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martedì 10 luglio 2012

Inchiesta su grandi eventi in Sicilia

Ci saranno sviluppi, anche clamorosi, dall'inchiesta «Grandi eventi» avviata dalla Guardia di Finanza di Palermo e coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Gaetano Paci e Maurizio Agnello. L'attesa maggiore riguarda il contenuto dell'hard disk sequestrato dalle Fiamme gialle, nella cesta della biancheria sporca, in casa di Faustino Giacchetto, 49 anni, di Canicattì, ritenuto dagli inquirenti il personaggio centrale dell'intera vicenda. Avrebbe messo a disposizione di alcuni politici nazionali e regionali due appartamenti a Palermo (in via Sammartino e in via Principe di Belmonte) e delle escort, qualcuna delle quali avrebbe pure fatturato, sotto altre voci ovviamente, le proprie prestazioni sessuali.

I magistrati hanno già affidato ad un perito il compito di decrittare il contenuto dell'hard disk che dovrebbe aggiungersi alla documentazione trovata e sequestrata negli uffici della "D. I. Giacchetto Faustino" e delle altre undici società coinvolte nell'indagine. L'obiettivo degli magistrati inquirenti è di comprendere il meccanismo con cui gli appalti della lista dei Grandi eventi venivano affidati a trattativa privata dalla Regione Siciliana alle società al centro degli accertamenti della Procura, aggirando gare e bandi pubblici. I reati contestati a Fausto Giacchetto - assistito dagli avvocati Giovanni Di Benedetto e Fabrizio Biondo - sono la turbativa d'asta e la corruzione, reato, quest'ultimo, collegato ad una "dazione" di 4 mila euro ad un ispettore del Corpo forestale regionale.

Al centro delle indagini sono una serie di eventi che si sono svolti nell'Isola tra il 2010 e lo scorso anno. Oltre la visita del papa a Palermo nell'ottobre di due anni fa, nel mirino degli inquirenti ci sono i "Giochi delle Isole", "Inycon" di Menfi, il "Cous Cous Fest" di San Vito Lo Capo, la "Settimana Tricolore di Ciclismo" a Messina, Catania e Siracusa, il 387° Festino di Santa Rosalia a Palermo, il "Sicily Modern Penthatlon 2011" a Catania e Messina, il "Sicilian Ladies Open Golf" di Castiglione di Sicilia, i "Campionati mondiali di Scherma" a Catania, il Taormina Fashion Night nonché la gestione di bar e ristorazione del Teatro di Verdura di Palermo.

Nel frattempo, l'assessore Armao ha nominato una commissione d'indagine interna sui finanziamenti ai cosiddetti “Grandi eventi”. I commissari, che avranno il compito di fare luce sui finanziamenti oggetto della mega-inchiesta che sta facendo tremare i palazzi del potere, sono Biagio Bossone, Maurizio Pirillo, Antonio Brunetto e Gabriele Morreale. Le risultanze dell'attività della commissione si avranno molto presto: entro trenta giorni, infatti, è fissato il termine dei lavori, prorogabile di ulteriori trenta. Insomma, mentre la magistratura farà il suo corso, non più tardi dei primi di settembre, la Regione Sicilia saprà almeno qualcosa in più sulla spesa di quei fondi.

mercoledì 12 ottobre 2011

Peculato, concussione e truffa: invito a comparire per Eugenio D’Orsi

Il palazzo di giustizia di Agrigento
Un avviso a presentarsi per rendere interrogatorio come persona sottoposta a indagini è stato fatto notificare dalla Procura della Repubblica di Agrigento al presidente della Provincia della Città dei Templi, Eugenio D'Orsi. I reati ipotizzati sono peculato, concussione e truffa.

Il provvedimento all'esponente politico è stato notificato dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. Al centro dell'inchiesta ci sarebbero alcuni atti compiuti dal presidente della Provincia di Agrigento. Tra questi la messa in dimora nella sua abitazione di 40 palme di proprietà dell'Ente, che, sostiene la Procura, erano invece destinate a spazi verdi pubblici, aiuole di scuole e al giardino botanico. Secondo la tesi dell'accusa, D'Orsi avrebbe fatto svolgere lavori in una sua proprietà senza pagarli, o pagandoli di meno, a imprese che avevano in esecuzione appalti con l'Ente e avrebbe usufruito di rimborsi spesa per pasti in realtà non sostenuti o non nell'interesse pubblico.

Inoltre il presidente D'Orsi, sostiene la Procura, avrebbe conferito incarichi esterni per esigenze per le quali l'Ente avrebbe potuto fare fronte con proprio personale.

Il presidente D'Orsi, nel luglio scorso, era già stato raggiunto da un'inchiesta della Procura "Provincia di Agrigento: 12 dipendenti raggiunti da avvisi di comparizione per truffa, falso e abuso di ufficio". Prima l’indagine sulle spese di rappresentanza, poi quella sulla realizzazione di una casa alle porte di Agrigento; poi le palme destinate alle scuole ed al giardino botanico ed invece, secondo l’accusa, collocate nella nuova abitazione del presidente... Insomma sembra davvero indaffarato. La Procura farà luce su questa triste vicenda ed accerterà se l'azione amministrativa del Presidente mirava all'interesse dell'intera comunità agrigentina o meno.