Continua l'emergenza fitosanitaria causata dalla presenza di un insetto infestante le palme in alcune province siciliane, tra cui, quella agrigentina. I dati sono allarmanti: quasi 20.000 piante distrutte dal 2005 al 2011. E proprio per definire un'azione unitaria di prevenzione e di lotta contro le infestazioni, su iniziativa della Provincia Regionale di Agrigento, si è svolta nell'aula convegni "Silvia Pellegrino" una riunione operativa con i rappresentanti di 20 dei 43 comuni della provincia e di esperti del settore.
Un incontro, voluto dalla Provincia, per affrontare un'emergenza che non è soltanto fitosanitaria ma anche economica, visto che la distruzione progressiva delle varie specie di Palme, oltre a causarne la scomparsa da giardini e parchi urbani, comporta costi notevoli per i privati e gli stessi comuni per la rimozione e lo smaltimento del materiale vegetale dopo la morte delle piante attaccate dal parassita.
Durante la riunione è emerso che l'emergenza è, certamente, sotto gli occhi di tutti, per cui è necessario portare a conoscenza delle amministrazioni i protocolli da seguire per il monitoraggio e la prevenzione.
«La strategia da seguire deve essere unitaria, come del resto contemplato dalla normativa, - è stato chiarito dall'assessore provinciale al territorio e ambiente Francescochristian Schembri - il rischio, gravissimo, riguarda nell'immediato le Palme ornamentali, ma in futuro, poiché si tratta di un parassita collocato al di fuori del suo ambiente naturale, nulla esclude che possa cambiare atteggiamento, attaccando anche piante di interesse agricolo. Con quali ulteriori conseguenze è facile da immaginare».
Luigi Sicilia, dirigente tecnico responsabile dell'Unità Operativa n. 64 dell'Assessorato Regionale all'Agricoltura e referente per l'emergenza Punteruolo rosso, ha offerto la massima collaborazione dell'unità operativa della Regione e al tempo stesso ha illustrato la normativa comunitaria, nazionale e regionale che rende obbligatoria la lotta al pericoloso parassita e i metodi di controllo e lotta, e soprattutto il piano d'azione regionale nei suoi vari aspetti.
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
giovedì 19 aprile 2012
mercoledì 18 aprile 2012
Regione Sicilia: siglati i piani di sviluppo
Trecentodieci milioni di euro per 136 "soggetti pubblici" tra comuni, provincie ed enti attuatori e per interventi destinati alla riqualificazione e lo sviluppo del territorio e delle città. Per tale motivo, dal suo blog personale, il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo si dichiara particolarmente soddisfatto per gli ottimi risultati raggiunti. Stiamo parlando dei Pisu e i Pist, i Piani integrati di sviluppo urbano
e di sviluppo territoriale di cui giorni fa, a Palazzo d'Orleans, sono stati
siglati gli accordi di programma dopo un iter partito nel 2009,
l'apertura di due finestre per la presentazione dei progetti e l'ok
della Corte dei Conti. La sottoscrizione di questi accordi consentono di sbloccare investimenti per progetti immediatamente cantierabili.
Si tratta di una parte importante dell'Asse VI "Sviluppo Urbano" del Po - Fesr 2007- 2013 che nel completo vale oltre 700 milioni di euro. Pronti a partire numerosi cantieri di quelli che vengono definiti "progetti maturi": 66 in tutto per 92 milioni di euro ed inseriti a loro volta all'interno di 34 Pisu (destinati ai comuni con più di 30 mila abitanti e con finanziamenti pari a poco meno di 68 milioni) e dei più ampi Pist (che raccolgono anche i piccoli comuni tra i quali Menfi) per cui sono state realizzate 26 coalizioni territoriali e previsti investimenti per 149 milioni di euro.
"Sono interventi importanti per migliorare la qualità di vita dei territori. Opere cantierabili che si aggiungono allo sblocco di altre grandi opere pubbliche come la Siracusa-Gela", ha detto il governatore Lombardo, citando anche l'inaugurazione del nuovo tratto della Ag-Cl.
Tra i Sindaci agrigentini beneficiari dei finanziamenti c’è anche Michele Botta, per la coalizione n. 4 “Terre Sicane – Sciacca”. Il Comune di Menfi (Ag) godrà del finanziamento per i Lavori di risanamento del vecchio centro, opere di urbanizzazione primarie e della riqualificazione dei cortili storici e delle aree residuali, 2° stralcio, per un importo complessivo di € 2.964.235,02.
Qui il Pdf con i beneficiari e le schede dei progetti.
Si tratta di una parte importante dell'Asse VI "Sviluppo Urbano" del Po - Fesr 2007- 2013 che nel completo vale oltre 700 milioni di euro. Pronti a partire numerosi cantieri di quelli che vengono definiti "progetti maturi": 66 in tutto per 92 milioni di euro ed inseriti a loro volta all'interno di 34 Pisu (destinati ai comuni con più di 30 mila abitanti e con finanziamenti pari a poco meno di 68 milioni) e dei più ampi Pist (che raccolgono anche i piccoli comuni tra i quali Menfi) per cui sono state realizzate 26 coalizioni territoriali e previsti investimenti per 149 milioni di euro.
"Sono interventi importanti per migliorare la qualità di vita dei territori. Opere cantierabili che si aggiungono allo sblocco di altre grandi opere pubbliche come la Siracusa-Gela", ha detto il governatore Lombardo, citando anche l'inaugurazione del nuovo tratto della Ag-Cl.
Tra i Sindaci agrigentini beneficiari dei finanziamenti c’è anche Michele Botta, per la coalizione n. 4 “Terre Sicane – Sciacca”. Il Comune di Menfi (Ag) godrà del finanziamento per i Lavori di risanamento del vecchio centro, opere di urbanizzazione primarie e della riqualificazione dei cortili storici e delle aree residuali, 2° stralcio, per un importo complessivo di € 2.964.235,02.
Qui il Pdf con i beneficiari e le schede dei progetti.
lunedì 16 aprile 2012
Sondaggi politici elettorali 2012
Domanda: Se alle prossime elezioni politiche si presentassero i seguenti partiti, a quale darebbe piu' probabilmente il suo voto?
Autore: SWG srl
Numero delle persone interpellate e universo di riferimento: 900 interviste;
Universo di riferimento:popolazione italiana maggiorenne (50.112.703 secondo fonte Istat 2010);
Data in cui è stato realizzato il sondaggio: Tra il 10/04/2012 ed il 11/04/2012
Numero delle persone interpellate e universo di riferimento: 900 interviste;
Universo di riferimento:popolazione italiana maggiorenne (50.112.703 secondo fonte Istat 2010);
Data in cui è stato realizzato il sondaggio: Tra il 10/04/2012 ed il 11/04/2012
domenica 15 aprile 2012
Menfi, riqualificazione generale della città
Il finanziamento ammonta ad un importo complessivo di circa tre milioni di euro.
"Una boccata di ossigeno -ribadisce il primo cittadino- per l'economia e l'occupazione a medio e lungo temine".
Intanto scade il 30 aprile prossimo il termine ultimo fissato dalla Amministrazione Comunale di Menfi per presentare le istanze relative per ottenere l'assegnazione di borse di studio che saranno erogate in favore delle famiglie degli studenti menfitani che, nel corrente anno scolastico, frequentano le scuole medie di primo e di secondo grado statali o paritarie e si trovano in condizioni di particolare svantaggio economico.
Per ulteriori informazioni -> BORSE DI STUDIO L 62 2000 anno scolastico 2011 2012
sabato 14 aprile 2012
Sicilia, crovevia di quasi tutte le autostrade del mare
Per il mondo degli autotrasporti il semaforo è sempre rosso, come la crisi sempre più profonda. E se giornate di scioperi feroci, pagati a caro prezzo da chi ha protestato e da chi ne ha subito le conseguenze, sono servite quanto meno a rimettere al centro dell'attenzione la situazione ogni giorno più catastrofica che attanaglia il comparto, soluzioni concrete ne sono arrivate poche. Il campanello d'allarme suona in particolare per l'ecobonus, quell'incentivo che da qualche anno viene concesso, appunto, alle imprese dell'autotrasporto per utilizzare le autostrade del mare, cioè per imbarcare sulle navi i container e trasferire le merci via mare in porti più vicini alle destinazioni finali. Un incentivo che interessa per quasi l'80% proprio le imprese che operano dalla Sicilia, fortemente penalizzate dalle distanze chilometriche sempre maggiori che devono essere percorse per raggiungere le mete dei viaggi.
I sindacati del settore da mesi sollecitano il pagamento degli arretrati, visto che le imprese avanzano ancora gli ecobonus del 2010 e del 2011. Ma queste sollecitazioni, fatte arrivare anche al neo ministro Passera e, naturalmente, alla direzione generale del Ministero dei Trasporti, hanno finito con il produrre due risposte, entrambe tutt'altro che confortanti per la categoria.
La prima su problemi ancora in corso per il pagamento degli arretrati, il secondo, una autentica calata di mannaia, l'avvertimento che se si riuscirà a spuntarla per gli anni passati con la concessione dei soldi, conviene togliersi dalla testa l'idea che ci possano essere ancora ecobonus dal 2012 in avanti. A frenare bruscamente è stata l'Unione europea, con la solita motivazione: quei soldi che finiscono ad imprese private, nell'ambito della Comunità, sono aiuti di Stato a tutti gli effetti.
L'ennesima batosta per l'economia dell'Isola.
Info Ecobonus
Passano quasi tutte dalla Sicilia le autostrade del mare attivate dal ministero dei Trasporti che promuove questo tipo di collegamenti per ridurre il traffico su gommato, dove oggi circola l'88 per cento delle merci. Le autostrade del mare sono le rotte marittime che collegano i porti più attrezzati e più importanti per il traffico delle merci e vengono servite da traghetti dedicati. Per sostenere la diffusione e l'uso delle autostrade, il governo ha predisposto un sistema di rimborso economico fino al 30 per cento del costo dei biglietti marittimi, chiamati ecobonus, per gli autotrasportatori che scelgono la via del mare.
Secondo i calcoli del ministero, la tratta Palermo-Napoli per un autotreno a quattro assi a pieno carico su strada costa 561,10 euro (230 euro per il gasolio, 43,40 euro per il pedaggio autostrada tra Palermo e Messina, 72,50 euro per il biglietto di attraversamento dello Stretto di Messina, 5,20 euro per il pedaggio autostrada tra Salerno e Napoli, 210 euro per tasse, ammortamento del camion, spese di manutenzione), mentre via mare 224 euro (320 euro biglietto per il passaggio nave 320, fino a 96 euro di ecobonus).
«I costi via mare dunque - si legge in una nota del ministero dei Trasporti - possono essere meno della metà di quelli via terra e comunque inferiori alla spesa viva del solo gasolio».
La prima su problemi ancora in corso per il pagamento degli arretrati, il secondo, una autentica calata di mannaia, l'avvertimento che se si riuscirà a spuntarla per gli anni passati con la concessione dei soldi, conviene togliersi dalla testa l'idea che ci possano essere ancora ecobonus dal 2012 in avanti. A frenare bruscamente è stata l'Unione europea, con la solita motivazione: quei soldi che finiscono ad imprese private, nell'ambito della Comunità, sono aiuti di Stato a tutti gli effetti.
L'ennesima batosta per l'economia dell'Isola.
Info Ecobonus
Passano quasi tutte dalla Sicilia le autostrade del mare attivate dal ministero dei Trasporti che promuove questo tipo di collegamenti per ridurre il traffico su gommato, dove oggi circola l'88 per cento delle merci. Le autostrade del mare sono le rotte marittime che collegano i porti più attrezzati e più importanti per il traffico delle merci e vengono servite da traghetti dedicati. Per sostenere la diffusione e l'uso delle autostrade, il governo ha predisposto un sistema di rimborso economico fino al 30 per cento del costo dei biglietti marittimi, chiamati ecobonus, per gli autotrasportatori che scelgono la via del mare.
Secondo i calcoli del ministero, la tratta Palermo-Napoli per un autotreno a quattro assi a pieno carico su strada costa 561,10 euro (230 euro per il gasolio, 43,40 euro per il pedaggio autostrada tra Palermo e Messina, 72,50 euro per il biglietto di attraversamento dello Stretto di Messina, 5,20 euro per il pedaggio autostrada tra Salerno e Napoli, 210 euro per tasse, ammortamento del camion, spese di manutenzione), mentre via mare 224 euro (320 euro biglietto per il passaggio nave 320, fino a 96 euro di ecobonus).
«I costi via mare dunque - si legge in una nota del ministero dei Trasporti - possono essere meno della metà di quelli via terra e comunque inferiori alla spesa viva del solo gasolio».
giovedì 12 aprile 2012
Bossi e figlio: "Almeno loro si sono dimessi"
Noi meridionali abbiamo tutti i motivi per criticare la Lega Nord. Intanto perché ha inventato la Padania (?) che non esiste in nessuna carta geografica e nemmeno nella storia.
Poi perché il suo antimeridionalismo ha portato il governo Berlusconi a trascurare il 33% del Paese e i suoi abitanti, per cui l'alta velocità, pagata anche da noi, si ferma a Napoli, e non scenderà mai in Sicilia, se non l'alta capacità tra una ventina d'anni.
Detto questo, ci pare giusto aggiungere che il circuito mediatico e gli altri partiti stanno cercando di distruggere la Lega per avere usato i rimborsi elettorali a vantaggio della famiglia Bossi. Non sono un esperto di codici e pandette, ma a occhio e croce non mi pare che ci siano spunti per configurare reati penali, al massimo la truffa allo Stato perché quei soldi dovevano andare a finanziare il partito di Bossi, non la sua famiglia. Forse si tratta sostanzialmente di illeciti amministrativi. Lasciamo alle tre Procure che indagano il compito di configurare le fattispecie di reato, ma è doveroso segnalare il fatto che Bossi si è dimesso e che anche il figlio Renzo, il Trota, ha lasciato la carica di consigliere regionale con relativo stipendio.
Alessandro Sallusti, nella sua legittima e condivisibile riflessione, sottolinea che: "Sarà stato anche un pirla, ma intanto Bossi junior si è dimesso da consigliere regionale dando una bella lezione ai tanti squali che nonostante siano stati beccati in azioni ben più compromettenti continuano a navigare nelle acque della politica come se niente fosse. Come ad esempio il suo ex collega Filippo Penati, consigliere del Pd, che mantiene posto e stipendio (13 mila euro al mese) che la cresta la faceva non sulla benzina, ma sugli appalti pubblici. Come Bersani che si trova nelle stesse condizioni di Bossi, cioè circondato a sua insaputa da infedeli che nel caso non erano pirla, ma ladri. Tra i rimborsi spese del Trota e i viaggi in aereo gratis di D'Alema, politicamente ed eticamente non c'è alcuna differenza. Il paradosso è che ci troviamo con il bimbo linciato e il leader massimo, di nome e di fatto, del Pd a pontificare sulla moralità della classe leghista".
Lo stesso giornale ricorda che i partiti italiani incassano 289 milioni l'anno: i francesi 73, gli inglesi 12: e in Parlamento giacciono 39 proposte per cambiare il sistema dei rimborsi.
"Chi sbaglia paga, qualunque sia il nome che porta!" dice Bossi al figlio. Ma quanti altri, in situazioni ben peggiori, lo hanno fatto?
Poi perché il suo antimeridionalismo ha portato il governo Berlusconi a trascurare il 33% del Paese e i suoi abitanti, per cui l'alta velocità, pagata anche da noi, si ferma a Napoli, e non scenderà mai in Sicilia, se non l'alta capacità tra una ventina d'anni.
Detto questo, ci pare giusto aggiungere che il circuito mediatico e gli altri partiti stanno cercando di distruggere la Lega per avere usato i rimborsi elettorali a vantaggio della famiglia Bossi. Non sono un esperto di codici e pandette, ma a occhio e croce non mi pare che ci siano spunti per configurare reati penali, al massimo la truffa allo Stato perché quei soldi dovevano andare a finanziare il partito di Bossi, non la sua famiglia. Forse si tratta sostanzialmente di illeciti amministrativi. Lasciamo alle tre Procure che indagano il compito di configurare le fattispecie di reato, ma è doveroso segnalare il fatto che Bossi si è dimesso e che anche il figlio Renzo, il Trota, ha lasciato la carica di consigliere regionale con relativo stipendio.
Alessandro Sallusti, nella sua legittima e condivisibile riflessione, sottolinea che: "Sarà stato anche un pirla, ma intanto Bossi junior si è dimesso da consigliere regionale dando una bella lezione ai tanti squali che nonostante siano stati beccati in azioni ben più compromettenti continuano a navigare nelle acque della politica come se niente fosse. Come ad esempio il suo ex collega Filippo Penati, consigliere del Pd, che mantiene posto e stipendio (13 mila euro al mese) che la cresta la faceva non sulla benzina, ma sugli appalti pubblici. Come Bersani che si trova nelle stesse condizioni di Bossi, cioè circondato a sua insaputa da infedeli che nel caso non erano pirla, ma ladri. Tra i rimborsi spese del Trota e i viaggi in aereo gratis di D'Alema, politicamente ed eticamente non c'è alcuna differenza. Il paradosso è che ci troviamo con il bimbo linciato e il leader massimo, di nome e di fatto, del Pd a pontificare sulla moralità della classe leghista".
Lo stesso giornale ricorda che i partiti italiani incassano 289 milioni l'anno: i francesi 73, gli inglesi 12: e in Parlamento giacciono 39 proposte per cambiare il sistema dei rimborsi.
"Chi sbaglia paga, qualunque sia il nome che porta!" dice Bossi al figlio. Ma quanti altri, in situazioni ben peggiori, lo hanno fatto?
domenica 8 aprile 2012
sabato 7 aprile 2012
I cittadini... speriamo che lo capiscano
Per rimuovere gli ostacoli la mafia non ha bisogno di uccidere, basta che aumenti la sua pressione. Vent’anni addietro un giudice siciliano scrisse in sentenza che "nessun imprenditore è in grado di resistere alle intimidazioni mafiose". I magistrati dell'Isola si indignarono contro il collega, che però all’epoca non aveva tutti i torti perché era il periodo in cui Cosa Nostra era dominante in tutti i settori: non solo negli appalti, ma influiva anche sulle carriere politiche. Uccideva, ma ancora non c’erano state le stragi del ’92 che determinarono una reazione dello Stato. Anzi, quando uccisero Falcone a Capaci lo Stato non reagì, lo fece solo quando morì Borsellino facendo scattare il 41 bis e chiudendo i boss nell'isola dell'Asinara.
Ora Cosa Nostra per fortuna non fa più scorrere sangue, ha una minore "forza intimidatrice", non ha più un vertice, ma resta in campo per controllare i Comuni e i conseguenti appalti. L’esempio recente viene dalla Calabria ed è il caso di quel sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, che si è dimessa perché le hanno devastato la farmacia con un incendio e le hanno sparato quattro colpi di pistola contro la sua auto. Ad un certo punto non ce l’ha fatta più e ha lasciato. Perché la ’ndrangheta l’ha fatto? Forse perché vuole un sindaco diverso, possibilmente compiacente, mentre la Lanzetta era un ostacolo da rimuovere. Nei giorni scorsi è stato ricordato l’anniversario della strage di Pizzolungo, a Trapani, dove morirono Barbara Asta e i suoi due gemelli la cui auto fece da scudo all’esplosione di un’auto bomba. Il magistrato Calo Palermo si salvò, ma fu talmente traumatizzato che andò via dalla Sicilia. E Cosa Nostra ottenne ugualmente lo scopo.
Tra un mese, in molte città, ci saranno le amministrative e i candidati andranno in cerca di voti. Li chiederanno anche ai mafiosi, che votano e fanno votare? Possibile, anche se il "caso Lombardo" potrebbe scoraggiare di un pò questa mala condotta. Del resto non possiamo chiedere allo Stato di controllare tutto e tutti.
Un aiuto potrebbe venire dai Partiti politici. A loro starebbe il compito di filtrare e selezionare i propri candidati. Ai cittadini, invece, starebbe il compito-dovere di non votare individui "sospettabili" perché saranno proprio loro a pagare per primi.
I cittadini... speriamo che lo capiscano.
Ora Cosa Nostra per fortuna non fa più scorrere sangue, ha una minore "forza intimidatrice", non ha più un vertice, ma resta in campo per controllare i Comuni e i conseguenti appalti. L’esempio recente viene dalla Calabria ed è il caso di quel sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, che si è dimessa perché le hanno devastato la farmacia con un incendio e le hanno sparato quattro colpi di pistola contro la sua auto. Ad un certo punto non ce l’ha fatta più e ha lasciato. Perché la ’ndrangheta l’ha fatto? Forse perché vuole un sindaco diverso, possibilmente compiacente, mentre la Lanzetta era un ostacolo da rimuovere. Nei giorni scorsi è stato ricordato l’anniversario della strage di Pizzolungo, a Trapani, dove morirono Barbara Asta e i suoi due gemelli la cui auto fece da scudo all’esplosione di un’auto bomba. Il magistrato Calo Palermo si salvò, ma fu talmente traumatizzato che andò via dalla Sicilia. E Cosa Nostra ottenne ugualmente lo scopo.
Tra un mese, in molte città, ci saranno le amministrative e i candidati andranno in cerca di voti. Li chiederanno anche ai mafiosi, che votano e fanno votare? Possibile, anche se il "caso Lombardo" potrebbe scoraggiare di un pò questa mala condotta. Del resto non possiamo chiedere allo Stato di controllare tutto e tutti.
Un aiuto potrebbe venire dai Partiti politici. A loro starebbe il compito di filtrare e selezionare i propri candidati. Ai cittadini, invece, starebbe il compito-dovere di non votare individui "sospettabili" perché saranno proprio loro a pagare per primi.
I cittadini... speriamo che lo capiscano.
venerdì 6 aprile 2012
Comune di Menfi, modifiche alla segnaletica stradale
Menfi - La Polizia Municipale di Menfi avvisa la cittadinanza che sono in corso di realizzazione delle modifiche alla segnaletica e alla circolazione stradale. Gli interventi, previsti con la delibera n. 34 del 15 marzo 2012, mirano a garantire una maggiore sicurezza nelle intersezioni del centro
storico e a razionalizzare la circolazione in alcune vie che sono
interessate da un notevole flusso veicolare e presentano delle criticità
nel regolare transito. In particolare, sono stati apposti e sono in
corso di installazione i segnali di STOP in quasi tutti gli incroci del
centro storico e sono stati istituiti i sensi unici di marcia in alcune
vie cittadine.
Di seguito vengono indicate le vie interessate e le modifiche che saranno apportate:
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.polizialocalemenfi.it, sezione news.
Di seguito vengono indicate le vie interessate e le modifiche che saranno apportate:
- Via Matteotti: sarà prolungato il senso unico parallelo, dalla Via IV Novembre alla Via Boccaccio;
- Via L. Cacioppo: sarà esteso il senso unico parallelo, anche al tratto tra la Via Michelangelo e la Via IV Novembre;
- Via Mazzini: sarà prolungato il senso unico parallelo, dal Corso dei Mille fino alla Via Michelangelo;
- Via Petrarca / Vicolo Guglia I: istituito il senso unico parallelo, con direzione Nord/Sud dalla Via Michelangelo al Corso dei Mille;
- Via A. Volta: sarà prolungato il senso unico parallelo, a partire dalla Via Dante Alighieri fino alla Via Michelangelo;
- Via della Vittoria: sarà anticipato il senso unico parallelo, che già interessa la Via della Vittoria nel senso Est/Ovest, a partire dalla Via Carducci fino alla Via Matteotti; sarà prolungato il senso unico parallelo, a partire dalla Via A. Ognibene fino alla Via Addolorata;
- Via G. Garibaldi: sarà anticipato il senso unico parallelo, nel tratto tra la Via Inico e la Via A. Ognibene direzione ovest/est;
- Via Inico: sarà istituito il senso unico parallelo, nel senso di marcia nord/sud, dalla Via Risorgimento alla Via della Vittoria;
- Vicolo Gravante / Via C. Ognibene / Via Bilello Palagonia: sarà istituito il senso unico parallelo in tutte e tre le vie; in entrata verso il Lago Risalvato per il Vicolo Gravante e la Via C. Ogniebene e in uscita dal parcheggio per la Via Bilello Palagonia;
- Via della Vittoria (tratto tra la Via Carducci e la Via A. Ognibene):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Blandina – Via L. Cacioppo – Via Mazzini – Via Imbornone – Via Marconi – Via A. Ognibene);
- Via Garibaldi (tratto tra la Via Cavour e la Via Blandina): sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Imbornone – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
- Via Garibaldi (tratto tra la Via Cavour e la Via Blandina):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Imbornone – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
- Via Roma (tratto tra la Via Inico e la Via L. Cacioppo):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
- Corso dei Mille (tratto compreso tra la Via Matteotti e la Via Inico):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Matteotti – Via L. Cacioppo – Via Mazzini – Vic. Guglia – Via S. Bivona – Via A. Ognibene – Via Platone – Via Marsala);
- Via Addolorata incrocio con Via Risorgimento: sarà istituito il diritto di precedenza in Via Risorgimento rispetto a Via Addolorata, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza;
- Via Addolorata incrocio con Via Michelangelo: sarà istituito il diritto di precedenza in Via Michelangelo rispetto a Via Addolorata, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.polizialocalemenfi.it, sezione news.
giovedì 5 aprile 2012
Mafia Spa: la prima azienda italiana per fatturato
"Pizzo" dilagante in Sicilia. Paga il 70 per cento dei commercianti di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Catania. A Messina si arriva anche all'80-90 per cento. Pagano tutti. Mensilmente e puntualmente. Per i boss e i picciotti in carcere. Per le loro famiglie e per gli avvocati che li difendono. A Palermo si va dai 15 euro per banco al mercato ai 250-500 dei negozi, ai 500-1.000 degli esercizi del centro, ai 3 mila dei supermercati, al 5-7% dell'importo dei lavori nei cantieri edili.
I dati si leggono nel Focus Sicilia del XIII Rapporto di Sos Impresa. Significativo il titolo: "Le mani della criminalità sulle imprese" e infatti ad essere taglieggiate, nella sola Isola, sono almeno 50 mila. Poche e costanti nei numeri, purtroppo, le denunce contro gli estortori. Ma anche contro l'usura, fenomeno criminale in crescita. Dal 2009 al 2011 in Sicilia hanno chiuso circa 100 mila imprese, di queste 30 mila per grave indebitamento e per usura. Il costo complessivo per l'intero sistema imprenditoriale regionale sfiora i 5 miliardi di euro, pari al 6% del Pil siciliano. Dietro il pizzo e l'usura, in Sicilia, c'è Cosa Nostra, che controlla capillarmente e militarmente il territorio. «Una rapina sociale ai danni delle imprese - si legge nel rapporto - contro cui si fa poco o niente.
I dati attraversano il dibattito dei decisori politici, a Roma e a Palermo, come se fossero acqua fresca». Risultato: il patrimonio e i capitali accumulati, fanno della Mafia Spa - secondo i dati del Focus al 31 dicembre 2010 - la prima azienda italiana per fatturato (138,09 miliardi di euro) ed utile netto (104,70 miliardi di euro) e una delle più grandi per addetti e servizi. «Si discute di aiuti per il Mezzogiorno, di fiscalità di vantaggio, di lotta al sommerso e all'evasione, senza voler rendersi conto - continua il rapporto - che, perdurando il "Fattore M" come Mafia, l'economia continuerà a ristagnare, gli investimenti prenderanno altre strade, che forse costano di più alle imprese, soprattutto quelle estere, ma certamente sono più tranquille. La politica dello struzzo non ha pagato e non paga. Se non si prenderà atto che in un terzo del Paese non è garantita la libertà di fare impresa e non c'è un mercato in cui merci, uomini ed imprese possono competere liberamente, non si determinerà quella svolta necessaria ed attesa. Fare impresa a Palermo e in Sicilia non è la stessa cosa che a Treviso o in Irlanda e non è solo una questione di infrastrutture, burocrazia e credito. Sembra una banalità, ma gli interventi necessari a contrastare effettivamente la criminalità languono. Non si interviene nelle concrete relazioni economiche che si determinano fra imprese e mafia, non si rende conveniente il rifiuto all'imposizione estorsiva».
I dati si leggono nel Focus Sicilia del XIII Rapporto di Sos Impresa. Significativo il titolo: "Le mani della criminalità sulle imprese" e infatti ad essere taglieggiate, nella sola Isola, sono almeno 50 mila. Poche e costanti nei numeri, purtroppo, le denunce contro gli estortori. Ma anche contro l'usura, fenomeno criminale in crescita. Dal 2009 al 2011 in Sicilia hanno chiuso circa 100 mila imprese, di queste 30 mila per grave indebitamento e per usura. Il costo complessivo per l'intero sistema imprenditoriale regionale sfiora i 5 miliardi di euro, pari al 6% del Pil siciliano. Dietro il pizzo e l'usura, in Sicilia, c'è Cosa Nostra, che controlla capillarmente e militarmente il territorio. «Una rapina sociale ai danni delle imprese - si legge nel rapporto - contro cui si fa poco o niente.
I dati attraversano il dibattito dei decisori politici, a Roma e a Palermo, come se fossero acqua fresca». Risultato: il patrimonio e i capitali accumulati, fanno della Mafia Spa - secondo i dati del Focus al 31 dicembre 2010 - la prima azienda italiana per fatturato (138,09 miliardi di euro) ed utile netto (104,70 miliardi di euro) e una delle più grandi per addetti e servizi. «Si discute di aiuti per il Mezzogiorno, di fiscalità di vantaggio, di lotta al sommerso e all'evasione, senza voler rendersi conto - continua il rapporto - che, perdurando il "Fattore M" come Mafia, l'economia continuerà a ristagnare, gli investimenti prenderanno altre strade, che forse costano di più alle imprese, soprattutto quelle estere, ma certamente sono più tranquille. La politica dello struzzo non ha pagato e non paga. Se non si prenderà atto che in un terzo del Paese non è garantita la libertà di fare impresa e non c'è un mercato in cui merci, uomini ed imprese possono competere liberamente, non si determinerà quella svolta necessaria ed attesa. Fare impresa a Palermo e in Sicilia non è la stessa cosa che a Treviso o in Irlanda e non è solo una questione di infrastrutture, burocrazia e credito. Sembra una banalità, ma gli interventi necessari a contrastare effettivamente la criminalità languono. Non si interviene nelle concrete relazioni economiche che si determinano fra imprese e mafia, non si rende conveniente il rifiuto all'imposizione estorsiva».
mercoledì 4 aprile 2012
Giuliano Guazzelli, il ricordo dei colleghi a 20 anni dal suo omicidio
La caserma dei Carabinieri di Villaseta è stata intitolata al maresciallo maggiore dei Carabinieri Giuliano Guazzelli, Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria, trucidato dalla Mafia ad Agrigento il 4 aprile 1992.
La cerimonia si è svolta nella mattinata di oggi, mercoledì 4 aprile 2012. Schierato un plotone in Grande Uniforme Speciale, in rappresentanza dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, alla manifestazione sono intervenuti il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Divisione Riccardo Amato ed Autorità civili, militari e religiose della provincia.
La lapide marmorea scoperta all’interno dell’atrio della caserma riporta la seguente scritta:
Il sottufficiale, era nato a Gallicano (Lu) il 6.4.1934, ed era residente a Menfi (AG), coniugato con tre figli maggiorenni. Arruolato il 16.11.1951 nell’Arma dei Carabinieri e dal 1954 in servizio in Sicilia, era responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento.
La cerimonia si è svolta nella mattinata di oggi, mercoledì 4 aprile 2012. Schierato un plotone in Grande Uniforme Speciale, in rappresentanza dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, alla manifestazione sono intervenuti il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Divisione Riccardo Amato ed Autorità civili, militari e religiose della provincia.
La lapide marmorea scoperta all’interno dell’atrio della caserma riporta la seguente scritta:
Sottufficiale di elevatissime qualità professionali, impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo ed incondizionata dedizione al dovere ed alle Istituzioni, fornendo costanti e determinanti contributi alla lotta contro la criminalità organizzata fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da proditorio ed efferato agguato criminale. Eccelso esempio di preclare virtù civiche ed altissimo senso del dovere. Villaseta – Agrigento, 4 aprile 1992
Il sottufficiale, era nato a Gallicano (Lu) il 6.4.1934, ed era residente a Menfi (AG), coniugato con tre figli maggiorenni. Arruolato il 16.11.1951 nell’Arma dei Carabinieri e dal 1954 in servizio in Sicilia, era responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento.
Fonte: grandangoloagrigento.it
martedì 3 aprile 2012
I 10 più ricchi d'Italia "valgono" quanto i 3 milioni più poveri
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Michele Ferrero |
E’ quanto emerge da uno studio della Banca d’Italia che analizza l’evoluzione della ricchezza e della disuguaglianza nel nostro Paese. La ricchezza dei dieci più ricchi d’Italia è valutabile in circa 50 miliardi di euro. Sono i giovani ad essere sempre più poveri e la ricchezza, in generale, è costituita sempre più dal patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Negli ultimi anni si è invertita dunque la distribuzione della ricchezza tra le classi di età: oggi al contrario che in passato gli anziani sono più ricchi dei giovani che non riescono ad accumulare.
E’ quanto emerge dallo studio di Bankitalia che analizza l’evoluzione della ricchezza e la diseguaglianza nel nostro paese. Se da un lato i dati evidenziano l’esistenza di un conflitto generazionale in termini di redditi, lo studio di Giovanni d’Alessio conclude che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri paesi europei. Nel 2010 la ricchezza complessiva delle famiglie nel 2010 era pari a circa 8.638 miliardi di euro più di 7,5 volte il valore del 1965 misurato a prezzi 2010, con una crescita media annua del 4,6%, ma con una riduzione rispetto ai valori del 2009 con 8.767 miliardi. Per quanto riguarda il dato procapite la ricchezza è passata dai 21.875 euro del 1965 ai 142.481 del 2010, una crescita notevole che però si è bruscamente arrestata dopo il 2007 quando il valore aveva raggiunto quasi i 150 mila euro a testa. La perdita, in appena tre anni, è stata di quasi il 5%. Tra il 1965 ed il 2010, il rapporto tra ricchezza e Pil è raddoppiato (da 2,7 a 5,6), dice lo studio, sottolineando come il paese in questi cinquanta anni abbia incrementato la ricchezza più della produzione.
Un dato rilevante è quello che mostra il cambiamento della ricchezza tra classi d’età: mentre nel 1987 le famiglie di giovani (fino ai 34 anni) erano sui livelli medi (fatto 100 l’indice il livello era 82,5) a partire dal 2000 queste famiglie vedono peggiorare nettamente la loro condizione (61,7 nel 2008), mentre accade l’inverso per quelle degli anziani (da 65,5 a 100,2). Ma a mutare è stata anche la distribuzione tra le varie classi sociali: tra il 1987 e 2008 la ricchezza familiare netta degli operai passa dal 61,9% al 44% e scendono anche tutte le altre categorie anche se mantenendo un indice abbastanza elevato, ad eccezione di quella dei pensionati che cresce dal 61,6 al 97,8, anche se i dati sono fermi al 2008. Per distribuzione territoriale invece è evidente il peggioramento del Mezzogiorno (da 80,2 a 69,6) a fronte di un miglioramento in tutte le altre aree.
fonte: qn.quotidiano.net/
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