo Messina Denaro: Blitz in una masseria a Castelvetrano

L'ultimo identikit di Messina Denaro
Ieri mattina, poliziotti e carabinieri hanno fatto irruzione in un casolare nelle campagne di Castelvetrano. L'indicazione sul presunto covo era arrivata qualche giorno fa dai vertici dell'Aisi (servizi segreti), e sembrava precisa, come quelle che hanno permesso negli ultimi tempi gli arresti di altri latitanti eccellenti di Cosa nostra, da  Giuseppe Falsone a Gerlandino Messina. E' giallo sulle fonti che stanno scompaginando i vecchi equilibri di mafia.

Il blitz è scattato in grande stile, a Castelvetrano, nella storica roccaforte dell’ultimo superlatitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Ieri mattina, prima dell’alba, carabinieri e polizia hanno circondato una masseria, che si trova nelle campagne a una decina di minuti dal centro abitato. Il via libera per l’operazione è arrivato dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo, che coordinano le indagini su Messina Denaro. Sono stati momenti di grande tensione, l’irruzione è durata una manciata di minuti. Ma di Matteo Messina Denaro non si è trovata traccia in quel casolare disabitato, e nemmeno nelle zone circostanti.

Eppure, era arrivata un’indicazione precisa su quella masseria. Repubblica è in grado di rivelare che l’indicazione era anche "qualificata", perché era stata trasmessa pochi giorni fa a polizia e carabinieri dai vertici dell’Aisi, ovvero dai servizi segreti. Proprio come era accaduto nei mesi scorsi alla vigilia di altri fortunati blitz: nell’ottobre 2010, i carabinieri bloccarono Gerlandino Messina, a Favara; nel giugno precedente, la polizia aveva arrestato Giuseppe Falsone, a Marsiglia; e anche nel dicembre 2009, il questore di Palermo Alessandro Marangoni aveva ringraziato pubblicamente le agenzie di sicurezza per il contributo dato alla cattura di Gianni Nicchi. In tutti questi casi, è sempre arrivata un’indicazione precisa sul covo. Anche per Messina Denaro sembrava che il cerchio si fosse già chiuso: ecco perché gli ultimi tre giorni sono stati frenetici alla Procura di Palermo. A coordinare le indagini sulla primula rossa di Castelvetrano sono l’aggiunto Teresa Principato e i sostituti Paolo Guido e Marzia Sabella.
Anche ieri mattina, i vertici della squadra mobile di Palermo e del Ros hanno partecipato a un vertice con i magistrati. Le incognite restano ancora tante sulla latitanza di Matteo Messina Denaro.

Leggi tutto l’articolo su repubblica.it

giovedì 19 maggio 2011

Sicilia: il dialetto ritorna nelle scuole


Alle classiche materie "italiano, matematica, latino, inglese" gli studenti siciliani dovranno, dal prossimo anno, studiare una materia in più: "storia, letteratura e patrimonio linguistico siciliano".

Il ddl, presentato dal deputato dell'MpA Nicola D'Agostino ed approvato in modo bipartisan, prevede l'insegnamento della nuova disciplina nelle scuole elementari, medie e superiori.



Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo commenta: «Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Per questo sono orgoglioso di questa legge che preserva il nostro immenso patrimonio storico e letterario, ponendo le premesse per renderlo parte integrante dei processi formativi delle nuove generazioni».

sabato 14 maggio 2011

L'istituto ortopedico "Rizzoli" di Bologna sbarca in Sicilia

Villa Santa Teresa a Bagheria

L'istituto ortopedico "Rizzoli" di Bologna sbarca in Sicilia entro la fine dell’anno. A luglio infatti e' prevista la firma di un protocollo d'intesa tra il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e il presidente della Regione Emilia Romagna,Vasco Errani, ed entro dicembre avranno inizio le attivita' assistenziali. Il ‘Rizzoli’ (Irccs pubblico apprezzato a livello internazionale) svolgerà la propria attività all’interno della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria che, com’è noto, è un bene confiscato alla mafia. L'accordo con il ‘Rizzoli’ avrà una durata di nove anni.

L’obiettivo dell’assessorato siciliano è quello di arginare la mobilità sanitaria dei propri concittadini. Ogni anno, circa mille sono infatti i pazienti siciliani che scelgono di sottoporsi a interventi ortopedici al ‘Rizzoli’, con liste d’attesa che si aggirano intorno ai tre anni.

Nell’accordo con il Rizzoli è previsto che l’istituto bolognese si occupi in Sicilia anche dell’oncologia ortopedica.

mercoledì 11 maggio 2011

Stipendi e costi dei parlamentari italiani

Dimezziamo il numero dei parlamentari!

I numeri: Negli Stati Uniti (300 milioni di abitanti) gli eletti sono 535: 435 alla Camera dei deputati e 100 al Senato.
Se si applicasse la stessa proporzione in Italia (60 milioni di abitanti) dovrebbero bastare 100 deputati: 80 alla Camera e 20 al Senato.
I numeri dicono che i nostri parlamentari sono 10 volte di più.
In Totale: 535 deputati legiferano perfettamente negli Stati Uniti, mentre in Italia per legiferare ce ne vogliono 945.

I costi: 11.700 euro mensili, più 10mila fra diaria e contributo per assistenti, pedaggio autostradale gratis, libera circolazione su treni e traghetti, voli nazionali gratuiti, rimborsi per i trasferimenti all’aeroporto, rimborso per i viaggi all’estero, assistenza sanitaria integrativa, barba e capelli, libero ingresso nei cinema e nei teatri, agevolazioni assicurative e bancarie, etc.

Gli italiani, per il mantenimento del "Parlamento", spendono ogni anno il doppio della Francia e il triplo della Germania.

E io pago!


Giacomo Lanzarone

Fonte immagine: http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=103BCD