venerdì 24 febbraio 2012

Agricoltura: fronte comune sull'accordo Ue-Marocco

Stato di agitazione di tutto il mondo agricolo e della pesca, preoccupazione degli amministratori comunali di una dozzina di comuni e programmazione di un prossimo vertice per sensibilizzare la deputazione sull'accordo approvato dal Parlamento europeo sull'ingresso dei prodotti agricoli del Marocco.

E' quanto venuto fuori dalla riunione tenutasi l'altro ieri nell'ufficio di presidenza del Consiglio comunale alla quale hanno preso parte presidenti e consiglieri dei civici consessi di Ribera, Menfi, Calamonaci, Burgio, Villafranca Sicula, Lucca Sicula, Caltabellotta, Sciacca, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana, Cattolica Eraclea, Montallegro.

E' stato sottolineato come la liberalizzazione dei prodotti agricoli e delle pesca, importati dal Marocco a tariffe doganali zero, rappresenti un pericolo per la nostra agricoltura e per la collettività perché la produzione africana è fuori dalle modalità di controllo previste dalla legislazione europea, sia per la sicurezza alimentare che per le eccellenze produttive, ad esempio delle arance Dop. Si paventa una pesante crisi economica, gravissimi danni alle aziende agricole e perdita di posti di lavoro.

Un vertice, per coinvolgere produttori, organizzazioni professionali, consorzi di tutela, Comuni e deputazione, è stato organizzato per il 5 marzo.

mercoledì 22 febbraio 2012

Redditi ministri del governo Monti

Online tutti i redditi dei ministri del governo Monti.

Paola Severino, con i suoi oltre 7 milioni di euro di imponibile nel 2011, è la più ricca della squadra di governo di Mario Monti. Corrado Passera invece ha dichiarato 3,5 milioni di euro. A seguire Giampaolo Di Paola, Francesco Profumo, Annamaria Cancellieri, Filippo Patroni Griffi, Piero Gnudi, Andrea Riccardi, Giulio Terzi di Sant’Agata, Mario Catania, Pietro Giarda, Corrado Clini e Renato Balduzzi. 
Il premier Monti ha dichiarato, nel 2010, redditi per 1,5 mln di euro. 

Lo scandalo tesseramento porterà a delle liste civiche senza simbolo pdl?

Berlusconi corre ai ripari e convoca lo stato maggiore del Pdl per tappare le falle che si stanno aprendo nel partito. Anche a costo di far scomparire il simbolo alle amministrative di maggio, sotto le mentite spoglie delle liste civiche.

La riunione con dirigenti, coordinatori regionali e nazionali, si è tenuta l'altra sera non ad Arcore, come di consueto, ma a Lesmo, in Brianza, nella residenza di villa Gernetto, una cui ala dovrebbe diventare sede di un'università.

Là il Cavaliere ha manifestato tutta la sua irritazione per gli scandali delle tessere false e del tira e molla sui congressi che, al di là dei tentativi di minimizzare, sta mettendo a rischio gli equilibri interni. La tensione tra «falchi» e «colombe» è altissima nell'imminenza di una tornata elettorale che, secondo i sondaggi in circolazione, potrebbe provocare al Pdl una sonora sconfitta in mancanza di alleanze che al momento sono tutt'altro che consolidate.

Con la Lega, nelle città del Nord, i rapporti sono ai minimi termini e difficilmente si riuscirà a strappare un'intesa, se non nei centri minori. La speranza di molti, a cominciare da Berlusconi, è di riuscire almeno ad accorciare le distanze con l'Udc, in nome della comune appartenenza al Ppe, ma per adesso le trattative languono. Anzi, sembrano destinate a fallire per fare spazio ad altri scenari.
I vertici del Terzo polo, Fini (Fli), Casini (Udc) e Rutelli (Api) hanno discusso per circa due ore di come accelerare il progetto di varare un contenitore politico (potrebbe chiamarsi partito della nazione) in grado di attrarre i moderati di tutti i fronti. L'obiettivo è di lanciare l'operazione in coincidenza con le amministrative - Fli parte a marzo; l'Udc a maggio - nel tentativo di cominciare a sparigliare le carte (le logiche del bipolarismo) in vista delle prossime politiche. «Con Fini siamo in perfetta sintonia - ha precisato Casini - anche sul contenitore».

Ce n'è abbastanza, dunque, per tenere in allerta Pd e Pdl. Anche se in questi giorni è il partito di Berlusconi a temere il peggio, gravato com'è dal danno d'immagine causato dal tesseramento e dall'indice di gradimento popolare che i sondaggi danno in alcune regioni sceso addirittura al 10 per cento. Per questo, si sta facendo largo l'idea di congelare il simbolo in favore di liste civiche che avrebbero un doppio vantaggio: avvicinare gli elettori moderati non necessariamente in competizione con il Terzo polo (alcuni candidati potrebbero essere scelti di comune accordo, soprattutto nei centri più importanti: Palermo, Genova, Verona, L'Aquila, Lecce) ed evitare il confronto dei risultati elettorali con le precedenti elezioni.
Berlusconi ha smentito l'ipotesi: «Sono voci senza senso». Ma Formigoni ha chiarito: «Le liste civiche non devono nascere necessariamente in sostituzione del Pdl, ma per affiancarlo».
 Si tratta, però, di una soluzione tutt'altro che gradita alla componente ex-An che rischierebbe di sparire. «Chi crede che scomparirà il simbolo del Pdl si sbaglia di grosso», mette in chiaro uno dei tre coordinatori, La Russa, in linea con l'ex-ministro Matteoli: «Solamente una mente malata potrebbe concepire l'idea di rinunciare a un simbolo che ha ottenuto qualcosa come il 35-36 per cento dei consensi». Molto più possibilista è il capogruppo alla Camera, Cicchitto, che non esclude «affatto la presentazione di liste civiche, da sole o insieme con quelle del Pdl: quello che va escluso è la generalizzazione». Ma c'è anche chi, come l'ex-ministro Galan, propone la via del ritorno al passato: «Meglio una lista Forza Italia senza Pdl. Facciamo una prova e vediamo cosa succede».

martedì 21 febbraio 2012

Rotaract Club Menfi Belice Carboy - Distretto 2110 Sicilia e Malta

Ricevo e pubblico dal Presidente Rotaract Club di Menfi, Giuseppe Ardizzone, questo comunicato stampa: "Rotaract Club Menfi Belice Carboy - Distretto 2110 Sicilia e Malta"

Comunicato Stampa

Rotaract, la Sicilia si fa giovane.

Creato a Menfi il Rotaract Menfi Belice Carboj grazie a quindici giovani intraprendenti e pieni di idee. Le parole Rotary ed action (Rotary - Azione) vengono intese nella storia rotariana come servizio in favore della società e dei cittadini. L'istituzione del club è stata il coronamento del pensiero sociale che ha spinto i soci fondatori, tutti di età compresa tra i diciotto e i trent'anni, a muoversi in tal senso. Viene fuori così un nuovo ambiente da considerare “up to date”, strumento creativo, reattivo e comunicatore di rinnovamento che si promette di essere un utile motore propulsore ricco di novità e incentivante per la cultura nei Comuni di Sambuca di Sicilia, Menfi, Montevago e Santa Margherita di Belice.

Il Rotary International omonimo, già esistente, ha deliziosamente accolto i neo rotaractiani e sostenuto l'iniziativa.
Il solido riferimento dell'associazione mondiale all'interno di questi comuni vuole essere il più coraggioso degli stimoli a investire sul futuro del nostro territorio e intende sottolineare la presenza di ottime risorse umane che devono aggiungere valore e progresso alla nostra terra ormai propensa al cambiamento.

E' un invito, questo, per coloro che hanno voglia di non stare con le mani in mano, bensì provano ad agire in positivo, crescere e far crescere. Qui le energie trovano espressione ed ascolto poiché anche a fronte di grandi irrigidimenti sociali o violente contrapposizioni ideologiche l'atteggiamento più costruttivo è sempre la ricerca del dialogo, del confronto, dell'incontro, della collaborazione.

Contatti:
Profilo Facebook
Email: rotaractmenfibelicecarboj@gmail.com

domenica 19 febbraio 2012

Tassa di soggiorno in tutti i Comuni, gli albergatori insorgono

Il decreto sulle Semplificazioni potrebbe attribuire a tutti i Comuni la possibilità di istituire l'imposta di soggiorno: a decidere saranno i sindaci. Non solo: il decreto, che venerdì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, dovrebbe trasformare gli albergatori in sostituti d'imposta per questo tributo.

La notizia è piombata come un macigno sugli operatori del mondo del turismo, che sono a Milano per la Bit.

«Siamo sbalorditi e senza parole», ha commentato a caldo il presidente di Federalberghi-Confcommercio, Bernabò Bocca.
«Da un lato - osserva - si parla di raddoppiare il Pil del turismo dal 10 al 18%, contestualmente si dà la possibilità a tutti i Comuni di applicare la tassa di soggiorno senza un regolamento nazionale che possa vincolare nella quantità e nella finalità del gettito ricavato della tassa e soprattutto dicendo che gli alberghi sono sostituti d'imposta, dunque responsabili nei confronti dell'erario. Non credo che questo sia un gesto propedeutico allo sviluppo del settore e all'ambizione di voler raddoppiare il Pil: certo non lo si raddoppia mettendo ulteriori tasse». «Non è vero, poi - aggiunge Bocca -, che la tassa di soggiorno la paga il turista: un conto è introdurre una tassa da un euro, ma poiché i primi esempi di tassa introdotta in alcune città sono di 8 euro, gli alberghi, per non uscire dal mercato, sono costretti a includere la tassa nel prezzo di vendita e quindi ad assumersi questo onere».

Per il presidente di Federturismo-Confindustria, Renzo Iorio, membro del consiglio direttivo di Aica, l'Associazione italiana catene alberghiere, questa tassa di soggiorno, così come concepita, è iniqua perché colpisce solo gli alberghi e l'attrattività di una destinazione. «Abbiamo proposto - aggiunge - una sorta di city tax spalmata su tutte le imprese del turismo e abbiamo calcolato che lo stesso gettito si otterrebbe con l'1,1% di aliquota. Oggi, a Roma, la tassa di soggiorno incide sul 6-8% del prezzo di una camera d'albergo». «Roma - osserva ancora Iorio - è l'unica città che nel 2011 ha segnato una stabilità se non un leggero decremento di presenze in alberghi; nelle altre città incrementi ci sono stati, più o meno forti. Dunque la capitale, che ha introdotto la tassa soggiorno dall'1 gennaio 2011, è stata penalizzata».

Per Federturismo la tassa di soggiorno «è una tassa iniqua: ribadiamo la nostra contrarietà. Abbiamo chiesto incontro urgente a ministro Gnudi - prosegue Iorio - per affrontare il tema. E' importante che tutto il mondo dell'impresa sia cosciente dei rischi e prenda posizione. Se questi soldi servono, bisogna avere il coraggio di dire che devono pagarla tutte le imprese del turismo: dai ristoranti, ai musei, agli ostelli, ai bar; se si vuole lasciare la tassa di soggiorno serve una normativa chiara sul fatto che il gettito vada a salvaguardia territori e non a coprire buchi bilancio».  
«Siamo di fronte a un nuovo, macroscopico segnale di disattenzione che il settore del turismo riceve in una fase già pesantemente critica», afferma Confcommercio, che rileva, inoltre, l'effetto negativo sul turismo dell'applicazione anche ai turisti stranieri del limite di 1.000 euro per pagamenti in contanti, «decisione che non ha uguali in tutta Europa», e critica la soppressione della fonte più importante per il finanziamento del sistema dei «buoni vacanza» per le famiglie in difficoltà.

Decisamente contraria anche Asshotel-Confesercenti che, per bocca del suo presidente Filippo Donati, sottolinea che «con questa tassa non si danneggiano soltanto le imprese, ma la competitività dell'intero sistema turistico». Questo, spiega, è il momento peggiore per il turismo e la tassa di soggiorno «rischia di dare il colpo di grazia». Dello stesso tenore, infine, il commento di Lino Stoppani, presidente della Fipe, la federazione che rappresenta 290mila pubblici esercizi: è una tassa «sbagliata nel principio, oltre che nei fatti, perché alimenta inflazione e allontana i turisti».

Sicilia: Investire sull'anello Gela-Castelvetrano

Centosettanta chilometri, da Gela ad Agrigento, da Agrigento a Castelvetrano. E' con questi 170 chilometri che si potrebbe chiudere un ipotetico anello autostradale siciliano, che metterebbe in condizione di circumnavigare l'Isola in maniera più rapida, più sicura, più funzionale al lavoro, al turismo, allo sviluppo. Non mancano soltanto questi 170 chilometri, per la verità, perché ancora è da completare la Siracusa-Ragusa-Gela, in esercizio sino a Rosolini, con tre lotti, quelli del Ragusano, già appaltati, ma con il resto dei lotti, quelli che dovrebbero arrivare, appunto, sino a Gela, che sono tutti da studiare, progettare, finanziare.

Ma quel che sta, al momento, soltanto in uno studio di fattibilità elaborato dall'Anas, esattamente dalla Direzione Centrale Progettazione e Servizio Pianificazione Trasportistica, è, appunto, quel lungo e decisivo tratto di 170 chilometri che, tra l'altro, regalerebbe i primi tratti di autostrada ad una provincia, quella di Agrigento, che pur essendo tra le più famose al mondo per i suoi monumenti e per i templi antichi, resta priva anche di un solo chilometro di autostrada. Adesso si sta lavorando per la superstrada Agrigento-Caltanissetta, che collegherà le due province all'autostrada Catania-Palermo, e sta andando avanti anche la progettazione con relativo finanziamento della nuova Agrigento-Palermo.
Un'arteria, spiegava il presidente della Regione, Lombardo, qualche giorno fa, che a questo punto si poteva anche risparmiare, investendo i soldi in altre infrastrutture, considerato che quando la Agrigento-Caltanissetta sarà completata, arrivare a Palermo sarà semplificato rispetto al percorso accidentato odierno. Ma tant'è.

Tornando alla Gela-Agrigento-Castelvetrano, lo studio di fattibilità dell'Anas, ricorda che l'itinerario è compreso nel 1° Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo n. 433/2001 (Del. CIPE n. 121/2001) ed è stato inserito nel Piano Decennale 2003-2012 dell'Anas come studio di fattibilità. Sono stati studiati, ovviamente, scenari di evoluzione della mobilità che fanno riferimento all'intervallo di vita utile del collegamento posto pari a 30 anni, che, all'epoca dello studio di fattibilità, ipotizzavano un'entrata in esercizio nel 2015 e un orizzonte di fine vita utile nel 2045. I risultati delle simulazioni condotte nello studio trasportistico, a prescindere adesso dalla tempistica, indicano che la soluzione tecnica ritenuta più idonea al tracciato prevederebbe il passaggio di 19.200 veicoli equivalenti medi giornalieri su tutta l'estensione dell'intervento, che il flusso medio sulle singole tratte per le alternative studiate oscillerebbe da una minimo di 11.500 veicoli equivalenti/giorno ad un massimo di 21.500 veicoli equivalenti/giorno e che le tratte maggiormente frequentate sarebbero quelle adiacenti ad Agrigento.

Il costo dell'opera, nelle sue varianti ed alternative che sono state inserite in questo studio, oscillano tra 3 e 4 miliardi. Costo elevatissimo, come si comprende facilmente, che ha portato l'Anas «ad individuare in primis una suddivisione in 9 macrolotti funzionali, per i quali è in fase di ultimazione un approfondimento in termini di costi e benefici attesi, sia trasportistici, sia ambientali, per stilare una classifica di realizzazione dell'intervento. Non appena individuata la classifica delle priorità di intervento - spiega lo studio di fattibilità - sarà altresì possibile identificare i macrolotti prioritari per i quali avviare la progettazione preliminare. A tal proposito è bene sottolineare - prosegue l'Anas nel suo documento - che, stante le entità attuali dei traffici, nelle successive fasi di progettazione verrà anche contemplata un'ipotesi di parzializzazione dell'intervento e cioè la realizzazione di una singola carreggiata con predisposizione delle opere d'arte per un futuro raddoppio. Questo, visti gli elevati costi di realizzazione, consentirebbe di avviare comunque la realizzazione dell'itinerario diluendo nel tempo i flussi di cassa».

Insomma un progetto in progress, da spalmare nel tempo, concentrandosi sui lotti più importanti e funzionali anche per favorire gli spostamenti logistici legati, come dicevamo, al lavoro, allo sviluppo, al turismo. Non va dimenticato, infatti, che la realizzazione di questo anello, con il completamento della Ragusa-Catania e il via all'aeroporto di Comiso, renderebbero lo scalo ibleo ancora più importante strategicamente per servire tutta quest'area, dal Distretto del Sud-Est all'area del Mediterraneo. Si tratta, quindi, di capire se è possibile concentrare un po' di risorse finanziarie su questo progetto per cominciare ad accorciare le distanze e mettere i primi anelli alla lunga catena che dovrebbe chiudere questa regione.

venerdì 17 febbraio 2012

Catania: Raccolta firme per modificare il nuovo sistema di esenzione ticket sanitario


Divulgo l'interessante iniziativa segnalatomi dall'amica Sonia Puglisi di Catania: "Petizione popolare per l'abolizione del sistema di esenzione dal ticket".

Sabato 18 febbraio 2012 alle ore 11 in Via Etnea (Catania), angolo con Via Umberto, verrà inaugurato il banchetto di raccolta firme, voluto dall'Associazione Catania Attiva e dal Comitato Famiglie a Basso Reddito, per chiedere alla Regione Siciliana la modifica del sistema di esenzione del ticket sanitario.

Si potrà firmare la petizione nei giorni 18 e 19 febbraio a partire dalle ore 17 presso il banchetto o, fino al 29 febbraio, presso le sedi dell'Associazione Catania Attiva di via Conte di Torino 70 e di via Messina 345.


Clicca qui per visualizzare l'evento su Facebook. Per saperne di più, contattate Sonia Puglisi

Province, Pdl-Pd-Udc chiedono di riordinarle e non vogliono abolirle

Non un'abolizione vera e propria, ma una riorganizzazione che ne ridefinisca le funzioni e il rango costituzionale. E' questa la proposta su cui converge la maggioranza per varare una riforma delle Province tanto invocata quanto rinviata nel tempo. Il dibattito non è ancora entrato nel vivo e, a quanto pare, servirà un impulso del governo per indurre il Parlamento ad attivarsi. Ma nelle ultime settimane hanno cominciato a discuterne i partiti di maggioranza, Pd, Pdl e Terzo polo, delineando la cornice di una bozza che è stata inviata ieri al premier, Monti.

In sostanza, si prevede l'abolizione delle Province come livello istituzionale a elezione diretta, e la trasformazione in «strutture di emanazione dei Comuni, una sorta di agenzia intercomunale multi-servizi governata da un board di sindaci». Si tratterebbe, naturalmente, di una riforma costituzionale che richiede tempi lunghi. Ma ha una scadenza: l'aprile 2013, termine entro il quale il decreto milleproroghe ha rinviato il limite temporale del 30 aprile prossimo, indicato dal precedente governo. L'orientamento generale, comunque, sembra essere quello di non abolire drasticamente le Province, nonostante siano da molti considerate un inutile spreco di denaro pubblico. Non a caso, negli ultimi anni di progressive ristrettezze, sono entrate spesso nel mirino delle schiere anti-casta, visto che richiedono il mantenimento di un discreto esercito di eletti e relativo personale amministrativo.

In realtà, gli studi comparati sul costo degli enti locali dimostrano che molto più costosi delle Province sono i Comuni e le Regioni. L'abolizione, insomma, inciderebbe in modo poco significativo sulle casse dello Stato. Ma sul fatto che, così come sono, siano enti poco produttivi, sono d'accordo tutti. Tranne la Lega che continua a difenderle a spada tratta, anche in ragione delle numerose amministrazioni provinciali che detiene al Nord, con tutto l'indotto di voti e controllo politico che questo comporta. Proprio ieri, con i voti della Lega e del Pdl, la Giunta delle elezioni alla Camera ha salvato dall'incompatibilità i deputati che ricoprono anche l'incarico di presidenti di Provincia (quattro del Pdl, tre della Lega e uno dell'Udc), derogando da una recente sentenza della Corte Costituzionale. La soluzione che si fa largo nell'attuale maggioranza è stata dibattuta negli ultimi giorni all'interno del Pd che punta a riordinare le Province secondo distretti più ampi e con differenti funzioni. Ad assorbire le attuali competenze provinciali dovrebbero essere in parte le Regioni e in parte i Comuni, ai quali spetterebbe anche una gestione associata delle nuovi distretti provinciali.

giovedì 16 febbraio 2012

Per gli italiani «l'evasione fiscale è una vergogna»

Per gli italiani «l'evasione fiscale è una vergogna» ma due su dieci non chiedono mai lo scontrino

L'indagine di una organizzazione che si occupa di credito al consumo, rivela che tre italiani su quattro sono pronti a dichiarare che l'evasione fiscale è una vergogna, ma il 21% degli intervistati ha ammesso di non chiedere mai lo scontrino se il commerciante non glielo dà.

L'identikit dell'italiano riluttante è un giovane di 18-24 anni, residente nel Centro o nell'Italia di Nord-Est (25%).
Ma non ci sono solo gli scontrini dei commercianti. Ci sono anche le fatture dei professionisti e gli artigiani.

Nel Mezzogiorno e nelle Isole il dato sulle fatture non rilasciate tocca il 41%. Oggi, il fisco corre ai ripari e cerca di far capire che chi aiuta gli altri a evadere fa un autogol, perché se il gettito diminuisce, bisogna aumentare il prelievo su coloro che già pagano. L'epicentro dell'evasione da fattura è tra i professionisti.

Nell'edilizia, comunque il fisco ha trovato una soluzione ideale. Per opere murarie o idrauliche fatte in casa, il cliente si fa rilasciare fattura e può dedurre dall'Irpef il 36% della spesa.
Un sistema perfetto: il cliente paga, ma risparmia sulle tasse; l'impresa emerge e non subirà accertamenti.

Professioni legali, la Procura apre le porte ai tirocini UNIVERSITA'

Palermo - Firmata l'altro pomeriggio un'importante convenzione fra l'Università e la Procura della Repubblica di Palermo che consentirà ai giovani corsisti del 2° anno della Scuola di specializzazione per le professioni legali «Gioacchino Scaduto», di svolgere il tirocinio sotto la guida di magistrati.

Si tratta di accordo unico in Italia: gli specializzandi, individuati in base al merito, attitudini e motivazioni, saranno affidati ai magistrati della Procura che ne cureranno la formazione con attività previste dal piano di tirocinio, assistendoli, guidandoli e redigendo un profilo valutativo al termine. Tra le attività previste: l'esame dei fascicoli processuali senza segreto investigativo; l'assistenza ad atti di indagine che presentino i connotati del contraddittorio; la redazione di provvedimenti, memorie e motivi di impugnazione; e l'assistenza ad attività di udienza. L'accordo è stato siglato dal rettore Roberto Lagalla, dal procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Messineo, e dal direttore della Scuola di specializzazione forense «Gioacchino Scaduto», Rosalba Alessi.

«Sarà un'occasione di crescita professionale che consentirà di colmare il "fossato" che divide la teoria dalla pratica - ha commentato Messineo - . Gli studenti saranno per due mesi al fianco di magistrati che li guideranno in ambito formativo. In totale, 15 tutor per 30 studenti, quindi un magistrato ogni due studenti. La convenzione dà concreta attuazione art. 72 dell'ordinamento giudiziario che prevede la possibilità di usare studenti specializzandi della Scuola forense per esercitare le funzioni di pm innanzi ai giudici monocratici».

Soddisfatto anche Lagalla: «Ancora una volta l'Università crea relazioni proficue con le istituzioni del territorio nel duplice obiettivo di offrire ai suoi ragazzi importanti occasioni di formazione e di offrire all'esterno competenze».

mercoledì 15 febbraio 2012

Biomasse Menfi: si costituirà un gruppo di lavoro

Dott. Michele Botta
14 febbraio 2012 
Il sindaco di Menfi fa chiarezza sulle voci che intenterebbero far credere ai menfitani che società interessate alla realizzazione di impianti di biomasse potrebbero far leva su eventuali accondiscendenze politiche.

“L’unico SI al progetto di realizzazione dell’impianto di biomasse la società ‘Tre Tigli’ l’ ha avuto nel 2006 da parte dell’allora Sindaco Nino Buscemi, mentre da quando alla guida della città c’è il sottoscritto – afferma Michele BottaMenfi ha sempre negato ogni autorizzazione in ogni sede, dal consiglio comunale alle conferenze dei servizi, l’ultima delle quali si è svolta nel dicembre 2011, ma in ogni caso, come per l’acqua, sarei pronto a fare le barricate. Oggi c’è chi vuole strumentalizzare questo tema, ponendosi dietro e sfruttando la buona fede di chi ha una faccia pulita e credibile: Menfi su ciò è unita.”.

“Menfi deve parlare di sviluppo economico, di giovani, dei tanti progetti presentati per lo sviluppo turistico e soprattutto di Porto per il quale non solo abbiamo fatto tutto ciò che è di nostra competenza mettendo a disposizione di tutti i soggetti coinvolti - pubblici e privati - tutti gli strumenti utili per portare a termine i lavori, ma abbiamo anche ottenuto la prima posizione nella graduatoria per l’assegnazione degli speciali fondi Jessica. Ora sta al Privato, Bolici, presentare il progetto esecutivo entro i termini."

Allegati:
 

15 febbraio 2012
Si è svolto ieri sera un incontro tra l’amministrazione comunale di Menfi, consiglieri comunali, rappresentanti delle associazioni locali e del clero per le problematiche relative all’impianto di biomassa - tre tigli.

Una riunione valutata dal Sindaco positivamente che è servita a confermare la comune volontà a ribadire la contrarietà assoluta a qualsiasi impianto di biomassa.

Durante l’incontro è stato proposto di costituire un gruppo di lavoro composto da amministrazione e rappresentanti delle associazioni che potrà stilare un programma concordato di azioni da svolgere per bloccare  l’istanza della Tretigli e poi ratificare tutto in un eventuale consiglio comunale aperto. “E’ stata l’occasione per fare chiarezza su un tentativo di strumentalizzazione in atto della vicenda ‘Biomasse’ – dichiara il sindaco Botta – , una vicenda politicamente chiusa e su cui la città è unita.”
 
Fonte:  comune.menfi.ag.it

martedì 14 febbraio 2012

Biomasse Menfi: Comunicato stampa del Consigliere Giuseppe Sutera

Menfi - Il Sindaco, sulla vicenda delle biomasse, deve dire tutta la verità.

Al di là delle dichiarazioni di facciata è opportuno che produca tutta la documentazione inerente la vicenda e si assuma la responsabilità delle proprie scelte. Dai documenti in mio possesso, infatti si evince che se la Tre Tigli è andata avanti nell’iter amministrativo è proprio grazie all’ambigua dichiarazione fatta dall’allora Assessore Ingegnere Sbrigata nella Conferenza di servizi del 23/09/2008.

Invito il Sig. Sindaco a leggersi bene la documentazione e a non fidarsi, da come sembrerebbe abbia fatto in passato , di Assessori “tecnici esperti” che più volte hanno palesato la propria incapacità.
Piena solidarietà e sostegno, da parte del sottoscritto alle associazioni che a gran voce chiedono un Consiglio Comunale sulla vicenda. Sig. Sindaco, piuttosto che aspettare la realizzazione della centrale a biomasse e poi fare le barricate davanti al sito, Le consiglio di attivarsi sin da subito anche con sit-in di protesta davanti agli uffici dell’Assessorato all’industria di Palermo. Mi troverà sicuramente al suo fianco.


Menfi lì 14/02/2012 
Consigliere Comunale 
Giuseppe Sutera