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giovedì 23 giugno 2011

Manovra fiscale da 43 mld, tagli ai comuni

Dovrebbe essere di circa 43 miliardi l'entità della manovra che dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri tra il 28 e il 29 giugno per poi essere approvata in Parlamento entro il 5 agosto. Lo riferiscono fonti parlamentari secondo cui contestualmente al decreto legge sarà presentata anche una delega light sulla riforma fiscale.

Si lavora a un intervento che dovrebbe essere di circa 3 miliardi nel 2011, 5 mld per l'anno successivo mentre 35 miliardi saranno spalmati nel biennio 2013-2014. L’approvazione della legge è prevista entro il 5 agosto dal Parlamento. Cifre e contenuti della manovra cominciano a delinearsi, a partire dai tagli ai comuni che dovrebbero sfiorare i 3 miliardi, quelli ai ministeri dovrebbero aggirarsi sui 5-6 miliardi, mentre sembra confermato il blocco del turn over e il prolungamento al 2014 del congelamento degli aumenti contrattuali per gli statali che la manovra dello scorso anno limitava al 2013.
Anche la spesa sanitaria farà senz'altro la sua parte. Soprattutto quando i costi standard cominceranno ad essere applicati. Dalla lotta agli sprechi e il riordino dei conti di Asl e ospedali si punta a recuperare fra i 4 e i 5 miliardi. Gli interventi in cantiere vanno dalla stretta sull'acquisto di beni e servizi ai farmaci, dal personale ai ricoveri. Corposo anche il pacchetto pensioni su cui sta lavorando il Governo, ma che potrebbe non trovare spazio in manovra ed essere rimandato alla legge di stabilità. Tra le ipotesi quella di anticipare al 2013 l'adeguamento dei requisiti anagrafici di pensionamento di uomini e donne all`aspettativa di vita media.
Insieme alla manovra è atteso il varo di un d.d.l. collegato con la delega sulla riforma fiscale. Conterrà soltanto i principi del riassetto che dovrà entrare a regime entro il 2013.

L'Esecutivo punta a incassare dal disboscamento della giungla delle 476 agevolazioni fiscali fino a 16 miliardi da utilizzare per finanziare il taglio dell'Irpef. Una piccola parte delle risorse potrebbero essere impiegate anche a copertura degli interventi della manovra nel biennio 2013-2014. Un'altra fonte di copertura per finanziare la riduzione da cinque a tre aliquote sarebbe l'aumento dell'Iva, ma l'operazione è ancora in bilico per via delle forti resistenze di alcune categorie.

Restando in tema di manovra e finanza locale, il consiglio direttivo di Anci Lombardia riunitosi a Milano ha votato ieri un ordine del giorno sull’attuale situazione finanziaria dei comuni e sull’attuazione del federalismo. “Registriamo con favore le aperture da parte del Governo sul Patto di stabilità, a proposito del quale da anni rivendichiamo il diritto dei sindaci di utilizzare i fondi che hanno in cassa per gli investimenti sul territorio. Aspettiamo ora che alle aperture seguano i fatti”, ha detto il presidente Attilio Fontana Il quale ha ricordato la situazione critica della finanza locale e del comparto dei comuni in seguito alla manovra 2011-2013, che pesa sui comuni molto più che sugli altri comparti della pubblica amministrazione. Conseguenza di ciò, in Lombardia, è stata una drastica diminuzione (meno 20% secondo i dati Istat) degli investimenti sul territorio, investimenti che avrebbero anche avuto un positivo effetto anticiclico in un periodo di crisi. “Occorre un nuovo Patto di stabilità che metta al centro lo sviluppo economico e la coesione sociale – ha sostenuto Fontana –. Chiediamo che i comuni virtuosi possano impiegare i loro avanzi di amministrazione per investire, chiediamo che si escludano dal Patto le spese per l’edilizia scolastica e per le emergenze ambientali, chiediamo che l’eventuale surplus di risparmio raggiunto dai comuni possa restare nel comparto. Chiediamo che la regione ripercorra la strada del patto di stabilità regionale, facendosi carico di parte degli obiettivi per consentire ai comuni di poter spendere in investimenti”.

Fonte: http://www.diritto.it