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martedì 31 gennaio 2012

Sciacca: il sindaco Bono deve decidere se fare il sindaco o il medico

Sciacca - Ore di agitazione e di naturale concitazione negli ambienti politici cittadini dopo l'annuncio del sindaco Vito Bono di volersi dimettere per via di una legge del 1986 sulla incompatibilità tra la carica di primo cittadino e la professione di medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale. Bono deve decidere in maniera definitiva entro oggi : da due settimane è infatti in aspettativa con la sua professione e lo sarà fino al 31 gennaio.

Lui la scelta l'ha già fatta, tornerà a fare il medico di famiglia a tempo pieno, ma la maggioranza che lo sostiene non ci sta, tutti ritengono che ci sono le condizioni giuridiche per opporsi e sospettano che in realtà il loro sindaco, quello che hanno scelto e appoggiato alle elezioni amministrative del 2009, abbia deciso di staccare la spina e mettere fine in anticipo ad un'esperienza che lo avrebbe sfiancato. Il sindaco di Sciacca non ha mai nascosto la sua profonda amarezza per attacchi anche sul piano personale e la delusione per critiche pervenute anche dagli stessi alleati. In un momento di profondo malessere nella maggioranza, ecco spuntare il caso della incompatibilità, riferito ad una vecchia norma, quando c'erano i comitati di gestione delle Usl e vi facevano parte gli amministratori comunali.
Il sindaco ha fatto sapere di aver chiesto un ultimo chiarimento all'ufficio legislativo della Regione, e di attendere la risposta prima di rassegnare le sue dimissioni.

Giorni fa l'ex sindaco Mario Turturici (Pdl) aveva messo le mani avanti sostenendo di avere sempre creduto nella incompatibilità di Vito Bono e di essere pronto a scendere in campo. Gli organi ufficiali di partito frenano: "Eventuali fughe in avanti ed autoinvestiture ci sembrano assolutamente inopportune e fuori luogo ha commentato il segretario cittadino Alfonso Fiorica - ed inoltre non appaiono funzionali all' idea di una città che deve riprendere il suo ruolo". Recca.

giovedì 5 gennaio 2012

Regione Sicilia, l’Ars boccia l’emendamento “Salva parenti”

La bocciatura dell'emendamento «salva parenti» alla legge regionale emanata lo scorso aprile, ha già prodotto i suoi effetti in molte città siciliane. L'emendamento era stato proposto dal deputato Leontini (capogruppo del Pdl all’Assemblea Regionale siciliana) e mirava a spostare l'entrata in vigore della legge con l'inizio della nuova legislatura regionale.

L'articolo 4 della legge dell'aprile 2011, comma 6, sancisce che «non possono far parte della Giunta il coniuge, gli ascendenti e i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della Giunta e dei consiglieri comunali».

La bocciatura dell'emendamento ha reso effettivi gli effetti dal primo gennaio scorso e per tale motivo Fabio Leonte, assessore al Bilancio, Patrimonio e Urbanistica della città di Sciacca, è stato costretto a dimettersi. L'assessore infatti risulta incompatibile con il consigliere comunale Salvatore Alonge (opposizione). Quest'ultimo non è parente diretto, ma affine. Alonge è fratello della moglie dell'assessore, dunque per la legge c'è incompatibilità.

Secondo voi, si tratta di una questione di opportunità, utile ad impedire che gli Enti locali possano essere occupati da famiglie potenti e influenti o di un'ingiustizia verso coloro che, per le soli ragioni di parentela, si vedono negare il diritto di fare politica come sancito dalla Costituzione italiana?


venerdì 30 settembre 2011

Il professore saccense senza cattedra diventa contadino

Calogero Puccio, insegnante precario di 36 anni, ha perso il lavoro per colpa della riforma Gelmini.

Oggi, per mantenere la famiglia, lavora in campagna. Nel periodo di fuoco della raccolta delle olive, la sua giornata comincia alle 6, fra i trattori lenti delle strade di trazzera di Sciacca, in provincia di Agrigento. Laureatosi in Lettere all'Università di Palermo nel 1999, Calogero Puccio ha insegnato da supplente nelle classi di Bergamo, Linosa e Lampedusa.
Ma per portare un po' di soldi a casa fa anche il muratore. E intanto, nel caos della scuola, a Stromboli c'è una sola maestra per cinque classi.

Cli qui per vedere l'intervista di Calogero Puccio.