sabato 21 gennaio 2012

L’Open Source nella Pubblica Amministrazione

Con la manovra finanziaria "Salva Italia", del governo Monti, le Pubbliche Amministrazioni avranno l'obbligo di considerare anche l'Open Source (Software Libero) tra le possibili scelte.
È stato approvato, in commissione Bilancio e Finanze della Camera, un emendamento che obbliga le Pubbliche Amministrazioni a valutare l'uso di software libero nei loro bandi di gara. Il Fautore della battaglia è stato il radicale Marco Beltrandi con il segretario di Agorà Digitale Luca Nicotra. E' bene precisare che la legge approvata non costituisce un obbligo ma amplia semplicemente le possibilità di scelta.

L'articolo
articolo 29-bis - Introduzione dell'impiego di software libero negli uffici pubblici per la riduzione dei costi della pubblica amministrazione: La lettera d) del comma 1 dell'articolo 68 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, è sostituita dalla seguente:
«d) acquisizione di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto;».

Si tratta di un passo importante, considerando il fatto che prima di oggi il Software Libero non veniva neanche considerato. Molti sperano che questo sia solo un passo verso l' utilizzo esclusivo di Software Libero presso gli Uffici Pubblici. L’adozione di software libero, ricordano i promotori, significa maggiore libertà dello scambio dei contenuti immateriali, libera circolazione della conoscenza, del know-how e più in generale delle informazioni. E si inserisce nella linea del governo Monti per il contenimento della spesa pubblica.

Attualmente lo Stato Italiano utilizza principalmente software Microsoft che richiedono una licenza da pagare. Per esempio, per un computer in una scuola si spendono circa 100 euro solo per i programmi (Windows ed Office). L’open source, invece, funziona come gli altri sistemi ma è gratuito. Si calcola che il passaggio da Microsoft Office a OpenOffice (open source), su 4500 computer in media, possa comportare un risparmio di circa un milione di euro.
Un esempio pratico: La Provincia di Bolzano (vedi filmato Report) con circa 500.000 abitanti risparmia (solo per il pubblico) oltre 1.000.000 di euro l’anno. La Regione Sicilia ha circa 5.000.000 di abitanti, quindi, solo per il pubblico si potrebbe risparmiare anche 10.000.000 di euro l’anno.

Certo, ritengo che non sarà per niente facile formare i tanti dipendenti spesso poco propensi alle novità tecnologiche, però, si potrebbe quantomeno iniziare con l'uso di OpenOffice (alternativa gratis al pacchetto Microsoft Office), di GIMP (alternativa gratis a Photoshop) o di Pdf Creator (alternativa gratis al famoso Acrobat di Adobe).

 "Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare". Winston Churchill.

2 commenti:

  1. Ci sono molte inesattezze in questo articolo... ne parlo qui: http://blog.wired.it/codiceaperto/2011/12/15/liberiamo-il-software-libero.html
    Attenzione queste cose rischiano di fare del male alla causa del software libero.
    saluti
    Flavia Marzano

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  2. Innanzitutto la ringrazio per il suo intervento.

    La differenza sostanziale, fra software libero e open source, sta "nell'etica" economica del prodotto creato, nel copyright e nella licenza d'uso. Più in particolare, per software libero, s'intende sottolineare la libertà che ha l'utente di fare determinate cose con il software: eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare (almeno questa è l'idea che mi son fatto da studente ed appassionato di informatica). Mi corregga se sbaglio!

    Tuttavia, obiettivo dell'articolo non è quello di dare lezioni di codice etico sul software ma, bensì, di sensibilizzare le Pubbliche Amministrazioni all'uso, quantomeno, di sistemi operativi o di programmi gratuiti, con il solo fine di risparmiare (i Comuni, secondo me, con il pareggio di bilancio devono considerare ogni cosa).

    Sarà certamente discutibile la mia introduzione.. discutibile potranno essere gli argomenti che ho voluto intraprendere per poi alla fine poter parlare di ciò.. ma più o meno ho lanciato il mio messaggio informativo. Bolzano ne è l'esempio.

    Per quanto mi riguarda, l'emendamento è importante (seppur non vincolante). Oggi, forse con più coscienza di ieri, le P.A. potranno chiedere alle imprese fornitrici software libero. Risparmio che si andrebbe a sommare all'uso di programmi alternativi appena citati.

    Cordiali saluti.

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