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domenica 27 marzo 2011

Lampedusa abbandonata da tutti


Le recenti rivolte in Egitto, Tunisia, Algeria, Libia e tutti i paesi arabi della zona mediterranea hanno alimentato ulteriormente l'immigrazione clandestina nel mar Mediterraneo.
Lampedusa, approdo naturale per decina di migliaia di extracomunitari, è costretta ormai da settimane a far fronte a questa incontrollata migrazione. La piccola isola, dove i clandestini son diventati più degli abitanti, la situazione è ormai davvero raccapricciante.

Residenti in predi all’ira per i continui disagi, stagione turistica pasquale e parte di quella estiva ormai persa, condizioni disumane nei centri di accoglienza, esseri umani costretti a subire umiliazioni e privati persino dei più elementari dei diritti... tutto ciò, per quanto ancora?! Di chi è la colpa? Del governo, dell’UE, di chi?

L'immagine di un'Italia divisa non è solo una provocazione ma è la percezione che oggi ha un lampedusano.
Ora come non mai occorrerebbe una nazione unita, non solo per oscurare gli squallidi ed inutili slogan dei "verdi padani", o per dar manforto ad una popolazione già da troppo tempo martoriata, ma anche per far sentire i nostri "vicini" degli esseri umani, umani come noi!
Essendo stati degli emigranti (agli inizi del ‘900 si abbandonava il Belpaese alla volta delle Americhe), dovremmo quantomeno avere un pò di comprensione.

Giacomo Lanzarone.

domenica 25 luglio 2010

Bp perforerà nel mare libico. I pozzi a 500 km dalla Sicilia

La compagnia britannica, responsabile della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, annuncia l'avvio delle trivellazioni "entro le prossime settimane". Un accordo con Tripoli consente cinque nuovi impianti.

Pozzi di petrolio nel Mediterraneo, a poche centinaia di chilometri dalle coste della Sicilia, di Lampedusa e di Pallenteria. E a trivellare sarà la British Petroleum, la compagnia responsabile della "marea nera" che sta devastando il Golfo del Messico.

E' stata la stessa Bp ad annunciare che "entro le prossime settimane" inizierà una nuova perforazione al largo delle coste libiche, nel Golfo della Sirte. Un portavoce della compagnia, David Nicholas, ha ricordato che in virtù di un accordo con Tripoli siglato nel 2007 la compagnia ha ottenuto l'autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni nel Golfo della Sirte. "Non le abbiamo ancora calendarizzate", ha aggiunto, precisando che ogni perforazione necessita di "sei mesi o più".
Le nuove perforazioni avranno luogo a una profondità di circa 5.700 piedi (1.700 metri), leggermente superiore a quella della Deepwater Horizon, la piattaforma situata al largo delle coste della Louisiana, la cui esplosione lo scorso 20 aprile ha causato la gigantesca marea nera che infesta il Golfo del Messico.

Fonte: Repubblica.it