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mercoledì 4 agosto 2010

I sindaci siciliani incontrano il ministro Prestigiacomo

Anche il sindaco di Menfi partecipa all'incontro con l'onorevole Stefania Prestigiacomo presso l'aula del Governo di Montecitorio, a Roma. Il ministro dell'Ambiente e un nutrito gruppo di parlamentari e amministratori siciliani sono uniti per chiedere una moratoria, non solo in Italia, ma nell'intero bacino del Mediterraneo, alle esplorazioni di petrolio e gas più a rischio: quelle che riguardano il petrolio e non il meno pericoloso gas metano, quelle nei giacimenti ad alta pressione o alta temperatura.

“Sono soddisfatto – dichiara il sindaco della città del mare pulito, Michele Botta - della presa di coscienza del governo dopo gli allarmi lanciati dalle nostre comunità. Confidiamo ora, dopo gli interventi sia del ministro Frattini, sia del ministro Prestigiacomo nel raggiungimento del comune obiettivo di bloccare le autorizzazioni alle trivellazioni in qualunque parte del Mediterraneo, anche e soprattutto alla luce dell'indirizzo di tutela dell'ambiente e di turismo sostenibile che l'amministrazione di Menfi si è data e del protocollo d'intesa firmato tra il Comune di Menfi e il console generale del Regno del Marocco in cui si ribadisce la leale collaborazione anche in tema di tutela dell'ambiente”.

Per il Ministro Stefania Prestigiacomo la strada da seguire per ottenere lo stop alle attività di esplorazione in tutto il bacino del Mediterraneo è quella dell'interessamento delle diplomazie del vecchio continente perché si attivino con i governi dei paesi che si affacciano sul grande mare.

“Su un tema come questo - insiste la Prestigiacomo - i paesi euro-mediterranei devono parlare con una voce sola. Il Mediterraneo è comunque un'area chiusa, ad alta densità di insediamenti dove anche un inquinamento non rilevante come quello provocato in America dalla Bp si riflette rapidamente sulle coste dei Paesi vicini, se non sull'intero bacino”.

Una politica coordinata tra Stati rappresenta dunque un vantaggio per tutti. “Il banco di prova – auspica la Prestigiacomo - potrebbe essere proprio una comune interlocuzione europea con il governo libico anche per avere informazioni più precise sulle trivellazioni previste, ad esempio se si tratta di un giacimento di gas o di greggio nonché sugli standard di sicurezza stabiliti”.