- Un codice penale europeo;
- una strategia giudiziaria e repressiva antimafia comune;
- l'associazione per delinquere di stampo mafioso inserita nelle legislazione dei 27 Paesi membri;
- il regime carcerario del 41 bis accolto dai Paesi Ue;
- una norma comunitaria contro riciclaggio e autoriciglaggio.
Sono questi alcuni degli obiettivi della Commissione antimafia europea (Cirm) istituita lo scorso 14 marzo e di cui è stata eletta presidente, per acclamazione del Parlamento di Strasburgo, Sonia Alfano, che ieri ha incontrato a Palermo il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, il pm della Dda Nino Di Matteo e il Procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato. Le procure siciliane rappresentano la testa d'ariete della lotta alla mafia. E l'Italia - con la sua legislazione contro Cosa nostra e una consolidata esperienza giuridica e giudiziaria - ha finito, come ha spiegato il procuratore Scarpinato, "ha svolto una funzione di alfabetizzazione primaria nei confronti del resto dell'Unione europea". Insomma, va esportato il "modello italiano" per combattere una criminalità organizzata sempre più transnazionale. «Ma per vincere la guerra - ha sottolineato il pm Di Matteo - è più che mai necessario recidere il rapporto, ai vari livelli, tra mafia e politica. Per questo è necessario che il nostro Paese firmi la Convenzione di Strasburgo approvata nel 1999 per combattere la corruzione».
Tema davvero scottante quello della corruzione che - ha precisato Sonia Alfano - "incide per 120 miliardi euro sull'economia legale e l'Italia incide per la metà: 60 miliardi di euro. Per questo motivo è nostra intenzione avere incontri costanti con gli investigatori e con gli organismi europei che si occupano di crimine organizzato come Eurojust, Europol, Interpol. Occorre uno scambio di informazioni continuo per elaborare una strategia vincente".
Per Scarpinato l'Italia da capitale mondiale della mafia dopo gli anni '80 sia diventata la capitale mondiale dell'antimafia. "Non a caso - ha aggiunto - nel 2001 l'Onu ha scelto Palermo come luogo per la sottoscrizione della Convenzione internazionale contro il crimine organizzato". "Bisogna muoversi per ridurre le aree di impunità di cui sono sempre alla ricerca le organizzazioni criminali - ha detto Ingroia - e la nascita della Cirm costituisce una solida base di partenza per la lotta europea e mondiale alla criminalità mafiosa".