Almeno questo sarebbe il decreto legge che ha in mente il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi. In Sicilia resisterebbero ai tagli solo Palermo, Catania, Messina e Agrigento: fuori invece Enna, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani. Ma perché?
Per "sopravvivere" le Province devono possedere almeno due di questi tre requisiti:
- superficie di almeno 3.000 chilometri quadrati;
- popolazione superiore a 350 mila abitanti;
- oltre 50 Comuni presenti nel territorio.
Con buona probabilità, pertanto, tra meno di un anno gli abitanti dell'Agrigentino saranno chiamati alle urne per eleggere presidente e Consiglio provinciale.
Il mandato di Eugenio D'Orsi, infatti, iniziato nel giugno del 2008 volge ormai a scadenza. Bisognerà vedere se il decreto verrà emanato e soprattutto se manterrà questi criteri. Più volte si è cercato di intervenire su questo campo, senza però riuscire a concludere alcun taglio. In tanti, come già accaduto, sono comunque pronti ad alzare gli scudi: «Intervenire sulle Province con decreto legge è incostituzionale», è stato più volte detto.
Il Presidente Eugenio D'Orsi, a conoscenza della vicenda, da un lato è soddisfatto dall'altro cerca di mantenere i piedi per terra, prima vuole leggere la norma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Di una cosa però è certo: se la Provincia di Agrigento non venisse soppressa, tornando così alle urne tra qualche mese, lo stesso D'Orsi è pronto alla ricandidatura: «Non solo mi candiderò - ci dice - ma in quella competizione elettorale metterò innanzitutto a disposizione le cose concrete che ho fatto con tanto di documentazione cartacea. In più - conclude - devo difendere la mia dignità non solo nelle aule di tribunale, dove ci sono magistrati seri e professionalmente validi, ma voglio confrontarmi con il giudizio dei cittadini».
Totò Frequente
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