E’ quanto emerso nella riunione a Roma presso il Ministero per la coesione territoriale alla quale, oltre al Ministro Gaetano Armao, hanno preso parte anche i sindaci della Valle. Il Governo sarebbe pronto a stipulare un mutuo decennale da 15 milioni di euro annui, per un totale di 150 milioni da consegnare ai comuni belicini; la Regione, dal canto suo, sarebbe disposta a sborsare 20 milioni di euro, a favore del completamento di opere pubbliche rimaste incompiute. L’intera somma consentirebbe di “chiudere” definitivamente la ricostruzione iniziata nel lontano 1968. Ma non è tutto.
I sindaci presenti alla riunione a Roma hanno inoltre chiesto a Governo un impegno per l’esenzione dal calcolo dei patti di stabilità delle somme che arriverebbero per la ricostruzione. Il rispetto del patto infatti, sarebbe un vincolo fondamentale per l’utilizzo di tali fondi.
Soddisfatti dunque per il passo compiuto i sindaci della Valle, guidati dal coordinatore dell’Unione dei Comuni della Belice Nicola Catania, il quale dichiara: “E’ stato compiuto un notevole passo avanti verso il completamento della ricostruzione e questo dimostra come la nostra Valle, colpita dal terremoto del 1968, non sia stata dimenticata né dallo Stato né dalla Regione. Siamo fiduciosi ed ottimisti sui tempi di risoluzione dell’intera questione”.
Catania, parlando ai funzionari del Ministero durante la riunione, ha tenuto a sottolineare anche l’attuale crisi economica che sta colpendo l’intera Valle spiegando che, a causa della mancata (e necessaria) programmazione di sviluppo, molti tra residenti ed imprenditori edili si stanno allontanando dal proprio territorio, emigrando fuori la Sicilia.
Per quanto riguarda invece la quantificazione dei fondi necessari al completamento strutturale della Valle del Belice, nel 2006 è stato stimato l’ultimo fabbisogno: necessitano circa 450 milioni di euro, di cui 300 da riservare all’edilizia privata e 150 per il completamento delle opere pubbliche. A tal proposito, Catania lancia una chiara frecciatina: ”Rapportando la nostra situazione ad altre vicende italiane di calamità naturali, ci si rende conto come i fondi erogati per la Valle del Belice siano solo un terzo di quelli erogati per il Friuli. Tengo a precisare inoltre che i ritardi che hanno caratterizzato questa ricostruzione infinita sono interamente imputabili allo Stato centrale ed ai governi che si sono succeduti. E’ impensabile che le procedure di ricostruzione siano regolate da ben 13 leggi, le quali si sono accavallate nel tempo senza un disegno organico ed unitario. E proprio in tal senso siamo disposti a portare avanti la nostra battaglia senza guardare in faccia a nessuno, a prescindere dai colori politici. Il risultato ottenuto oggi è considerevole e l’impegno dimostrato ci fa ben sperare”.
Fonte: PartannaLive
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