Forse non è stata una buona idea quella del governo di invitare i cittadini a denunciare gli sprechi. Già era azzardato chiamare Enrico Bondi, il risanatore di Parmalat, perché dei tecnici che chiamano a loro supporto un altro tecnico non potevano che suscitare critiche e sfottò.
E se Bondi convocasse in suo aiuto altri tecnici? Ma è così difficile capire dove e cosa tagliare?
Basterebbe leggere i giornali. Ad esempio «Il Fatto quotidiano» scrive che ogni anno si spendono 2 miliardi in consulenze pubbliche «che Regioni, Province e Comuni utilizzano per incarichi assurdi (come il censimento dei piccioni, corsi per estetica e accoglienza o per corsi di ginnastica cinese), per pagare mastodontici uffici stampa o per riciclare ex politici che tornano mesti a casa.
Quando il ministero della Funzione pubblica ha diffuso i dati relativi al 2010 e 2011 il Fatto quotidiano - scrive il giornale - ha dedicato tre puntate al tema dello spreco. C'era il meteorologo del Comune di Benevento che emanava comunicati sul clima sannita; c'era un manager che suggeriva al Comune di Lecce come risparmiare energia: semplicemente utilizzando lampadine a risparmio, oppure spegnendo le spie degli elettrodomestici. A Vicenza per realizzare una pista ciclabile hanno chiesto una consulenza (non c'era un Ufficio tecnico?); a Parma hanno speso circa 400 mila euro per delle sedute dedicate al benessere (proprio); a Mazara del Vallo invece il sindaco ha un esperto in materia di rapporti con il mondo islamico al costo di 50 mila euro l’anno.
Non si fanno mancare niente anche le Province che buttano soldi per fare web-tv presto abbandonate o per servizi fotografici di rappresentanza (Rimini, 10 mila euro). Ovviamente anche le Regioni, anzi soprattutto le Regioni, attingono a piene mani: vince su tutti il consulente umbro sulla neve».
Da dove bisogna iniziare a ridurre la spesa?!? Beh, mi sembra più che lapalissiano.
Comuni Regione Sicilia - Elenco incarichi affidati a consulenti e collaboratori esterni nel 2011
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