giovedì 12 aprile 2012

Bossi e figlio: "Almeno loro si sono dimessi"

Noi meridionali abbiamo tutti i motivi per criticare la Lega Nord. Intanto perché ha inventato la Padania (?) che non esiste in nessuna carta geografica e nemmeno nella storia.

Poi perché il suo antimeridionalismo ha portato il governo Berlusconi a trascurare il 33% del Paese e i suoi abitanti, per cui l'alta velocità, pagata anche da noi, si ferma a Napoli, e non scenderà mai in Sicilia, se non l'alta capacità tra una ventina d'anni.

Detto questo, ci pare giusto aggiungere che il circuito mediatico e gli altri partiti stanno cercando di distruggere la Lega per avere usato i rimborsi elettorali a vantaggio della famiglia Bossi. Non sono un esperto di codici e pandette, ma a occhio e croce non mi pare che ci siano spunti per configurare reati penali, al massimo la truffa allo Stato perché quei soldi dovevano andare a finanziare il partito di Bossi, non la sua famiglia. Forse si tratta sostanzialmente di illeciti amministrativi. Lasciamo alle tre Procure che indagano il compito di configurare le fattispecie di reato, ma è doveroso segnalare il fatto che Bossi si è dimesso e che anche il figlio Renzo, il Trota, ha lasciato la carica di consigliere regionale con relativo stipendio.

Alessandro Sallusti, nella sua legittima e condivisibile riflessione, sottolinea che: "Sarà stato anche un pirla, ma intanto Bossi junior si è dimesso da consigliere regionale dando una bella lezione ai tanti squali che nonostante siano stati beccati in azioni ben più compromettenti continuano a navigare nelle acque della politica come se niente fosse. Come ad esempio il suo ex collega Filippo Penati, consigliere del Pd, che mantiene posto e stipendio (13 mila euro al mese) che la cresta la faceva non sulla benzina, ma sugli appalti pubblici. Come Bersani che si trova nelle stesse condizioni di Bossi, cioè circondato a sua insaputa da infedeli che nel caso non erano pirla, ma ladri. Tra i rimborsi spese del Trota e i viaggi in aereo gratis di D'Alema, politicamente ed eticamente non c'è alcuna differenza. Il paradosso è che ci troviamo con il bimbo linciato e il leader massimo, di nome e di fatto, del Pd a pontificare sulla moralità della classe leghista".
Lo stesso giornale ricorda che i partiti italiani incassano 289 milioni l'anno: i francesi 73, gli inglesi 12: e in Parlamento giacciono 39 proposte per cambiare il sistema dei rimborsi.

"Chi sbaglia paga, qualunque sia il nome che porta!" dice Bossi al figlio. Ma quanti altri, in situazioni ben peggiori, lo hanno fatto?

domenica 8 aprile 2012

Auguri di buona Pasqua

Auguri a tutti di una buona Pasqua e di felice pasquetta!


sabato 7 aprile 2012

I cittadini... speriamo che lo capiscano

Per rimuovere gli ostacoli la mafia non ha bisogno di uccidere, basta che aumenti la sua pressione. Vent’anni addietro un giudice siciliano scrisse in sentenza che "nessun imprenditore è in grado di resistere alle intimidazioni mafiose". I magistrati dell'Isola si indignarono contro il collega, che però all’epoca non aveva tutti i torti perché era il periodo in cui Cosa Nostra era dominante in tutti i settori: non solo negli appalti, ma influiva anche sulle carriere politiche. Uccideva, ma ancora non c’erano state le stragi del ’92 che determinarono una reazione dello Stato. Anzi, quando uccisero Falcone a Capaci lo Stato non reagì, lo fece solo quando morì Borsellino facendo scattare il 41 bis e chiudendo i boss nell'isola dell'Asinara.

Ora Cosa Nostra per fortuna non fa più scorrere sangue, ha una minore "forza intimidatrice", non ha più un vertice, ma resta in campo per controllare i Comuni e i conseguenti appalti. L’esempio recente viene dalla Calabria ed è il caso di quel sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, che si è dimessa perché le hanno devastato la farmacia con un incendio e le hanno sparato quattro colpi di pistola contro la sua auto. Ad un certo punto non ce l’ha fatta più e ha lasciato. Perché la ’ndrangheta l’ha fatto? Forse perché vuole un sindaco diverso, possibilmente compiacente, mentre la Lanzetta era un ostacolo da rimuovere. Nei giorni scorsi è stato ricordato l’anniversario della strage di Pizzolungo, a Trapani, dove morirono Barbara Asta e i suoi due gemelli la cui auto fece da scudo all’esplosione di un’auto bomba. Il magistrato Calo Palermo si salvò, ma fu talmente traumatizzato che andò via dalla Sicilia. E Cosa Nostra ottenne ugualmente lo scopo.

Tra un mese, in molte città, ci saranno le amministrative e i candidati andranno in cerca di voti. Li chiederanno anche ai mafiosi, che votano e fanno votare? Possibile, anche se il "caso Lombardo" potrebbe scoraggiare di un pò questa mala condotta. Del resto non possiamo chiedere allo Stato di controllare tutto e tutti.
Un aiuto potrebbe venire dai Partiti politici. A loro starebbe il compito di filtrare e selezionare i propri candidati. Ai cittadini, invece, starebbe il compito-dovere di non votare individui "sospettabili" perché saranno proprio loro a pagare per primi.

I cittadini... speriamo che lo capiscano.

venerdì 6 aprile 2012

Comune di Menfi, modifiche alla segnaletica stradale

Menfi - La Polizia Municipale di Menfi avvisa la cittadinanza che sono in corso di realizzazione delle modifiche alla segnaletica e alla circolazione stradale. Gli interventi, previsti con la delibera n. 34 del 15 marzo 2012, mirano a garantire una maggiore sicurezza nelle intersezioni del centro storico e a razionalizzare la circolazione in alcune vie che sono interessate da un notevole flusso veicolare e presentano delle criticità nel regolare transito. In particolare, sono stati apposti e sono in corso di installazione i segnali di STOP in quasi tutti gli incroci del centro storico e sono stati istituiti i sensi unici di marcia in alcune vie cittadine.

Di seguito vengono indicate le vie interessate e le modifiche che saranno apportate:
  • Via Matteotti: sarà prolungato il senso unico parallelo, dalla Via IV Novembre alla Via Boccaccio;
  • Via L. Cacioppo: sarà esteso il senso unico parallelo, anche al tratto tra la Via Michelangelo e la Via IV Novembre;
  • Via Mazzini: sarà prolungato il senso unico parallelo, dal Corso dei Mille fino alla Via Michelangelo;
  • Via Petrarca / Vicolo Guglia I: istituito il senso unico parallelo, con direzione Nord/Sud dalla Via Michelangelo al Corso dei Mille;
  • Via A. Volta: sarà prolungato il senso unico parallelo, a partire dalla Via Dante Alighieri fino alla Via Michelangelo;
  • Via della Vittoria: sarà anticipato il senso unico parallelo, che già interessa la Via della Vittoria nel senso Est/Ovest, a partire dalla Via Carducci fino alla Via Matteotti; sarà prolungato il senso unico parallelo, a partire dalla Via A. Ognibene fino alla Via Addolorata;
  •  Via G. Garibaldi: sarà anticipato il senso unico parallelo, nel tratto tra la Via Inico e la Via A. Ognibene direzione ovest/est;
  • Via Inico: sarà istituito il senso unico parallelo, nel senso di marcia nord/sud, dalla Via Risorgimento alla Via della Vittoria;
  • Vicolo Gravante / Via C. Ognibene / Via Bilello Palagonia: sarà istituito il senso unico parallelo in tutte e tre le vie; in entrata verso il Lago Risalvato per il Vicolo Gravante e la Via C. Ogniebene e in uscita dal parcheggio per la Via Bilello Palagonia;
  • Via della Vittoria (tratto tra la Via Carducci e la Via A. Ognibene):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Blandina – Via L. Cacioppo – Via Mazzini – Via Imbornone – Via Marconi – Via A. Ognibene);
  • Via Garibaldi (tratto tra la Via Cavour e la Via Blandina): sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Imbornone – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
  • Via Garibaldi (tratto tra la Via Cavour e la Via Blandina):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Imbornone – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
  • Via Roma (tratto tra la Via Inico e la Via L. Cacioppo):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Cavour – Via A. Ognibene – Via Marconi – Via Mazzini – Via L. Cacioppo);
  • Corso dei Mille (tratto compreso tra la Via Matteotti e la Via Inico):sarà istituito il diritto di precedenza su tutte le strade che la intersecano, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza (Via Matteotti – Via L. Cacioppo – Via Mazzini – Vic. Guglia – Via S. Bivona – Via A. Ognibene – Via Platone – Via Marsala);
  • Via Addolorata incrocio con Via Risorgimento: sarà istituito il diritto di precedenza in Via Risorgimento rispetto a Via Addolorata, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza;
  • Via Addolorata incrocio con Via Michelangelo: sarà istituito il diritto di precedenza in Via Michelangelo rispetto a Via Addolorata, dove verrà istituito l’obbligo di fermarsi e dare precedenza.
Le modifiche entreranno in vigore dopo l’emissione delle relative Ordinanze e non appena verrà installata l’opportuna segnaletica stradale verticale e orizzontale.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.polizialocalemenfi.it, sezione news.

giovedì 5 aprile 2012

Mafia Spa: la prima azienda italiana per fatturato

"Pizzo" dilagante in Sicilia. Paga il 70 per cento dei commercianti di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Catania. A Messina si arriva anche all'80-90 per cento. Pagano tutti. Mensilmente e puntualmente. Per i boss e i picciotti in carcere. Per le loro famiglie e per gli avvocati che li difendono. A Palermo si va dai 15 euro per banco al mercato ai 250-500 dei negozi, ai 500-1.000 degli esercizi del centro, ai 3 mila dei supermercati, al 5-7% dell'importo dei lavori nei cantieri edili.

I dati si leggono nel Focus Sicilia del XIII Rapporto di Sos Impresa. Significativo il titolo: "Le mani della criminalità sulle imprese" e infatti ad essere taglieggiate, nella sola Isola, sono almeno 50 mila. Poche e costanti nei numeri, purtroppo, le denunce contro gli estortori. Ma anche contro l'usura, fenomeno criminale in crescita. Dal 2009 al 2011 in Sicilia hanno chiuso circa 100 mila imprese, di queste 30 mila per grave indebitamento e per usura. Il costo complessivo per l'intero sistema imprenditoriale regionale sfiora i 5 miliardi di euro, pari al 6% del Pil siciliano. Dietro il pizzo e l'usura, in Sicilia, c'è Cosa Nostra, che controlla capillarmente e militarmente il territorio. «Una rapina sociale ai danni delle imprese - si legge nel rapporto - contro cui si fa poco o niente.

I dati attraversano il dibattito dei decisori politici, a Roma e a Palermo, come se fossero acqua fresca». Risultato: il patrimonio e i capitali accumulati, fanno della Mafia Spa - secondo i dati del Focus al 31 dicembre 2010 - la prima azienda italiana per fatturato (138,09 miliardi di euro) ed utile netto (104,70 miliardi di euro) e una delle più grandi per addetti e servizi. «Si discute di aiuti per il Mezzogiorno, di fiscalità di vantaggio, di lotta al sommerso e all'evasione, senza voler rendersi conto - continua il rapporto - che, perdurando il "Fattore M" come Mafia, l'economia continuerà a ristagnare, gli investimenti prenderanno altre strade, che forse costano di più alle imprese, soprattutto quelle estere, ma certamente sono più tranquille. La politica dello struzzo non ha pagato e non paga. Se non si prenderà atto che in un terzo del Paese non è garantita la libertà di fare impresa e non c'è un mercato in cui merci, uomini ed imprese possono competere liberamente, non si determinerà quella svolta necessaria ed attesa. Fare impresa a Palermo e in Sicilia non è la stessa cosa che a Treviso o in Irlanda e non è solo una questione di infrastrutture, burocrazia e credito. Sembra una banalità, ma gli interventi necessari a contrastare effettivamente la criminalità languono. Non si interviene nelle concrete relazioni economiche che si determinano fra imprese e mafia, non si rende conveniente il rifiuto all'imposizione estorsiva».

mercoledì 4 aprile 2012

Giuliano Guazzelli, il ricordo dei colleghi a 20 anni dal suo omicidio

La caserma dei Carabinieri di Villaseta è stata intitolata al maresciallo maggiore dei Carabinieri Giuliano Guazzelli, Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria, trucidato dalla Mafia ad Agrigento il 4 aprile 1992.

La cerimonia si è svolta nella mattinata di oggi, mercoledì 4 aprile 2012. Schierato un plotone in Grande Uniforme Speciale, in rappresentanza dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, alla manifestazione sono intervenuti il Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Divisione Riccardo Amato ed Autorità civili, militari e religiose della provincia.


La lapide marmorea scoperta all’interno dell’atrio della caserma riporta la seguente scritta:  
Sottufficiale di elevatissime qualità professionali, impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo ed incondizionata dedizione al dovere ed alle Istituzioni, fornendo costanti e determinanti contributi alla lotta contro la criminalità organizzata fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da proditorio ed efferato agguato criminale. Eccelso esempio di preclare virtù civiche ed altissimo senso del dovere. Villaseta – Agrigento, 4 aprile 1992 

Il sottufficiale, era nato a Gallicano (Lu) il 6.4.1934, ed era residente a Menfi (AG), coniugato con tre figli maggiorenni. Arruolato il 16.11.1951 nell’Arma dei Carabinieri e dal 1954 in servizio in Sicilia, era responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento.

Fonte: grandangoloagrigento.it

martedì 3 aprile 2012

I 10 più ricchi d'Italia "valgono" quanto i 3 milioni più poveri

Michele Ferrero
In Italia i dieci ‘Paperoni’ più benestanti hanno la ricchezza dei tre milioni di italiani più poveri. 

E’ quanto emerge da uno studio della Banca d’Italia che analizza l’evoluzione della ricchezza e della disuguaglianza nel nostro Paese. La ricchezza dei dieci più ricchi d’Italia è valutabile in circa 50 miliardi di euro. Sono i giovani ad essere sempre più poveri e la ricchezza, in generale, è costituita sempre più dal patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Negli ultimi anni si è invertita dunque la distribuzione della ricchezza tra le classi di età: oggi al contrario che in passato gli anziani sono più ricchi dei giovani che non riescono ad accumulare.

E’ quanto emerge dallo studio di Bankitalia che analizza l’evoluzione della ricchezza e la diseguaglianza nel nostro paese. Se da un lato i dati evidenziano l’esistenza di un conflitto generazionale in termini di redditi, lo studio di Giovanni d’Alessio conclude che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri paesi europei. Nel 2010 la ricchezza complessiva delle famiglie nel 2010 era pari a circa 8.638 miliardi di euro più di 7,5 volte il valore del 1965 misurato a prezzi 2010, con una crescita media annua del 4,6%, ma con una riduzione rispetto ai valori del 2009 con 8.767 miliardi. Per quanto riguarda il dato procapite la ricchezza è passata dai 21.875 euro del 1965 ai 142.481 del 2010, una crescita notevole che però si è bruscamente arrestata dopo il 2007 quando il valore aveva raggiunto quasi i 150 mila euro a testa. La perdita, in appena tre anni, è stata di quasi il 5%. Tra il 1965 ed il 2010, il rapporto tra ricchezza e Pil è raddoppiato (da 2,7 a 5,6), dice lo studio, sottolineando come il paese in questi cinquanta anni abbia incrementato la ricchezza più della produzione.

Un dato rilevante è quello che mostra il cambiamento della ricchezza tra classi d’età: mentre nel 1987 le famiglie di giovani (fino ai 34 anni) erano sui livelli medi (fatto 100 l’indice il livello era 82,5) a partire dal 2000 queste famiglie vedono peggiorare nettamente la loro condizione (61,7 nel 2008), mentre accade l’inverso per quelle degli anziani (da 65,5 a 100,2). Ma a mutare è stata anche la distribuzione tra le varie classi sociali: tra il 1987 e 2008 la ricchezza familiare netta degli operai passa dal 61,9% al 44% e scendono anche tutte le altre categorie anche se mantenendo un indice abbastanza elevato, ad eccezione di quella dei pensionati che cresce dal 61,6 al 97,8, anche se i dati sono fermi al 2008. Per distribuzione territoriale invece è evidente il peggioramento del Mezzogiorno (da 80,2 a 69,6) a fronte di un miglioramento in tutte le altre aree.

fonte: qn.quotidiano.net/

venerdì 30 marzo 2012

Riforma legge elettorale 2012: trovata l'intesa per cambiare il Porcellum

Parlando di riforma elettorale, un amico mi disse: "Quando A.B.C. (Alfano, Bersani, Casini) discutono fra di loro e trovano un'accordo, c'è da temere qualcosa. I cittadini devono temere una fregatura...".
In verità qualche dubbio lo nutro anch'io. Forse perchè siamo stati abituati, per troppo tempo, a vedere delle dure diatribe fra i banchi del Parlamento o forse perchè, in effetti, qualcosa di poco chiaro c'è.

Ma cosa hanno ideato i vertici di Pd, Pdl e Terzo polo sulla legge elettorale? Hanno concordato un superamento dell'attuale bipolarismo che provoca un malcontento diffuso. In pratica, ritorno alla scelta degli eletti da parte dei cittadini, indicazione del candidato premier sulla scheda, soglia di sbarramento alta, ma con diritto di tribuna per gli esclusi, e - questo il punto più controverso - assenza di alcun vincolo di coalizione prima delle elezioni (chi l'ha chiesto?), con limitazione del premio di maggioranza al solo partito che raccoglie più voti. Un ritorno alle mani libere, o poco ci manca.

«Dall'attuale porcata alla vaccata», tuona Di Pietro, puntando il dito contro i partiti di maggioranza: «Si preparano a truffare per l'ennesima volta i cittadini con una legge fatta per permettergli di lasciare tutto il potere nelle mani della Casta». Sottoscrive il segretario di Sel, Vendola («la reazione sarà durissima soprattutto contro il Pd») mentre la Lega personalizza: «Vogliono farci fuori».

Ma questo 'Lodo Abc', è davvero l'unica alternativa al Porcellum?!

mercoledì 28 marzo 2012

Le aliquote Imu dei capoluoghi di Provincia siciliani

La Confedilizia teme l'impatto dell'Imu (la vecchia Ici) sulle seconde case, non quelle al mare e in montagna usate per le vacanze, ma le case in affitto. Sarebbe un altro duro colpo al mercato delle locazioni. Gli italiani sono molto sensibili al problema della "prima casa": l'80% delle famiglie, infatti, abitano una casa di loro proprietà. Ma c'è una moltitudine di persone, in primo luogo giovani celibi o nubili, coppie recenti, piccole famiglie (oltre agli anziani soli) che vivono nelle case in affitto e che saranno i destinatari della «stangata» Imu. L'aggravio impositivo atteso potrà toccare il tremila per mille. I conti sono stati fatti da Confedilizia su immobili di modeste dimensioni in quei Comuni (del Settentrione prima che del Meridione) che si sono affrettati a fare i conti e a scegliere le nuove aliquote. Il mix infernale è la rivalutazione del catasto, cioè a dire degli estimi catastali, che sono stati adeguati ai valori del mercato. Su questi valori ben più alti di quelli attualmente in vigore, i Comuni applicano poi l'Imu. Nelle grandi città il mercato dell'affitto ha rilievo, ma nei centri minori ci sono migliaia di case vuote, soprattutto nelle aree centrali (le più pregiate sulla carta). In realtà nessuno vuole andare ad abitare in aree pedonali, dove non si sa dove parcheggiare. Qui i proprietari di immobili pagheranno solo un valore "fantasma".

Sulla variazione dell’addizionale comunale, come già detto, devono decidere le singole amministrazioni comunali, e molte non l’hanno ancora fatto, dunque un eventuale aumento potrà arrivare successivamente. L’aliquota comunale massima può essere in ogni caso dello 0,8%.

Tra i capoluoghi di Provincia siciliani, Agrigento ha portato l’aliquota dallo 0,4 allo 0,6% (per redditi complessivi sopra i 7.500 euro) mentre per gli altri non risultano al momento variazioni: per loro dunque rimangono attualmente le aliquote precedenti (Catania fra lo 0,2 e lo 0,8% a seconda del reddito; Caltanissetta 0,6%; Enna 0,1%; Messina 0,8%; Palermo 0,4%; Ragusa 0,6% sopra gli 8.500 euro; Siracusa 0,8%; Trapani 0,5%).

Anche il Comune di Menfi non ha ancora divulgato le nuove tariffe Imu. La Giunta, infatti, sta valutando con molta attenzione le giuste percentuali da applicare. L'intenzione è di salvaguardare il più possibile le categorie sociali ed economiche più in difficoltà.

Per i contribuenti: il termine di pagamento della prima rata Imu è fissato al 16 giugno 2012.

martedì 27 marzo 2012

Debito Pubblico Italiano: 34 milioni al giorno dal 1861

Negli ultimi dieci anni il debito pubblico italiano è cresciuto del 45,96% e non accenna a segnare il passo. E’ questo il risultato dello studio "Italia 2011: un anno di sofferenza", condotto dagli economisti di Mazziero Research, che registra dal 2000 un incremento di 600 miliardi, in base ad una tendenza consolidata nel tempo, ma accentuata dai governi della Seconda Repubblica.

E’ come se ogni giorno dalla nascita di Gesù Cristo fossero stati accumulati 2 milioni e 600 mila euro di debito; oppure 34 milioni e 500 mila euro di debito per ogni giorno a partire dalla nascita dello Stato Italiano, il 17 marzo 1861, spiega il documento per provare a esemplificare le dinamiche che hanno portato a un debito pubblico di 1.897,9 miliardi di euro, certificato nel dicembre 2011 dalla Banca d’Italia. Da allora la situazione non è certo migliorata, nonostante le ultime tre manovre correttive del 2011 (due del governo Berlusconi e una del governo Monti). Al momento, infatti il dato appare moderatamente più elevato, con una proiezione attuale a oltre 1.910 miliardi di euro. E questo significa, secondo un calcolo pro-capite che, ogni cittadino italiano (compresi i quasi cinque milioni di stranieri) ha sulle spalle un fardello di 31.190 euro. Cifra che potrebbe essere contenuta da un incremento del tasso di natalità, che però sembra ridursi sempre più. Il risultato dell’analisi è ancora più impietoso. Questi numeri mostrano una cruda realtà, non esiste alcuna possibilità di restituire in un tempo congruo (un quarto di secolo?) un simile ammontare di debito. Anche perché il fenomeno è in costante crescita.

Il dato preoccupante è la progressione di questo debito e di come esso appaia cronico indipendentemente dalla compagine politica incaricata di governare, spiegano gli economisti, segnalando però che il 43,5% del debito si è formato nella Prima Repubblica, sino all’insediamento del primo governo Amato del 1992; il restante 56,5% è frutto della Seconda Repubblica.
Lo studio trova riscontro negli ultimi dati diffusi dall’Istat che, oltre a registrare un calo ulteriore della crescita del Pil (appena lo 0,4% sullo 0,6% atteso) ha fotografato un incremento del debito pubblico, arrivato a oltre il 120%, il massimo da 1996. Ma i dati poco rassicuranti elaborati da Mazziero Research chiamano in causa anche lo squilibrio fra entrate e uscite. Nel 2011, ad esempio, il disavanzo si è affacciato per ben otto mesi su 12, mentre per quattro mesi le spese hanno superato gli introiti di oltre 18 miliardi: quasi una finanziaria.

Clicca qui per leggere lo studio “Italia 2011: un anno di sofferenza”

Comune di Menfi: Consiglio Comunale del 29/03/2012




Il Consiglio Comunale di Menfi è convocato in seduta ordinaria per il giorno 29/03/2012 – ore 20,00 presso il salone del bassorilievo Torre Federiciana Piazza V. Emanuele.







I punti all’ordine del giorno sono:
  1. Approvazione verbali sedute precedenti;
  2. Presa atto deliberazione della Corte dei Conti - Sezione Regionale di controllo per la Regione Siciliana - n. 166/PRSP - Rendiconto 2009 - Adozioni eventuali misure correttive;
  3. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. Carmen Luisa Pendola ricorso al TAR-Sicilia Meli Giuseppe e Meli Orsola;
  4. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. Gagliano Leonardo causa Bono Margherita c/Comune di Menfi;
  5. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. prof. Salvatore Pensabene Lionti vertenza Edilcostruzioni S.p.A/Comune di Menfi;
  6. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. prof. Salvatore Pensabene Lionti vertenza Mauceri Sutera Antonina, Mauceri Giuseppe Antonio Salvatore e Mauceri Giulia c/Comune di Menfi;
  7. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. Barbera Michele ricorso al TAR Ferrantelli Crispino c/Comune di Menfi;
  8. Riconoscimento debito fuori bilancio per pagamento parcella avv. Gagliano Leonardo causa Comune di Menfi/fall. Edilcostruzioni S.p.A;
  9. Approvazione del Piano di lottizzazione (PDL) denominato “Gagliano Giuseppe & C.” delle aree ubicate nella località “Torrenova – Cipollazzo” /Art. 14 L.R. 71/78 ed art. 96 del REC);
  10. Approvazione piano programma e bilancio di previsione anno 2011 dell’Istituzione Culturale “Federico II”;
  11. Contrarietà alla realizzazione dell’ impianto per la termovalorizzazione di Biomasse nel Comune di Menfi – MOZIONE DI INDIRIZZO;
  12. Interrogazioni.

    giovedì 22 marzo 2012

    Il commento di Liberatore Giaccone: "va salvaguardato il turismo ambientale di Porto Palo di Menfi"

    Ricevo e pubblico un messaggio del Dott. Liberatore Giaccone di Menfi.

    "Cari amici,

    l'estate si avvicina e pure i problemi mai risolti. Nel Borgo di Porto Palo si pongono, ogni anno, tante problematiche, che l'Amministrazione sembra essere alquanto superficiale. E non parlo solo della musica si intende. Appare chiaro che i nostri Concittadini non pagano di buon grado la tassa sui rifuiti (TARSU) di persone ed animali che vengono sulla spiaggia da altri Paesi limitrofi e lontani, ogni giorno, solo per sporcare e bivaccare. Voglio pure puntualizzare i falò del 14 Agosto in cui la spiaggia di Porto Palo si riempie in modo disorganico, selvaggio ed affannoso di persone, tende, auto, trattori, furgoni, legna per cucinare e molte altre cose ancora lasciando all'indomani una enorme quantità di rifiuti, escrementi ed altro (per non dire di qualche siringa) causando inquinamento acustico, di fumo e di altro sulla nostra amata costa per diversi giorni, CON COSTI MOLTO GRAVOSI PER L'AMMINISTRAZIONE.
    L'Amministrazione sembra non pensare alle conseguenze ambientali, economiche e dannosi per il nostro Turismo ed il nostro stare. Non penso che questo ammasso di persone ci ha portato benessere e turismo. Nelle più rinomate località certe vergogne sono vietate e contrastate rigorosamente. Le Persone vengono da tutte le parti della Sicilia il 14 notte, qui a Porto Palo, per poi non lasciare economia... solo rifiuti, sporcizia ed inquinamento e disagi per il turista.

    Mi rivolgo, ancora, alle Nostre Autorità Amministrative di porre in primo piano il nostro Turismo e di salvare il nostro sistema che ancora regge dal punto di vista ambientale, con Ordinanze rigide circa l'orario della musica (regolamentarla anche negli orari di riposo pomeridiano) e l'udibilità della stessa, la circolazione, la soste delle giostre, il palco per le manifestazioni (che come è sistemato attualmente disturba gli abitanti del Borgo), il rispetto dell'ambiente ed il divieto assoluto di determinate manifestazioni di massa (non utili a nessuno), attuando controlli rigidi in tutte le ore per il loro contratto. Il Turista viene a Menfi perchè ancora sulle nostre coste (questo merito delle Amministrazioni passate) non esiste un sistema selvaggio di costruzioni, per il nostro mare pulito, per le nostre spiagge, sembra un paradido di relax e pulizia.... Ma in questi ultimi anni lo stesso Turista dopo essere venuto va subito via. Si trova in mezzo alle musiche ed ai rumori che non fanno riposare nè di giorno nè di notte, in mezzo alla confusione stradale, in mezzo alla sporcizia sulla spiaggia lasciata dalle persone (dei Paesi limitrofi) che vengono occasionalmente a bivacchiare per non parlare del disastro, come detto, dei falò del 14 Agosto (tre giorni di sporcizia, pericoli e fumi). Abbiamo avuto un calo dei Turisti di circa il 50% negli ultimi due anni e così continuando....
    E, in ultimo, mi rivolgo sempre a Voi, cari Ragazzi, vorrei che capite il mio pensiero (che poi non è solo mio) e che tutti Voi in armonia vogliate salvaguardare il vostro ambiente ed i vostri divertimenti nel rispetto di reciproci interessi di cordialità, convivenza ed economia per il nostro Paese.

    Vi giunga, a tutti Voi cari lettori, sempre, il mio più cordiale saluto di benessere ed affettuosità."

    Liberatore Giaccone