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venerdì 13 gennaio 2012

Sicilia, cellulare gratis per deputati, parenti e amanti

Per un'intera legislatura, dal 2001 al 2006, ben 700 persone hanno usufruito delle schede telefoniche pagate dall'Assemblea regionale siciliana, date ai deputati dell'Ars, che a loro volta le hanno girate ad amici, parenti e persino a qualche amante. La truffa sarebbe durata anche per un periodo successivo al 2008 (per molti a mandato scaduto), anno in cui il presidente dell'Assemblea siciliana, Francesco Cascio, insospettito dalla richiesta della Tim di avere 300 mila euro per chiamate effettuate tra il 2007 e il 2008, bloccò tutto.

INDAGA LA PROCURA - Adesso la Procura - secondo quanto scrive Repubblica sull'edizione locale di Palermo - indaga sulla vicenda, scoperta per caso dai carabinieri di Monreale che stavano investigando su altro: alcuni contatti telefonici di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo. Il Pm Gaetano Paci e l'aggiunto Leonardo Agueci hanno già sentito alcuni dirigenti dell'Ars.

350 EURO AL MESE PER LE TELEFONATE - I 90 deputati dell'Ars, le cui indennità sono equiparate a quelle dei senatori, hanno in busta paga un rimborso mensile di 350 euro per le telefonate, "ma ancora oggi - dice Cascio - stiamo cercando di capire a chi erano state date quelle schede, perchè alcuni deputati non ci hanno mai risposto".

Fonte: affaritaliani.libero.it

giovedì 5 gennaio 2012

Regione Sicilia, l’Ars boccia l’emendamento “Salva parenti”

La bocciatura dell'emendamento «salva parenti» alla legge regionale emanata lo scorso aprile, ha già prodotto i suoi effetti in molte città siciliane. L'emendamento era stato proposto dal deputato Leontini (capogruppo del Pdl all’Assemblea Regionale siciliana) e mirava a spostare l'entrata in vigore della legge con l'inizio della nuova legislatura regionale.

L'articolo 4 della legge dell'aprile 2011, comma 6, sancisce che «non possono far parte della Giunta il coniuge, gli ascendenti e i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della Giunta e dei consiglieri comunali».

La bocciatura dell'emendamento ha reso effettivi gli effetti dal primo gennaio scorso e per tale motivo Fabio Leonte, assessore al Bilancio, Patrimonio e Urbanistica della città di Sciacca, è stato costretto a dimettersi. L'assessore infatti risulta incompatibile con il consigliere comunale Salvatore Alonge (opposizione). Quest'ultimo non è parente diretto, ma affine. Alonge è fratello della moglie dell'assessore, dunque per la legge c'è incompatibilità.

Secondo voi, si tratta di una questione di opportunità, utile ad impedire che gli Enti locali possano essere occupati da famiglie potenti e influenti o di un'ingiustizia verso coloro che, per le soli ragioni di parentela, si vedono negare il diritto di fare politica come sancito dalla Costituzione italiana?


giovedì 22 dicembre 2011

L'appello di Ferrara: "sosteniamo la modifica dell'art. 36"

Sindaci, presidenti di provincia, sindacati e industriali: tutti uniti nella battaglia per dare forza al disegno di legge approvato dall'Ars di modifica dell'articolo 36 dello Statuto speciale, all'esame del parlamento nazionale.

E' l'appello lanciato dal Vice Presidente della Provincia di Agrigento, Paolo Ferrara, di Grande Sud, a sostegno della legge varata da sala d'Ercole, lo scorso 7 dicembre, di cui è stato promotore il vice segretario nazionale e deputato regionale Michele Cimino.

Con la legge cui si stabilisce che spetta alla Regione il gettito dell'imposta di produzione dei prodotti petroliferi. "Quello di Sala d'Ercole- sottolinea Ferrara- è solo il primo passo di un percorso che vedrà nel Parlamento l'atto conclusivo. E' lì che si giocherà la partita finale. Grazie a questa legge -continua-  viene ripristinato un principio secondo cui spetta alla nostra Regione percepire le imposte di produzione sui prodotti petroliferi raffinati in Sicilia, quasi il 41% dell'intera produzione italiana. In tal modo nelle casse regionale saranno incrementate qualcosa come sette miliardi di euro all'anno che la Regione - ribadisce Paolo Ferrara- potrebbe mettere a disposizioni degli Enti Pubblici, Comuni e Province, per lo sviluppo dei rispettivi territori.

Da qui l'appello ai sindaci, ai presidenti di provincia, ma anche alle forze sociali, alle rappresentanze sindacali e produttive perché, superando gli steccati politici ed ideologici, al di là di appartenenze partitiche e politiche e fuori da campanilismi, venga sostenuta, al Parlamento nazionale, la legge di cui è primo firmatario Michele Cimino, attraverso una mobilitazione che passi per una capillare azione di sensibilizzazione sui cittadini e nei territori. E' fondamentale che il Parlamento nazionale accolga questa richiesta di modifica prima della fine della legislatura. "Per parte mia - ribadisce Ferrara- mi appello alla vostra sensibilità nel sorregere, altresì l'eventualità di sostenere quanto detto con forme estreme di protesta, come enunciato in questi giorni dall'on.Michele Cimino. Si auspica al contempo -conclude il vice presidente della Provincia- che i parlamentari nazionali eletti in Sicilia vigilino affinché l'iter dell'approvazione di questa legge sia portato a termine in tempi brevi." 

Fonte: lasicilia.it

giovedì 29 settembre 2011

L'assessore alla sanità Russo, seppur censurato dall'Ars, resta al suo posto

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato con voto palese, martedì 27 settembre, la mozione di censura contro l’assessore alla Salute Massimo Russo. La mozione è stata presentata dalle opposizioni (Pdl, Pid e Fds) circa sette mesi fà. Prima del voto, Mpa, Fli e Pd hanno abbandonato l'Aula come annunciato dal capogruppo del Pd Antonello Cracolici. In aula sono rimasti invece, oltre alla maggioranza, i deputati dell’Udc, ex partito di Russo, che non hanno votato il documento e cinque deputati del Pd, tra cui Davide Faraone e Roberto Ammatuna che hanno deciso di rimanere in Aula, nonostante il loro gruppo avesse deciso di non partecipare al voto. Nessuno ha richiesto la verifica del numero legale.

La mozione di censura votata dall'Ars non scompone l’assessore Russo: «Rimango al mio posto, perché sapevo che l´approvazione sarebbe stata un´ipotesi possibile. Lo dico però a tutti i siciliani: l´assessore Russo è censurato dagli stessi parlamentari che hanno tollerato Villa Santa Teresa (la clinica dell´imprenditore Michele Aiello condannato per mafia), i rimborsi gonfiati, i retrobottega senza mai muovere una critica o censura». 

Che valore ha la censura per un assessore? La censura ha un valore politico ed ha carattere simbolico, non essendo prevista alcuna sanzione, né obbligo per l’assessore che la subisce. La mozione di sfiducia, invece, provoca la decadenza del ministro dal suo incarico e crea le condizioni politiche per le dimissioni dell’esecutivo.
L’Assemblea regionale prevede la presentazione di mozioni, quando le interpellanze, non ottengono risposte o interventi soddisfacenti da parte del governo. La mozione di censura è il meno frequentato fra gli atti ispettivi dei deputati, perché deve essere presentata da almeno quattro deputati e, quindi, presuppone una decisione politica di un gruppo parlamentare. Non è, dunque, una iniziativa individuale. Per questa ragione è più impegnativa. Di fatto, tuttavia, comunica una fragilità della maggioranza, che non dispone dei numeri necessari per il suo sostegno.
Nel caso presente, la mozione di censura a Massimo Russo, il percorso scelto dalla maggioranza per “resistere” all’offensiva delle opposizioni è piuttosto complesso. Il capogruppo parlamentare del Pd, Antonello Cracolici, e il suo collega dell’Mpa, Francesco Musotto, hanno posto una pregiudiziale alla presidenza dell’Assemblea (Francesco Cascio), grazie alla quale la mozione di censura avrebbe dovuto essere modificata in mozione di sfiducia. L’assessore alla Salute, Russo, non ha agito a titolo personale nella sua attività di governo, ma ha attuato le decisioni dell’esecutivo di cui fa parte. Le critiche mosse a Russo, dunque, sono critiche mosse al governo. Sarebbe sbagliato, dunque, addebitarle ad un singolo componente dell’esecutivo.

Perchè l'opposizione (Pdl, Pid e Fds) ha deciso di censurare e non sfiduciare l'assessore Russo? La trasformazione della mozione di censura in mozione di sfiducia ha delle implicazioni molto importanti. La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, se approvata, provoca le dimissioni del presidente della Regione e le dimissioni provocano, a loro volta, lo scioglimento dell’Assemblea. Se fosse stata approvata la mozione di sfiducia, invece che la mozione di censura, com’è avvenuto, il governo Lombardo starebbe preparando le valigie. 

Siccome i deputati per ragioni politiche ed economiche – di maggioranza e di opposizione – non hanno affatto voglia di anticipare l’abbandono dello scanno parlamentare al quale sono stati chiamati dal voto, hanno "sapientemente" preferito bacchettare piuttosto che rischiare di perdere la poltrona.

martedì 23 agosto 2011

Le "Forchette Rotte" si indignano per i privilegi dell’Ars

Il movimento delle Forchette Rotte (già ribattezzati come i nuovi "indignados siciliani") costituitosi un paio di mesi fa e attivo soprattutto su Facebook e Twitter, torna alla carica sui privilegi della politica e lo fa pubblicando il menu "tipo" dei deputati regionali e il costo dei piatti.

In una nota su facebook il movimento sottolinea “Tanto rumore per nulla. Il costo del pranzo dei senatori italiani rispetto a quello dei deputati siciliani fa ridere. In Sicilia gli onorevoli siciliani per molto meno si leccano i baffi. Con 9 euro mangiano un antipasto alla siciliana, spaghetti con le vongole, frittura di triglie, contorno, frutta e caffè. Meno di una pizza e una bibita che i ragazzi siciliani pagano in un qualsiasi locale dell’isola."

Con lo scopo di eliminare gli sprechi della casta, il movimento ha appena lanciato l'iniziativa del prossimo 21 settembre: alla riapertura dell'Assemblea Regionale Siciliana, gli Indignados siciliani si riuniranno per un sit-in di protesta dinanzi al Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea. "Chiunque vorrà partecipare potrà portare con sé il volantino scaricabile dalla nostra pagina Facebook: ogni volantino rappresenta un buono pasto del valore di 9 euro, cioè la cifra che ogni deputato dell'Ars paga in media per un pranzo completo".

In effetti come dargli torto visto che una delle voci della zavorra è appunto il costo dei servizi di ristorazione dell'Ars. Infatti nel Rendiconto delle Entrate e delle Spese 2009 dell'Assemblea Regionale Siciliana si trovano 533.000 euro di spesa effettiva. Fatti i calcoli, il ristoro di ogni deputato siciliano (90 componenti) costa circa 5.900 euro l'anno ai contribuenti siciliani.

Sito web ufficiale forchetterotte.it
Il gruppo su facebook delle forchette rotte

giovedì 28 luglio 2011

Sicilia, niente tagli alla casta

Nella regione in cui assessori e consiglieri hanno gli stipendi più alti d'Italia, la giunta ha bocciato le "limature" chieste dal governatore: nessun privilegio può essere toccato, hanno deciso all'unanimità i capigruppo Pd, Mpa, Udc e Fli.


Il consiglio regionale siciliano è da sempre il più caro d'Italia: 160 milioni l'anno, più del doppio - ad esempio - di quello lombardo o di quello campano. I "deputati" regionali (si chiamano così, in quanto la Sicilia è a statuto speciale) portano a casa mediamente più di quelli di Montecitorio, cioè attorno ai 15 mila euro netti al mese. La regione ha il record nazionale di consulenze, auto blu, e prebende varie.

Ma la maggioranza che governa la Sicilia (frutto di un accordo tra Raffaele Lombardo, eletto con la destra, l'Udc, i finiani e il Pd) ha appena bocciato la «manovra correttiva» che avrebbe dovuto tagliare (seppur in minima parte) gli stipendi degli assessori, ridurre alcuni dei costi della politica, accorpare alcuni enti. «Non ci sono i tempi per approvarla, se ne riparlerà a settembre», hanno detto all'unisono i capigruppo di Pd, Udc, Fli e Mpa .

Il tutto avviene mentre, a causa dei conti non brillanti della Regione, la stessa giunta ha fatto sapere di non riuscire a trovare i 30 milioni necessari a neutralizzare i ticket varati da Tremonti, che quindi in Sicilia verrano pagati.

La bozza che il governatore aveva preparato conteneva 38 pagine di piccoli tagli, compresa la riduzione delle auto blu , dei rimborsi per gli assessori, degli uffici di gabinetto e di altre voci legate al costo della politica in regione.

I capigruppo Antonello Cracolici del Pd, Giulia Adamo dell'Udc, Francesco Musotto dell'Mpa e Livio Marrocco di Fli sono stati unanimi nel respingerlo: «Questa non è una manovra correttiva ma una vera finanziaria», hanno detto, quindi non può essere approvata così in fretta, va studiata, emendata eccetera eccetera.

Intanto, naturalmente, niente tagli: i privilegi dei politici siciliani resteranno del tutto intoccati. Alcuni dei quali, ormai, sono entrati nel mito: come il caffè alla buvette che costa 36 centesimi, gli spaghetti alle vongole che al ristorante interno costano 1,85 euro, o il contributo di 5000 mila euro che la Regione siciliana assicura ai deputati, ex compresi, per una degna sepoltura.

Ed io pago!!!

Fonte: espresso.repubblica.it/

domenica 10 aprile 2011

Agrigento, la provincia più disoccupata d'Italia

Secondo l'Istat, Agrigento vanta un triste primato: è la provincia più “disoccupata” dell’intero Paese, dove il tasso raggiunge quota 19,2%.

La disoccupazione nel 2010 mostra una Sicilia sempre più in crisi e con territori quasi depressi, che raggiungono primati poco lusinghieri. L’Isola, in base ai dati statistici, si conferma maglia nera in Italia, con un tasso di disoccupazione del 14,7%, ben 6,3 punti in più della media nazionale (8,4 per cento). Rispetto all’anno precedente il numero dei disoccupati cresce dello 0,8%: dal 13,9 al 14,7%. In un anno, in Sicilia, sono stati persi 24 mila posti di lavoro.

Male anche la provincia di Palermo, con un indice di disoccupazione del 18,7% (il terzo in Italia), il più alto tra i territori che fanno riferimento a città metropolitane. Palermo e Agrigento possono vantare altri due primati negativi. La provincia del capoluogo isolano è quella che offre meno spazi lavorativi alle donne: il tasso di disoccupazione femminile è pari al 23,4 per cento (3,7 per cento il dato medio italiano).
Per i maschi la provincia dove è più complicato trovare un lavoro è quella di Agrigento, dove il tasso dei disoccupati è pari al 19,6 per cento.

In termini di disoccupazione la situazione in Sicilia, sempre secondo l’Istat, è questa:
  1. Agrigento 19,2 %;
  2. Palermo 18,7 %;
  3. Enna 16,7 %;
  4. Caltanissetta 16,5 %;
  5. Messina 13,5 %;
  6. Trapani 13 %;
  7. Catania 12 %;
  8. Siracusa 10,5 %;
  9. Ragusa 9,1 %.

lunedì 3 maggio 2010

Acqua pubblica, la Sicilia vota "Sì"


Dopo una breve, ma significativa e fallimentare, esperienza di semi-privatizzazione della gestione dell’acqua la Sicilia torna sui suoi passi. La finanziaria regionale, approvata dopo una maratona all’Assemblea Regionale Siciliana, contiene anche un emendamento del Pd, votato anche dal Pdl Sicilia, che azzera la precedente gestione privata o semiprivata.
Con 53 voti a favore e 25 contrari, l´Assemblea regionale siciliana ha approvato, l´articolo 50 della finanziaria regionale che prevede il ritorno alla gestione pubblica dell´acqua in Sicilia. La norma approvata blocca l´iter della gestione privata, impegnando la Regione a dotarsi entro un anno di un provvedimento che organizzi la gestione integrata del servizio, e fornisce alle amministrazioni locali i parametri necessari per le cessazioni delle convenzioni in atto con i gestori privati.

Esprime soddisfazione anche il Sindaco di Menfi Michele Botta, primo firmatario del ddl d´iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia - L´approvazione dell´articolo 50 della finanziaria è il successo dei Sindaci e dei cittadini che assieme in questi mesi si sono battuti per difendere un servizio pubblico essenziale che, laddove è stato privatizzato, è costato alle famiglie uno sproporzionato aumento della bolletta in cambio di un servizio a dir poco scarso".

Questa legge - conclude Botta - deve essere ancora rivista, disciplinando in maniera organica le tariffe per l´erogazione idrica, differenziando tra agricoltura, industria, commercio ed usi civili: ma è il segno tangibile che le istituzioni regionali hanno accolto le richieste dei cittadini, rispettando l´impegno preso con i Sindaci diversi mesi fa.