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lunedì 13 dicembre 2010

Quando i "valori" sono solo uno slogan!


Il deputato ex Idv Antonio Razzi
 Il governo Andreotti del 1976 che si reggeva sull'astensione determinante del Pci fu definito della "non sfiducia". Quello di Silvio Berlusconi, se mai dovesse raggiungere l'obiettivo di una maggioranza risicata al voto di fiducia della Camera di domani 14 dicembre, sarebbe il governo delle tre A. Assenti, Astenuti, Assenzienti.
Cui potrebbero essere aggiunte almeno due puerpere, collocate nello schieramento della sfiducia e dunque decisive con la loro eventuale assenza. In attesa del momento della verità, gravidanze, malattie, vere o presunte, si sommano e si sottraggono con fin troppa facilità.

Ad un giorno dal voto di sfiducia alla Camera la conta dei deputati prosegue.
A Montecitorio la maggioranza assoluta è di 316.
Il presidente della Camera di prassi non partecipa alla votazione.
Sul fronte del no alla fiducia ad oggi si contano 313 deputati.
Dalla parte del anche qui il pallottoliere si ferma a 313.
Risultano quindi di estrema importanza gli "ex" incerti Domenico Scilipoti (ex Idv) e Massimo Calearo (ex Pd), ma soprattutto risulta decisivo il voto dell'incerto (forse) Razzi, il cui no alla sfiducia darebbe la maggioranza al Cavaliere.

Se Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza di Fli e Federica Mogherini del Pd, vicine alla gravidanza, saranno assenti, la vittoria di Berlusconi potrebbe essere certa e con numeri ben più ampi.
Ad allargare la forbice ci sono anche le colombe di Fli capitanate da Silvano Moffa, il quale, oltre al suo voto, potrebbe portarne altri cinque nella cassaforte del Cavaliere.

Rimodulando il conto con 303 no e 319 sì.

Ma chi è Antonio Razzi ormai ex deputato dell'Idv ?!
Antonio Razzi, deputato italiano che per anni è stato operaio in Svizzera era stato eletto, alle ultime elezioni, in Parlamento nel partito di Antonio Di Pietro. Ora, però, lascia l’Idv per accasarsi con Noisud-Popolari. Una formazione che ha garantito il voto di fiducia a Berlusconi il prossimo 14 dicembre in Parlamento.Antonio Razzi, è stato per quasi una vita, emigrante in Svizzera, Operaio presso una ditta metal meccanica, Razzi, era stato candidato alle ultime elezioni italiane nella circoscrizione estero e venne eletto nella fila di Italia dei valori. Un connubio con Di Pietro durato molti anni. Tuttavia, dopo una sofferta riflessione, Razzi, in queste ore ha deciso di cambiare casacca. Questo, alla vigilia di un voto decisivo: il voto di fiducia al Governo Berlusconi, il 14 dicembre prossimo.

Ma perchè a Razzi conviene appoggiare Berlusconi?!
Secondo "ilfatto quotidiano" si crede che Angelino Alfano gli ha garantito la rielezione e Franco Frattini gli ha permesso di segnalare un nome come prossimo Console onorario di Lucerna.
Per questo a Razzi conviene appoggiare Berlusconi.

venerdì 2 luglio 2010

Giulietto Chiesa: io, Di Pietro e quei soldi


Antonio Di Pietro? «E’ un uomo di potere, ma soprattutto è una persona sleale e scorretta, che usa il finanziamento pubblico per assicurarsi il controllo totale del suo partito, e quindi per conservare e incrementare il suo ruolo nella scena politica italiana».

Giulietto Chiesa, 70 anni a settembre, è stato eletto all’Europarlamento nel 2004 proprio nella lista capeggiata da Di Pietro, in un’alleanza di breve durata tra l’ex pm e Achille Occhetto. Chiesa, appunto, era candidato “in quota” a Occhetto e fu eletto a Strasburgo dopo la rinuncia dell’ex segretario del Pds. Il divorzio politico, poi, divenne una sanguinosa questione di soldi e di finanziamento pubblico che Di Pietro «si prese per intero», lasciando a secco l’altra componente, che lo portò in tribunale.
Ora che Di Pietro è indagato proprio per una presunta appropriazione non lecita di rimborsi elettorali, Piovonorane ha chiesto a Chiesa di raccontare la sua versione e i suoi ricordi di quel 2004.

Iniziamo da quando lei divenne europarlamentare con l’Italia dei Valori.
«Per la precisione, era una lista di coalizione tra Antonio Di Pietro e Achille Occhetto. Io fui chiamato appunto da Occhetto, che mi propose di candidarmi. Poi ebbi un colloquio con Di Pietrò e tutto sembrò andare bene».

In che senso?
«Io posi una questione per me dirimente, quella del pacifismo e dell’opposizione alla guerra in Iraq. Spiegai a Di Pietro le mie posizioni in merito, e lui mi rispose che non era ferratissimo sul tema ma si fidava di me, insomma non c’erano problemi. Così accettai la candidatura».

E poi?
«La lista andò male, meno del due per cento. Con due eletti, ovviamente Di Pietro e Occhetto. L’ex segretario del Pds però scelse di restare senatore e si dimise. Quindi gli subentrai io, primo dei non eletti».

E con Di Pietro?
«All’inizio ci fu una separazione consensuale, morbida. Insomma, avevamo capito subito che l’alleanza tra lui e Occhetto non aveva funzionato in termini di voti e quindi conveniva a tutti andare per la propria strada. Da una parte lui, con l’Italia dei Valori, dall’altra parte noi – diciamo – “occhettiani”, che ci chiamavamo Il Cantiere. Ma, ripeto, all’inizio non litigammo. Anzi, Di Pietro mi chiese di iscrivermi al gruppo liberal-democratico, per fargli avere più peso, e io accettai, anche se ero un po’ perplesso».

domenica 22 novembre 2009

I consiglieri Buscemi Antonino e Buscemi Vincenzo aderiscono all'Italia dei Valori

Ieri sabato 21 novembre, alle ore 11:30 c/o l’ Hotel Mediterraneo in via Rosolino Pilo n° 43 a Palermo, si è tenuta una conferenza stampa in cui sono state presentate le adesioni di 9 esponenti appartenti a diverse realtà politiche che hanno deciso di aderire al partito di Italia dei Valori, tra i quali il Consigliere Vincenzo Buscemi ed il Presidente del Consiglio Antonino Buscemi.
Alla conferenza stampa sono intervenuti il sen. Fabio Giambrone, commissario regionale del partito, l’on. Ignazio Messina, responsabile nazionale Enti Locali, ed il dott. Salvatore Messana, responsabile regionale Enti locali. Era inoltre presente l’on. Leoluca Orlando, portavoce nazionale di Italia dei Valori.