Centosettanta chilometri, da Gela ad Agrigento, da Agrigento a Castelvetrano. E' con questi 170 chilometri che si potrebbe chiudere un ipotetico anello autostradale siciliano, che metterebbe in condizione di circumnavigare l'Isola in maniera più rapida, più sicura, più funzionale al lavoro, al turismo, allo sviluppo. Non mancano soltanto questi 170 chilometri, per la verità, perché ancora è da completare la Siracusa-Ragusa-Gela, in esercizio sino a Rosolini, con tre lotti, quelli del Ragusano, già appaltati, ma con il resto dei lotti, quelli che dovrebbero arrivare, appunto, sino a Gela, che sono tutti da studiare, progettare, finanziare.
Ma quel che sta, al momento, soltanto in uno studio di fattibilità elaborato dall'Anas, esattamente dalla Direzione Centrale Progettazione e Servizio Pianificazione Trasportistica, è, appunto, quel lungo e decisivo tratto di 170 chilometri che, tra l'altro, regalerebbe i primi tratti di autostrada ad una provincia, quella di Agrigento, che pur essendo tra le più famose al mondo per i suoi monumenti e per i templi antichi, resta priva anche di un solo chilometro di autostrada. Adesso si sta lavorando per la superstrada Agrigento-Caltanissetta, che collegherà le due province all'autostrada Catania-Palermo, e sta andando avanti anche la progettazione con relativo finanziamento della nuova Agrigento-Palermo.
Un'arteria, spiegava il presidente della Regione, Lombardo, qualche giorno fa, che a questo punto si poteva anche risparmiare, investendo i soldi in altre infrastrutture, considerato che quando la Agrigento-Caltanissetta sarà completata, arrivare a Palermo sarà semplificato rispetto al percorso accidentato odierno. Ma tant'è.
Tornando alla Gela-Agrigento-Castelvetrano, lo studio di fattibilità dell'Anas, ricorda che l'itinerario è compreso nel 1° Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo n. 433/2001 (Del. CIPE n. 121/2001) ed è stato inserito nel Piano Decennale 2003-2012 dell'Anas come studio di fattibilità. Sono stati studiati, ovviamente, scenari di evoluzione della mobilità che fanno riferimento all'intervallo di vita utile del collegamento posto pari a 30 anni, che, all'epoca dello studio di fattibilità, ipotizzavano un'entrata in esercizio nel 2015 e un orizzonte di fine vita utile nel 2045.
I risultati delle simulazioni condotte nello studio trasportistico, a prescindere adesso dalla tempistica, indicano che la soluzione tecnica ritenuta più idonea al tracciato prevederebbe il passaggio di 19.200 veicoli equivalenti medi giornalieri su tutta l'estensione dell'intervento, che il flusso medio sulle singole tratte per le alternative studiate oscillerebbe da una minimo di 11.500 veicoli equivalenti/giorno ad un massimo di 21.500 veicoli equivalenti/giorno e che le tratte maggiormente frequentate sarebbero quelle adiacenti ad Agrigento.
Il costo dell'opera, nelle sue varianti ed alternative che sono state inserite in questo studio, oscillano tra 3 e 4 miliardi. Costo elevatissimo, come si comprende facilmente, che ha portato l'Anas «ad individuare in primis una suddivisione in 9 macrolotti funzionali, per i quali è in fase di ultimazione un approfondimento in termini di costi e benefici attesi, sia trasportistici, sia ambientali, per stilare una classifica di realizzazione dell'intervento. Non appena individuata la classifica delle priorità di intervento - spiega lo studio di fattibilità - sarà altresì possibile identificare i macrolotti prioritari per i quali avviare la progettazione preliminare. A tal proposito è bene sottolineare - prosegue l'Anas nel suo documento - che, stante le entità attuali dei traffici, nelle successive fasi di progettazione verrà anche contemplata un'ipotesi di parzializzazione dell'intervento e cioè la realizzazione di una singola carreggiata con predisposizione delle opere d'arte per un futuro raddoppio. Questo, visti gli elevati costi di realizzazione, consentirebbe di avviare comunque la realizzazione dell'itinerario diluendo nel tempo i flussi di cassa».
Insomma un progetto in progress, da spalmare nel tempo, concentrandosi sui lotti più importanti e funzionali anche per favorire gli spostamenti logistici legati, come dicevamo, al lavoro, allo sviluppo, al turismo. Non va dimenticato, infatti, che la realizzazione di questo anello, con il completamento della Ragusa-Catania e il via all'aeroporto di Comiso, renderebbero lo scalo ibleo ancora più importante strategicamente per servire tutta quest'area, dal Distretto del Sud-Est all'area del Mediterraneo.
Si tratta, quindi, di capire se è possibile concentrare un po' di risorse finanziarie su questo progetto per cominciare ad accorciare le distanze e mettere i primi anelli alla lunga catena che dovrebbe chiudere questa regione.
Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
domenica 19 febbraio 2012
venerdì 17 febbraio 2012
Catania: Raccolta firme per modificare il nuovo sistema di esenzione ticket sanitario
Divulgo l'interessante iniziativa segnalatomi dall'amica Sonia Puglisi di Catania: "Petizione popolare per l'abolizione del sistema di esenzione dal ticket".
Sabato 18 febbraio 2012 alle ore 11 in Via Etnea (Catania), angolo con Via Umberto, verrà inaugurato il banchetto di raccolta firme, voluto dall'Associazione Catania Attiva e dal Comitato Famiglie a Basso Reddito, per chiedere alla Regione Siciliana la modifica del sistema di esenzione del ticket sanitario.
Si potrà firmare la petizione nei giorni 18 e 19 febbraio a partire dalle ore 17 presso il banchetto o, fino al 29 febbraio, presso le sedi dell'Associazione Catania Attiva di via Conte di Torino 70 e di via Messina 345.
Clicca qui per visualizzare l'evento su Facebook. Per saperne di più, contattate Sonia Puglisi
Province, Pdl-Pd-Udc chiedono di riordinarle e non vogliono abolirle
Non un'abolizione vera e propria, ma una riorganizzazione che ne ridefinisca le funzioni e il rango costituzionale. E' questa la proposta su cui converge la maggioranza per varare una riforma delle Province tanto invocata quanto rinviata nel tempo. Il dibattito non è ancora entrato nel vivo e, a quanto pare, servirà un impulso del governo per indurre il Parlamento ad attivarsi. Ma nelle ultime settimane hanno cominciato a discuterne i partiti di maggioranza, Pd, Pdl e Terzo polo, delineando la cornice di una bozza che è stata inviata ieri al premier, Monti.
In sostanza, si prevede l'abolizione delle Province come livello istituzionale a elezione diretta, e la trasformazione in «strutture di emanazione dei Comuni, una sorta di agenzia intercomunale multi-servizi governata da un board di sindaci». Si tratterebbe, naturalmente, di una riforma costituzionale che richiede tempi lunghi. Ma ha una scadenza: l'aprile 2013, termine entro il quale il decreto milleproroghe ha rinviato il limite temporale del 30 aprile prossimo, indicato dal precedente governo. L'orientamento generale, comunque, sembra essere quello di non abolire drasticamente le Province, nonostante siano da molti considerate un inutile spreco di denaro pubblico. Non a caso, negli ultimi anni di progressive ristrettezze, sono entrate spesso nel mirino delle schiere anti-casta, visto che richiedono il mantenimento di un discreto esercito di eletti e relativo personale amministrativo.
In realtà, gli studi comparati sul costo degli enti locali dimostrano che molto più costosi delle Province sono i Comuni e le Regioni. L'abolizione, insomma, inciderebbe in modo poco significativo sulle casse dello Stato. Ma sul fatto che, così come sono, siano enti poco produttivi, sono d'accordo tutti. Tranne la Lega che continua a difenderle a spada tratta, anche in ragione delle numerose amministrazioni provinciali che detiene al Nord, con tutto l'indotto di voti e controllo politico che questo comporta. Proprio ieri, con i voti della Lega e del Pdl, la Giunta delle elezioni alla Camera ha salvato dall'incompatibilità i deputati che ricoprono anche l'incarico di presidenti di Provincia (quattro del Pdl, tre della Lega e uno dell'Udc), derogando da una recente sentenza della Corte Costituzionale. La soluzione che si fa largo nell'attuale maggioranza è stata dibattuta negli ultimi giorni all'interno del Pd che punta a riordinare le Province secondo distretti più ampi e con differenti funzioni. Ad assorbire le attuali competenze provinciali dovrebbero essere in parte le Regioni e in parte i Comuni, ai quali spetterebbe anche una gestione associata delle nuovi distretti provinciali.

In realtà, gli studi comparati sul costo degli enti locali dimostrano che molto più costosi delle Province sono i Comuni e le Regioni. L'abolizione, insomma, inciderebbe in modo poco significativo sulle casse dello Stato. Ma sul fatto che, così come sono, siano enti poco produttivi, sono d'accordo tutti. Tranne la Lega che continua a difenderle a spada tratta, anche in ragione delle numerose amministrazioni provinciali che detiene al Nord, con tutto l'indotto di voti e controllo politico che questo comporta. Proprio ieri, con i voti della Lega e del Pdl, la Giunta delle elezioni alla Camera ha salvato dall'incompatibilità i deputati che ricoprono anche l'incarico di presidenti di Provincia (quattro del Pdl, tre della Lega e uno dell'Udc), derogando da una recente sentenza della Corte Costituzionale. La soluzione che si fa largo nell'attuale maggioranza è stata dibattuta negli ultimi giorni all'interno del Pd che punta a riordinare le Province secondo distretti più ampi e con differenti funzioni. Ad assorbire le attuali competenze provinciali dovrebbero essere in parte le Regioni e in parte i Comuni, ai quali spetterebbe anche una gestione associata delle nuovi distretti provinciali.
giovedì 16 febbraio 2012
Per gli italiani «l'evasione fiscale è una vergogna»
Per gli italiani «l'evasione fiscale è una vergogna» ma due su dieci non chiedono mai lo scontrino
L'indagine di una organizzazione che si occupa di credito al consumo, rivela che tre italiani su quattro sono pronti a dichiarare che l'evasione fiscale è una vergogna, ma il 21% degli intervistati ha ammesso di non chiedere mai lo scontrino se il commerciante non glielo dà.
L'identikit dell'italiano riluttante è un giovane di 18-24 anni, residente nel Centro o nell'Italia di Nord-Est (25%).
Ma non ci sono solo gli scontrini dei commercianti. Ci sono anche le fatture dei professionisti e gli artigiani.
Nel Mezzogiorno e nelle Isole il dato sulle fatture non rilasciate tocca il 41%. Oggi, il fisco corre ai ripari e cerca di far capire che chi aiuta gli altri a evadere fa un autogol, perché se il gettito diminuisce, bisogna aumentare il prelievo su coloro che già pagano. L'epicentro dell'evasione da fattura è tra i professionisti.
Nell'edilizia, comunque il fisco ha trovato una soluzione ideale. Per opere murarie o idrauliche fatte in casa, il cliente si fa rilasciare fattura e può dedurre dall'Irpef il 36% della spesa.
Un sistema perfetto: il cliente paga, ma risparmia sulle tasse; l'impresa emerge e non subirà accertamenti.
L'indagine di una organizzazione che si occupa di credito al consumo, rivela che tre italiani su quattro sono pronti a dichiarare che l'evasione fiscale è una vergogna, ma il 21% degli intervistati ha ammesso di non chiedere mai lo scontrino se il commerciante non glielo dà.
L'identikit dell'italiano riluttante è un giovane di 18-24 anni, residente nel Centro o nell'Italia di Nord-Est (25%).
Ma non ci sono solo gli scontrini dei commercianti. Ci sono anche le fatture dei professionisti e gli artigiani.
Nel Mezzogiorno e nelle Isole il dato sulle fatture non rilasciate tocca il 41%. Oggi, il fisco corre ai ripari e cerca di far capire che chi aiuta gli altri a evadere fa un autogol, perché se il gettito diminuisce, bisogna aumentare il prelievo su coloro che già pagano. L'epicentro dell'evasione da fattura è tra i professionisti.
Nell'edilizia, comunque il fisco ha trovato una soluzione ideale. Per opere murarie o idrauliche fatte in casa, il cliente si fa rilasciare fattura e può dedurre dall'Irpef il 36% della spesa.
Un sistema perfetto: il cliente paga, ma risparmia sulle tasse; l'impresa emerge e non subirà accertamenti.
Professioni legali, la Procura apre le porte ai tirocini UNIVERSITA'
Palermo - Firmata l'altro pomeriggio un'importante convenzione fra l'Università e la Procura della Repubblica di Palermo che consentirà ai giovani corsisti del 2° anno della Scuola di specializzazione per le professioni legali «Gioacchino Scaduto», di svolgere il tirocinio sotto la guida di magistrati.
Si tratta di accordo unico in Italia: gli specializzandi, individuati in base al merito, attitudini e motivazioni, saranno affidati ai magistrati della Procura che ne cureranno la formazione con attività previste dal piano di tirocinio, assistendoli, guidandoli e redigendo un profilo valutativo al termine. Tra le attività previste: l'esame dei fascicoli processuali senza segreto investigativo; l'assistenza ad atti di indagine che presentino i connotati del contraddittorio; la redazione di provvedimenti, memorie e motivi di impugnazione; e l'assistenza ad attività di udienza. L'accordo è stato siglato dal rettore Roberto Lagalla, dal procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Messineo, e dal direttore della Scuola di specializzazione forense «Gioacchino Scaduto», Rosalba Alessi.
«Sarà un'occasione di crescita professionale che consentirà di colmare il "fossato" che divide la teoria dalla pratica - ha commentato Messineo - . Gli studenti saranno per due mesi al fianco di magistrati che li guideranno in ambito formativo. In totale, 15 tutor per 30 studenti, quindi un magistrato ogni due studenti. La convenzione dà concreta attuazione art. 72 dell'ordinamento giudiziario che prevede la possibilità di usare studenti specializzandi della Scuola forense per esercitare le funzioni di pm innanzi ai giudici monocratici».
Soddisfatto anche Lagalla: «Ancora una volta l'Università crea relazioni proficue con le istituzioni del territorio nel duplice obiettivo di offrire ai suoi ragazzi importanti occasioni di formazione e di offrire all'esterno competenze».
Si tratta di accordo unico in Italia: gli specializzandi, individuati in base al merito, attitudini e motivazioni, saranno affidati ai magistrati della Procura che ne cureranno la formazione con attività previste dal piano di tirocinio, assistendoli, guidandoli e redigendo un profilo valutativo al termine. Tra le attività previste: l'esame dei fascicoli processuali senza segreto investigativo; l'assistenza ad atti di indagine che presentino i connotati del contraddittorio; la redazione di provvedimenti, memorie e motivi di impugnazione; e l'assistenza ad attività di udienza. L'accordo è stato siglato dal rettore Roberto Lagalla, dal procuratore della Repubblica di Palermo Francesco Messineo, e dal direttore della Scuola di specializzazione forense «Gioacchino Scaduto», Rosalba Alessi.
«Sarà un'occasione di crescita professionale che consentirà di colmare il "fossato" che divide la teoria dalla pratica - ha commentato Messineo - . Gli studenti saranno per due mesi al fianco di magistrati che li guideranno in ambito formativo. In totale, 15 tutor per 30 studenti, quindi un magistrato ogni due studenti. La convenzione dà concreta attuazione art. 72 dell'ordinamento giudiziario che prevede la possibilità di usare studenti specializzandi della Scuola forense per esercitare le funzioni di pm innanzi ai giudici monocratici».
Soddisfatto anche Lagalla: «Ancora una volta l'Università crea relazioni proficue con le istituzioni del territorio nel duplice obiettivo di offrire ai suoi ragazzi importanti occasioni di formazione e di offrire all'esterno competenze».
mercoledì 15 febbraio 2012
Biomasse Menfi: si costituirà un gruppo di lavoro
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Dott. Michele Botta |
Il sindaco di Menfi fa chiarezza sulle voci che intenterebbero far credere ai menfitani che società interessate alla realizzazione di impianti di biomasse potrebbero far leva su eventuali accondiscendenze politiche.
“L’unico SI al progetto di realizzazione dell’impianto di biomasse la società ‘Tre Tigli’ l’ ha avuto nel 2006 da parte dell’allora Sindaco Nino Buscemi, mentre da quando alla guida della città c’è il sottoscritto – afferma Michele Botta – Menfi ha sempre negato ogni autorizzazione in ogni sede, dal consiglio comunale alle conferenze dei servizi, l’ultima delle quali si è svolta nel dicembre 2011, ma in ogni caso, come per l’acqua, sarei pronto a fare le barricate. Oggi c’è chi vuole strumentalizzare questo tema, ponendosi dietro e sfruttando la buona fede di chi ha una faccia pulita e credibile: Menfi su ciò è unita.”.
“Menfi deve parlare di sviluppo economico, di giovani, dei tanti progetti presentati per lo sviluppo turistico e soprattutto di Porto per il quale non solo abbiamo fatto tutto ciò che è di nostra competenza mettendo a disposizione di tutti i soggetti coinvolti - pubblici e privati - tutti gli strumenti utili per portare a termine i lavori, ma abbiamo anche ottenuto la prima posizione nella graduatoria per l’assegnazione degli speciali fondi Jessica. Ora sta al Privato, Bolici, presentare il progetto esecutivo entro i termini."
Allegati:
15 febbraio 2012
Si è svolto ieri
sera un incontro tra l’amministrazione comunale di Menfi, consiglieri
comunali, rappresentanti delle associazioni locali e del clero per le
problematiche relative all’impianto di biomassa - tre tigli.
Una riunione valutata dal Sindaco positivamente che è servita a confermare la comune volontà a ribadire la contrarietà assoluta a qualsiasi impianto di biomassa.
Durante
l’incontro è stato proposto di costituire un gruppo di lavoro composto
da amministrazione e rappresentanti delle associazioni che potrà stilare
un programma concordato di azioni da svolgere per bloccare l’istanza della Tretigli e poi ratificare tutto in un eventuale consiglio comunale aperto. “E’
stata l’occasione per fare chiarezza su un tentativo di
strumentalizzazione in atto della vicenda ‘Biomasse’ – dichiara il
sindaco Botta – , una vicenda politicamente chiusa e su cui la città è
unita.”
Fonte: comune.menfi.ag.it
martedì 14 febbraio 2012
Biomasse Menfi: Comunicato stampa del Consigliere Giuseppe Sutera
Menfi - Il Sindaco, sulla vicenda delle biomasse, deve dire tutta la verità.
Al di là delle dichiarazioni di facciata è opportuno che produca tutta la documentazione inerente la vicenda e si assuma la responsabilità delle proprie scelte. Dai documenti in mio possesso, infatti si evince che se la Tre Tigli è andata avanti nell’iter amministrativo è proprio grazie all’ambigua dichiarazione fatta dall’allora Assessore Ingegnere Sbrigata nella Conferenza di servizi del 23/09/2008.
Invito il Sig. Sindaco a leggersi bene la documentazione e a non fidarsi, da come sembrerebbe abbia fatto in passato , di Assessori “tecnici esperti” che più volte hanno palesato la propria incapacità.
Piena solidarietà e sostegno, da parte del sottoscritto alle associazioni che a gran voce chiedono un Consiglio Comunale sulla vicenda. Sig. Sindaco, piuttosto che aspettare la realizzazione della centrale a biomasse e poi fare le barricate davanti al sito, Le consiglio di attivarsi sin da subito anche con sit-in di protesta davanti agli uffici dell’Assessorato all’industria di Palermo. Mi troverà sicuramente al suo fianco.
Menfi lì 14/02/2012
Al di là delle dichiarazioni di facciata è opportuno che produca tutta la documentazione inerente la vicenda e si assuma la responsabilità delle proprie scelte. Dai documenti in mio possesso, infatti si evince che se la Tre Tigli è andata avanti nell’iter amministrativo è proprio grazie all’ambigua dichiarazione fatta dall’allora Assessore Ingegnere Sbrigata nella Conferenza di servizi del 23/09/2008.
Invito il Sig. Sindaco a leggersi bene la documentazione e a non fidarsi, da come sembrerebbe abbia fatto in passato , di Assessori “tecnici esperti” che più volte hanno palesato la propria incapacità.
Piena solidarietà e sostegno, da parte del sottoscritto alle associazioni che a gran voce chiedono un Consiglio Comunale sulla vicenda. Sig. Sindaco, piuttosto che aspettare la realizzazione della centrale a biomasse e poi fare le barricate davanti al sito, Le consiglio di attivarsi sin da subito anche con sit-in di protesta davanti agli uffici dell’Assessorato all’industria di Palermo. Mi troverà sicuramente al suo fianco.
Menfi lì 14/02/2012
Consigliere Comunale
Giuseppe Sutera
lunedì 13 febbraio 2012
Menfi: Sport e viabilità al neo assessore Clemente
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Dott. Baldassare Clemente |
Baldassare Clemente, 47 anni di espressioni civica, si occuperà di sport, politiche giovanili, contenziosi, traffico, viabilità urbana, borgate Porto Palo e Lido Fiori.
"Ringrazio il sindaco, Michele Botta, per la fiducia che mi ha accordato. Sono contento di far parte di un'equipe assessoriale valida e motivata come quella attuale. Colgo l'occasione per ringraziare i colleghi assessori e tutti i consiglieri, in particolare l'avv. Calogero Lanzarone, per la stima mostratami. Il mio auspicio - prosegue l'assessore Clemente - è quello di dare un valido contributo alla mia città. Per tale motivo metterò in campo, con zelo e professionalità, tutte le mie competenze tecniche. Con il consigliere Lanzarone cercherò, inoltre, di garantire un'adeguata stabilità politica all'attuale amministrazione."
L'ingresso in giunta di Clemente è stato segnato anche dall'adesione al 'progetto Botta' del consigliere Calogero Lanzarone.
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Avv. Calogero Lanzarone |
Tanti sono stati i motivi che mi hanno convinto a fare un passo avanti ma, per me, gli ultimi due passaggi politici sono stati determinanti oltre che significativi: l'ingresso dell'ApI in giunta e la recente adesione del sindaco all'UdC. A Menfi, quindi, prende forma un nuovo progetto politico alternativo al cartello elettorale visto nelle elezioni del 2008.
Stiamo cercando di disegnare - prosegue Lanzarone - uno scenario politico neo-centrista. Al progetto aderiranno soggetti moderati come, ad esempio, l'attuale consigliere comunale Giuseppe Romano (UdC)."
venerdì 10 febbraio 2012
Menfi: Ignazio Napoli interviene sul Porto Turistico
L'ultimatum lo dà oggi l'assessore comunale al bilancio, Ignazio Napoli. Il Comune ha ottenuto nuovi finanziamenti europei in un momento, peraltro, in cui la Sicilia non riesce a gestire i fondi dell'Unione.
"Noi al momento siamo i primi in categoria sui fondi Jessica. Questa riserva, di circa 90milioni di euro, molto probabilmente ci consentirà di finanziare il porto turistico di Porto Palo di Menfi. I Fondi Jessica sono dei fondi che consentono di superare i problemi del Patto di Stabilità. Siamo alla resa dei conti. L'amministrazione - prosegue l'assessore - ha fatto tutto ciò che era di sua competenza. Abbiamo messo a disposizione di tutti i soggetti coinvolti - pubblici e privati - tutti gli strumenti utili per portare a termine i lavori. Ora sta alla ditta Bolici presentare il progetto esecutivo entro i termini dettati dalla stessa amministrazione."
Ricordiamo che il progetto prevede la realizzaione di uno scalo portuale da diporto e peschereccio e di un sistema insediativo dei servizi a terra. Adesso, la ditta Paolo Bolici D.I. di Roma non ha più scuse!
Addio ai libri scolastici solo di carta: il MIUR detta le nuove disposizioni
Grandi cambiamenti annunciati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR): dal prossimo anno scolastico saranno messi al bando tutti i libri di testo che esistono soltanto in forma cartacea.
Saranno ritenuti idonei soltanto quei testi redatti “in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet“.
La comunicazione, firmata dal Direttore Generale del MIUR Carmela Palumbo, è arrivata tramite la circolare n. 18 del 9 febbraio 2012 inviata a presidi, dirigenti ed uffici scolastici regionali.
"Le adozioni da effettuare nel corrente anno scolastico, a valere per il 2012/2013, presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in forma mista […] Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei. I libri di testo in adozione dall’anno scolastico 2008/2009 (in cui ha trovato per la prima volta applicazione la legge n. 169/2008) devono essere sostituiti da testi in forma mista o scaricabili da internet, nel caso in cui siano in forma interamente cartacea."
Se da un lato la scuola italiana entra ufficialmente - e obbligatoriamente - nel mondo del digitale, dall’altro il mercato dell’usato subirà un duro colpo. Le case editrici, infatti, coglieranno la palla al balzo e, nel digitalizzare un testo, provvederanno senza dubbio al suo aggiornamento, rendendo di fatto obsoleti libri magari acquistati meno di un anno fa, in pensione perché disponibili soltanto in formato cartaceo.
I dirigenti scolastici, inoltre, sono stati invitati a “programmare con congruo anticipo tutte le attività ricognitive, propedeutiche alla delibera del collegio dei docenti, soprattutto in ordine alla verifica della forma (cartacea, mista o scaricabile da internet) dei testi attualmente in uso, al fine di individuare quelli che potrebbero essere confermati e quelli che necessariamente devono essere sostituiti“.
Si saprà con largo anticipo, insomma, quale dovrebbe essere la nuova spesa che le famiglie italiane dovranno affrontare per il prossimo anno scolastico.
Quest’obbligo solleva una serie di domande importanti: è iniziata l’epoca, in Italia, dei libri scolastici interattivi o ci si limiterà a trasportato in formato digitale l’impostazione dei testi attuali? E, soprattutto, quali dovranno essere i supporti di lettura: i più economici e statici eReader o più interattivi ma costosi tablet? E, ancora, ci saranno differenze di prezzo tra la versione cartacea di un testo e la sua controparte digitale? Voi che ne pensate?
Fonte: downloadblog.it
Saranno ritenuti idonei soltanto quei testi redatti “in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet“.
La comunicazione, firmata dal Direttore Generale del MIUR Carmela Palumbo, è arrivata tramite la circolare n. 18 del 9 febbraio 2012 inviata a presidi, dirigenti ed uffici scolastici regionali.
"Le adozioni da effettuare nel corrente anno scolastico, a valere per il 2012/2013, presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in forma mista […] Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei. I libri di testo in adozione dall’anno scolastico 2008/2009 (in cui ha trovato per la prima volta applicazione la legge n. 169/2008) devono essere sostituiti da testi in forma mista o scaricabili da internet, nel caso in cui siano in forma interamente cartacea."
Se da un lato la scuola italiana entra ufficialmente - e obbligatoriamente - nel mondo del digitale, dall’altro il mercato dell’usato subirà un duro colpo. Le case editrici, infatti, coglieranno la palla al balzo e, nel digitalizzare un testo, provvederanno senza dubbio al suo aggiornamento, rendendo di fatto obsoleti libri magari acquistati meno di un anno fa, in pensione perché disponibili soltanto in formato cartaceo.
I dirigenti scolastici, inoltre, sono stati invitati a “programmare con congruo anticipo tutte le attività ricognitive, propedeutiche alla delibera del collegio dei docenti, soprattutto in ordine alla verifica della forma (cartacea, mista o scaricabile da internet) dei testi attualmente in uso, al fine di individuare quelli che potrebbero essere confermati e quelli che necessariamente devono essere sostituiti“.
Si saprà con largo anticipo, insomma, quale dovrebbe essere la nuova spesa che le famiglie italiane dovranno affrontare per il prossimo anno scolastico.
Quest’obbligo solleva una serie di domande importanti: è iniziata l’epoca, in Italia, dei libri scolastici interattivi o ci si limiterà a trasportato in formato digitale l’impostazione dei testi attuali? E, soprattutto, quali dovranno essere i supporti di lettura: i più economici e statici eReader o più interattivi ma costosi tablet? E, ancora, ci saranno differenze di prezzo tra la versione cartacea di un testo e la sua controparte digitale? Voi che ne pensate?
Fonte: downloadblog.it
Finanziamenti Europei in Sicilia, 220 milioni bloccati per irregolarità e violazioni di legge
In Sicilia si cercano fondi per le infrastrutture per far uscire l’isola dall’arretratezza ma non si riescono ad utilizzare quelli che l’Unione Europea ci mette a disposizione. 220 milioni di euro di finanziamenti POR destinati alla Sicilia sono stati bloccati dall’Europa per irregolarità e violazioni di legge riscontrate dagli ispettori inviati da Bruxelles.
«In Sicilia – hanno scritto nella loro relazione gli ispettori – solo l’8% dei progetti finanziati tra il 2000 e il 2006 risultano completate al 30 giugno del 2011, il resto delle opere procede a passo di lumaca.” Eppure, secondo i dati, la Sicilia è la regione che ha beneficiato in assoluto della quota maggiore di fondi. Su 2.177 progetti finanziati ne sono stati conclusi al 30 giugno dello scorso anno solo 186, con una percentuale (8,6%). Alla Sicilia, inoltre, va un altro primato negativo perché ha la quota più bassa di progetti completati finanziati.
La relazione rileva inoltre «carenze significative nel funzionamento dei sistemi di gestione e controllo, tali da giustificare l’interruzione dei termini di pagamento». Entro due mesi la Regione Sicilia dovrà rimediare alle irregolarità altrimenti Bruxelles passerà dal blocco al taglio definitivo dei fondi. Naturalmente dalla Regione non ci stanno. Cercano di difendersi o di scaricare le colpe su altri enti. «Non ci sono state violazioni di legge o irregolarità e l’Unione europea non ha bloccato i fondi alla Regione siciliana ma ha soltanto interrotto i termini di pagamento in attesa di nostre contro-osservazioni alla relazione degli ispettori». È quanto spiega il dirigente del dipartimento per la programmazione della Regione siciliana, Felice Bonanno che conclude “le opere-lumaca riferibili al periodo 2000-2006 riguardano progetti legati ai vecchi Fas regionali e per i quali le responsabilità sono dei precedenti governi o di altri soggetti, come per esempio l’Anas”.
La Sicilia intanto si attesta all’ultimo posto tra le regioni italiane per progetti e opere portate a compimento.
«In Sicilia – hanno scritto nella loro relazione gli ispettori – solo l’8% dei progetti finanziati tra il 2000 e il 2006 risultano completate al 30 giugno del 2011, il resto delle opere procede a passo di lumaca.” Eppure, secondo i dati, la Sicilia è la regione che ha beneficiato in assoluto della quota maggiore di fondi. Su 2.177 progetti finanziati ne sono stati conclusi al 30 giugno dello scorso anno solo 186, con una percentuale (8,6%). Alla Sicilia, inoltre, va un altro primato negativo perché ha la quota più bassa di progetti completati finanziati.
La relazione rileva inoltre «carenze significative nel funzionamento dei sistemi di gestione e controllo, tali da giustificare l’interruzione dei termini di pagamento». Entro due mesi la Regione Sicilia dovrà rimediare alle irregolarità altrimenti Bruxelles passerà dal blocco al taglio definitivo dei fondi. Naturalmente dalla Regione non ci stanno. Cercano di difendersi o di scaricare le colpe su altri enti. «Non ci sono state violazioni di legge o irregolarità e l’Unione europea non ha bloccato i fondi alla Regione siciliana ma ha soltanto interrotto i termini di pagamento in attesa di nostre contro-osservazioni alla relazione degli ispettori». È quanto spiega il dirigente del dipartimento per la programmazione della Regione siciliana, Felice Bonanno che conclude “le opere-lumaca riferibili al periodo 2000-2006 riguardano progetti legati ai vecchi Fas regionali e per i quali le responsabilità sono dei precedenti governi o di altri soggetti, come per esempio l’Anas”.
La Sicilia intanto si attesta all’ultimo posto tra le regioni italiane per progetti e opere portate a compimento.
Fonte: rmk.it
giovedì 9 febbraio 2012
Menfi: Baldo Clemente nuovo assessore
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Dott. Baldassare Clemente |
Il neo assessore, di espressione civica, è collegato politicamente con il consigliere Calogero Lanzarone.
Il sindaco Botta, salutando con soddisfazione questo nuovo innesto, ha annunciato l'assegnazione delle deleghe nelle prossime ore.
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