L’iniziativa è stata concepita grazie alla consulenza di McKinsey & Company per realizzare una strategia contro il digital divide (def. divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione e chi ne è escluso. I motivi di esclusione comprendono diverse variabili: condizioni economiche, livello d'istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a diversi gruppi etnici, provenienza geografica. Oltre a indicare il divario nell'accesso reale alle tecnologie, la definizione include anche disparità nell'acquisizione di risorse o capacità necessarie a partecipare alla società dell'informazione. Il divario può essere inteso sia rispetto a un singolo paese sia a livello globale).
È un progetto in dodici punti per aumentare l’incidenza del web sul Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Italia, un Paese arretrato rispetto al resto d’Europa. Tra i promotori, purtroppo, è evidente la grave assenza dell’amministrazione pubblica italiana. L’iniziativa, infatti, è patrocinata dalla American Chamber of Commerce in Italy. Al solito, l’innovazione digitale in Italia è guidata da pochi investitori privati e richiede il supporto degli Stati Uniti. È una svolta positiva: doveva pensarci il Governo.
La proposta: 12 progetti sui cui lavorare nei prossimi 12 mesi per colmare il gap digitale dell'Italia.
- ridurre il digital divide usando le tecnologie già oggi disponibili come adsl e wifi;
- pianificare in modo chiaro l'implementazione di reti di prossima generazione;
- armonizzazione della normativa digitale a livello europeo;
- creare un advisory board strategico per le politiche digitali;
- incoraggiare l'attitudine al web dei consumatori attraverso iniziative di comunicazione;
- promuovere modalità innovative di consegna degli acquisti online;
- lanciare road show per le piccole e medie imprese teso a diffondere la coltura digitale sul territorio;
- favorire lo sviluppo delle attività di e-commerce delle piccole-medie imprese;
- migliorare la fruibilità visibilità ed usabilità dei serivizi di e-governement esistenti;
- favorire lo sviluppo di una formazione digitale di qualità per studenti manager e imprenditori;
- costituire una "Digital Experience Factory" sulla base di esperienze estere simili;
- incentivare le start-up digitali e l'imprenditoria tecnologica.
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Qual è il potenziale dell'economia digitale in Italia? Quali ostacoli ne frenano lo sviluppo? Quali iniziative possono favorire lo sviluppo digitale del paese? Il punto di vista del DAG.
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