mercoledì 19 ottobre 2011

L'Ue boccia il Ponte di Messina

Nessun sostegno finanziario al progetto del Ponte sullo stretto di Messina.

Fuori dalla lista dei progetti prioritari nelle grandi reti transeuropee tra il 2014 e il 2020, infatti, proprio la faraonica infrastruttura (mentre ne fanno parte i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo).

Questa decisione ha naturalmente scatenato molte reazioni politiche, a cominciare da quella di Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi: “La bocciatura da parte dell’Europa del Ponte sullo Stretto di Messina chiude definitivamente la vicenda di un’opera inutile e dannosa per l’ambiente”.

Bonelli, inoltre, ha anticipato che “domani presenteremo un esposto alla Corte dei Conti sulle spese di progettazione, sulle consulenze e le iniziative di vario genere per quest’opera. Si tratta infatti di uno sperpero di denaro pubblico di cui il governo deve rispondere immediatamente e chi ha autorizzato queste spese ne dovrà rispondere in prima persona”.

Dopo l’esclusione del Ponte dai progetti prioritari nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020 chiediamo che sia immediatamente sciolta la Ponte di Messina S.p.a. che, a questo punto,  è a tutti gli effetti un ente inutile -ha continuato il leader ecologista -. La vera priorità dell’Italia e del Sud sono altre come la messa in sicurezza del territorio e la lotta al dissesto in un Paese che frana, le ferrovie e gli acquedotti”.

Con gli 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto – ha concluso Bonelli – si possono realizzare 90 km di metropolitana o 621 Km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre città e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica”.

Polemico anche Enrico Gasparra, deputato del Pd, e membro della Commissione Traporti della Camera: “Come previsto e più volte sottolineato dal Pd, la Commissione Europea ha bocciato ancora una volta Berlusconi e il progetto del Ponte sullo Stretto che non è una priorità e non è nel programma delle grandi reti 2014-2020. Un fallimento annunciato reso ancora più evidente dalla guerra tra il commissario Tajani, il ministro Matteoli e il vice Roberto Castelli”.
Inoltre, Gasbarra ha affermato che “archiviato il Ponte, con milioni di euro gettati in mare, il governo destini subito le risorse previste per la società Stretto di Messina che ha chiesto un miliardo di euro al ministero del Tesoro, alle Regioni per il trasporto pubblico locale. In questo modo si potrebbe ripristinare il fondo, letteralmente svuotato dal ministro Tremonti, ed evitare la paralisi del trasporto pubblico che avrebbe conseguenze drammatiche per milioni di italiani”.

Infine, la nota del Wwf: “Per l’Europa il ponte non è una priorità nel sistema dei trasporti europeo, fatto questo che esclude qualsiasi ipotetico finanziamento da parte della Commissione Europea o, ad esempio, della Banca Europea degli Investimenti. Vorremo capire a questo punto come il Governo italiano possa ancora giustificare la strategicità di un’opera, dall’elevatissimo impatto ambientale, da costruire in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo. L’opera, inoltre, ha un costo insostenibile, in crescita incontrollata: 8,5 miliardi di euro, pari a mezzo punto di Pil con un abnorme e ingiustificato aumento dei costi in un anno di oltre il 34%”.

Secondo l’organizzazione ambientalista il Governo dovrebbe invece sbloccare “le risorse destinate al ponte per investire sulle vere priorità per quest’area del Paese: adeguare la linea tirrenica e potenziare la linea ferroviaria ionica in Calabria e le linee ferroviarie siciliane che collegano Catania, Messina e Palermo; intervenire per chiudere finalmente i cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria, ammodernare e rendere sicura la SS106 Ionica; garantire un servizio efficiente di metropolitana del mare per i pendolari dell’area dello Stretto e rafforzare gli attuali servizi di traghettamento pubblici; destinare ingenti risorse alla rinaturalizzazione dei versanti e al consolidamento del suolo e al riassetto del territorio ad alto rischio idrogeologico e sismico”.

Fonte: blogsicilia.it

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