venerdì 30 settembre 2011

Il professore saccense senza cattedra diventa contadino

Calogero Puccio, insegnante precario di 36 anni, ha perso il lavoro per colpa della riforma Gelmini.

Oggi, per mantenere la famiglia, lavora in campagna. Nel periodo di fuoco della raccolta delle olive, la sua giornata comincia alle 6, fra i trattori lenti delle strade di trazzera di Sciacca, in provincia di Agrigento. Laureatosi in Lettere all'Università di Palermo nel 1999, Calogero Puccio ha insegnato da supplente nelle classi di Bergamo, Linosa e Lampedusa.
Ma per portare un po' di soldi a casa fa anche il muratore. E intanto, nel caos della scuola, a Stromboli c'è una sola maestra per cinque classi.

Cli qui per vedere l'intervista di Calogero Puccio.

2 commenti:

  1. Dispiace umanamente , ma diciamo la verità : la scuola in Sicilia è stata da sempre utilizzata per piazzare diplomati e laureti amici di tizio o caio senza che ci fosse la reale necessità di personale. Ecco che attualmente abbiamo in Italia 7 milioni di studenti e 1.100.000 insegnanti , il doppio di Francia , Germania e Regno Unito .
    Bisogna mettere un freno agli sprechi in tutti i settori , anche e sopratutto nella scuola.

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  2. Il paragone internazionale è utile e ci può aiutare ad analizzare meglio la nostra situazione. Però, per come la vedo io, non è affatto ovvio che il numero di studenti per docenti debba essere eguale a quello dei Paesi da lei menzionati. Ogni realtà va contestualizzata sul territorio.

    La sua analisi sottolinea solo i costi e gli eventuali sprechi senza soffermarsi sugli eventuali benefici. Un numero maggiore di docenti per studente evita il problema del sovraffollamento nelle classi e comporta una migliore gestione dei ragazzi didatticamente parlando.

    Per benefici quindi intendo una maggiore qualità dell'istruzione e quindi un miglior rendimento economico dell'istruzione stessa nel mercato del lavoro.

    Alla politica sta il compito di determinare qual'è il numero di studenti per docente che eguagli i costi e i benefici.

    Perchè i bambini di oggi devono pagare la politica clientelare portata avanti dai loro genitori?! Gli studenti di oggi saranno i genitori di domani.

    Evitare gli sprechi si, ma non con tagli lineari ed asettici che vanno ad inficiare quelle realtà già critiche per ragioni storiche.

    Grazie per il suo interessante commento.

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