Sorpresa. La classifica del «Sole24Ore», nell'annuale report sulla qualità della
vita ci dà in risalita. Dice, a seguito di complicatissimi calcoli
statistici, che siamo al 95° posto. L'anno scorso eravamo al 101° posto.
C'è
comunque poco da essere allegri perché i dati relativi all'economia e,
per la prima volta dopo molti anni, quelli dell'ordine pubblico sono in
peggioramento. Questi i numeri emersi nel report del prestigioso
quotidiano economico milanese.
Nella classifica generale relativa al
tenore di vita (composto da sei sotto settori) siamo al 98° posto (ed
eravano al 104°). Le singole voci però sono piuttosto negative. Abbiamo
un Pil pro capite di 13.169 euro (penultimi in Italia), ben al di sotto
della media nazionale che è di 21.838. Produciamo poco più di un terzo
di un milanese. Gli agrigentini hanno in media risparmi pro capite per
9.929 euro (siamo al 100° posto). La media italiana è di 16.393 euro e
la più «ricca» è Milano dove ogni abitante ha in media depositi per
oltre 35 mila euro. Abbiamo pensionati alla fame: l'assegno medio da noi
è di 515 euro (siamo al 105° posto), sotto la media nazionale che è di
729 euro (e un pensionato milanese supera di poco i mille euro). Siamo
terzultimi nei consumi (per auto o pc): spendiamo 593 euro a testa
(siamo al 105° posto). La media italiana è di 1000 euro, ad Aosta ne
spendono 1337. Il costo della casa è ancora «contenuto»: da noi 1500
euro al metro quadro in zona semicentrale (ma è una media provinciale) e
siamo al 19° posto. A Roma ce ne vogliono oltre 5 mila e a Milano quasi
5 mila.
Poche note liete anche nel dato degli affari e lavoro: siamo
ultimi insieme a Reggio Calabria. Siamo penultimi nella disoccupazione:
il nostro tasso è al 17,1 per cento (quello medio nazionale è
dell'8,74% e a Bolzano è del 3,3%).
Così così nella sezione servizi,
ambiente e salute: siamo stabili all'80° posto. Ma a sorpresa siamo al
vertice nazionale nella connessione veloce conquistando il quarto posto
come copertura della banda larga (superati solo da Milano, Palermo e
Napoli).
Nella nostra provincia, nonostante la crisi economica,
reggono le coppie: il dato di divorzi e separazioni è tra i più bassi
d'Italia: siamo all'11° posto e solo 33,91 coppie ogni 10 mila si separa
o divorzia (la media nazionale è di 55,41 e a Cagliari sono 115,14).
Bassissima anche la presenza di stranieri: solo il 2,37 per cento della
popolazione (contro oltre il 13 per cento di Brescia e Prato).
Brutte
notizie dal fronte dell'ordine pubblico dove eravamo al 15° posto e ora
siamo al 27°. Crescono i furti e le rapine (62 ogni 100 mila abitanti)
e siamo al 26° posto contro il 13° dell'anno scorso (la media nazionale
è di 162,44 e la peggiore in Italia è Genova con 733); gli appartamenti
svaligiati sono quasi 200 ogni 100 mila abitanti (siamo al 24° posto
eravamo al 20°; la media nazionale è di 318 e la peggiore in Italia è
Lucca con 651). Peggiora anche la classifica delle auto rubate: siamo al
49° posto ed eravamo al 22° (qui si rubano 70 auto ogni 100 mila
abitanti, la media nazionale è 118, la peggiore del Paese è Catania con
801). Poche le estorsioni denunciate (forse perché è un reato che ha una
forte connotazione mafiosa) e pochi i reati di natura informatica.
Nella
classifica del tempo libero saliamo di tre posti: eravamo al 106° posto
e ora siamo al 103°. Ci sono più librerie (siamo al 68°, eravamo al
102°): il dato dice che ci sono 7,6 librerie ogni 100 abitanti (la media
nazionale è di 8,3, a Massa Carrara ce ne sono 17,7).
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
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mercoledì 28 novembre 2012
sabato 8 settembre 2012
Menfi, La Provincia di Agrigento interviene sulle strade provinciali più pericolose
Ieri mattina, 07/09/12, Menfi ha avuto il segno tangibile, dopo un fantasioso passaggio alla provincia di Trapani, d’essere presa seriamente in considerazione dalla Provincia Regionale di Agrigento.
L’interesse per la cittadina belicina ha fatto venire in loco ben due assessori della Giunta Provinciale D’Orsi, precisamente l’Assessore ai lavori pubblici, Vito Terrana e l’Assessore alla tutela dei consumatori e minoranze, Adriano Varisano. Oltre a questi due importanti figure della politica agrigentina vi era anche l’ex Assessore Provinciale Mariano Ragusa, da poco dimessosi da Assessore per candidarsi alle prossime elezioni regionali.
La visita dei due assessori provinciali si è avuta grazie all’interesse dell’Assessore Baldo Clemente e del Consigliere Comunale Calogero Lanzarone che si sono operati per avere degli interventi alle arterie provinciali che cuciono le località balneari di Lido Fiori e di Porto Palo.
I tecnici, dell’Ufficio tecnico settore viabilità della Provincia Regionale di Agrigento, con l’apporto della Polizia Locale di Menfi, hanno visionato le criticità delle arterie provinciali che vi sono nel territorio di Menfi, riconoscendo l’importanza di alcuni interventi per rendere ancora più sicura la viabilità sulle strade di loro competenza.
L’Assessore Baldo Clemente ha dichiarato: “Molte volte le istituzioni sembrano irraggiungibili, ma altre volte, l’importanza degli interventi sembrano accorciare le distanze. Mi dispiace che solo ora, quasi a termine dell’estate, si è potuto intervenire. Ma meglio tardi che mai. Dare alla cittadinanza un’ottima viabilità, rendendo sicure le nostre strade, è una delle mie prerogative principali per assolvere al meglio al mio ruolo d’Assessore Comunale al ramo”.
L’interesse per la cittadina belicina ha fatto venire in loco ben due assessori della Giunta Provinciale D’Orsi, precisamente l’Assessore ai lavori pubblici, Vito Terrana e l’Assessore alla tutela dei consumatori e minoranze, Adriano Varisano. Oltre a questi due importanti figure della politica agrigentina vi era anche l’ex Assessore Provinciale Mariano Ragusa, da poco dimessosi da Assessore per candidarsi alle prossime elezioni regionali.
La visita dei due assessori provinciali si è avuta grazie all’interesse dell’Assessore Baldo Clemente e del Consigliere Comunale Calogero Lanzarone che si sono operati per avere degli interventi alle arterie provinciali che cuciono le località balneari di Lido Fiori e di Porto Palo.
I tecnici, dell’Ufficio tecnico settore viabilità della Provincia Regionale di Agrigento, con l’apporto della Polizia Locale di Menfi, hanno visionato le criticità delle arterie provinciali che vi sono nel territorio di Menfi, riconoscendo l’importanza di alcuni interventi per rendere ancora più sicura la viabilità sulle strade di loro competenza.
L’Assessore Baldo Clemente ha dichiarato: “Molte volte le istituzioni sembrano irraggiungibili, ma altre volte, l’importanza degli interventi sembrano accorciare le distanze. Mi dispiace che solo ora, quasi a termine dell’estate, si è potuto intervenire. Ma meglio tardi che mai. Dare alla cittadinanza un’ottima viabilità, rendendo sicure le nostre strade, è una delle mie prerogative principali per assolvere al meglio al mio ruolo d’Assessore Comunale al ramo”.
Fonte: informamenfis.com
venerdì 29 giugno 2012
Agrigento non perderà la Provincia
Ad Agrigento alcuni avranno tirato un sospiro di sollievo. Per il momento sono solo indiscrezioni, ma il nuovo piano del Governo Monti per tagliare le Province pare salvi la Provincia regionale di Agrigento. In Italia dalle attuali 107, si passerebbe a 54 (da aggiungere eventuali accorpamenti tra gli enti soppressi).
Almeno questo sarebbe il decreto legge che ha in mente il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi. In Sicilia resisterebbero ai tagli solo Palermo, Catania, Messina e Agrigento: fuori invece Enna, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani. Ma perché?
Per "sopravvivere" le Province devono possedere almeno due di questi tre requisiti:
Con buona probabilità, pertanto, tra meno di un anno gli abitanti dell'Agrigentino saranno chiamati alle urne per eleggere presidente e Consiglio provinciale.
Il mandato di Eugenio D'Orsi, infatti, iniziato nel giugno del 2008 volge ormai a scadenza. Bisognerà vedere se il decreto verrà emanato e soprattutto se manterrà questi criteri. Più volte si è cercato di intervenire su questo campo, senza però riuscire a concludere alcun taglio. In tanti, come già accaduto, sono comunque pronti ad alzare gli scudi: «Intervenire sulle Province con decreto legge è incostituzionale», è stato più volte detto.
Il Presidente Eugenio D'Orsi, a conoscenza della vicenda, da un lato è soddisfatto dall'altro cerca di mantenere i piedi per terra, prima vuole leggere la norma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Di una cosa però è certo: se la Provincia di Agrigento non venisse soppressa, tornando così alle urne tra qualche mese, lo stesso D'Orsi è pronto alla ricandidatura: «Non solo mi candiderò - ci dice - ma in quella competizione elettorale metterò innanzitutto a disposizione le cose concrete che ho fatto con tanto di documentazione cartacea. In più - conclude - devo difendere la mia dignità non solo nelle aule di tribunale, dove ci sono magistrati seri e professionalmente validi, ma voglio confrontarmi con il giudizio dei cittadini».
Almeno questo sarebbe il decreto legge che ha in mente il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi. In Sicilia resisterebbero ai tagli solo Palermo, Catania, Messina e Agrigento: fuori invece Enna, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani. Ma perché?
Per "sopravvivere" le Province devono possedere almeno due di questi tre requisiti:
- superficie di almeno 3.000 chilometri quadrati;
- popolazione superiore a 350 mila abitanti;
- oltre 50 Comuni presenti nel territorio.
Con buona probabilità, pertanto, tra meno di un anno gli abitanti dell'Agrigentino saranno chiamati alle urne per eleggere presidente e Consiglio provinciale.
Il mandato di Eugenio D'Orsi, infatti, iniziato nel giugno del 2008 volge ormai a scadenza. Bisognerà vedere se il decreto verrà emanato e soprattutto se manterrà questi criteri. Più volte si è cercato di intervenire su questo campo, senza però riuscire a concludere alcun taglio. In tanti, come già accaduto, sono comunque pronti ad alzare gli scudi: «Intervenire sulle Province con decreto legge è incostituzionale», è stato più volte detto.
Il Presidente Eugenio D'Orsi, a conoscenza della vicenda, da un lato è soddisfatto dall'altro cerca di mantenere i piedi per terra, prima vuole leggere la norma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Di una cosa però è certo: se la Provincia di Agrigento non venisse soppressa, tornando così alle urne tra qualche mese, lo stesso D'Orsi è pronto alla ricandidatura: «Non solo mi candiderò - ci dice - ma in quella competizione elettorale metterò innanzitutto a disposizione le cose concrete che ho fatto con tanto di documentazione cartacea. In più - conclude - devo difendere la mia dignità non solo nelle aule di tribunale, dove ci sono magistrati seri e professionalmente validi, ma voglio confrontarmi con il giudizio dei cittadini».
Totò Frequente
venerdì 1 luglio 2011
Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio
Dodici avvisi di comparizione sono stati inviati a dipendenti e dirigenti della Provincia Regionale di Agrigento dalla Guardia di Finanza presumibilmente a seguito delle indagini sull'inchiesta partita con il sequestro di incartamenti operati l'anno scorso.
I 12 indagati sono: Antonino Amato, 60 anni; Bernardo Barone, 58 anni; Anna Capizzi, 51 anni; Ignazio Gennaro, 53 anni; Antonia Giglione, 53 anni; Antonino Graci, 61 anni; Gaetano Gucciardo, 59 anni; Giuseppina Miccichè, 55 anni; Giuseppe Montana Lampo, 58 anni; Giuseppe Morreale, 59 anni; Paolo Muratore, 54 anni; Stefano Mammo Cagarella, 53 anni.
L’accusa per tutti è abuso di ufficio. A partire da lunedì saranno interrogati dalla Guardia di finanza, delegata a svolgere le indagini dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte.
Sono sospetti pranzi, cene, spuntini e rinfreschi al bar a tutte le ore. Ma anche acquisti ritenuti di utilità sospetta in gioielleria, servizi di animazione e persino pagamenti alla Croce Rossa non proprio indispensabili. Il periodo analizzato va dalla fine del 2008 all’estate dell’anno scorso. I funzionari avrebbero commesso un abuso di ufficio liquidando il pagamento delle spese sostenute anche se le ricevute erano generiche e il fine istituzionale non specificato.
I 12 indagati sono: Antonino Amato, 60 anni; Bernardo Barone, 58 anni; Anna Capizzi, 51 anni; Ignazio Gennaro, 53 anni; Antonia Giglione, 53 anni; Antonino Graci, 61 anni; Gaetano Gucciardo, 59 anni; Giuseppina Miccichè, 55 anni; Giuseppe Montana Lampo, 58 anni; Giuseppe Morreale, 59 anni; Paolo Muratore, 54 anni; Stefano Mammo Cagarella, 53 anni.
L’accusa per tutti è abuso di ufficio. A partire da lunedì saranno interrogati dalla Guardia di finanza, delegata a svolgere le indagini dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte.
Sono sospetti pranzi, cene, spuntini e rinfreschi al bar a tutte le ore. Ma anche acquisti ritenuti di utilità sospetta in gioielleria, servizi di animazione e persino pagamenti alla Croce Rossa non proprio indispensabili. Il periodo analizzato va dalla fine del 2008 all’estate dell’anno scorso. I funzionari avrebbero commesso un abuso di ufficio liquidando il pagamento delle spese sostenute anche se le ricevute erano generiche e il fine istituzionale non specificato.
Nel mirino anche 15 mila euro relative a pregiate penne Mont Blanc, portafogli, agende e altri oggetti che sarebbero stati acquistati dall’ente in violazione dei regolamenti. Altre ipotesi di abuso d’ufficio, contestate ai dirigenti dell’ente, sono relative all’affidamento di alcuni contratti nel campo dell’edilizia senza avere preventivamente accertato se era possibile svolgerli con risorse interne all’ente. Lavori effettuati in abitazioni private da personale pagato dalla Provincia e dall'utilizzo improprio di carte di credito dello stesso ente.
Inoltre, nella lunga lista della spese, secondo i pm eccessivamente disinvolte, rientrava anche l’assegnazione di un progetto in materia di sviluppo energetico. Quei 16mila euro spesi sarebbero stati risparmiati se fosse stato utilizzato personale già in servizio alla Provincia regionale. Contestate anche le spese connesse all’organizzazione di un torneo di calcio (compreso il pagamento della Croce Rossa per l’assistenza sanitaria) in quanto non sarebbe stato possibile procedere all’affidamento diretto. A giorni il presidente D'Orsi e due assessori della Giunta provinciale potrebbero essere ascoltati dal coordinatore dell'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Giacomo Forte.
Raimondo Buscemi |
Personalmente sono pienamente convinto che la Magistratura agrigentina ed il particolare il dott Fonzo, saprà fare, in tempi brevi per ridare serenità a queste famiglie, piena luce sui fatti per i quali è in corso questa delicata indagine. Ma non posso esimersi di esprimere la mia più incondizionata solidarietà a questi dipendenti della Provincia Regionale di Agrigento, alcuni dei quali non solo conosco personalmente ma sono pienamente convinto sia della loro onestà e dell’alto senso del dovere sia della loro professionalità nello svolgere il quotidiano lavoro all’interno dei vari settori dell’Ente.
Sono convinto che a conclusione dell’indagine la verità verrà pienamente ristabilita.”
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