L'ultimo identikit di Messina Denaro |
Il blitz è scattato in grande stile, a Castelvetrano, nella storica roccaforte dell’ultimo superlatitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Ieri mattina, prima dell’alba, carabinieri e polizia hanno circondato una masseria, che si trova nelle campagne a una decina di minuti dal centro abitato. Il via libera per l’operazione è arrivato dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo, che coordinano le indagini su Messina Denaro. Sono stati momenti di grande tensione, l’irruzione è durata una manciata di minuti. Ma di Matteo Messina Denaro non si è trovata traccia in quel casolare disabitato, e nemmeno nelle zone circostanti.
Eppure, era arrivata un’indicazione precisa su quella masseria. Repubblica è in grado di rivelare che l’indicazione era anche "qualificata", perché era stata trasmessa pochi giorni fa a polizia e carabinieri dai vertici dell’Aisi, ovvero dai servizi segreti. Proprio come era accaduto nei mesi scorsi alla vigilia di altri fortunati blitz: nell’ottobre 2010, i carabinieri bloccarono Gerlandino Messina, a Favara; nel giugno precedente, la polizia aveva arrestato Giuseppe Falsone, a Marsiglia; e anche nel dicembre 2009, il questore di Palermo Alessandro Marangoni aveva ringraziato pubblicamente le agenzie di sicurezza per il contributo dato alla cattura di Gianni Nicchi. In tutti questi casi, è sempre arrivata un’indicazione precisa sul covo. Anche per Messina Denaro sembrava che il cerchio si fosse già chiuso: ecco perché gli ultimi tre giorni sono stati frenetici alla Procura di Palermo. A coordinare le indagini sulla primula rossa di Castelvetrano sono l’aggiunto Teresa Principato e i sostituti Paolo Guido e Marzia Sabella.
Anche ieri mattina, i vertici della squadra mobile di Palermo e del Ros hanno partecipato a un vertice con i magistrati. Le incognite restano ancora tante sulla latitanza di Matteo Messina Denaro.
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