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mercoledì 31 agosto 2011

Petrolio, trivellazioni nel mare della Sicilia?! No, grazie.


Sono trascorsi pochi giorni da quando il Dott. Alberto Zaccagni mi comunica per email l'evento per la difesa del Mar Mediterraneo contro le trivellazioni di pozzo di petrolio. Per arrestare la febbre da oro nero e per la difesa del nostro mare, il 14 agosto, si è schierato anche il noto Montalbano, alias Luca Zingaretti.
La premessa appena fatta, mi collega all'articolo che ho letto sul "fatto.it" dal titolo "Sicilia, trivelle pronte per l’oro nero. E per la Prestigiacomo è un affare di famiglia".

Il reportage sulla questione riporta che in Sicilia sono ben 40 le richieste di concessioni. Le trivelle infatti sono pronte a entrare in azione a pochi chilometri da gioielli come Pantelleria e le Egadi. Il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, potrebbe essere la nostra miglior alleata. È siciliana (precisamente di Siracusa) e vicina a Berlusconi. Invece no! Anzi, da qualche settimana, la gente di Pantelleria, delle Egadi, di Trapani comincia ad avere qualche dubbio. Sono infatti molteplici i legami della ministra Prestigiacomo e la sua famiglia con i colossi delle aziende petrolifere.

Alberto Zaccagni
L'amico Alberto Zaccagni, nemico accanito delle trivellazioni (vedi unpuntonelmare.wordpress.com/), racconta sul fatto: “Ci chiediamo se questo ministro dell’Ambiente possa valutare obiettivamente le concessioni petrolifere in Sicilia quando le società amministrate da suoi parenti hanno rapporti d’affari con chi affonda i pozzi nel nostro mare”.
La COEMI, come dice lo stesso sito della società, è nata come impresa di famiglia dei Prestigiacomo. L’amministratore delegato è Maria Prestigiacomo e l'azionista di maggioranza invece è Sebastiana Lombardo, rispettivamente sorella maggiore e madre del ministro dell’Ambiente.
Sempre dal sito della COEMI, nella sezione 'Clienti', ci sono i principali operatori nel settore petrolifero in Italia, ossia Eni, Erg ed Esso.

Le perplessità del Dott. Zaccagni quindi risultano, oltre che lecite e legittime, viepiù giustificate alla luce del reportage letto su "ilfattoquotidiano.it".
E' giusto che un ministro dell’Ambiente possa vigilare sull’operato di colossi petroliferi che sono clienti di imprese legate alla sua famiglia? Prestigiacomo è il ministro giusto per occuparsi di Ambiente? È lei la persona che può decidere delle trivellazioni in Sicilia? Vi è un conflitto d'interesse? Conviene mettere in pericolo un patrimonio naturale unico al mondo?

Il governo regionale siciliano sembra fino ad oggi non esser affatto entusiasta della piega che sta prendendo la situazione, però ora bisogna sottolinearlo con forza.