Menfi [Agrigento - Sicilia]. Vista l'estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti attraverso un blog, ho deciso di disporre di questo potente mezzo di comunicazione per interfacciarmi con tutti i cittadini. Grazie a questa piattaforma web farò conoscere le mie idee, le mie prospettive politiche e mi confronterò, in maniera costruttiva, con tutti gli elettori del Comune di Menfi.
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sabato 15 dicembre 2012
Imu su immobili agricoli: Menfi richiede di essere esonerato dal pagamento in quanto zona svantaggiata
Cinque comuni della provincia di Agrigento, Ribera, Sciacca, Menfi, Bivona e Lampedusa, i soli centri agrigentini a pagare l’Imu sui terreni agricoli, chiederanno subito al ministeri delle Politiche Agricole e dell’Economia e Finanze, di essere esonerati dal pagamento della tassa sugli immobili in agricoltura in quanto zone svantaggiate e perché non c’è corrispondenza tra i valori dell’imposta con la realtà del territorio.
Questo è quanto è stato deciso martedì mattina presso l’ufficio di presidenza del consiglio comunale dagli amministratori comunali dei cinque comuni che sono i più tartassati della provincia. Tre le motivazioni a cui faranno riferimento le istanze che dovranno essere inoltrate al più presto ai ministeri: il prezzo di mercato degli immobili non corrisponde ai valori rivalutati dal calcolo Imu, la mancata congruità tra il prezzo del prodotto agricolo alla base e quello ritrovato poi sul mercato (arance acquistate a 30 centesimi e vendute ad un euro), la periodicità delle calamità naturali e la crisi del settore agricolo.
Alla riunione erano presenti diversi amministratori comunali dei cinque centri interessati e i responsabili locali e zonali della Coldiretti e della Cia. Verrà chiesto, inoltre, l’adeguamento effettivo degli immobili al valore di mercato per tutte le colture in base ai redditi domenicali e la creazione di una seconda zona censuaria per tutti i fabbricati rurali con valori differenziati da assegnare da parte degli uffici del catasto.
Fonte: Tempi e Terre
martedì 12 giugno 2012
Nel 2013 l'Imu andrà ai Comuni
Dal 2013 l'Imu, l'Imposta municipale unica (IMU), tornerà ad essere gestita dai Comuni: questa la notizia principale emersa ieri dopo il confronto a Palazzo Chigi tra una delegazione del governo, guidata dal premier Mario Monti, e una folta rappresentanza dell'Anci, con in testa il presidente e sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio.
Finisce così un braccio di ferro iniziato alla fine dell'anno scorso, che si e protratto per mesi con più di uno strappo da una parte e dall'altra. Il ritorno dell'imposta ai Comuni, ha subito tenuto a precisare un soddisfatto Delrio all'uscita da Palazzo Chigi, «consentirà un abbassamento delle aliquote, nel rispetto delle esigenze dei servizi da garantire ai cittadini». E in tempi di ripensamenti e revisioni dei provvedimenti, il leader dei sindaci ha tenuto a spiegare a una folta platea di giornalisti che sull'Imu «il governo si è assunto un impegno preciso».
A questo punto, ha aggiunto, il processo di cambiamento vero e proprio sarà messo all'ordine del giorno dopo il pagamento della prima rata, quindi con tempi decisamente ridotti. Soddisfatto anche il presidente del Consiglio nazionale Anci e sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il passaggio dell'Imu ai Comuni, ha riferito, «è importante perché consentirà un abbassamento delle aliquote»; inoltre, ha sottolineato, «l'erogazione diversa delle imposte darà vita a un sistema più flessibile e leggero».
Ma la giornata è stata proficua anche per altri capitoli, come il Patto di stabilità, il federalismo demaniale, le città metropolitane e le gestioni associate dei piccoli Comuni.
Finisce così un braccio di ferro iniziato alla fine dell'anno scorso, che si e protratto per mesi con più di uno strappo da una parte e dall'altra. Il ritorno dell'imposta ai Comuni, ha subito tenuto a precisare un soddisfatto Delrio all'uscita da Palazzo Chigi, «consentirà un abbassamento delle aliquote, nel rispetto delle esigenze dei servizi da garantire ai cittadini». E in tempi di ripensamenti e revisioni dei provvedimenti, il leader dei sindaci ha tenuto a spiegare a una folta platea di giornalisti che sull'Imu «il governo si è assunto un impegno preciso».
A questo punto, ha aggiunto, il processo di cambiamento vero e proprio sarà messo all'ordine del giorno dopo il pagamento della prima rata, quindi con tempi decisamente ridotti. Soddisfatto anche il presidente del Consiglio nazionale Anci e sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il passaggio dell'Imu ai Comuni, ha riferito, «è importante perché consentirà un abbassamento delle aliquote»; inoltre, ha sottolineato, «l'erogazione diversa delle imposte darà vita a un sistema più flessibile e leggero».
Ma la giornata è stata proficua anche per altri capitoli, come il Patto di stabilità, il federalismo demaniale, le città metropolitane e le gestioni associate dei piccoli Comuni.
- Patto di stabilità: impegno da parte del governo a sbloccare residui passivi per un valore superiore a 1 miliardo di euro. «Noi e il governo vogliamo pagare le imprese che hanno fatto lavori in conto capitale e investimenti e tra 2 settimane - ha aggiunto Delrio - decideremo il da farsi sulle competenze di cassa».
- Federalismo demaniale: Passi avanti anche sul tema spinoso del federalismo demaniale. A breve verranno attivati dei fondi immobiliari all'interno dei quali i Comuni potranno inserire le proprie partecipazioni, favorendo così il processo di dismissione delle proprietà immobiliari pubbliche.
- Città metropolitane: Nodi sciolti anche sul tema delle città metropolitane: «in tempi ragionevoli, quelli di un decreto legge, verranno istituite le città metropolitane - ha riferito il sindaco di Bologna Virginio Merola - che andranno a sostituire le Province, e su questo questo c'è l'impegno del ministor per la P. A. Patroni Griffi. ». Il provvedimento, ha tenuto a ricordare il primo cittadino felsineo, riguarderà 10 città metropolitane.
mercoledì 28 marzo 2012
Le aliquote Imu dei capoluoghi di Provincia siciliani
La Confedilizia teme l'impatto dell'Imu (la vecchia Ici) sulle seconde case, non quelle al mare e in montagna usate per le vacanze, ma le case in affitto. Sarebbe un altro duro colpo al mercato delle locazioni.
Gli italiani sono molto sensibili al problema della "prima casa": l'80% delle famiglie, infatti, abitano una casa di loro proprietà. Ma c'è una moltitudine di persone, in primo luogo giovani celibi o nubili, coppie recenti, piccole famiglie (oltre agli anziani soli) che vivono nelle case in affitto e che saranno i destinatari della «stangata» Imu.
L'aggravio impositivo atteso potrà toccare il tremila per mille.
I conti sono stati fatti da Confedilizia su immobili di modeste dimensioni in quei Comuni (del Settentrione prima che del Meridione) che si sono affrettati a fare i conti e a scegliere le nuove aliquote.
Il mix infernale è la rivalutazione del catasto, cioè a dire degli estimi catastali, che sono stati adeguati ai valori del mercato. Su questi valori ben più alti di quelli attualmente in vigore, i Comuni applicano poi l'Imu.
Nelle grandi città il mercato dell'affitto ha rilievo, ma nei centri minori ci sono migliaia di case vuote, soprattutto nelle aree centrali (le più pregiate sulla carta). In realtà nessuno vuole andare ad abitare in aree pedonali, dove non si sa dove parcheggiare. Qui i proprietari di immobili pagheranno solo un valore "fantasma".
Sulla variazione dell’addizionale comunale, come già detto, devono decidere le singole amministrazioni comunali, e molte non l’hanno ancora fatto, dunque un eventuale aumento potrà arrivare successivamente. L’aliquota comunale massima può essere in ogni caso dello 0,8%.
Tra i capoluoghi di Provincia siciliani, Agrigento ha portato l’aliquota dallo 0,4 allo 0,6% (per redditi complessivi sopra i 7.500 euro) mentre per gli altri non risultano al momento variazioni: per loro dunque rimangono attualmente le aliquote precedenti (Catania fra lo 0,2 e lo 0,8% a seconda del reddito; Caltanissetta 0,6%; Enna 0,1%; Messina 0,8%; Palermo 0,4%; Ragusa 0,6% sopra gli 8.500 euro; Siracusa 0,8%; Trapani 0,5%).
Anche il Comune di Menfi non ha ancora divulgato le nuove tariffe Imu. La Giunta, infatti, sta valutando con molta attenzione le giuste percentuali da applicare. L'intenzione è di salvaguardare il più possibile le categorie sociali ed economiche più in difficoltà.
Per i contribuenti: il termine di pagamento della prima rata Imu è fissato al 16 giugno 2012.
Sulla variazione dell’addizionale comunale, come già detto, devono decidere le singole amministrazioni comunali, e molte non l’hanno ancora fatto, dunque un eventuale aumento potrà arrivare successivamente. L’aliquota comunale massima può essere in ogni caso dello 0,8%.
Tra i capoluoghi di Provincia siciliani, Agrigento ha portato l’aliquota dallo 0,4 allo 0,6% (per redditi complessivi sopra i 7.500 euro) mentre per gli altri non risultano al momento variazioni: per loro dunque rimangono attualmente le aliquote precedenti (Catania fra lo 0,2 e lo 0,8% a seconda del reddito; Caltanissetta 0,6%; Enna 0,1%; Messina 0,8%; Palermo 0,4%; Ragusa 0,6% sopra gli 8.500 euro; Siracusa 0,8%; Trapani 0,5%).
Anche il Comune di Menfi non ha ancora divulgato le nuove tariffe Imu. La Giunta, infatti, sta valutando con molta attenzione le giuste percentuali da applicare. L'intenzione è di salvaguardare il più possibile le categorie sociali ed economiche più in difficoltà.
Per i contribuenti: il termine di pagamento della prima rata Imu è fissato al 16 giugno 2012.
martedì 7 febbraio 2012
Imu, i Comuni già al lavoro per definire aliquote e detrazioni
Tra calcoli di equilibri di bilancio e problemi sociali da risolvere, si stanno preparando a deliberare la determinazione delle aliquote e delle detrazioni Imu, quei Comuni che ritengono di variarle rispetto a quelle già previste dalla legge 214/2011, il cosiddetto decreto Salva Italia convertito, soprattutto per quanto riguarda la prima casa o abitazione principale.
Pertanto entro il termine di approvazione del bilancio preventivo deve essere adottata la delibera comunale che fissa aliquote e detrazioni e approvato il regolamento comunale Imu, nel caso si volessero introdurre disposizioni particolari o regimi speciali. Il probabile slittamento al 30 giugno (decreto milleproroghe in fase di conversione) del termine per l'approvazione dei preventivi 2012 dei Comuni sta causando una certa tensione considerato che il 16 giugno è la scadenza dell'acconto Imu. Però alcuni Comuni hanno già deliberato, come il Comune di Parma che, ad opera del commissario straordinario in sostituzione della Giunta dimissionaria, ha quantificato nel 6 per mille l'aliquota Imu per l'abitazione principale.
Ma, in ogni caso, è ritornata l'imposizione fiscale sull'abitazione principale con l'introduzione, anticipata di due anni, della nuova imposta municipale propria (Imu) in vigore dal 1 gennaio di quest'anno.
Saranno assoggettate a tassazione non solo le abitazioni di lusso (A1), le ville (A8), i castelli (A9), ma tutti gli immobili adibiti ad abitazione principale e relative pertinenze. Ai fini Imu, per abitazione principale si intende: «l'immobile, iscritto o iscrivile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente». Si deduce che l'Imu è dovuta quando l'immobile è accatastabile, a prescindere dall'accatastamento, e cioè quando sia ultimato e abitabile.
La base imponibile. La base imponibile si ottiene moltiplicando la rendita catastale, già rivalutata del 5%, per il coefficiente 160 per i fabbricati del gruppo A (esclusa la cat. A10) e categoria catastale C/2 (cantina, solaio, magazzino), C/6 (autorimessa) e C/7 (posto auto), intese come uniche pertinenze dell'abitazione principale.
Le aliquote. Per l'abitazione principale e relative pertinenze l'aliquota è dello 0,40%, ma i Comuni possono aumentare o diminuire fino a 0,2 punti percentuali. Quindi il campo di applicazione potrà variare da un minimo dello 0,20% a un massimo dello 0,60%.
Per le seconde case e gli altri immobili l'aliquota prevista è dello 0,76% (aliquota ordinaria), con facoltà di modifica da parte dei Comuni dello 0,30% in più o in meno, con una forbice di applicazione che va dallo 0,46% all'1,06%. Le relative modifiche dovranno essere deliberate dal Consiglio comunale entro il termine per l'approvazione del bilancio di previsione.
Detrazione per la prima casa. Per alleviare l'impatto della tassazione sull'abitazione principale è stata rispolverata l'antica detrazione per la prima casa. La legge 214/2011 prevede una detrazione di 200 euro dall'imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, rapportati al periodo dell'anno durante il quale l'immobile è destinato ad abitazione principale e ciò deve risultare all'anagrafe. Anche in questo caso i Comuni, nell'ambito della loro autonomia impositiva e nel rispetto degli equilibri di bilancio, possono elevare la misura della detrazione fino ad azzerare l'imposta dovuta.
Detrazione per i figli. E' stata prevista, in sede di conversione del decreto, un'ulteriore detrazione ammontante a 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, a condizione che dimori abitualmente con i genitori nell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e che ciò risulti dall'Anagrafe comunale. Per questa ulteriore detrazione è stato previsto un tetto massimo di 400 euro, corrispondente a 8 figli residenti.
Immobili non più assimilati alla prima casa. Unità immobiliari concesse in uso gratuito a parenti, abitazioni affittate a canone concordato, casa sfitta di proprietà di cittadini italiani residenti all'estero, sono alcuni esempi di immobili non più considerati assimilati alla prima casa e, quindi, soggetti alla nuova imposta comunale.
Immobili esenti. Risultano non imponibili ai fini dell'imposta municipale propria gli immobili appartenenti allo Stato e agli altri Enti pubblici, gli immobili di proprietà di Stati esteri e di organizzazioni internazionali, i fabbricati appartenenti alla Santa Sede e destinati esclusivamente al culto, immobili utilizzati per fini culturali o da organizzazioni no profit.
Quindi, via libera all'autonomia regolamentare dei Comuni, ai sensi dell'art.52 del Dlgs 446/97, su aliquote e detrazioni tenendo conto delle caratteristiche soggettive e oggettive dei contribuenti, soprattutto proprietari della prima casa, e dello status economico-sociale del territorio.
Pertanto entro il termine di approvazione del bilancio preventivo deve essere adottata la delibera comunale che fissa aliquote e detrazioni e approvato il regolamento comunale Imu, nel caso si volessero introdurre disposizioni particolari o regimi speciali. Il probabile slittamento al 30 giugno (decreto milleproroghe in fase di conversione) del termine per l'approvazione dei preventivi 2012 dei Comuni sta causando una certa tensione considerato che il 16 giugno è la scadenza dell'acconto Imu. Però alcuni Comuni hanno già deliberato, come il Comune di Parma che, ad opera del commissario straordinario in sostituzione della Giunta dimissionaria, ha quantificato nel 6 per mille l'aliquota Imu per l'abitazione principale.
Ma, in ogni caso, è ritornata l'imposizione fiscale sull'abitazione principale con l'introduzione, anticipata di due anni, della nuova imposta municipale propria (Imu) in vigore dal 1 gennaio di quest'anno.
Saranno assoggettate a tassazione non solo le abitazioni di lusso (A1), le ville (A8), i castelli (A9), ma tutti gli immobili adibiti ad abitazione principale e relative pertinenze. Ai fini Imu, per abitazione principale si intende: «l'immobile, iscritto o iscrivile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente». Si deduce che l'Imu è dovuta quando l'immobile è accatastabile, a prescindere dall'accatastamento, e cioè quando sia ultimato e abitabile.
La base imponibile. La base imponibile si ottiene moltiplicando la rendita catastale, già rivalutata del 5%, per il coefficiente 160 per i fabbricati del gruppo A (esclusa la cat. A10) e categoria catastale C/2 (cantina, solaio, magazzino), C/6 (autorimessa) e C/7 (posto auto), intese come uniche pertinenze dell'abitazione principale.
Le aliquote. Per l'abitazione principale e relative pertinenze l'aliquota è dello 0,40%, ma i Comuni possono aumentare o diminuire fino a 0,2 punti percentuali. Quindi il campo di applicazione potrà variare da un minimo dello 0,20% a un massimo dello 0,60%.
Per le seconde case e gli altri immobili l'aliquota prevista è dello 0,76% (aliquota ordinaria), con facoltà di modifica da parte dei Comuni dello 0,30% in più o in meno, con una forbice di applicazione che va dallo 0,46% all'1,06%. Le relative modifiche dovranno essere deliberate dal Consiglio comunale entro il termine per l'approvazione del bilancio di previsione.
Detrazione per la prima casa. Per alleviare l'impatto della tassazione sull'abitazione principale è stata rispolverata l'antica detrazione per la prima casa. La legge 214/2011 prevede una detrazione di 200 euro dall'imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, rapportati al periodo dell'anno durante il quale l'immobile è destinato ad abitazione principale e ciò deve risultare all'anagrafe. Anche in questo caso i Comuni, nell'ambito della loro autonomia impositiva e nel rispetto degli equilibri di bilancio, possono elevare la misura della detrazione fino ad azzerare l'imposta dovuta.
Detrazione per i figli. E' stata prevista, in sede di conversione del decreto, un'ulteriore detrazione ammontante a 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, a condizione che dimori abitualmente con i genitori nell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e che ciò risulti dall'Anagrafe comunale. Per questa ulteriore detrazione è stato previsto un tetto massimo di 400 euro, corrispondente a 8 figli residenti.
Immobili non più assimilati alla prima casa. Unità immobiliari concesse in uso gratuito a parenti, abitazioni affittate a canone concordato, casa sfitta di proprietà di cittadini italiani residenti all'estero, sono alcuni esempi di immobili non più considerati assimilati alla prima casa e, quindi, soggetti alla nuova imposta comunale.
Immobili esenti. Risultano non imponibili ai fini dell'imposta municipale propria gli immobili appartenenti allo Stato e agli altri Enti pubblici, gli immobili di proprietà di Stati esteri e di organizzazioni internazionali, i fabbricati appartenenti alla Santa Sede e destinati esclusivamente al culto, immobili utilizzati per fini culturali o da organizzazioni no profit.
Quindi, via libera all'autonomia regolamentare dei Comuni, ai sensi dell'art.52 del Dlgs 446/97, su aliquote e detrazioni tenendo conto delle caratteristiche soggettive e oggettive dei contribuenti, soprattutto proprietari della prima casa, e dello status economico-sociale del territorio.
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