A lanciare un allarme a favore dell'agricoltura siciliana, settore portante dell'economia isolana, è stata in questi giorni la Coldiretti regionale e tutte le sezioni provinciali dove arrivano già le proteste del mondo agricolo che lamenta come, con tali costi e tanti aumenti, migliaia di aziende sono sull'orlo del tracollo. Spesso capita che il costo dell'acqua superi il ricavo della vendita del prodotto agricolo. La causa dei "forzati" aumenti dei canoni e delle spese di gestione dei consorzi siano i forti tagli dei trasferimenti della Regione che nel 2014 ammontavano a 42 milioni di euro, ridotti a 33 nel 2015 e per il 2016 previsti a 36.
Da più parti il dito viene puntato contro la Regione Siciliana che è passata nel giro di qualche anno dalle vacche grasse di ieri a quelle magre di oggi, con il taglio di grosse fette di finanziamenti. Le critiche vanno anche contro i consorzi di bonifica siciliani che hanno assunto, spesso su segnalazioni politiche, impiegati e operai a dismisura, per lenire la costante disoccupazione e forse per manciate di voti di scambio. Succede infatti che la Regione non ha più soldi, i consorzi non ce la fanno a sopravvivere e caricano nei propri bilanci aumenti che vanno a ricadere sulle spalle degli agricoltori. Gli 11 consorzi siciliani hanno 2100 dipendenti che costano 50 milioni di euro.
Situazione drammatica nell'agrigentino. Coldiretti chiede incontro urgente al prefetto Diomete.“La provincia di Agrigento è l’unico territorio in cui è richiesto il pagamento di aumenti fantasma e retroattivi per ottenere l'acqua che permetterà agli agricoltori di poter irrigare migliaia di ettari di agrumenti”. È la denuncia della Coldiretti Agrigento con riferimento a quanto disposto dal Consorzio di Bonifica 3 che non eroga l’acqua se prima l’agricoltore non paga un aumento di 4 centesimi al metro cubo calcolato dal 2012.
“In particolare – rileva ancora Coldiretti Agrigento – a Menfi, da un costo di 15 centesimi al metro cubo si è passati nel 2015 a 19 centesimi e inoltre si teme che raddoppi anche la tassa fissa per ettaro raggiungendo cifre astronomiche. La situazione è drammatica anche a Ribera dove per garantire l’erogazione bisogna saldare l’aumento dal 2014 portando il costo di un metro cubo a 24 centesimi con rincari progressivi per il futuro: un prezzo che gli agricoltori non possono assolutamente sostenere”.
Nessun commento:
Posta un commento