“Credo sia il momento giusto per presentare questo disegno di legge, pronto sul mio tavolo, che viene definito abolizione delle Province ma in realtà riguarda il l° decentramento dei poteri della Regione”. Lo scrive il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sul suo blog.
“Quali sono le ragioni di questo disegno di legge? Se vogliamo aiutare i siciliani e la Sicilia a crescere dobbiamo spogliare la Regione, lasciarla snella e decentrare tutto ai comuni e ai liberi consorzi perché sotto il controllo dei cittadini le cose funzionano meglio”.
Per Lombardo “se la Regione si spoglia dei poteri, cede il proprio personale e le proprie competenze e una buona parte delle risorse queste risorse si risparmiano e si possono tagliare più facilmente gli sprechi”.
“Deleghiamo i poteri ai comuni - prosegue il governatore -, alcune delle competenze che sono di respiro sovracomunale verranno governate nell’ambito del consorzio dei comuni che sostituiranno le Province. I consorzi non sono altro che un gruppo di comuni e territori omogenei da un punto di vista sociale, economico, culturale e storico chiamati a gestire le competenze sovracomunali. E come saranno governati questi consorzi? Facciamo l’elezione del consiglio di consorzio? Naturalmente no, altrimenti c’è il rischio di ritrovarci con le vecchie Province moltiplicate per tre – aggiunge Lombardo -. Saranno i sindaci ad eleggere uno di loro presidente del consorzio il quale potrà avvalersi della collaborazione di assessori, scelti tra gli assessori o i consiglieri comunali che non dovranno percepire indennità in più. Tutti devono fare il proprio lavoro non necessariamente per percepire indennità aggiuntive. I consorzi poi dovranno avvalersi del personale della Regione, delle ex Province e dei dipendenti comunali per governare quel determinato territorio”.
“Credo che questa sia una riforma importante per tagliare i costi perché, man mano che nei comuni consorziati andranno in pensione, ad esempio, i comandanti dei vigili urbani questi saranno sostituiti da uno solo per l’intero consorzio. E lo stesso ragionamento vale per il capo dell’ufficio tecnico, per il segretario comunale, per il ragioniere generale…”.
“Taglio dei costi e risparmio che diventano risorse utili da investire nello sviluppo dell’impresa privata e dell’economia – conclude il governatore - per creare lavoro per i nostri giovani e crescita economica per la Sicilia”.
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
mercoledì 27 luglio 2011
martedì 26 luglio 2011
Comune di Menfi: Consiglio Comunale del 26/07/2011
Il Consiglio Comunale di Menfi è convocato in seduta ordinaria per il giorno 26/07/2011 – ore 20,00 presso il salone del bassorilievo Torre Federiciana Piazza V. Emanuele.
Potete seguire la diretta dei lavori su Rmk dalle ore 20.
I punti all’ordine del giorno sono:
- approvazione verbali sedute precedenti;
- istituzione Servizio Raccolta Rifiuti Provinciale (S. R. R. );
- parere in ordine alla richiesta di realizzazione di impianto alimentato da biomassa presso stabilimento Cantine Settesoli, ex CO.VA.G., in località “Fiori – Mandrazzi”;
- dibattito politico;
- adozione del Piano di Recupero zona Porto Palo – Foce Mirabile;
- regolamento per il conferimento di incarichi legali esterni;
- mozione;
- approvazione O.d.G. a seguito consultazione referendaria 12 e 13 giugno 2011 sulla ripubblicizzazione dell’acqua;
- interrogazioni.
venerdì 22 luglio 2011
Sanità, Aumento ticket in Sicilia

Clicca qui per Ticket Regione Sicilia 2012 "nuove regole esenzione reddito"
Da ieri (21 luglio 2011) anche in Sicilia è in vigore l’aumento del ticket sanitario di 10 euro sulle ricette mediche per la specialistica e la diagnostica ambulatoriale, previsto dalla manovra Tremonti. Ieri l’assessorato alla Salute, guidato da Massimo Russo, ha diramato a tutti i manager una circolare con cui viene disposto l’incremento. In Sicilia è già in vigore la quota fissa di 2 euro su ricetta medica per questo tipo di prestazioni. Per cui l’incremento è di 8 euro.
Nel frattempo monta la protesta di associazioni di consumatori e pazienti sull’imposizione del ticket sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Dall’associazione “Dossetti” al Codacons, tutti chiedono all’assessore alla Salute siciliano e al governo regionale di fare retromarcia per non penalizzare ancora di più i diritti dei malati.
Sulla vicenda, interviene anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che annuncia un tavolo tecnico con le Regioni per rimodulare il ticket, puntando sul “modello lombardo” oppure sul concetto di appropriatezza. "Fermo restando che il ticket è già partito, perché non si tratta di una nuova norma ma di una copertura di una legge del 2007 – ha spiegato Fazio al termine di un incontro con gli assessori regionali alla Sanità - abbiamo concordato di aprire subito un tavolo per poter rimodulare sia questo ticket sia quelli che partiranno nel 2014, in modo tale che non siano ticket aperti a tutti, ma che ci siano delle modulazioni che potranno essere o sul modello della Lombardia per fasce di spesa oppure sul concetto di appropriatezza. Sono convinto che il ticket non debba essere usato per fare cassa. ma per ridurre le prestazioni inappropriate".
Nel video, il disappunto dei pazienti siciliani.
giovedì 21 luglio 2011
Cantine Settesoli: Assemblea Informativa
Oggetto: Cantine Settesoli: Avviso di convocazione Assemblea Informativa dei Soci.
Domenica 24 luglio 2011, alle ore 18.30, presso il Pallone Tenda sito in Menfi Via Palminteri 4, si terrà un'assemblea informativa dei soci per discutere sul seguente ordine del giorno:
Domenica 24 luglio 2011, alle ore 18.30, presso il Pallone Tenda sito in Menfi Via Palminteri 4, si terrà un'assemblea informativa dei soci per discutere sul seguente ordine del giorno:
- Situazione attuale e tendenze del mercato del vino e delle vendite dei prodotti della vendemmia 2010;
- Programmazione Vendemmia 2011 e variazione criteri di selezione delle uve in conferimento;
- Aggiornamento sull'iter autorizzativo del progetto per la realizzazione dell'impianto per la produzione di energia elettrica alimentato con vinaccia e tralci di potatura.
- Varie.
martedì 19 luglio 2011
Menfi, NO al Biomasse
Menfi dice NO al progetto di costruzione di una centrale a Biomasse delle Cantine Settesoli (ex zona CO.VA.G.). Un No forte ed inequivocabile.
Al Consiglio Comunale Aperto del 18 luglio 2011 la stragrande maggioranza dei cittadini ha manifestato il proprio dissenso sulla costruzione dell’impianto.
Da parte loro son prevalsi pareri unanimi “Non abbiamo bisogno di questo intervento, che non è compatibile con le esigenze del nostro territorio. Non siamo disposti a permettere che si realizzi una ciminiera a ridosso della città, perché ci sta a cuore la salute dei menfitani e dei nostri figli.”
Alla conta i consiglieri del NO, chiamati dai cittadini ad esprimere il proprio parere, dovrebbero prevalere sui pochi indecisi nella seduta decisiva del 26 luglio 2011.
Al Consiglio Comunale Aperto del 18 luglio 2011 la stragrande maggioranza dei cittadini ha manifestato il proprio dissenso sulla costruzione dell’impianto.
Da parte loro son prevalsi pareri unanimi “Non abbiamo bisogno di questo intervento, che non è compatibile con le esigenze del nostro territorio. Non siamo disposti a permettere che si realizzi una ciminiera a ridosso della città, perché ci sta a cuore la salute dei menfitani e dei nostri figli.”
Alla conta i consiglieri del NO, chiamati dai cittadini ad esprimere il proprio parere, dovrebbero prevalere sui pochi indecisi nella seduta decisiva del 26 luglio 2011.
lunedì 18 luglio 2011
Comune di Menfi: Consiglio Comunale del 18/07/2011
Il Consiglio Comunale Aperto di Menfi è convocato in seduta ordinaria per il giorno 18/07/2011 – ore 20,00 presso il salone del bassorilievo Torre Federiciana Piazza V. Emanuele.
Biomasse o inceneritore?! Stasera proveremo a comprendere le reali differenze ed il valore di una strategia salutistica ed economica messa in atto dalle Cantine Settesoli.
Invitiamo la cittadinanza a partecipare.
Biomasse o inceneritore?! Stasera proveremo a comprendere le reali differenze ed il valore di una strategia salutistica ed economica messa in atto dalle Cantine Settesoli.
Invitiamo la cittadinanza a partecipare.
domenica 17 luglio 2011
I segreti di SpiderTruman
Facebook, Twitter e un blog. SpiderTruman, autore della pagina "I segreti della casta di Montecitorio" ha deciso di sfruttare al massimo i
social network (e la scia mediatica che si portano dietro) per dare la
più ampia diffusione possibile ai «segreti» della Camera dei deputati,
da cui è stato licenziato dopo 15 anni di precariato.
Foto di documenti definiti ufficiali, «indiscrezioni - scrive SpiderTruman - che nessuno osa far uscire fuori dal parlamento italiano». Lui, che racconta di essere stato al servizio di «un deputato-padrone» racconta i peccati, ma non fa i nomi di nessun peccatore.
E così ecco spiegato come i deputati riescono a far viaggiare gratis amici e parenti, accumulando cioè punti Millemiglia da far utilizzare ai conoscenti sui voli Alitalia e come si svolge l'assegnazione delle auto blu. «Vi spiego qual è il trucco - scrive SpiderTruman - attraverso il quale gli onorevoli parlamentari si arrogano e si appropriano di questo servizio».
L'autore racconta così di finte minacce ai danni di parlamentari sprovvisti di auto blu che, alla luce dei rischi (falsi) per la propria incolumità, ottengono protezione. E ancora, il misterioso ex dipendente di Montecitorio si sofferma a spiegare la ragione delle molte denunce di furto da parte dei deputati: «c'è una polizza - assicurativa - dichiara - che copre qualsiasi furto di qualsiasi entità che avviene all'interno di Palazzo Montecitorio».
SpiderTruman, poi, racconta con dovizia di particolari le convenzioni agevolate di cui godono i parlamentari, da quelle legate alle tariffe telefoniche a quelle per l'acquisto di un'auto nuova. Qualcosa, però, deve aver turbato l'autore che sulla bacheca della sua pagina Facebook lascia intendere che quello spazio potrebbe essere chiuso. Da chi o perché non lo spiega, ma annuncia di voler continuare comunque a diffondere i presunti segreti di Montecitorio attraverso un nuovo account Twitter e il blog isegretidellacasta.blogspot.com.
Che anche in Italia sia giunto il tempo che i precari si mobilitino come in Spagna hanno fatto gli Indignados?
Foto di documenti definiti ufficiali, «indiscrezioni - scrive SpiderTruman - che nessuno osa far uscire fuori dal parlamento italiano». Lui, che racconta di essere stato al servizio di «un deputato-padrone» racconta i peccati, ma non fa i nomi di nessun peccatore.
E così ecco spiegato come i deputati riescono a far viaggiare gratis amici e parenti, accumulando cioè punti Millemiglia da far utilizzare ai conoscenti sui voli Alitalia e come si svolge l'assegnazione delle auto blu. «Vi spiego qual è il trucco - scrive SpiderTruman - attraverso il quale gli onorevoli parlamentari si arrogano e si appropriano di questo servizio».
L'autore racconta così di finte minacce ai danni di parlamentari sprovvisti di auto blu che, alla luce dei rischi (falsi) per la propria incolumità, ottengono protezione. E ancora, il misterioso ex dipendente di Montecitorio si sofferma a spiegare la ragione delle molte denunce di furto da parte dei deputati: «c'è una polizza - assicurativa - dichiara - che copre qualsiasi furto di qualsiasi entità che avviene all'interno di Palazzo Montecitorio».
SpiderTruman, poi, racconta con dovizia di particolari le convenzioni agevolate di cui godono i parlamentari, da quelle legate alle tariffe telefoniche a quelle per l'acquisto di un'auto nuova. Qualcosa, però, deve aver turbato l'autore che sulla bacheca della sua pagina Facebook lascia intendere che quello spazio potrebbe essere chiuso. Da chi o perché non lo spiega, ma annuncia di voler continuare comunque a diffondere i presunti segreti di Montecitorio attraverso un nuovo account Twitter e il blog isegretidellacasta.blogspot.com.
Che anche in Italia sia giunto il tempo che i precari si mobilitino come in Spagna hanno fatto gli Indignados?
martedì 12 luglio 2011
Menfi: Biomassa, progetto Cantine Settesoli
Il progetto Biomasse della Cantina Settesoli (zona CO.VA.G.) |
Lunedì 18 luglio, alle ore 20,00 presso il salone del bassorilievo Torre Federiciana Piazza V. Emanuele, si terrà un Consiglio Comunale Aperto durante il quale tutta la cittadinanza potrà esprimersi sul parere in ordine alla richiesta di realizzazione di impianto alimentato da biomassa presso stabilimento Cantine Settesoli (ex stabilimento CO.VA.G.) in loocalità ‘Fiori-Mandrazzi’ adiacente alla pista ciclabile, limitrofa al centro abitato di Menfi e prossima alla zona balneare dei Lidi Fiori.
Cliccando sul link della Settesoli di seguito riportato si può leggere la presentazione del progetto Cantine Settesoli, informarsi, e partecipare al meglio nelle scelte della comunità.
Il Progetto Cantine Settesoli
Relazione Tecnica-Economica Progetto Cantine Settesoli
La Green Economy e la vitivinicoltura siciliana - Il caso della Cantina Settesoli
venerdì 8 luglio 2011
Regione Sicilia: Lombardo vuole abolire le province
Giuseppe Alessi, primo presidente della Regione siciliana,
uno dei fondatori della Democrazia cristiana, avrebbe voluto abolirle il
giorno dopo la sua elezione. Era un autonomista convinto, avrebbe
voluto che lo Statuto speciale della Regione siciliana fosse rispettato.
Né prefetture, né province, ma comuni e liberi consorzi comunali come prescrive l’articolo 15.
Statuto della Regione Siciliana - Art. 15
1. Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono
soppressi nell'ambito della Regione siciliana.
2. L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui
liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria.
3. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e
l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali.
La Commissione dei 75, che preparò la Carta costituzionale, le aveva soppresse in tutta la Penisola, ma l’Assemblea costituente le resuscitò. Battaglia persa, sia nell’Isola maggiore quanto nel resto dell’Italia.
Nel 1970 con la nascita delle Regioni, un altro siciliano, Ugo La Malfa, come Giuseppe Alessi, si batté per abolirle, sostenendo che si trattava di doppioni. Nel 1991 erano 95, negli ultimi quindici anni ne sono state istituite quindici. Le ultime nate sono Fermo, Monza e Bat (acronimo che sta per Barletta, Andria e Monza).
Nel 2010, alla vigilia dell’estate, mentre si preparava una manovra di contenimento che avrebbe richiesto i sacrifici, dai banchi della maggioranza di governo si propose un taglio dei costi della politica, a cominciare dall’abolizione delle province e delle comunità montane e l’accorpamento dei piccoli comuni. Una misura, si disse, che avrebbe sicuramente regalato risparmi all’erario. Non se ne fece niente.
L’ultimo assalto, anch’esso andato a vuoto, per sopprimere le province si è svolto a Montecitorio, dove una proposta di abolizione dell’Italia dei Valori è stata bocciata dal Pdl e dalla Lega, approvata dal Terzo Polo. Il Partito democratico si è astenuto, consentendo la bocciatura.
Oggi abbiamo otto livelli di governo. Le province hanno 61 mila dipendenti, spendono 13 miliardi l’anno circa e costano 160 euro a testa per ogni italiano. Sono amministrate da 110 presidenti, mille assessori e quattromila consiglieri, per i quali lo Stato spende 119 milioni di euro l’anno, una cifra che non fa conto dell’indotto politico, non quantificabile in termini di risorse. Il budget delle province è cresciuto negli ultimi anni del 65 per cento, metà delle risorse – sei miliardi e mezzo circa - i tredici miliardi servono per pagare gli stipendi, il resto per le scuole e l’ambiente.
Il Partito Democratico vanta il maggior numero di amministrazioni provinciali con 40 presidenti; seguono il Pdl con 36, la Lega con 13, l’Udc con 5 e l’Mpa con 2. I partiti che hanno bocciato la soppressione delle province, richiesta dall’Idv – con il voto contrario o l’astensione – sono quelli in testa alla graduatoria, e cioè il Pd, il Pdl e la Lega. L’Udc e l’Mpa hanno votato a favore dell’abolizione, auspicata dall’Italia dei Valori, che non presiede alcuna amministrazione provinciale.
La considerazione è inevitabile: la soppressione la chiedono i partiti che non amministrano e l’avversano gli altri. Ma sarebbe ingiusto fermarsi qui. L’Udc, per esempio, e l’Mpa sono presenti al vertice delle province, seppure con un numero modesto. I partiti che amministrano le province hanno un problema in più nel decidere la loro soppressione. Farebbero arrabbiare migliaia di amministratori, una fetta importante della loro classe dirigente. Ma questa motivazione non la riveleranno mai, nemmeno sotto tortura, inutile aspettarsela.
La Lega Nord ha puntato i piedi lo scorso anno con risolutezza, ponendo il veto. Quelle tredici amministrazioni provinciali stanno tutte al Nord, abolire le province significherebbe per loro farsi mancare il terreno sotto i piedi. Sono Secessionisti di governo e federalisti “provincialisti” (o provinciali, scegliete voi).
Dopo avere bocciato qualche giorno fa la proposta di soppressione dell’Idv, i leghisti hanno lanciato un altro urlo di guerra contro le prefetture: province intoccabili, semmai “ministeriali” (dovrebbe essere la provincia di Monza ad ospitare i tre Ministeri romani) , prefetti a casa.
Il Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, all’indomani della bocciatura di Montecitorio ha ribadito la volontà, manifestata già sei mesi or sono, di sopprimere le nove province. In Sicilia, a differenza che nella Penisola, la soppressione non avrebbe bisogno di alcuna legge né norma costituzionale, perché lo Statuto speciale della Regione prevede che nell’Isola l’ordinamento degli enti locali si basi sui comuni e sui liberi consorzi di comuni. La soppressione delle province, perciò, attuerebbe lo Statuto speciale.
Già sei mesi or sono, d’accordo con il Pd, il governatore sollevò la questione, facendone un provvedimento caratterizzante della nuova maggioranza. Sarebbe stata la risposta al fallimento delle proposte romane di soppressione. Ma la questione, pur essendo stata posta con determinazione, non venne nemmeno affrontata.
Oggi Lombardo ripete il tentativo, anche questa volta all’indomani di un nuovo assalto romano alle province. Farebbe carte false per dare lo smacco a Roma. Il trionfo dell’autonomismo ed un taglio consistente ai costi della politica (gettoni di presenza e stipendi per quasi quattrocento amministratori, indennità per assistenti, uffici di segreteria, apparati e spese varie). L’indennità dei presidenti delle province varia da circa settemila seicento euro a cinquemila seicento, a seconda del numero di abitanti (circa 50 mila euro gli stipendi più alti degli assessori, 3300 euro i più bassi). Poi vanno calcolati i gettoni ai consiglieri, non più di 21 sedute al mese a 126 euro per ogni seduta, sicché un consigliere nelle province più popolose può ricevere 2700 euro circa ed in quelle meno popolose qualcosa di più di mille euro.
La soppressione delle province cancellerebbe le spese degli amministratori e dei loro apparati, ma non il resto. Le competenze e i dipendenti passerebbero ai comuni o ai liberi consorzi.
Ce la farà il governo Lombardo laddove non riuscì Giuseppe Alessi sessantotto anni or sono e la Camera dei deputati tre giorni or sono?
Né prefetture, né province, ma comuni e liberi consorzi comunali come prescrive l’articolo 15.
Statuto della Regione Siciliana - Art. 15
1. Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono
soppressi nell'ambito della Regione siciliana.
2. L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui
liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria.
3. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e
l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali.
La Commissione dei 75, che preparò la Carta costituzionale, le aveva soppresse in tutta la Penisola, ma l’Assemblea costituente le resuscitò. Battaglia persa, sia nell’Isola maggiore quanto nel resto dell’Italia.
Nel 1970 con la nascita delle Regioni, un altro siciliano, Ugo La Malfa, come Giuseppe Alessi, si batté per abolirle, sostenendo che si trattava di doppioni. Nel 1991 erano 95, negli ultimi quindici anni ne sono state istituite quindici. Le ultime nate sono Fermo, Monza e Bat (acronimo che sta per Barletta, Andria e Monza).
Nel 2010, alla vigilia dell’estate, mentre si preparava una manovra di contenimento che avrebbe richiesto i sacrifici, dai banchi della maggioranza di governo si propose un taglio dei costi della politica, a cominciare dall’abolizione delle province e delle comunità montane e l’accorpamento dei piccoli comuni. Una misura, si disse, che avrebbe sicuramente regalato risparmi all’erario. Non se ne fece niente.
L’ultimo assalto, anch’esso andato a vuoto, per sopprimere le province si è svolto a Montecitorio, dove una proposta di abolizione dell’Italia dei Valori è stata bocciata dal Pdl e dalla Lega, approvata dal Terzo Polo. Il Partito democratico si è astenuto, consentendo la bocciatura.
Oggi abbiamo otto livelli di governo. Le province hanno 61 mila dipendenti, spendono 13 miliardi l’anno circa e costano 160 euro a testa per ogni italiano. Sono amministrate da 110 presidenti, mille assessori e quattromila consiglieri, per i quali lo Stato spende 119 milioni di euro l’anno, una cifra che non fa conto dell’indotto politico, non quantificabile in termini di risorse. Il budget delle province è cresciuto negli ultimi anni del 65 per cento, metà delle risorse – sei miliardi e mezzo circa - i tredici miliardi servono per pagare gli stipendi, il resto per le scuole e l’ambiente.
Il Partito Democratico vanta il maggior numero di amministrazioni provinciali con 40 presidenti; seguono il Pdl con 36, la Lega con 13, l’Udc con 5 e l’Mpa con 2. I partiti che hanno bocciato la soppressione delle province, richiesta dall’Idv – con il voto contrario o l’astensione – sono quelli in testa alla graduatoria, e cioè il Pd, il Pdl e la Lega. L’Udc e l’Mpa hanno votato a favore dell’abolizione, auspicata dall’Italia dei Valori, che non presiede alcuna amministrazione provinciale.
La considerazione è inevitabile: la soppressione la chiedono i partiti che non amministrano e l’avversano gli altri. Ma sarebbe ingiusto fermarsi qui. L’Udc, per esempio, e l’Mpa sono presenti al vertice delle province, seppure con un numero modesto. I partiti che amministrano le province hanno un problema in più nel decidere la loro soppressione. Farebbero arrabbiare migliaia di amministratori, una fetta importante della loro classe dirigente. Ma questa motivazione non la riveleranno mai, nemmeno sotto tortura, inutile aspettarsela.
La Lega Nord ha puntato i piedi lo scorso anno con risolutezza, ponendo il veto. Quelle tredici amministrazioni provinciali stanno tutte al Nord, abolire le province significherebbe per loro farsi mancare il terreno sotto i piedi. Sono Secessionisti di governo e federalisti “provincialisti” (o provinciali, scegliete voi).
Dopo avere bocciato qualche giorno fa la proposta di soppressione dell’Idv, i leghisti hanno lanciato un altro urlo di guerra contro le prefetture: province intoccabili, semmai “ministeriali” (dovrebbe essere la provincia di Monza ad ospitare i tre Ministeri romani) , prefetti a casa.
Il Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, all’indomani della bocciatura di Montecitorio ha ribadito la volontà, manifestata già sei mesi or sono, di sopprimere le nove province. In Sicilia, a differenza che nella Penisola, la soppressione non avrebbe bisogno di alcuna legge né norma costituzionale, perché lo Statuto speciale della Regione prevede che nell’Isola l’ordinamento degli enti locali si basi sui comuni e sui liberi consorzi di comuni. La soppressione delle province, perciò, attuerebbe lo Statuto speciale.
Già sei mesi or sono, d’accordo con il Pd, il governatore sollevò la questione, facendone un provvedimento caratterizzante della nuova maggioranza. Sarebbe stata la risposta al fallimento delle proposte romane di soppressione. Ma la questione, pur essendo stata posta con determinazione, non venne nemmeno affrontata.
Oggi Lombardo ripete il tentativo, anche questa volta all’indomani di un nuovo assalto romano alle province. Farebbe carte false per dare lo smacco a Roma. Il trionfo dell’autonomismo ed un taglio consistente ai costi della politica (gettoni di presenza e stipendi per quasi quattrocento amministratori, indennità per assistenti, uffici di segreteria, apparati e spese varie). L’indennità dei presidenti delle province varia da circa settemila seicento euro a cinquemila seicento, a seconda del numero di abitanti (circa 50 mila euro gli stipendi più alti degli assessori, 3300 euro i più bassi). Poi vanno calcolati i gettoni ai consiglieri, non più di 21 sedute al mese a 126 euro per ogni seduta, sicché un consigliere nelle province più popolose può ricevere 2700 euro circa ed in quelle meno popolose qualcosa di più di mille euro.
La soppressione delle province cancellerebbe le spese degli amministratori e dei loro apparati, ma non il resto. Le competenze e i dipendenti passerebbero ai comuni o ai liberi consorzi.
Ce la farà il governo Lombardo laddove non riuscì Giuseppe Alessi sessantotto anni or sono e la Camera dei deputati tre giorni or sono?
Fonte: http://www.siciliainformazioni.com
lunedì 4 luglio 2011
Regione Sicilia maglia nera dell’Italia per mancanza di depuratori, la provincia di Agrigento guida la classifica
In queste ultime ore sui mezzi di comunicazione impazza la notizia relativa alla pesantissima multa di 20 milioni di euro, più 200 mila euro al giorno, a danno dell’Italia, multa comminata dalla Corte di Giustizia Europea dopo che la Commissione della comunità Europea ha deferito alla medisima Corte la Regione Lombardia per la mancata depurazione delle acque reflue da parte di alcuni comuni di questa regione che continuano a scaricare sui fiumi e laghi le acqua reflue.
Questa è solo la prima trance dei provvedimenti sanzionatori che la Corte di Giustiza E. comminerà a breve nei confronti di altre regioni d’Italia. Nella lista nera stilata dalla Commissione Europea sul mancato rispetto della legislazione comunitaria sulle acque reflue (direttiva 91/271/CEE), compaiono complessivamente 178 Comuni italiani tutti sotto inchiesta, di questi il 73% sono nell’Italia meridionale (la parte del leone la fanno Sicilia, Calabria e Campania).
A dirlo è Calogero Miccichè, coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Agrigento, in una sua nota secondo cui 178 comuni violano le direttive europee sulla mancata tutela ambientale e sul riciclo delle acque bianche e nere, la nostra regione è la più inadempiente, mentre della provincia di Agrigento risultano segnalate alla corte di Giustizia 7 grossi comuni, in testa il comune capoluogo e le sue periferie, quindi le città di Menfi, Sciacca, Ribera, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro, per i quali molto probabilmente l’ organo di giustizia amministrativa della comunità europea condannerà la Regione Sicilia che fino ad oggi non ha posto in essere provvedimenti per evitare lo sversamento fognario direttamente a mare.
Come può Menfi rientrare nei 7 comuni?! Proprio mesi fà è stato attivato all'altezza del depuratore, in località Fiori, un impianto per il riutilizzo a fini agricoli delle acque reflue. Un investimento da 3 milioni e 600 mila euro. Non si spiegherebbe, fra l'altro, come la bandiera blu ci sia stata riconosciuta per 15 volte, di cui 14 consecutive.
A tal proposito, credo che l'ex deputato regionale Lillo Miccichè si sia sicuramente sbagliato nel citare Menfi come Comune sanzionato. Anzi, si attendono rettifiche in merito.
Questa è solo la prima trance dei provvedimenti sanzionatori che la Corte di Giustiza E. comminerà a breve nei confronti di altre regioni d’Italia. Nella lista nera stilata dalla Commissione Europea sul mancato rispetto della legislazione comunitaria sulle acque reflue (direttiva 91/271/CEE), compaiono complessivamente 178 Comuni italiani tutti sotto inchiesta, di questi il 73% sono nell’Italia meridionale (la parte del leone la fanno Sicilia, Calabria e Campania).
A dirlo è Calogero Miccichè, coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Agrigento, in una sua nota secondo cui 178 comuni violano le direttive europee sulla mancata tutela ambientale e sul riciclo delle acque bianche e nere, la nostra regione è la più inadempiente, mentre della provincia di Agrigento risultano segnalate alla corte di Giustizia 7 grossi comuni, in testa il comune capoluogo e le sue periferie, quindi le città di Menfi, Sciacca, Ribera, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro, per i quali molto probabilmente l’ organo di giustizia amministrativa della comunità europea condannerà la Regione Sicilia che fino ad oggi non ha posto in essere provvedimenti per evitare lo sversamento fognario direttamente a mare.
Come può Menfi rientrare nei 7 comuni?! Proprio mesi fà è stato attivato all'altezza del depuratore, in località Fiori, un impianto per il riutilizzo a fini agricoli delle acque reflue. Un investimento da 3 milioni e 600 mila euro. Non si spiegherebbe, fra l'altro, come la bandiera blu ci sia stata riconosciuta per 15 volte, di cui 14 consecutive.
A tal proposito, credo che l'ex deputato regionale Lillo Miccichè si sia sicuramente sbagliato nel citare Menfi come Comune sanzionato. Anzi, si attendono rettifiche in merito.
sabato 2 luglio 2011
Carlo Rubbia: con il "Progetto Archimede" l'energia solare può sostituire il petrolio
![]() |
Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica. |
Il progetto Archimede, elaborato dall’ENEA in collaborazione con Enel, come detto utilizzerà la tecnologia termodinamica, più efficiente rispetto a quella più diffusa e conosciuta del fotovoltaico, in quanto è in grado di produrre energia elettrica anche di notte o quando il cielo è coperto. Il sole viene sfruttato infatti in maniera indiretta.
Dei vasti campi di specchi concavi (a Priolo sarà utilizzata una superficie di circa 300 x 280 metri) concentrano i raggi solari utilizzandoli per scaldare fino alla temperatura di 550 gradi un fluido a base di sali messo a punto attraverso gli esperimenti coordinati da Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica.
Il calore ottenuto servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell'adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica dell'impianto, riducendo la necessità di bruciare combustibili fossili. Il materiale che verrà usato a Priolo, oltre a mantenere il calore a lungo permettendo alla centrale di funzionare anche di notte o con il cielo coperto, così come gli olii utilizzati nelle centrali solari termodinamiche già in funzione, ha anche le importanti e innovative qualità di essere totalmente innocuo per l'ambiente in caso di fuoriuscite accidentali e di non essere infiammabile.
Finalmente, dunque, anche in Italia ha messo piede quella che viene considerata dai più la tecnologia rinnovabile con più prospettive per il futuro. Rimane ancora da capire, però, quali saranno le intenzioni del governo ....
venerdì 1 luglio 2011
Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio
Dodici avvisi di comparizione sono stati inviati a dipendenti e dirigenti della Provincia Regionale di Agrigento dalla Guardia di Finanza presumibilmente a seguito delle indagini sull'inchiesta partita con il sequestro di incartamenti operati l'anno scorso.
I 12 indagati sono: Antonino Amato, 60 anni; Bernardo Barone, 58 anni; Anna Capizzi, 51 anni; Ignazio Gennaro, 53 anni; Antonia Giglione, 53 anni; Antonino Graci, 61 anni; Gaetano Gucciardo, 59 anni; Giuseppina Miccichè, 55 anni; Giuseppe Montana Lampo, 58 anni; Giuseppe Morreale, 59 anni; Paolo Muratore, 54 anni; Stefano Mammo Cagarella, 53 anni.
L’accusa per tutti è abuso di ufficio. A partire da lunedì saranno interrogati dalla Guardia di finanza, delegata a svolgere le indagini dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte.
Sono sospetti pranzi, cene, spuntini e rinfreschi al bar a tutte le ore. Ma anche acquisti ritenuti di utilità sospetta in gioielleria, servizi di animazione e persino pagamenti alla Croce Rossa non proprio indispensabili. Il periodo analizzato va dalla fine del 2008 all’estate dell’anno scorso. I funzionari avrebbero commesso un abuso di ufficio liquidando il pagamento delle spese sostenute anche se le ricevute erano generiche e il fine istituzionale non specificato.
I 12 indagati sono: Antonino Amato, 60 anni; Bernardo Barone, 58 anni; Anna Capizzi, 51 anni; Ignazio Gennaro, 53 anni; Antonia Giglione, 53 anni; Antonino Graci, 61 anni; Gaetano Gucciardo, 59 anni; Giuseppina Miccichè, 55 anni; Giuseppe Montana Lampo, 58 anni; Giuseppe Morreale, 59 anni; Paolo Muratore, 54 anni; Stefano Mammo Cagarella, 53 anni.
L’accusa per tutti è abuso di ufficio. A partire da lunedì saranno interrogati dalla Guardia di finanza, delegata a svolgere le indagini dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte.
Sono sospetti pranzi, cene, spuntini e rinfreschi al bar a tutte le ore. Ma anche acquisti ritenuti di utilità sospetta in gioielleria, servizi di animazione e persino pagamenti alla Croce Rossa non proprio indispensabili. Il periodo analizzato va dalla fine del 2008 all’estate dell’anno scorso. I funzionari avrebbero commesso un abuso di ufficio liquidando il pagamento delle spese sostenute anche se le ricevute erano generiche e il fine istituzionale non specificato.
Nel mirino anche 15 mila euro relative a pregiate penne Mont Blanc, portafogli, agende e altri oggetti che sarebbero stati acquistati dall’ente in violazione dei regolamenti. Altre ipotesi di abuso d’ufficio, contestate ai dirigenti dell’ente, sono relative all’affidamento di alcuni contratti nel campo dell’edilizia senza avere preventivamente accertato se era possibile svolgerli con risorse interne all’ente. Lavori effettuati in abitazioni private da personale pagato dalla Provincia e dall'utilizzo improprio di carte di credito dello stesso ente.
Inoltre, nella lunga lista della spese, secondo i pm eccessivamente disinvolte, rientrava anche l’assegnazione di un progetto in materia di sviluppo energetico. Quei 16mila euro spesi sarebbero stati risparmiati se fosse stato utilizzato personale già in servizio alla Provincia regionale. Contestate anche le spese connesse all’organizzazione di un torneo di calcio (compreso il pagamento della Croce Rossa per l’assistenza sanitaria) in quanto non sarebbe stato possibile procedere all’affidamento diretto. A giorni il presidente D'Orsi e due assessori della Giunta provinciale potrebbero essere ascoltati dal coordinatore dell'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Giacomo Forte.
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Raimondo Buscemi |
Personalmente sono pienamente convinto che la Magistratura agrigentina ed il particolare il dott Fonzo, saprà fare, in tempi brevi per ridare serenità a queste famiglie, piena luce sui fatti per i quali è in corso questa delicata indagine. Ma non posso esimersi di esprimere la mia più incondizionata solidarietà a questi dipendenti della Provincia Regionale di Agrigento, alcuni dei quali non solo conosco personalmente ma sono pienamente convinto sia della loro onestà e dell’alto senso del dovere sia della loro professionalità nello svolgere il quotidiano lavoro all’interno dei vari settori dell’Ente.
Sono convinto che a conclusione dell’indagine la verità verrà pienamente ristabilita.”
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