Mercoledì, dalle 9.30, i quindici giudici di Piazza del Quirinale si riuniranno per decidere dei quesiti sostenuti da 1,2 milioni di cittadini: tante sono infatti le firme raccolte da comitati referendari che chiedono l'abolizione dell'attuale legge. I quesiti Al centro dei referendum non c'è l'affidabilità dell'attuale sistema elettorale, il Porcellum - peraltro sconfessato anche dal suo ideatore, l'ex ministro Roberto Calderoli, che lo ha definito una "porcata" - ma solo l'ammissibilità dei due quesiti con cui i referendari hanno chiesto l'abrogazione del modello vigente. Il primo quesito chiede il superamento integrale del Porcellum (legge 270/2005). Il secondo quesito, invece, più articolato, punta a eliminare solo i cosiddetti "alinea", cioè le frasi con cui il sistema messo a punto da Calderoli ha abrogato le norme precedenti, cioè il Mattarellum (leggi il confronto tra i due sistemi).
La sentenza
La Consulta sarà chiamata a valutare innanzitutto se la richiesta referendaria è ammissibile o meno. Andranno quindi verificate le condizioni di chiarezza omogeneità o non contraddittorietà dei quesiti e anche la matrice unitaria della richiesta. Successivamente i giudici delle leggi dovranno verificare che l'abrogazione del Porcellum non crei un vuoto normativo e infine se «la normativa di risulta» sia immediatamente applicabile in modo da garantire l'operatività dell'organo (cioè nuove elezioni del Parlamento) pur in mancanza di una nuova legge elettorale.
Cosa potrebbe succedere
Se la Consulta decidesse di "derogare" rispetto alle decisioni del passato, prevarrebbe allora la linea dei sì e si darebbe il via alla consultazione popolare che, in condizioni normali, dovrebbe svolgersi questa primavera. Non è però da escludere che i partiti, messi alle corde dall'avvicinarsi del referendum, possano riuscire a trovare un accordo per sventare il ritorno ai collegi uninomali e a un sistema sgradito a buona parte delle forze politiche. Se, invece, dovesse prevalere la giurisprudenza consolidata della Corte, allora i quesiti saranno dichiarati inammissibili e i partiti, forse, tireranno un sospiro di sollievo visto che la bocciatura renderà meno urgente un'accelerazione in Parlamento del percorso di riassetto della legge elettorale. Secondo alcuni, però, potrebbe emergere un terzo scenario suggerito dal fatto che, già nel 2008, la Consulta segnalò al Parlamento alcune problematiche legate al Porcellum (le perplessità maggiori erano concentrate sul premio di maggioranza): i giudici delle leggi potrebbero cioè non ammettere i quesiti ma dichiarare incostituzionali alcuni aspetti dell'attuale sistema. Ancora poche ore e conosceremo il verdetto.
Gli schieramenti politici sul referendum
Fonte: ilsole24ore.com