Mentre nel resto d'Italia e in Parlarmento si assiste ad un sostanzioso ridimensionamento dei costi, nell'Isola sembra muoversi poco o nulla.
Al Parlamento sono in arrivo dei tagli, in Sicilia niente. Risultato: dalle nostre parti la politica continua a costare tanto, anzi troppo. Accade, così, che decine di parlamentari Ars intaschino laute indennità aggiuntive, oppure che i dirigenti generali della Regione sfiorino in alcuni casi 170 mila euro lordi annui. Tutto ciò mentre un vento di austerity soffia persino nella culla dei privilegi, vale a dire il Parlamento nazionale: qui, infatti, i presidenti di Camera e Senato (rispettivamente Gianfranco Fini e Renato Schifani) hanno annunciato misure di riduzione della spesa soprattutto per il trattamento economico dei parlamentari e del personale.
In Sicilia, invece, poco o nulla. Certo, è di questi giorni l’iniziativa del presidente dell’Ars, Francesco Cascio, che ha annunciato il divieto di cumulo dell'indennità parlamentare e della pensione per gli ex deputati regionali eletti in altri parlamenti: a conti fatti, si risparmierà circa un milione di euro all’anno. Ma è una goccia in un oceano di privilegi. Circa settanta su novanta deputati dell’Ars, ad esempio, al già lauto stipendio (11 mila euro netti al mese) sommano indennità aggiuntive che gli derivano da altre cariche sempre all’interno del Parlamento più antico del mondo. I presidenti delle dieci commissioni intascano pure 3.316 euro lordi (e quella Statuto, guidata da Alessandro Aricò, ha un record negativo di una decina di sedute in un anno), i loro vice 829 euro, il segretario 414. Ognuno dei due vicepresidente dell’Ars gode di un’indennità aggiuntiva mensile di oltre 5 mila euro lordi, mentre i tre questori si “accontentano” di circa 4.700 euro ciascuno ed i segretari del Consiglio di presidenza hanno un bonus che sfiora i 3.500 euro.
Cosa dire poi dei deputati- assessori? Nel Lombardo ter sono cinque (Cimino, Bufardeci, Gentile, Leanza e Di Mauro) con indennità extra di circa 2.600 euro al mese.
E per fortuna che i gruppi parlamentari all’Ars con il passare degli anni siano diminuiti, fino a ridursi agli attuali sei: pure per capogruppi e vice, infatti, è possibile una piccola indennità aggiuntiva nell’alveo delle spese di funzionamento. Un quadro complessivo che alcuni mesi fa era stato denunciato da Giovanni Barbagallo, deputato regionale del Pd, il quale aveva sottolineato che l’Ars- capace di ridurre gli stipendi di consiglieri comunali e provinciali- è molto restia a tagliare i propri compensi. Un suo disegno di legge propone di ridurre da 90 a 70 i deputati, ma è fermo da mesi. Quanto ai dirigenti generali della Regione, a partire da gennaio almeno i nove esterni (uno di loro, Rino Lo Nigro, andrà in pensione) dovrebbero intascare di meno rispetto al passato: circa 168 mila euro lordi, comprese indennità e retribuzioni varie, invece di 200 mila. Nei loro confronti c’è un ricorso al Tar, un’inchiesta della Corte dei Conti e un ricorso alla Consulta. E da gennaio non hanno visto il becco di un quattrino.
Al Parlamento sono in arrivo dei tagli, in Sicilia niente. Risultato: dalle nostre parti la politica continua a costare tanto, anzi troppo. Accade, così, che decine di parlamentari Ars intaschino laute indennità aggiuntive, oppure che i dirigenti generali della Regione sfiorino in alcuni casi 170 mila euro lordi annui. Tutto ciò mentre un vento di austerity soffia persino nella culla dei privilegi, vale a dire il Parlamento nazionale: qui, infatti, i presidenti di Camera e Senato (rispettivamente Gianfranco Fini e Renato Schifani) hanno annunciato misure di riduzione della spesa soprattutto per il trattamento economico dei parlamentari e del personale.
In Sicilia, invece, poco o nulla. Certo, è di questi giorni l’iniziativa del presidente dell’Ars, Francesco Cascio, che ha annunciato il divieto di cumulo dell'indennità parlamentare e della pensione per gli ex deputati regionali eletti in altri parlamenti: a conti fatti, si risparmierà circa un milione di euro all’anno. Ma è una goccia in un oceano di privilegi. Circa settanta su novanta deputati dell’Ars, ad esempio, al già lauto stipendio (11 mila euro netti al mese) sommano indennità aggiuntive che gli derivano da altre cariche sempre all’interno del Parlamento più antico del mondo. I presidenti delle dieci commissioni intascano pure 3.316 euro lordi (e quella Statuto, guidata da Alessandro Aricò, ha un record negativo di una decina di sedute in un anno), i loro vice 829 euro, il segretario 414. Ognuno dei due vicepresidente dell’Ars gode di un’indennità aggiuntiva mensile di oltre 5 mila euro lordi, mentre i tre questori si “accontentano” di circa 4.700 euro ciascuno ed i segretari del Consiglio di presidenza hanno un bonus che sfiora i 3.500 euro.
Cosa dire poi dei deputati- assessori? Nel Lombardo ter sono cinque (Cimino, Bufardeci, Gentile, Leanza e Di Mauro) con indennità extra di circa 2.600 euro al mese.
E per fortuna che i gruppi parlamentari all’Ars con il passare degli anni siano diminuiti, fino a ridursi agli attuali sei: pure per capogruppi e vice, infatti, è possibile una piccola indennità aggiuntiva nell’alveo delle spese di funzionamento. Un quadro complessivo che alcuni mesi fa era stato denunciato da Giovanni Barbagallo, deputato regionale del Pd, il quale aveva sottolineato che l’Ars- capace di ridurre gli stipendi di consiglieri comunali e provinciali- è molto restia a tagliare i propri compensi. Un suo disegno di legge propone di ridurre da 90 a 70 i deputati, ma è fermo da mesi. Quanto ai dirigenti generali della Regione, a partire da gennaio almeno i nove esterni (uno di loro, Rino Lo Nigro, andrà in pensione) dovrebbero intascare di meno rispetto al passato: circa 168 mila euro lordi, comprese indennità e retribuzioni varie, invece di 200 mila. Nei loro confronti c’è un ricorso al Tar, un’inchiesta della Corte dei Conti e un ricorso alla Consulta. E da gennaio non hanno visto il becco di un quattrino.
Fonte: gds.it
Raffaele Lombardo, il nuovo governatore della Sicilia, sta surclassando il suo predecessore, l’ineffabile Totò Cuffaro , per le sue concessioni al "familismo".
RispondiEliminaSceglie come assessore al personale ( posizione chiave come è evidente) un magistrato noto per la sua intransigenza, Giovanni Ilarda.
Il quale comincia subito, sparando fuoco e fiamme contro gli sprechi, poi scivola sulla buccia di banana dell’assunzione in Regione della figlia Giuliana. 27 anni, una laurea in lettere, viene assunta con un contratto da Dirigente.
Per chiamata diretta. Con uno stipendio di 70.000 euro annui.
Nella Regione che per la sua Sanità spende 8,5 miliardi di euro (il 30% in più della Finlandia, ha fatto notare a luglio la Corte dei Conti) tutto è come prima e più sconcio di prima.
Ma la lista degli assunti con cognomi eccellenti è lunghissima.
Quasi tutti sono negli staff degli assessori. Come Rosanna Schifani, “chiamata” dall’assessore alla Famiglia. O Viviana Buscaglia, cugina del ministro Angelino Alfano che è nello staff dell’assessore all’Agricoltura .
Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l’amministrazione.
Così fan tutti.
Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un’indennità di 7.747 euro e un’altra di 23.500.
Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff , portano a casa 70 mila euro.
lo chiamano staff, ma è una tribù: Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l’assessore - e tanto per gradire un’altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro.
“Il mio governo è già impegnato a tagliare gli sprechi“, aveva solennemente giurato don Raffaele nel giorno del suo insediamento.
Si è visto!
CARO PAOLO,
RispondiEliminaSONO PIENAMENTE D'ACCORDO CON TE!!!
Palermo, ha appena regolarizzato 3mila precari, portando il totale dei dipendenti a 9.594. È il Comune con più personale d’Italia, un funzionario ogni 69 abitanti.
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