martedì 25 ottobre 2011

E' nato Riccardo







Con molta gioia dò il benvenuto in questo mondo al piccolo Riccardo Lanzarone.









sabato 22 ottobre 2011

Porto Palo di Menfi, si schiudono le uova di "Caretta caretta"


Le uova di tartaruga marina della specie "Caretta caretta", depositate più o meno due mesi fà sulla bellissima spiaggia di Porto Palo di Menfi (Agrigento), si stanno schiudendo.

Nella notte (21 ottobre 2011) infatti 20 piccoli anfibi, una volta usciti dai loro gusci, si sono diretti verso il mare seguendo l'orizzonte e la luce della luna riflessa dall'acqua.
I pochi fortunati che hanno assistito a questo evento, in verità raro per le nostre zone, ne sono rimasti entusiasti. Altre schiuse si attendono nella notte quindi per coloro che si son persi il primo appuntamento, lo spettacolo continua.

L'evento, monitorato e curato dal WWF grazie al progetto 2011 "Segui le tracce", avviene sotto la cura di volontari che giorno e notte vegliano il nido per garantire che l'incubazione vada a buon fine e che i piccoli di tartaruga raggiungano il mare senza pericoli.

Normalmente le tartarughe tendono a ritornare ogni anno nella stessa spiaggia in cui sono nate, quindi a chi di loro ha già preso il largo auguriamo un "arrivederci ed al prossimo anno sulla spiaggia di Porto Palo di Menfi".

 

Le foto delle due tartarughe sono state scattate dal Dott. Ignazio Napoli.

venerdì 21 ottobre 2011

Federico Faggin, l'inventore del microprocessore

Qual'è quella cosa senza la quale tutta la tecnologia post-moderna non sarebbe esistita né esisterebbe? Il microprocessore. Chi lo ha inventato? un ITALIANO! 
 
Spesso ci prostriamo di fronte a scienziati ed inventori che arrivano dall’estero, dimenticandoci di alcuni italiani che hanno fatto la storia, in questo caso della tecnologia.
Federico Faggin, inventore del microprocessore, appartiene alla categoria dei "Jobsiani": uomini che inventano il futuro. Non me ne voglia il visionario fondatore di Apple se preferirei ricategorizzare l'area dei futuristi in "Fagginiani". Questo perchè credo che il mio connazionale è stato molto più decisivo di Jobs nel rivoluzionare i nostri modi di vivere. 
Vero è che un confronto forse risulterebbe inappropriato. Questo perchè Steve Jobs, a differenza di Faggin, è stato più il genio del business del computer piuttosto che della tecnologia. Gli si riconosce la capacità straordinaria di aver capito le tendenze con un senso forte del prodotto, riconoscendo ciò che attira l'utente. E' stato un bravo inventore e un industriale di grande talento ma nulla più. Questo è il mio personale punto di vista, ci mancherebbe, ma a chi sta già storcendo il naso chiedo: che mondo sarebbe senza microprocessori?! Non ci sarebbero nè PC, nè smartphone, nè facebook, nè google e forse nemmeno la apple di Jobs. Basta come risposta?!? Ma il mio obiettivo in verità non è quello di confrontarli, bensì vorrei solo omaggiare un uomo di cui poco o nulla si sà. Un uomo, italiano, che ha davvero creato le basi per un futuro diverso. 

Ma chi è Federico Faggin? Federico Faggin, classe 1941, ha cominciato a lavorare a 19 anni per l'Olivetti, nel 1961, per la progettazione e costruzione di un piccolo computer digitale. Passò poi alla SGS/Fairchild italiana (oggi ST-Microelectronics), sempre nel campo della progettazione, dove creerà un metodo per lo sviluppo e la produzione di componenti in tecnologia MOS (metal oxide semiconductor), la tecnologia silicon gate ed il primo circuito integrato (il 3708). Troverà tempo per studiare matematica e fisica, laureandosi in fisica summa cum laude nel 1965 a Padova. Nel febbraio 1968 venne mandato per uno stage di sei mesi in California: da lì non è più tornato.

Se Faggin fosse tornato in Italia dopo lo stage, cosa sarebbe successo? Avremmo computer prodotti dalla Olivetti con processori italiani? La Microsoft esisterebbe? Chi lo sà ....

Clicca qui per vedere l'ntervista a Ferico Faggin presso l'headquarter di Intel a Santa Clara. Il papà del microchip percorre la storia delle sua invezione ma parla anche dei possibili sviluppi futuri del computing e della tecnologia informatica.

giovedì 20 ottobre 2011

La raccolta delle olive: a Menfi va su Facebook

Inizia la campagna olearia della cooperativa La Goccia d'Oro di Menfi. E' un momento di olive, olio e paesaggi incantevoli tra Menfi in provincia di Agrigento e Castelvetrano in provincia di Trapani.
La Goccia d'Oro, durante il periodo di raccolta, documenterà i vari momenti in un "Diario della Campagna Olearia 2011" diffuso tramite facebook alla pagina http://www.facebook.com/lagocciadoro.

Dal primo all'ultimo giorno – dice una nota della coop - la raccolta sarà scandita dalla pubblicazione di almeno una foto, al giorno, che cercherà di mettere in luce i momenti, le tradizioni che ruotano attorno a ciò che può semplicemente definirsi una festa: "La raccolta delle olive".

Le foto verranno pubblicate su Facebook attraverso cui l'azienda ha deciso di comunicare in modo diretto ai suoi fans.

Fonte: cronachedigusto.it

mercoledì 19 ottobre 2011

L'Ue boccia il Ponte di Messina

Nessun sostegno finanziario al progetto del Ponte sullo stretto di Messina.

Fuori dalla lista dei progetti prioritari nelle grandi reti transeuropee tra il 2014 e il 2020, infatti, proprio la faraonica infrastruttura (mentre ne fanno parte i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo).

Questa decisione ha naturalmente scatenato molte reazioni politiche, a cominciare da quella di Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi: “La bocciatura da parte dell’Europa del Ponte sullo Stretto di Messina chiude definitivamente la vicenda di un’opera inutile e dannosa per l’ambiente”.

Bonelli, inoltre, ha anticipato che “domani presenteremo un esposto alla Corte dei Conti sulle spese di progettazione, sulle consulenze e le iniziative di vario genere per quest’opera. Si tratta infatti di uno sperpero di denaro pubblico di cui il governo deve rispondere immediatamente e chi ha autorizzato queste spese ne dovrà rispondere in prima persona”.

Dopo l’esclusione del Ponte dai progetti prioritari nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020 chiediamo che sia immediatamente sciolta la Ponte di Messina S.p.a. che, a questo punto,  è a tutti gli effetti un ente inutile -ha continuato il leader ecologista -. La vera priorità dell’Italia e del Sud sono altre come la messa in sicurezza del territorio e la lotta al dissesto in un Paese che frana, le ferrovie e gli acquedotti”.

Con gli 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto – ha concluso Bonelli – si possono realizzare 90 km di metropolitana o 621 Km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre città e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica”.

Polemico anche Enrico Gasparra, deputato del Pd, e membro della Commissione Traporti della Camera: “Come previsto e più volte sottolineato dal Pd, la Commissione Europea ha bocciato ancora una volta Berlusconi e il progetto del Ponte sullo Stretto che non è una priorità e non è nel programma delle grandi reti 2014-2020. Un fallimento annunciato reso ancora più evidente dalla guerra tra il commissario Tajani, il ministro Matteoli e il vice Roberto Castelli”.
Inoltre, Gasbarra ha affermato che “archiviato il Ponte, con milioni di euro gettati in mare, il governo destini subito le risorse previste per la società Stretto di Messina che ha chiesto un miliardo di euro al ministero del Tesoro, alle Regioni per il trasporto pubblico locale. In questo modo si potrebbe ripristinare il fondo, letteralmente svuotato dal ministro Tremonti, ed evitare la paralisi del trasporto pubblico che avrebbe conseguenze drammatiche per milioni di italiani”.

Infine, la nota del Wwf: “Per l’Europa il ponte non è una priorità nel sistema dei trasporti europeo, fatto questo che esclude qualsiasi ipotetico finanziamento da parte della Commissione Europea o, ad esempio, della Banca Europea degli Investimenti. Vorremo capire a questo punto come il Governo italiano possa ancora giustificare la strategicità di un’opera, dall’elevatissimo impatto ambientale, da costruire in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo. L’opera, inoltre, ha un costo insostenibile, in crescita incontrollata: 8,5 miliardi di euro, pari a mezzo punto di Pil con un abnorme e ingiustificato aumento dei costi in un anno di oltre il 34%”.

Secondo l’organizzazione ambientalista il Governo dovrebbe invece sbloccare “le risorse destinate al ponte per investire sulle vere priorità per quest’area del Paese: adeguare la linea tirrenica e potenziare la linea ferroviaria ionica in Calabria e le linee ferroviarie siciliane che collegano Catania, Messina e Palermo; intervenire per chiudere finalmente i cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria, ammodernare e rendere sicura la SS106 Ionica; garantire un servizio efficiente di metropolitana del mare per i pendolari dell’area dello Stretto e rafforzare gli attuali servizi di traghettamento pubblici; destinare ingenti risorse alla rinaturalizzazione dei versanti e al consolidamento del suolo e al riassetto del territorio ad alto rischio idrogeologico e sismico”.

Fonte: blogsicilia.it

La generazione che paga per tutti

L'enorme debito pubblico che l'Italia ha accumulato tra il 1965 e il 1995 non è stato utilizzato a fini produttivi: i soldi che abbiamo preso in prestito sono andati in impiego pubblico e pensioni. Ne hanno beneficiato soprattutto i nati nel decennio 1940-1950. A pagare il conto saranno i loro figli. Con maggiori tasse, ma anche con minori servizi. I tagli alla spesa previsti dalle recenti manovre per istruzione, sanità e trasporti colpiscono infatti di più questa generazione. Anche perché in Parlamento i padri continuano a essere sovra-rappresentati.
Il debito pubblico italiano è esploso tra la metà degli anni Sessanta, quando si attestava intorno al 25 per cento del Pil, e la metà degli anni Novanta, quando raggiunse il 120 per cento del Pil. Un incremento di quasi cinque volte. 

PADRI, NONNI E FIGLI
Indebitarsi non è necessariamente un male. Le imprese private lo fanno tutti i giorni per realizzare investimenti che le renderanno più efficienti e produttive in futuro,
Data la bassa crescita economica dal nostro paese negli ultimi quindici anni, è difficile pensare che l'enorme debito pubblico accumulato tra il 1965 e il 1995 sia stato utilizzato a fini produttivi.

Grafico 1: Debito pubblico e crescita economica.
 
Fonte: Penn World Tables (dati sul Pil) e Banca d’Italia (dati sul debito pubblico).

Che cosa abbiamo fatto, allora, con tutti i soldi che abbiamo preso in prestito? Principalmente, impiego pubblico e pensioni. C'è una generazione, quella che ha trascorso la maggior parte della propria vita lavorativa nel periodo di euforica espansione del debito, che ha beneficiato di quel denaro trasferendone i costi alla generazione successiva, ai loro figli.
Potremmo approssimativamente identificare questa generazione con i nati tra il 1940 e il 1950, Applicando la convenzione che definisce in venticinque anni l'intervallo di tempo che separa una generazione dalla successiva, i figli di quella generazione nascono tra il 1965 e il 1975 mentre i loro padri - “i nonni” - sono nati tra il 1915 e il 1920.
 

Utilizzando le indagini sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d'Italia possiamo confrontare l'incidenza dell'impiego pubblico tra nonni e padri nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni. (2) In tale fascia di età, gli occupati nel settore pubblico erano il 27 per cento tra i nonni e il 40 per cento tra i padri. Utilizzando gli stessi dati, riusciamo a vedere padri e figli nella stessa fascia di età solo tra i 30 e i 40 anni (3) e, di nuovo, l'occupazione pubblica è più elevata tra i primi (39 per cento) che tra i secondi (35 per cento) (vedi grafico 2, figura di sinistra).
Allo stesso modo, possiamo confrontare il tasso di occupazione tra la generazione dei nonni e dei padri nella fascia di età 50-60 (vedi grafico 2, figura di destra) e scopriamo che solo il 36 per cento dei padri in quel gruppo di età era occupato contro il 56 per cento dei nonni. In altre parole, le baby pensioni sono un fenomeno che riguarda soprattutto i padri e non tanto i nonni. I figli non hanno ancora raggiunto la fascia di età 50-60, ma è ben chiaro che a loro non sarà certamente concesso di ottenere la pensione prima dei 65 anni. Anzi, i figli avranno pensioni molto più misere e le otterranno più tardi.

Grafico 2: Dipendenti pubblici e tassi di occupazione tra generazioni.
 
Fonte: Archivio storico dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, 1977-2008 – Banca d'Italia

In altre parole, i figli non hanno beneficiato, se non indirettamente attraverso trasferimenti intra-familiari, del debito pubblico accumulato nel corso della vita lavorativa dei padri. Ciononostante, saranno principalmente i figli a pagare il debito. Gli eventi degli ultimi mesi hanno messo in chiaro che non ci sarà concesso di continuare a indebitarci alle stesse condizioni del passato e, di conseguenza, non sarà concesso ai figli di trasferire costi collettivi ai loro figli (i nipoti).

CHI PAGA IL DEBITO. E COME
E come pagheranno i figli per il debito dei padri? Principalmente pagando le tasse nei prossimi anni, quando i padri non le pagheranno più, per ovvi motivi demografici. Ma non solo. Infatti, molti degli interventi di contenimento della spesa e di incremento delle entrate previsti dalla recente manovra e dalle molte che l’hanno preceduta ricadranno principalmente sulla generazione dei figli.

martedì 18 ottobre 2011

Abolizione delle province, giunta Lombardo approva il ddl

La Sicilia si avvia verso l'abolizione delle province. La giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo ha approvato un disegno di legge che prevede il passaggio dalle province ai cosiddetti Liberi consorzi di comuni. A darne l'annuncio e' stato lo stesso presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo durante un incontro con la stampa. La finalita' del ddl che entro il 31 maggio 2013 prevede l'abolizione di tutte le province siciliane e' quella della "attuazione dei principi di sussidiarieta', semplificazione, legalita', autonomia, decentramento con conseguente miglioramento della qualita' dei servizi pubblici e del contenimento dei costi per il cittadino", come spiega Lombardo.

Il passaggio dalle province ai Liberi consorzi di comuni avverra', sempre secondo il ddl che dovra' essere discusso all'Assemblea regionale siciliana, "con maggiore responsabilizzazione e autonomia dei comuni e con conseguente e sensibile snellimento dell'apparato burocratico-anmministrativo finora previsto per gli enti locali in Siciulia". Il decentramento avverra' con il trasferimento di funzioni dalla regione ai comuni e Liberi Consorzi di comuni. Questi ultimi verranno costituiti mediante delibera da uno o piu' comuni. I requisiti sono: la continuita' territoriale e una popolazione residente di almeno 2.500 abitanti.

A firmare il ddl e' stato l'assessore regionale per le politiche sociali della Sicilia Caterina Chinnici "se il ddl dovesse diventare legge cambierebbe la struttura della regione", ha spiegato Raffaele Lombardo. E l'assessore Chinnici ha ricordato che il ddl e' arrivato "dopo diversi colloqui con le istituzioni e dopo 8 mesi di confronti". La Regione si dice pronta a "recepire ogni modifica che rientri in questa strategia".

Fonte. siciliainformazioni.com

Menfi, il Sindaco nomina due assessori: l'API entra in giunta

Arch. Antonio Ferraro
Arch. Nino Palmeri












Sono Nino Palmeri e Antonio Ferraro, entrambi architetti, i nuovi assessori della giunta comunale di Menfi in rappresentanza del gruppo di Alleanza per l'Italia.

Con la nomina di oggi, l'amministrazione comunale guidata da Michele Botta si avvia alla definizione politica degli assetti di una giunta finora composta solo da tecnici. "Ho avviato un confronto con le forze politiche moderate e riformiste presenti in consiglio comunale - dichiara il Sindaco Botta -. Questo percorso non si conclude oggi con la nomina degli assessori Palmeri e Ferraro, ma continua poiché è mia intenzione costruire una coalizione che metta Menfi al centro".
"L’esperienza della giunta tecnica – conclude Botta – non sarà affatto accantonata, visti i risultati raggiunti. Insieme, continueremo a programmare puntuali ed efficaci iniziative di rilancio e di sviluppo economico e sociale, per proiettare Menfi con fiducia al futuro".

Nei prossimi giorni saranno redistribuite le deleghe anche tra gli assessori neo-designati.

domenica 16 ottobre 2011

Sicilia - Menfi, inaugurato miniautodromo Off Road "Crazy Valley Menfi"

Sicilia | Menfi (Agrigento) - Si è svolta stamane l'inaugurazione del miniautodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi”. Davanti ad un pubblico appassionato e numeroso, costituito da gente del luogo ma soprattutto dell'hinterland, si sono confrontati piloti dilettanti e professionisti provenienti da ogni parte della Sicilia. I manovratori di questi piccoli bolide si sono esibiti nel nuovo impianto subito dopo l'inaugurazione ufficiale. Le loro performance, emozionanti e coinvolgenti, hanno dato vita ad uno show ineccepibile riuscendo a catturare l'attenzione persino dei più piccoli. Da sottolineare l'ottima prova dell'unico menfitano in gara, Filippo Liberto, che ha ben figurato contro avversari di rilievo tra cui il campione italiano in carica Andrè Pellegrino.

A Salvatore Sutera, Rosario Sutera, Maurizio Libasci, Salvatore Montalto e Mauro Ciaccio va il mio personale e sentito plauso. Con competenza, professionalità e passione sono stati in grado di creare un impianto unico nel suo genere in tutta la Valle del Belice.



Caratteristiche
Lunghezza Pista: 350 mt circa;
Larghezza Pista: di 5 mt;
Terreno: completamente stabilizzato. E' in grado di drenare grandi quantità d'acqua (ex campo di calcio).
Palco piloti: altezza di 3,20 mt (piano calpestabile). Può ospitare oltre 12 piloti.
Box coperti: 100 m².

Servizi
L'impianto è dotato di corrente elettrica 220 volt; zona lavaggio con acqua e compressore aria; parcheggi interni; servizi igenici e bar.


Come arrivare a Menfi (Agrigento) al Mini Autodromo da Off Road “Crazy Valley Menfi
Via Vulcano, presso il parco dello sport (di fianco i campi di calcetto dell’associazione sportiva mai dire gol).

GPS Global Positioning System - Lat 37,608485    Lon 12,965048

Da Palermo: – Autostrada A29 direzione Mazara del Vallo, uscire per Castelvetrano – S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

Da Agrigento: – S.S. 115 per Menfi direzione Trapani. Dopo Sciacca, percorrere la strada fino all’uscita di Menfi.

Da Messina: – Autostrada A20 direzione Palermo, uscire allo svincolo di Via Ernesto Basile la S.V., S.S. 115 direzione Sciacca – uscita Menfi.

venerdì 14 ottobre 2011

Chiusa Slow Food Sicilia

Da sinistra Roberto Burdese e Pippo Privitera
La lettera è arrivata la settimana scorsa ma il tam tam tra gli iscritti di Slow Food era cominciato qualche giorno prima.

Chiusa Slow Food Sicilia, salta il responsabile, Pippo Privitera, che di fatto viene esautorato. A comunicarlo una lettera di Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. Nulla di ufficiale su cosa sia successo per far scattare una decisione così drastica. I boatos parlano di gravi irregolarità amministrative e comunque i vertici di Slow Food hanno già fatto saltare una serie di appuntamenti nell'ambito di alcuni eventi enogastronomici dov'era coinvolta Slow Food Sicilia di cui Privitera sino a pochi giorni fa è stato presidente.

Burdese in buona sostanza spiega che il provvedimento è stato deciso a seguito di problemi e grandi criticità manifestatesi dal congresso regionale dello scorso anno che ad oggi non avrebbero trovato soluzioni nonostante tutti i tentativi effettuati in questi ultimi mesi. E così Burdese fa sapere che ogni contatto siciliano nei confronti di Slow Food avverrà sotto la responsabilità della segreteria nazionale stessa e andrà concordato con la sede nazionale, in particolare con il segretario nazionale di Slow Food Italia, Daniele Buttignol e le persone delegate da quest'ultimo. Continuità invece per le singole condotte che potranno rimanere "pienamente operative" sia quelle attive che quelle da avviare nei prossimi mesi. Anche se adesso, tra quelle esistenti, non sono da escludere cambi di guardia repentini.

Privitera era il responsabile di Slow Food Sicilia da circa cinque anni. Parecchie le iniziative a sua firma, tra le quali, fra le più importanti, il progetto per il rilancio del Suino Nero dei Nebrodi. Tra le sue incompiute quella del mancato riavvio della condotta di Palermo, ormai inattiva da molto tempo sebbene lo stesso Privitera sia stato una sorta di fiduciario provvisorio nell'ultimo anno.

Fonte: cronachedigusto.it

Tutti i presidi di Slow Food in Sicilia verranno mantenuti e si continuerà a salvaguardare la tipicità dei territori, con l'unico gap che non ci sarà più una segreteria organizzativa a livello regionale, ma solamente le condotte provinciali e locali.

Fianco a Fianco: “Ai Comuni il controllo sui rifiuti”

Lunedì 17 Ottobre 2011 alle ore 17.30 presso l’Aula Consiliare del Comune di Menfi sita in Piazza Vittorio Emanuele si svolgerà l’iniziativa promossa dal Gruppo FiancoaFianco nel PD sul tema “Modificare la l.r. n9 del 2010 ai comuni ed ai cittadini il controllo sulla raccolta dei rifiuti”.

All’iniziativa interverranno:
  • Saverio Palminteri – Capogruppo PD Comune di Menfi;
  • Giuseppe Napoli – Esperto;
  • Filippo Giglio – Consulente;
  • Enzo Marinello – Commissario liquidatore SOGEIR;
  • Mimmo Fontana – Presidente Legambiente regionale;
  • Daniele Cammilleri – Capogruppo PD Provincia Regionale di Agrigento; 
  • Giovanni Panepinto – Deputato Regionale PD 

Contributi dei Sindaci dei Comuni del Belice e Concluderà i lavori Giacomo Scala.

Sarà un appuntamento importante di confronto e proposta- sostiene Giovanni Panepinto- sulla tematica dei rifiuti e della gestione di questi. Una tematica oggi più che mai attuale ed importante che necessita di seri approfondimenti e soprattutto momenti di confronto con i cittadini e con gli esperti

Lo scandalo delle banche irlandesi

V.S., risparmiatore veneto, aveva investito 15mila euro in obbligazioni emesse dalla Bank of Ireland. Tornato dalle vacanze estive, ha scoperto che i suoi 15mila euro erano diventati 15 centesimi di euro: i risparmi faticosamente accumulati non bastavano più neppure per comprare una caramella.
F.R e altri tre facoltosi risparmiatori romani hanno avuto lo stesso shock al ritorno dalle vacanze: il milione di euro investito nei bond di Bank of Ireland si era trasformato, senza alcun preavviso, in 10 euro. Sono almeno 150-200 le famiglie italiane coinvolte nell'incredibile storia di Bank of Ireland.

È questa la disavventura capitata a molti risparmiatori italiani, che avevano investito nei bond subordinati emessi da Bank of Ireland. L'istituto irlandese questa estate ha ristrutturato il suo debito, proponendo nuove obbligazioni in cambio dei vecchi bond: chi avesse aderito all'offerta avrebbe avuto le nuove obbligazioni in cambio delle vecchie, mentre chi non avesse aderito avrebbe avuto un centesimo di euro come rimborso per ogni mille euro investiti.

Perchè centinaia di risparmiatori italiani non hanno aderito allo scambio? Come mai si sono trovati sul conto corrente quel misero centesimo?
Perché nessuno – neppure la loro banca – li ha mai avvertiti della ristrutturazione dei debiti di Bank of Ireland. Morale: non sapendo nulla, non avendo alcuna informazione, tanti ignari risparmiatori non hanno aderito allo scambio. Così hanno visto improvvisamente svanire i risparmi: mille euro sono diventati un centesimo, come prevedeva il trattamento riservato a chi non avesse aderito all'offerta di scambio.
Lo scandalo irlandese ha colpito non solo i risparmi delle famiglie, ma anche quelli di amministratori delegati di aziende e banche. Anche "addetti ai lavori" sono rimasti incastrati in questa disavventura, anch'essi non hanno avuto alcuna informazione.

La stessa legge del 'taglione' non è stata applicata solo dalla Bank of Ireland, ma da altri istituti: per esempio la Allied Irish Bank. Anche questa banca ha ristrutturato le sue obbligazioni subordinate riservando, a chi non aderiva all'offerta, lo stesso trattamento: il rimborso immediato di un centesimo per ogni mille euro investiti.

Le banche italiane l'informazione sulla ristrutturazione l'hanno avuta, attraverso Clearstream o Euroclear, ma nella maggir parte dei casi non hanno avvertito i clienti. Alcuni istituti l'hanno fatto in ritardo, perché l'informazione è arrivata loro quando ormai l'offerta di scambio stava per scadere. Altri non l'hanno fatto per niente. Così i risparmiatori non ne sapevano nulla: persino un noto banchiere, che conosce bene il mondo obbligazionario, è cascato nel tranello irlandese.

Ora non restano che le associazioni dei consumatori e un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Elio Lannutti (ancora senza risposta).

Tratto da: ilsole24ore.com