giovedì 19 luglio 2012

Paolo Borsellino, 20 anni fa la strage

Sono passati vent'anni dalle stragi. I pm siciliani cercano di risalire alla conoscenza dei fatti, ma somigliano più ad archeologi che a magistrati del 2000. Quando le indagini arrivano con così tanti anni di ritardo come si può sperare di risalire alla verità? 

A Palermo c'è in corso l'inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che secondo il presidente Napolitano è fondata «sul nulla», a Caltanissetta si stanno «rivisitando» le indagini sulla strage Borsellino. In questo contesto si innesta lo scontro Quirinale-Procura di Palermo perché il presidente Napolitano non vuole essere intercettato, nemmeno casualmente, mentre i pm vogliono avere il diritto di controllare.

La questione è chiara. Napolitano dice in sostanza che secondo la Costituzione il capo dello Stato non è intercettabile, per cui se capitasse di essere ascoltato mentre parla con un intercettato, i pm debbono subito distruggere le bobine senza alcun controllo. I pm invece replicano che non distruggono un bel niente e che il colloquio dell'ex ministro Mancino con il Quirinale può servire nelle indagini essendo Mancino sotto inchiesta per la «trattativa». Le posizioni sono perfettamente delineate, con l'avvertenza che il procuratore capo di Palermo, Messineo, non ha firmato la conclusione delle indagini, segno evidente che non le condivide, almeno in parte. Dove non c'è nulla di chiaro è sugli altri fronti. Le indagini su via D'Amelio furono sbagliate perché si credette alle false dichiarazioni di Scarantino mandando in galera gente che non c'entrava per niente. Ora ci si chiede se non fu un volontario «depistaggio», il che è una sciocchezza tenuto conto della personalità del defunto questore La Barbera e del fatto che a quell'inchiesta partecipò una task force di 40 uomini. Possibile che fossero tutti depistatori? Ci fu un abbaglio ma non malafede?

Credo comunque che la pista degli appalti sulla quale indagava Borsellino e il rapporto dei Ros su «Mafia & Appalti» sia da rivalutare (un paio di giornalisti palermitani avrebbero cose interessanti da riferire). Poi c'è la questione della «trattativa». L'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso nel 1993 tolse il carcere duro a 300 boss mafiosi nel quadro di una intesa con la mafia per far cessare le stragi, oppure la sua fu, come afferma, «una decisione autonoma»? E il generale Mori e il colonnello De Donno andarono a trovare Vito Ciancimino nella sua casa romana per «trattare» con Cosa Nostra, oppure per avere informazioni sul latitante Provenzano? . . . .

A Palermo, per l'anniversario di Paolo Borsellino, Giovane Italia e Azione Universitaria in collaborazione con Forum XIX Luglio organizzano la tradizionale Fiaccolata, alla quale prenderanno parte, tra gli altri, il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli e l'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni.
La Fiaccolata partira' da Piazza Vittorio Veneto (Statua della Liberta') alle ore 20:00 e terminera' in Via D'Amelio. Gli organizzatori hanno voluto accogliere l'appello di Salvatore Borsellino e deporranno accanto la lapide non una corona di fiori ma un grande tricolore.

20 anni di lotte nel suo nome…Paolo Vive!

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