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martedì 6 marzo 2012

TAV? No, grazie! Autostrade del mare? Subito!

Il “governo tecnico” ci spiega in modo esauriente che la TAV “si deve fare perché si deve fare” e sembra affidarsi più alla repressione poliziesca, auspicata anche da PDL, PD, Terzo Polo e Lega, che ad un tavolo di riflessione. L’unica altra “motivazione tecnica” è che la nostra economia e le nostre infrastrutture devono essere agganciate all’Europa. Orbene, in Italia abbiamo un problema gigantesco, che è quello di avere le due direttrici fondamentali della nostra viabilità, l’autostrada del Sole più la Salerno-Reggio Calabria, e l’Adriatica da Bari a Ravenna, perennemente intasate nei due sensi di marcia, soprattutto da mezzi pesanti, con tempi di percorrenza molto lunghi e costosi.

Sarebbe lungimirante organizzare un sistema di “autostrade del mare”, con navi moderne e veloci, studiate per imbarcare Tir e container, grandi per partire con ogni tempo, che colleghino da una parte Bari a Trieste con una penetrazione immediata in Europa, e dall’altra Palermo con Livorno e Marsiglia, in numero sufficiente per smaltire il traffico esistente, progettate e costruite in Italia in quei cantieri che sono fermi per la concorrenza cinese e coreana.

E’ un progetto industriale che porterebbe lavoro, innovazione, diminuzione del costo del trasporto, diminuzione dell’inquinamento, renderebbe ridicolo il solo pensiero di fare il ponte sullo stretto di Messina con le conseguenti enormi spese per allargare la Salerno-Reggio Calabria.
Naturalmente i porti interessati dovrebbero progettare una viabilità speciale per rendere fluidi e facili imbarchi e sbarchi, e anche qui si tratta di lavoro e di modernizzazione, senza i tempi biblici della Tav.

Anche i “No Tav” dovrebbero appoggiare questa soluzione perché non si può dire solo no e bisogna essere capaci di proporre alternative e, visto che gli argomenti del governo sono: penetrazione in Europa e lavoro, la soluzione delle “autostrade del mare” contiene entrambe le cose.
Voglio contenere al massimo la lunghezza di questo appello perché spero che qualche giornale lo pubblichi, e chiedo alla Rete di aiutarmi a diffonderlo per quel che ognuno può. In seguito, se l’idea va avanti, se ne può parlare in modo più approfondito.

Fonte: agoravox.it

domenica 4 marzo 2012

Super Mario Monti

Mario Monti livello Europa
E' stato firmato il patto di bilancio o Fiscal Compact dai 25 leader europei. A ricoprire il ruolo di vero e quasi indiscusso protagonista nel consesso Ue è il nostro premier, Mario Monti. Il professore bocconiano, infatti, riscuote apprezzamenti anche dagli "alleati" più ostici ed è stato lo sponsor più convinto di questo trattato intergovernativo. Certo, il peggio è passato e la crisi ormai sta uscendo dalla scena ma gli esami non sono ancora finiti. Infatti, non è del tutto risolto il problema Grecia. La penisola ellenica è stata recentemente declassata al livello più basso della sua scala (da Ca a C) dall'agenzia di rating Moody's.

Mario Monti livello Italia
Risultati economici rassicuranti arrivano anche dal Bel Paese. Superati, con ottimi voti, gli esami anti-crisi e spread. La differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi è sempre meno rilevante (sceso del 30 per cento) mentre si è dimezzato anche quello fra Italia e Spagna.

Mario Monti livello "Treno AV"
Monti in questi giorni ha tenuto lo sguardo fisso sul Piemonte alle prese con le manifestazioni anti-Tav. Il premier, infatti, appena rientrato in Italia (da Bruxelles) si è diretto a palazzo Chigi per un vertice interministeriale sulla sicurezza e sui lavori in Val di Susa. Il primo ministro sposa appieno il pensiero di Giorgio Napolitano e con lui tutto il governo. «Nessun condizionamento da violenza e minacce: la linea non cambia e non ci saranno arretramenti», ha fatto sapere Monti. Nessuna retromarcia né condizionamenti anche sul versante delle riforme economiche al vaglio delle aule parlamentari.
Per il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, l'Italia dovrebbe «recuperare l'autorevolezza delle istituzioni, e rafforzare l' autonomia, quando si tratta di decidere sulle opere pubbliche». Questo perché, che si tratti di rifiuti, energia, bonifiche o Tav, «non si vuole fare quel lavoro di pulizia culturale» che è necessario al Paese.

Su quest'ultima analisi mi soffermo con una domanda: ma è davvero così necessaria quest'opera per l'Italia?!?