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martedì 5 aprile 2011

Autostrade Siciliane, si pagano o no?!

L'art. 32 dello Statuto della Regione Siciliana cita: "I beni di demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella Regione, sono assegnati alla Regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere nazionale." Il demanio stradale, per definizione, in Sicilia come in ogni altra isola, serva solo per trasporti e spostamenti interni all'isola. Quindi tutto il demanio stradale dovrebbe essere regionale, ma invece vi è stata una voluta "mal interpretazione" della norma, nel senso che se lo Stato decide che una cosa "è importante" allora "se la piglia", vanificando il nostro art. 32.
Così lo Stato (per mezzo dell'Anas) ha deciso di prendersi tutte le autostrade e le più importanti strade statali siciliane, lasciando alla Regione quelle secondarie, le provinciali, le trazzere e così via. Così le nostre autostrade, fatte con i nostri soldi (quelli del Fondo di Solidarietà Nazionale), gestite fino ad oggi dall'Anas verranno concesse ad un Consorzio.

Massimo Costa in un recente articolo su "siciliainformazioni.com" dichiara che la Sicilia è l'unica regione italiana ad essere perennemente commissariata dallo stato centrale tramite la nomina politica di uno specifico “commissario” mirata a colmare il vuoto legale lasciato dalla disattivazione dell'Alta Corte Siciliana.
Il commissario questa volta ha impugnato la legge secondo cui il CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) veniva trasformato in Ente Pubblico Regionale. Nel frattempo, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) Sicilia ha sospeso, in via cautelare, l’efficacia del decreto interministeriale che ci priverà delle nostre autostrade.
Il TAR Sicilia inoltre aggiunge "nel procedimento di revoca della concessione in questione non risulta che sia stata coinvolta la Regione Siciliana, che detiene la quota maggioritaria delle quote del Consorzio ricorrente, in applicazione di specifiche norme di legge” e per questo “accoglie la domanda cautelare proposta nel ricorso in epigrafe e, per l’effetto, sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati; fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 22 giugno 2011”.

Il fine di tutta la vicenda è ormai già nota: si vuole privatizzare per quattro soldi ai soliti amici polentoni le nostre autostrade. La storia ci insegna che ladrocini simili son già successi, adesso BASTA!



Giacomo Lanzarone.