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giovedì 5 gennaio 2012

Regione Sicilia, l’Ars boccia l’emendamento “Salva parenti”

La bocciatura dell'emendamento «salva parenti» alla legge regionale emanata lo scorso aprile, ha già prodotto i suoi effetti in molte città siciliane. L'emendamento era stato proposto dal deputato Leontini (capogruppo del Pdl all’Assemblea Regionale siciliana) e mirava a spostare l'entrata in vigore della legge con l'inizio della nuova legislatura regionale.

L'articolo 4 della legge dell'aprile 2011, comma 6, sancisce che «non possono far parte della Giunta il coniuge, gli ascendenti e i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della Giunta e dei consiglieri comunali».

La bocciatura dell'emendamento ha reso effettivi gli effetti dal primo gennaio scorso e per tale motivo Fabio Leonte, assessore al Bilancio, Patrimonio e Urbanistica della città di Sciacca, è stato costretto a dimettersi. L'assessore infatti risulta incompatibile con il consigliere comunale Salvatore Alonge (opposizione). Quest'ultimo non è parente diretto, ma affine. Alonge è fratello della moglie dell'assessore, dunque per la legge c'è incompatibilità.

Secondo voi, si tratta di una questione di opportunità, utile ad impedire che gli Enti locali possano essere occupati da famiglie potenti e influenti o di un'ingiustizia verso coloro che, per le soli ragioni di parentela, si vedono negare il diritto di fare politica come sancito dalla Costituzione italiana?