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giovedì 1 marzo 2012

Associazione Genitori e Figli: "Bisogna intervenire sulla Menfi-Porto Palo"

Menfi - Per evitare altre vittime occorre intervenire subito sulla strada Menfi-Porto Palo. E' la denuncia lanciata dall'Associazione Genitori e Figli, con a capo Silvana Santino. La mamma di Daniele Puccio, il giovane che nell'estate del 2009 perse la vita proprio su questa strada, chiede alle autorità competenti di intervenire con urgenza ed entro la prossima estate.

"Ci si aspettava entro breve tempo la realizzazione di tutti i lavori necessari per l'adeguamento dell'intero tratto di strada e, invece, - evidenzia oggi l'associazione Genitori e Figli - a quasi tre anni, sono stati eseguiti soltanto degli interventi parziali che hanno consentito di migliorare, ma solo per un breve periodo, lo stato del manto stradale e la pulizia dei cigli in alcuni punti. Le condizioni della strada sono intanto peggiorate e ci si avvia alla prossima estate, periodo in cui su quella arteria di collegamento alla località balneare di Porto Palo si registra un intenso traffico. Al fine di garantire le normali condizioni di sicurezza l'associazione Genitori e Figli torna a richiedere agli organi competenti di adoperarsi ed intervenire con urgenza. E' ora – aggiunge – di dire basta alle stragi sulle strade."

Alla denuncia si è unito giorni fa, con un'importante segnalazione, Lilian D'Anna. Anche lui, come la signora Santino, lamenta le gravi condizioni del manto stradale paragonandole, per certi versi, a quelli di Kabul (Afghanistan).

E' un grido di paura, oltre che di aiuto e d'allarme, quello lanciato dai nostri concittadini che speriamo arrivi dritto al nostro Presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio d’Orsi. L'Amministrazione Comunale, così come già fatto per altre strade provinciali, spera di risolvere il problema al più presto.

giovedì 2 febbraio 2012

Agrigento: No alla chiusura delle Province

Una cosa unisce tutti senza differenza di partito. Non importa l'appartenenza: destra, sinistra e centro sono concordi: l'abolizione delle Province, prevista nel decreto "Salva Italia" di Monti, non va bene.

È quanto venuto fuori l'altra sera nel corso della riunione straordinaria del Consiglio Provinciale. Ad Agrigento come in tutte le altre 106 Province d'Italia nella giornata di mobilitazione nazionale contro il decreto. Tutti contrari pertanto.

Ma il presidente D'Orsi dopotutto si sente ottimista. «Credo che la politica che ha spostato l'attenzione sulle Province - ci ha detto - sarà la stessa che non le farà chiudere. Io, infatti, sono convinto - ha aggiunto - che si troverà una soluzione, passando anche dall'accorpamento delle Province più piccole; ma vedrete - ha concluso il capo dell'Amministrazione - che nel 2013 troverete ancora qui il presidente Eugenio D'Orsi, votato ed eletto dai cittadini».

mercoledì 12 ottobre 2011

Peculato, concussione e truffa: invito a comparire per Eugenio D’Orsi

Il palazzo di giustizia di Agrigento
Un avviso a presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini è stato fatto notificare dalla Procura della Repubblica di Agrigento al presidente della Provincia della Città dei Templi, Eugenio D'Orsi. I reati ipotizzati sono peculato, concussione e truffa.

Il provvedimento all'esponente politico è stato notificato dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Al centro dell'inchiesta ci sarebbero alcuni atti compiuti dal presidente della Provincia di Agrigento. Tra questi la messa in dimora nella sua abitazione di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano invece destinate a spazi verdi pubblici, aiuole di scuole e al giardino botanico. Secondo la tesi dell'accusa, D'Orsi avrebbe fatto svolgere lavori in una sua proprietà senza pagarli, o pagandoli di meno, a imprese che avevano in esecuzione appalti con l'Ente e avrebbe usufruito di rimborsi spesa per pasti in realtà non sostenuti o non nell'interesse pubblico.

Inoltre il presidente D'Orsi, sostiene la Procura, avrebbe conferito incarichi esterni per esigenze per le quali l'Ente avrebbe potuto fare fronte con proprio personale.

Il presidente D'Orsi, nel luglio scorso, era già stato raggiunto da un'inchiesta della Procura "Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio". Prima l’indagine sulle spese di rappresentanza, poi quella sulla realizzazione di una casa alle porte di Agrigento; poi le palme destinate alle scuole ed al giardino botanico ed invece, secondo l’accusa, collocate nella nuova abitazione del presidente... Insomma sembra davvero indaffarato. La Procura farà luce su questa triste vicenda ed accerterà se l'azione amministrativa del Presidente mirava all'interesse dell'intera comunità agrigentina o meno.

venerdì 1 luglio 2011

Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio

Dodici avvisi di comparizione sono stati inviati a dipendenti e dirigenti della Provincia Regionale di Agrigento dalla Guardia di Finanza presumibilmente a seguito delle indagini sull'inchiesta partita con il sequestro di incartamenti operati l'anno scorso.

I 12 indagati sono: Antonino Amato, 60 anni; Bernardo Barone, 58 anni; Anna Capizzi, 51 anni; Ignazio Gennaro, 53 anni; Antonia Giglione, 53 anni; Antonino Graci, 61 anni; Gaetano Gucciardo, 59 anni; Giuseppina Miccichè, 55 anni; Giuseppe Montana Lampo, 58 anni; Giuseppe Morreale, 59 anni; Paolo Muratore, 54 anni; Stefano Mammo Cagarella, 53 anni.

L’accusa per tutti è abuso di ufficio. A partire da lunedì saranno interrogati dalla Guardia di finanza, delegata a svolgere le indagini dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte.

Sono sospetti pranzi, cene, spuntini e rinfreschi al bar a tutte le ore. Ma anche acquisti ritenuti di utilità sospetta in gioielleria, servizi di animazione e persino pagamenti alla Croce Rossa non proprio indispensabili. Il periodo analizzato va dalla fine del 2008 all’estate dell’anno scorso. I funzionari avrebbero commesso un abuso di ufficio liquidando il pagamento delle spese sostenute anche se le ricevute erano generiche e il fine istituzionale non specificato. 

Nel mirino anche 15 mila euro relative a pregiate penne Mont Blanc, portafogli, agende e altri oggetti che sarebbero stati acquistati dall’ente in violazione dei regolamenti. Altre ipotesi di abuso d’ufficio, contestate ai dirigenti dell’ente, sono relative all’affidamento di alcuni contratti nel campo dell’edilizia senza avere preventivamente accertato se era possibile svolgerli con risorse interne all’ente. Lavori effettuati in abitazioni private da personale pagato dalla Provincia e dall'utilizzo improprio di carte di credito dello stesso ente. 

Inoltre, nella lunga lista della spese, secondo i pm eccessivamente disinvolte, rientrava anche l’assegnazione di un progetto in materia di sviluppo energetico. Quei 16mila euro spesi sarebbero stati risparmiati se fosse stato utilizzato personale già in servizio alla Provincia regionale. Contestate anche le spese connesse all’organizzazione di un torneo di calcio (compreso il pagamento della Croce Rossa per l’assistenza sanitaria) in quanto non sarebbe stato possibile procedere all’affidamento diretto. A giorni il presidente D'Orsi e due assessori della Giunta provinciale potrebbero essere ascoltati dal coordinatore dell'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Giacomo Forte.

Raimondo Buscemi
Il Presidente del Consiglio Provinciale, Raimondo Buscemi a seguito dei noti fatti che hanno investito alcuni dipendenti dell’Ente ha diffuso la seguente dichiarazione: “Gli incresciosi avvisi a comparire davanti ai magistrati della Procura di Agrigento e notificati ad alcuni dipendenti della Provincia Regionale, lasciano esterrefatti. 

Personalmente sono pienamente convinto che la Magistratura agrigentina ed il particolare il dott Fonzo, saprà fare, in tempi brevi per ridare serenità a queste famiglie, piena luce sui fatti per i quali è in corso questa delicata indagine. Ma non posso esimersi di esprimere la mia più incondizionata solidarietà a questi dipendenti della Provincia Regionale di Agrigento, alcuni dei quali non solo conosco personalmente ma sono pienamente convinto sia della loro onestà e dell’alto senso del dovere sia della loro professionalità nello svolgere il quotidiano lavoro all’interno dei vari settori dell’Ente.
Sono convinto che a conclusione dell’indagine la verità verrà pienamente ristabilita.

martedì 21 dicembre 2010

Eugenio D'Orsi azzera la Giunta alla Provincia di Agrigento

Eugenio D'Orsi "stretto" tra Lombardo e Alfano.

Il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi (Mpa), ha chiesto, e ottenuto, le dimissioni di tutti i suoi assessori. Alla base della decisione di D’Orsi la necessità di un nuovo rimpasto di Giunta derivato dalla nascita di nuove formazioni politiche come Futuro e Libertà. L’ultimo rimpasto è di quattro mesi fa.



Il Presidente D'Orsi è stretto tra Lombardo e Alfano: da un lato "subisce" le pressioni palermitane dell'Mpa, con la richiesta del governatore siciliano di cacciare il Pdl, dall'altra D'Orsi pare non voglia rinunciare alle forze che lo portarono all'elezione ma soprattutto al dialogo con il ministro Angelino Alfano.

Quindi il presidente attende. In un modo o nell'altro adesso dovrà aspettare risposte che verranno da Palermo o da Roma.