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martedì 31 maggio 2011

Lombardo e Venturi litigano, Viviani resta.

Riccardo Viviani
La guerra ormai per nulla sottotraccia tra l’assessore Marco Venturi e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo è ormai evidente e numerosi sono stati gli interventi anche polemici, sul caso.

La causa, all’apparenza, sarebbe la nomina a consigliere della Camera di commercio di Agrigento, Riccardo Viviani che ha un processo d’appello in corso dopo una condanna per truffa ai danni dell’Ente camerale.

Venturi vuole la testa di Marco Romano, direttore regionale dell’assessorato alle Attività produttive, soprattutto “cane da guardia” (diciamo pure controllore di Venturi) per conto del governatore. E Lombardo per tutta risposta ha inviato gli ispettori all’interno dell’assessorato di Venturi.
Insomma, un putiferio che vede gongolante e beato proprio Riccardo Viviani che assiste divertito allo scontro Lombardo-Venturi, e soprattutto, resta al suo posto. Viviani, che è stato in Giunta per cinque anni ed è consigliere camerale uscente, non si è dimesso e non lo farà. Sa che la legge è della sua parte.

Nessun atto di imperio potrà togliergli la carica. Si, perché, anche se è sfuggito a molti, la legge 580 del 28.12.1993 sul riordino delle Camere di Commercio, recita testualmente: “Non possono fare parte del Consiglio coloro che, per fatti compiuti in qualità di amministratori della Camera di Commercio, siano stati dichiarati responsabili verso la medesima con sentenza definitiva e non abbiano estinto il debito”.
Riccardo Viviani, in effetti, ha subito un processo per peculato ed è stato condannato alla pena di un anno e otto mesi di reclusione (e non tre anni come scritto da molti). Ed ha proposto appello. Inoltre, come si legge nella sentenza (pagina 13): “Viviani ha interamente restituito l’ammanco compreso gli interessi passivi…”; “…egli si è dunque, prima del giudizio, spontaneamente ed efficacemente adoperato per elidere o attenuare le conseguenze dannose del reato”.
Contestualmente i giudici hanno sospeso l’esecuzione della pena (principale ed accessoria). Tutto questo rende impossibile ogni iniziativa di rimozione coatta del consigliere camerale e se ciò dovesse accadere verrebbe violata la legge.

Dopo il tourbillon di notizie a senso unico, abbiamo intervistato Viviani che sulla vicenda afferma: “Non mi sono dimesso e non mi dimetterò. Volevo dimettermi, come atto personalissimo di sensibilità, ma dopo aver letto e sentito le argomentazioni di Arnone e il quadretto che è venuto fuori con l’assessore Venturi ho deciso di restare. E se Venturi adotta provvedimenti che per legge non può adottare, ricorrerò al giudice. Fermo restando che ho sensibilità da vendere e che insieme a chi mi ha designato decideremo cosa fare”. Sin qui Viviani.
E l’assessore cosa farà? Prenderà un provvedimento contra legem? E si farà denunciare ancora una volta, anche in sede penale, come avvenuto con Stefano Catuara, presidente dell’Asi?
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Inserito il 18 giugno 2011.
Con decreto del Decreto del Presidente della Regione n. 218/Serv. 1°/SG del 7 giugno, viene dichiarata la decadenza dell’ex sindacalista Leonardo Riccardo Viviani dal Consiglio della Camera di Commercio. Lombardo ha accolto la proposta dell’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, il quale ha affidato alla struttura assessoriale, presieduta dall’avvocato agrigentino Luigi Restivo, il compito di redigere una relazione nel merito, che poi è stata trasmessa al presidente della Regione.