Il presidente del Consiglio provinciale, Raimondo Buscemi, chiama tutti a raccolta: chiede a consiglieri, assessori, e dipendenti di partecipare numerosi alla
riunione del Consiglio Straordinario prevista per martedì prossimo,
31 gennaio.
Anche
Agrigento, infatti, assieme alle altre 106 Province d'Italia partecipa alla
giornata di mobilitazione straordinaria convocata dall'Upi (l'Unione delle Province Italiane) per discutere sul loro futuro dopo l'approvazione del decreto legge "Salva Italia".
«Modificare le competenze delle Province, svuotandole di fatto di tutti i compiti essenziali, non è il modo migliore di abbattere il costo della Pubblica Amministrazione - ha dichiarato Raimondo Buscemi -
il rischio che si corre è proprio quello di creare un ente inutile e dare vita a seri disservizi ai cittadini, basti pensare alla viabilità e alla edilizia scolastica nelle scuole medie superiori».
Il motto della giornata è:
"No all'Italia senza le Province". Esiste, poi, la questione dell'autonomia statutaria della Sicilia, che aveva istituito nel 1986 le Province Regionali, aumentandone le competenze. Anche per questo l'Unione delle Province siciliane, ha dato il via al gruppo di lavoro per l'elaborazione di un disegno di legge sul riordino delle competenze delle Province da proporre all'Ars. Ad Agrigento la seduta del Consiglio Provinciale Straordinario (alle
ore 18 nell'
aula Pellegrino) è aperta alla partecipazione dei dipendenti e della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali.
Carrozzoni inutili o istituzioni necessarie? È questo l'argomento centrale.
Intanto, un'altra questione ha sollevato un polverone all'interno della Provincia. Ad accendere la miccia la nota di mercoledì scorso dei consiglieri del Pdl Paci e Lazzano che denunciavano una situazione da loro definita
«paradossale e quasi comica». Si faceva riferimento ai tre assessori senza delega, che per i consiglieri, per diversi mesi si sono «limitari a percepire l'indennità di carica».
E intanto giovedì il presidente
D'Orsi ha provveduto ad assegnare il settore ai tre membri della giunta. Così Ignazio Amato di Fli, nominato il 3 novembre, dopo 84 giorni ottiene la delega. Si occuperà di Pubblica Istruzione ed Edilizia Scolastica. Vito Terrana del Mpa, nominato il 7 ottobre ha avuto assegnati i Lavori Pubblici. È stato senza delega per 111 giorni. Infine il ciminiano Giuseppe Montana si occuperà di Cultura, Sport e Spettacolo. Nominato assessore il 16 agosto, ha ottenuto la delega solo dopo ben 162 giorni.
Sulla polemica politica i tre protagonisti, Amato, Terrana e Montana, hanno definito le dichiarazioni dell'opposizione come
«illazioni prive di fondamento». Perché, a loro avviso,
«il ruolo politico e amministrativo degli assessori non è limitato dalle deleghe che vengano loro conferite. Né l'assenza di queste si traduce nell'assenza di attività amministrativa».
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