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martedì 19 ottobre 2010

La Corte dei Conti: "corruzione e dissipazione nella pubblica amministrazione"

Durante la sua cerimonia di insediamento, il presidente Luigi Giampaolino ha sottolineato da un lato la difficoltà di ridurre la pressione fiscale, dall'altro il perdurare del malaffare nella pubblica amministrazione.

Non le ha mandate a dire il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso della sua cerimonia di insediamento tenutasi a Roma di fronte al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Fenomeni di corruzione e dissipazione", ha detto Giampaolino leggendo la sua relazione, sono ancora presenti nella pubblica amministrazione. "'Persistono e preoccupano i cittadini, ma anche le istituzioni - ha aggiunto - il cui prestigio ed affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli".

Il presidente dell'organismo di controllo della spesa pubblica ha poi puntato lo sguardo sugli effetti della crisi, che ha provocato una "perdita permanente" di risorse, rispetto alle previsioni, di 70 miliardi di euro di entrate e 130 mld di Pil. Ciò rende naturalmente ancora più necessaria una gestione attenta e oculata della finanza pubblica, ma - ha proseguito - non è facile tenere sotto controllo la spesa in momenti come l'attuale di prolungata bassa crescita economica. Esistono infatti "istanze non comprimibili di sostegno dei redditi più bassi e di garanzia delle prestazioni essenziali alla collettività" che rendono altresì difficoltoso "fissare obiettivi di riduzione della pressione fiscale aggregata".

Se dunque spendere di meno si può ma solo fino a un certo limite - pare questo il filo del ragionamento seguito dal presidente della Corte dei Conti - bisogna almeno "spendere validamente ed oculatamente così da favorire la crescita e lo sviluppo, non solo economico del Paese". La relazione di Giampaolino è stata conclusa dalla proposta di utilizzare il semestre di presidenza italiana della Ue per rafforzare il coordinamento "ex ante" delle politiche economiche, potenziando così la fase della prevenzione non solo degli illeciti puri e semplici ma anche di pratiche dannose per i bilanci degli Stati.

fonte. delleconomia.it